Isabella Flores de Oliva nacque nel 1586 a Lima, in Perù, da una nobile famiglia spagnola. Fu la sua balia india, Mariana, che per prima la chiamò col nomignolo di Rosa. Questo nome le fu confermato dall’Arcivescovo di Lima, Toribio de Mogrovejo, che aggiunse l’appellativo “di Santa Maria”.
Isabela dichiarò prestissimo la sua vocazione religiosa, ma non poté entrare subito in convento per l’opposizione della famiglia, che aveva avuto un tracollo economico, e aveva bisogno del suo aiuto. A vent'anni entrò, col nomedi Rosa, nell’ordine domenicano, dove si propose di seguire l’esempio di Santa Caterina da Siena, che considerò sempre la sua guida spirituale.
Seguirono anni di preghiera e di grandi opere caritative, soprattutto un favore della popolazione india, poverissima ed oppressa. Ma patì grandi sofferenze fisiche, e fu tormentata per ben quindici anni da una lunghissima “notte oscura” spirituale. Unita a Cristo in nozze mistiche, manifestò straordinarie doti taumaturgiche e profetiche; negli ultimi anni della sua vita ebbe visioni mistiche che si ripetevano ogni settimana, dal giovedì al sabato. Si ricorda anche che durante l’assedio della città da parte degli olandesi abbracciò il tabernacolo nella chiesa del convento, decisa a difenderlo con la sua vita dalla temuta profanazione ad opera dei calvinisti.
Morì a 31 anni, nel 1617, e fu beatificata nel 1668. Due anni dopo fu proclamata patrona delle Americhe, delle Filippine e delle Indie occidentali, anche se la canonizzazione arrivò solo nel 1671, per decreto di Clemente X.
Per il nome che porta, è patrona giardinieri e dei fioristi. È invocata in caso di ferite, contro le eruzioni vulcaniche ed in caso di litigi in famiglia.
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