Nicolai II. Synodica generalis.
[Vigilantia Universalis]

[Monumenta Germaniae Historica, Constitutiones et Acta Publica, 1893, pp. 547-548.]

Nicolaus episcopus servus servorum Dei omnibus episcopis catholicis cunctoque clero et populo salutem carissimam et benedictionem apostolicam.

Nicola vescovo servo dei servi di Dio a tutti i Vescovi cattolici e a tutto il clero e il popolo manda il suo carissimo saluto e la benedizione apostolica.

Vigilantia universalis regiminis adsiduam sollicitudinem omnibus debentes, saluti quoque vestrae providentes, quae in Romana synodo nuper celebrata, coram centum tredecim episcopis, nobis licet inmeritis presidentibus, sunt canonice constituta, vobis notificare curamus, quia ad salutem vestram executores eorum vos esse optamus et apostolica auctoritate iubendo mandamus.

Per la vigilanza che compete al nostro governo universale, poiché siamo tenuti a instancabile sollecitudine verso tutti, e dovendo anche provvedere alla vostra salvezza, ci curiamo di farvi conoscere le cose che sono state canonicamente stabilite nel Sinodo Romano or ora celebrato, di fronte a cento tredici vescovi, sotto la nostra immeritata presidenza, poiché vogliamo che voi ne siate esecutori per la vostra salvezza, e ve le comandiamo con autorità apostolica.

1. Primo nanque inspectore Deo est statutum, ut electio Romani pontificis in potestate cardinalium episcoporum sit, ita ut, si quis apostolicae sedi sine premissa concordi et canonica electione eorum ac deinde sequentium ordinum religiosorum clericorum et laicorum consensu intronizatur, non papa vel apostolicus sed apostaticus habeatur.

1. In primo luogo dunque si è deciso sotto lo sguardo di Dio che l’elezione del Romano Pontefice sia responsabilità dei vescovi cardinali, affinché, se qualcuno sarà intronizzato nella sede apostolica senza la predetta loro concorde e canonica elezione e in seguito per il consenso ordinato degli ordini religiosi dei chierici e dei laici, non sia considerato Papa ovvero successore degli apostoli, ma apostata.

2. Ut moriente Romano pontifice vel cuiuscunque civitatis nullus presumat facultates eorum invadere, sed successoribus eorum reserventur integrae.

2. Che alla morte di un Romano Pontefice o del vescovo di qualunque città nessuno presuma di assumersi le loro prerogative, ma queste siano riservate integre per i loro successori.

3. Ut nullus missam audiat presbyteri, quem scit concubinam indubitanter habere aut subintroductam mulierem. Unde etiam ipsa sancta synodus hoc capitulum sub excommunicatione statuit, dicens: Quicunque sacerdotum, diaconorum, subdiaconorum post constitutum beatae momoriae predecessoris nostri sanctissimi Leonis papae de castitate clericorum, concubinam palam duxerit vel ductam non reliquerit, ex parte omnipotentis Dei auctoritate beatorum apostolorum Petri et Pauli precipimus et omnino contradicimus, ut missam non cantet neque euangelium vel epistolam ad missam legat, neque in presbyterio ad divina officia cum iis qui praefatae constitutioni obedientes fuerint maneat, neque partem ab aecclesia suscipiat, quousque a nobis sententia super huiusmodi Deo concedente procedat.

3. Che nessuno assista alla messa celebrata da un prete di cui si sappia con certezza che ha una concubina o una donna occulta. Per cui lo srtesso santo Sinodo ha deliberato il seguente capitolo, sotto pena di scomunica: Qualunque sacerdote, diacono, subdiacono, il quale, dopo la costituzione emanata dal nostro predecessore di beata memoria il santissimo Papa Leone relativamente alla castità dei chierici, terrà pubblicamente una concubina o non lascerà una precedentemente presa, comandiamo, per in nome di Dio onnipotente, per l’autorità dei beati apostoli Pietro e Paolo, e vietiamo assolutamente che canti Messa o legga il Vangelo o l’Epistola alla Messa, che partecipi al servizio divino nel presbiterio insieme con quelli che obbediranno alla predetta costituzione, che abbia alcuna parte dei beni della Chiesa, finché non ci sarà dam parte nostra una decisione in proposito con l’aiuto di Dio.

4. Et precipientes statuimus, ut ii predictorum ordinum, qui eidem predecessori nostro obedientes castitatem servaverunt, iuxta aecclesias quibus ordinati sunt, sicut oportet religiosos clericos, simul manducent et dormiant et quicquid eis ab aecclesiis venit communiter habeant. Et rogantes monemus, ut ad apostolicam, communem scilicet vitam summopere pervenire studeant.

4. Ed abbiamo stabilito in modo categorico che coloro dei predetti ordini che si mantennero casti ubbidendo al nostro predecessore, e così anche i chierici religiosi, ognuno nella chiesa a cui è stato assegnato, insieme prendano i pasti e dormano ed abbiano in comune ogni cosa che loro viene dalla chiesa. E li esortiamo con calore che si adoperino con fervore per ascendere alla vita apostolica, cioè comune.

5. Deinde ut decimae et primiciae seu oblationes vivorum et mortuorum aecclesiis Dei fideliter reddantur a laicis et ut in dispositione episcoporum sint. Quas qui retinuerint, a sanctae aecclesiae communione separentur.

5. Per questo, i laici facciano pervenire fedelmente le decime e le primizie e le offerte dei vivi e dei morti alle chiese di Dio affiché siano a disposizione dei vescovi. E chi le terrà per sé, sia escluso dalla comunione della santa Chiesa.

6. Ut per laicos nullo modo quilibet clericus aut presbyter obtineat aecclesiam nec gratis nec precio.

6. Che nessun chierico o prete riceva in alcun modo una chiesa per tramite di laici, gratis o a pagamento.

7. Ut nullus habitum monachi suscipiat spem aut promissionem habens, ut abbas fiat.

7. Che nessuno riceva l’abito di monaco con speranza o promessa di diventare abate.

8. Nec aliquis presbyter duas aecclesias simul obtineat.

8. E che nessun prete riceva due chiese contemporaneamente.

9. Ut per symoniacam heresim nemo ordinetur vel promoveatur ad quodlibet aecclesiasticum officium.

9. Che nessuno sia ordinato o promosso ad alcun ufficio ecclesiastico per eresia di simonia.

10. Ut cuiuslibet ordinis clericos laici non iudicent nec de aecclesiis eiciant.

10. Che i laici non possano giudicare chierici di alcun ordine, né li possano cacciare dalle chiese.

11. Ut de consanguinitate sua nullus uxorem ducat usque ad generationem septimam vel quousque parentela cognosci poterit.

11. Che nessuno prenda moglie del proprio sangue fino alla settima generazione o fin quando si possa conoscere la parentela.

12. Ut laicus uxorem simul et concubinam habens non communicet aecclesiae.

12. Che un laico che abbia moglie e concubina non possa accedere alla chiesa.

13. Ut nullus laicus ad quemlibet gradum aecclesiasticum repente promoveatur, nisi post mutatum habitum secularem diuturna conversatione inter clericos fuerit comprobatus.

13. Che nessun laico possa essere d’un tratto promosso ad alcun grado ecclesiastico, a meno che, cessato l’abito secolare, non sia messo alla prova vivendo a lungo in mezzo ai chierici.

Vos ergo haec et alia sanctorum patrum statuta fideliter et Christiana reverentia observate, si vultis de sanctae Romanae aecclesiae et apostolicae sedis pace et communione atque benedictione gaudere.

Dunque osservate fedelmente e con cristiana reverenza questi e gli altri comandamenti dei Santi Padri, se volete godere della pace e della comunione e della benedizione della Santa Romana Chiesa e della Sede Apostolica.

1 Il Sinodo o Concilio Lateranense si tenne nell’aprile del 1059 Torna al testo ↑

2 Papa Leone IX (1049-1054) nel 1051 vietò il matrimonio a presbiteri e diaconi, e ordinò che le donne che si prostituivano con chierici diventassero per sempre schiave nel palazzo lateranense. Torna al testo ↑