Il primo martire
Quando gli Apostoli, dopo la Pentecoste, si dedicarono interamente all’evangelizzazione, scelsero sette “diaconi”, cioè inservienti, perché si occupassero delle varie incombenze della nuova comunità, e delle opere di carità. Fra questi fu Stefano, che si distinse subito per sapienza e fede. I sacerdoti lo trascinarono davanti al sinedrio, e lo accusarono di bestemmia. Stefano si difese appassionatamente, con un lungo discorso in cui riprendeva la storia del popolo ebraico da Abramo a Salomone, sostenendo che Gesù era un Giusto perseguitato, come erano stati perseguitati gli altri Profeti. Poi esclamò: “Ecco, io contemplo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo sta alla destra di Dio”. A queste parole lo portarono fuori dalla città e lo lapidarono.
Al supplizio assisteva
Saul (Paolo), allora fariseo, che lo approvò.
Stefano fu sepolto da “persone devote”. Nel 415 furono ritrovate le sue reliquie, che vennero distribuite fra le varie comunità cristiane.
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Patronati e iconografia
Stefano è patrono, con San Lorenzo, dei diaconi, e come lui è spesso rappresentato con la veste “dalmatica”, lunga fino ai piedi. Le pietre del martirio sono il suo principale attributo iconografico. È anche patrono dei muratori e dei tagliapietre; protegge contro il “mal della pietra”, cioè i calcoli, e contro il mal di testa.
La festa è celebrata il 26 dicembre, il primo giorno dopo il Natale, non perché sia la ricorrenza della morte (infatti morì pochi giorni dopo la Pentecoste) ma perché si volle accostare la sua persona a quella di Gesù, di cui fu il primo “testimone”.
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