“Il 29 luglio 1658 Propaganda Fide nominò Francois Pallu vicario apostolico del Tonchino e amministratore apostolico del Laos e di cinque provincie della Cina occidentale, Lambert de la Motte vicario apostolico della Cocincina e amministratore apostolico di quattro provincie della Cina meridionale, e più tardi, nel 1660, Ignace Cotolendi vicario apostolico della Cina orientale. Erano vescovi titolari e non residenziali, con sede in partibus infidelium... nominati direttamente dal Papa e dipendenti unicamente dalla Congregazione de Propaganda Fide e quindi dalla Santa Sede...” In questo modo si evitava la pretesa del Portogallo di esercitare il diritto di “patronato” sui missionari che operavano in terra di missione.

“La Istruzione fu redatta dal prete scozzese William Lesley (1619-1707) che il 4 agosto 1659 scriveva al Pallu di cui era agente a Roma: «On a résolu de dresser des Instructions générales pour toutes les missions et missionnaires, et on les veut finir auparavant que de vous dépècher. Or, pour faire ces Instructions, il a fallu feuilleter tous les actes de la Congrégation depuis son commencement et voir et recueillir toutes les provisions, toutes les résolutions, toutes les ordonnances faites et prises touchant les missions et missionnaires de toute la Terre. A présent le plus difficile est fait et surmonté, et je vous promets qu’on ne dort pas. J’ai eu ma part dans tout ceci». Lesley, dunque, raccolse e rielaborò il materiale in un testo che fu poi rivisto e rimaneggiato da mons. Mario Alberici, segretario di Propaganda Fide, dal Pallu e dai cardinali della Congregazione, cosicché il documento si può considerare il risultato di un lavoro di équipe. È sempre il Lesley che il 23 novembre 1659 fornisce ragguagli sul modo in cui la Istruzione fu redatta: «Pour ce qui est des Instructions, je les avois dressées bien plus longues qu’elles ne sont; mais Monsieur le secrétaire effaga beaucoup de choses, les remettant toutes à votre prudence; aprés les avoir fait écrire en diverses copies, on les envoya en mesme temps aux Cardinaux pour les considérer; eux aussi les changèrent en diverses choses, et enfin les ayant arrètées telles qu’elles on vous les envoya; Monsieur le Secrétaire les signa de la part de la Sacrée Congrégation. Je m’étais mis tout ce temps à courir par les palais de ces Messieurs les cardinaux pour demander audience, affin de les persuader de beaucoup de choses et de les éclairer du vrai sens d’icelles».

Il documento, che è stato definito la «magna carta» delle missioni moderne, condensa le linee essenziali della strategia missionaria di Propaganda Fide: proibizione ai missionari di intervenire nella vita politica e di partecipare ad attività commerciali, necessità di fornire ai missionari una preparazione scientifica e spirituale, creazione di un clero indigeno, adattamento alle culture native.

Da: Massimo Marocchi, Colonialismo, cristianesimo e culture extraeuropee. La istruzione di Propaganda Fide ai vicari apostolici dell’Asia Orientale (1659). Jaca Book 1980 pp. 50-53.

Instructiones ad munera apostolica rite obuenda (sic) perutiles missionibus Chinae, Tunchini, Cochinchinae atque Siami accomodatae, a missionariis seminarii Parisiensis missionum ad exteros

Istruzione per i vicari apostolici
della Cocincina, del Tonchino
e della Cina (1659)

I Antequam Discedant

I – Prima di partire

Quoniam vos ea estis diligentia et is quoque est in Natione Gallorum religionis zelus et pietas, ut jam a vobis, et multi ad hanc sinensem missionem invitati sint, et multi quoque sponte sua sese ultro obtulerint, nolite facile omni spiritui credere sed probate spiritus si ex Deo sint. Experientia namque compertum est plurimos, nescio quo pietatis impulsu actos, maxime ubi paulo fervidior natura est, ad opera pia et sancta ruere magis quam ferri. At quoniam in his virtus radices non egerat, ubi primus ille fervor recederit, ipsis laborum primordiis fractos animos dimittere et ab aratro retro respicere.

Dal momento che la vostra grande solerzia, l’intenso zelo religioso e il profondo spirito di pietà del popolo francese hanno fatto sì che molti già da parte vostra siano stati invitati a questa missione di Cina, e molti ancora si siano spontaneamente offerti ad essa, non vogliate prestare fede alla leggera a ogni ispirazione, ma accertatevi se essa provenga veramente da Dio1. L’esperienza infatti insegna che molti, spinti da una certa quale impulsività spirituale, tanto più se di temperamento un po’ vivo, si dispongono alle opere pie e sante con più irruenza che costanza di vocazione. Ma poiché in costoro la virtù non ha messo radici, appena quel fervore iniziale s’è placato, alle prime fatiche si lasciano abbattere e scoraggiare e volgono indietro il capo dall’aratro2.

Hoc itaque in primis curandum vobis est, ut inter plurimos magno studio perquiratis ac secernatis viros aetate ac corporis valetudine sustinendis laboribus idoneos, tum vero, quod pluris est, non mediocri charitate, ac prudentia insignitos, quas virtutes non aliorum judicium et conjectura, sed diuturnus rerum usus et experientia aliis in muneribus cum laude peractis probaverit, qui secretorum sint capaces tenacesque custodes, qui gravitate morum, comitate, mansuetudine, patientia, humilitate et omni virtutum exemplo, Christianae fidei quam ore profitentur, opere adstipulentur, qui denique ad Evangelicae Charitatis normam efformati, aliorum sese ingenio ac moribus accommodantes, nec sociis, quibuscum vixerint, graves nec exteris invisi, ingrative reddantur, sed cum Apostolo fiant omnia omnibus.

Sia pertanto vostra principale preoccupazione ricercare e scegliere con molta attenzione, fra i molti candidati, uomini che per età e per salute siano atti a sopportare le fatiche e, quel che più conta, dotati di spiccata carità e prudenza: virtù che dovranno essere accertate non per giudizio o supposizione altrui, ma per lunga pratica ed effettiva esperienza acquisita in altri compiti egregiamente adempiuti. Sappiano inoltre mantenere tenacemente il segreto; e con la serietà dei costumi, la cortesia, la dolcezza, la pazienza, l’umiltà e l’esempio di ogni virtù testimonino in pratica quella fede in Cristo che professano con le parole. Sappiano infine, conformandosi alla legge della Carità evangelica, adattarsi al temperamento e ai costumi altrui, in modo che non riescano importuni ai loro compagni di vita né odiosi o mal accetti agli stranieri, ma si facciano tutto a tutti con l’Apostolo3.

Quos vero elegeritis, hos eosdem Apostolico Parisiis Nuntio proponite, ut eorum nomina, aetas dotesque dignoscantur, eosque in literis vestrarum facultatum inserere possit quae causa fuit relinquendi in iisdem facultatibus spatium vacuum quod eorum nomina contineret. Certiorem de his reddite continuo Sacram Congregationem ut rata habeat quae per vos atque Apostolicum Nuntium hac in parte gesta fuerint.

Proponete i candidati da voi scelti al nunzio apostolico in Parigi, in modo che se ne conoscano nome, età e doti, e che li possa inserire nelle vostre lettere credenziali; e questo è il motivo per cui nelle lettere stesse è stato lasciato uno spazio libero da riempire coi loro nomi. Informate subito di ciò la Sacra Congregazione perché ratifichi ciò che voi stessi e il Nunzio apostolico avrete fatto al riguardo.

Rationem modumque certum statuite, quo et Nuntius ad vos, et vos vicissim ad Nuntium, hic subinde ad Apostolicam Sedem litteras frequentissimas mittatis, quapropter in marittimis quoque locis, seu portubus designentur a vobis fidi homines non modo in Europa, sed in tota Asia et maxime in littoribus missionum vestrarum qui id in se curae suscipiant et litteras quam tutissimo in manus dent.

Stabilite criteri e modi precisi per una fitta e mutua corrispondenza tra voi e il nunzio, e tra questi, a sua volta, e la Sede Apostolica. Perciò anche nelle località marittime o porti, non solo in Europa ma in tutta l’Asia, e soprattutto sul litorale delle vostre missioni, designate uomini fidati che si prendano a cuore questo incarico e consegnino di persona le vostre lettere nel modo più sicuro possibile.

Inite quoque rationem qua vobis annuatim ex Gallia subsidia mittantur, temporalia, tum etiam spiritualia: et quam rationem iniveritis, hanc ad S. Congregationem scribite: ut ea de rerum statu certior reddita, pro suo vestri amore, cooperetur, quantum fert tanta moles negotiorum, quibus continenter detinetur, sanctis vestris, aliorumque piorum hominum conatibus.

Trovate anche il modo di farvi inviare ogni anno dalla Francia sussidi di carattere materiale e spirituale, e comunicatelo per iscritto a questa Sacra Congregazione perché, informata della situazione, possa collaborare, in ragione del suo amore per voi, alle sante imprese vostre e delle altre persone pie, nella misura che le sarà consentito dalla gran mole degli affari che continuamente l’assorbe.

Quamobrem sint quoque Parisiis prudentes quidam piique viri qui rerum vestrarum gestores sint cum in ipsa Gallia, tum etiam hic Romae per litteras: sint vero hujusmodi ut S. Congregatio illis fidem habere merito possit. Ut autem de alienis dotibus et aptitudine certum ferre queant judicium, designate senes meritos, maxima pietate et prudentia praeditos, rerumque mundanarum minime omnium studiosos.

Perciò abbiate anche a Parigi degli uomini saggi e pii che trattino i vostri affari sia in Francia, sia anche – per corrispondenza – qui a Roma: e siano persone tali da offrire fondata garanzia alla Sacra Congregazione. E perché siano in grado di esprimere un giudizio sicuro sulle altrui doti e attitudini, designate delle persone anziane, di provato valore, dotate di grande pietà e prudenza e massimamente aliene da interessi mondani.

Horum officium positum erit maxime in inquirendis, inveniendis atque examinandis missionariis, qui deprehensi idonei juxta ea quae superius dicta sunt, suis ad vos temporibus ab hac S. Congregatione mittantur, quam et ob idipsum sepe debent consulere, et singulorum, quos deprehenderint missionariorum dotes indicare ut hinc post maturam deliberationem legitima auctoritate, facultatibus et mandatis communiti, ad vos proficiscantur.

Compito specifico di tali persone sarà soprattutto quello di ricercare, trovare ed esaminare i missionari affinché – una volta che siano riconosciuti idonei secondo i criteri sopra esposti – vi siano inviati a tempo opportuno da questa Sacra Congregazione; e anche per questo motivo essi devono tenersi in frequente contatto con la Congregazione e segnalarle le doti di ciascuno dei missionari che essi abbiano reperito affinché, dopo matura deliberazione, di qui vi raggiungano muniti di legittima autorizzazione, di facoltà e di mandati.

Praeter hos vero, quos Parisiis constituetis Procuratores vestros, alium quoque Romae habetote, negotiorum item vestrorum gestorem et utrosque communite legitimo procurationis mandato, praesertim eum qui Romae mansurus est ut possit apud Apostolicam Sedem res vestras debita modestia proponere et urgere. Conandum vobis est, ut virum probatum ad hoc munus eligatis ac vestrorum negotiorum apprime gnarum et capacem et cui Sacra Congregatio fidere possit. Et cum ab hoc non minimum pendeat rerum vestrarum progressus, ei semel electo opportune consulite ut in munere constanter perseverare possit, ne saepius mutato negligentior quispiam et novus cum non modico negotii detrimento succedat.

Oltre ai procuratori che stabilirete in Parigi, abbiate anche a Roma una persona che si prenda parimenti cura dei vostri affari, e provvedete l’uno e gli altri del legittimo mandato di procura, soprattutto quello che risiederà in Roma, perché possa con la dovuta modestia trattare e sollecitare presso la Sede Apostolica i vostri affari. Badate di scegliere per questo incarico una persona sperimentata che abbia perfetta conoscenza e competenza dei vostri affari e della quale la Sacra Congregazione possa fidarsi. E dato che da essa dipenderà molto la soluzione dei vostri problemi, una volta che l’abbiate scelta, abbiate cura che possa esercitare il suo ufficio con continuità; affinché non accada che, col mutare frequentemente le persone, ne subentri qualcuna, un po’ troppo negligente e inesperta, e provochi così non lievi danni ai problemi da trattare.

Postquam vero Instructiones has ab Apostolico Nuntio acceperitis, quam ocyssime et quam occultissime proficiscendum est, celato omnes tam ipso itineris et profectionis consilio quam cursu et via, ne res propalata impedimenta tanto molimini multis in locis multa excitet.

Appena avrete ricevuto queste istruzioni dal Nunzio Apostolico, partite il più presto possibile e nella maniera più riservata, avendo cura di non rivelare a nessuno né la decisione del viaggio e della partenza né l’itinerario e la via che percorrerete, per evitare che la divulgazione della notizia susciti nei molti luoghi che toccherete molteplici ostacoli a tanta impresa.

II In ipso itinere

II. Durante il viaggio

Iter terrestre per Siriam, et Mesopotamiam longe vobis tutius erit et expeditius quam per Oceanum Atlanticum et caput bonae Spei, sed maxime cavendum est a Regionibus et locis Lusitanorum quaeve illis quovis modo sunt obnoxia, quae nec prope quidem, quoad fieri poterit salutaveritis in itinere. Cum vero perveneritis, nec Macaum, nec alia loca quae Lusitano parent, etiamsi in fines vestrae administrationis comprehendantur, ad vestram pertinent curam. Quamobrem vel per Persiam et regna Mogolis iter instituendum vel etiam mari si navis aliqua sese opportune obtulerit, quam certo noveritis recte in Sinas profecturam, nec ad locum aliquem ex supradictis appulsuram.

Il viaggio per terra, attraverso la Siria e la Mesopotamia, sarà molto più sicuro e più celere per voi che quello attraverso l’Oceano Atlantico e il Capo di Buona Speranza; ma soprattutto dovrete evitare i territori dei Portoghesi e quelli che, a qualsiasi titolo, dipendono dal Portogallo; anzi cercate, per quanto vi sarà possibile, di non avvicinarvi neppure ad essi durante il viaggio. Quando poi sarete arrivati, tenete ben presente che non rientrano nella vostra competenza né Macao né gli altri territori dipendenti dal Portogallo, anche se tali territori siano compresi entro i confini della vostra giurisdizione. Pertanto seguite o la via che passa attraverso la Persia e la Mongolia o anche la via marittima, se vi si dovesse presentare l’occasione di una nave che sappiate con certezza diretta in Cina, ma senza approdare a quei porti di cui si è detto.

Nihil magis cavendum est ne inter itinerandum cuiquam innotescat missionis vestrae nomen et finis. Qua propter, nomina vestra, patriam habitumque ipsum commutate; iter, cursum itineris, Institutum et in primis terminum et quod omnium caput est, Episcopalem dignitatem subiicete. Tam longis vero itinerum spatiis, vel mercaturam obtendite, vel ingenitam Europeis alienas regiones peragrandi et dignoscendi curiositatem, quod si denique necessitas ipsa casusque ferat ut missionarios vos esse fatendum sit, fateamini licet, verum longe alio quam in China destinatos.

Durante il viaggio la vostra preoccupazione maggiore sia di dissimulare a tutti il nome e lo scopo della vostra missione. Perciò cambiate nome e patria, e persino l’abbigliamento, e tenete nascosto la natura e l’itinerario del viaggio, il suo scopo e soprattutto la sua meta; e, più di ogni altra cosa, la vostra dignità episcopale. E adducete come pretesto di così lunghi viaggi o il commercio o la curiosità, innata negli Europei, di visitare e conoscere paesi stranieri; se poi per necessità o per caso foste proprio indotti a dichiararvi missionari, dichiaratevi pure tali, ma destinati in tutt’altro luogo che in Cina.

Regionum per quas transieritis et itineris vestri brevem descriptionem facite; et quidquid per viam didiceritis huc scribendum est eo modo atque ratione qua suo mox loco prescribetur.

Fate una breve descrizione delle regioni che attraverserete e del vostro itinerario; e comunicateci tutto ciò che apprenderete lungo il cammino nel modo che vi sarà detto a suo luogo.

Inter itinerandum diligentissime inquirendum est num quis sit modus quo in Europam litterae perferantur, num quis fidus vir cui litterae tuto committantur: cum hoc, sicubi occurerit, amicitia ineunda, mutua officia praestanda, sed tacito missionis vestrae secreto: hortandus est ut litteras in Europam vestras sedulo curet. Investigandum ab hujusmodi est num quidpiam in Europa sua causa velit et offerte liberaliter operam vestram et cui opus fuerit, scribite nomen, sedem, et negotia hominis, et commendatitias ejusdem epistolas.

Lungo il viaggio cercate con molta diligenza di sapere se vi sia un modo di inviare lettere in Europa e se vi sia persona di fiducia alla quale consegnarle con sicurezza; se trovaste una persona del genere, stabilite con lei rapporti di amicizia e di scambievole aiuto, tacendo però il segreto della vostra missione; ed esortatela ad avere sollecita cura delle vostre lettere dirette in Europa. Cercate di sapere da lei se abbia bisogno di qualcosa per i suoi affari in Europa e offritele con liberalità il vostro aiuto; e trasmettete alla persona indicata il suo nome, la sua residenza, gli affari che svolge e lettere di raccomandazione.

Quas vero occasiones nacti fueritis, earum nullam praetermittite ad hanc Sacram Congregationem procuratoresque rerum vestrarum scribendi ea omnia quae vobis in toto itineris cursu acciderint. Difficultates maxime itineris enarrate omnes, rationes quibus vos eas superaveritis, ut qui vos sequentur, easdem superare facilius possint.

Non tralasciate nessuna delle occasioni che vi si presenteranno per scrivere a questa Sacra Congregazione e ai vostri procuratori tutti i casi che vi accadranno nell’intero corso del viaggio. Narrate in particolare modo tutte le difficoltà dell’itinerario e spiegate come le avete superate, in modo che la vostra esperienza possa essere utile a coloro che vi seguiranno.

Quo perveneritis, observate ibidem diligenter quae ad fidei propagationem, animarum salutem, et Dei gloriam promovendam pertinent, statumque Christianitatis, missionum et missionariorum. Hinc tamen cavendum est existimetis ullum vobis visitatoris munus aut jus tributum esse, sed ita res investigate ut Christianae Charitatis causa excitasse videatur vestram inquirendi curiositatem, non alius finis.

Nel luogo in cui giungerete, osservate con cura tutto ciò che riguarda la propagazione della fede, la salvezza delle anime e la promozione della gloria di Dio, nonché lo stato della comunità cristiana, delle missioni e dei missionari. Guardatevi tuttavia dal presumere che vi sia stato conferito alcun incarico di visita, ma investigate in modo da far apparire ben chiaro che il vostro desiderio di conoscere è suscitato da ragioni di carità cristiana e non da altro fine.

Una omnes iter peragite nisi satius duxeritis viam separatim et per diversas turmas carpere.

Viaggiate tutti insieme, a meno che non riteniate preferibile intraprendere il cammino separatamente e per diversi gruppi.

Si quis vestrum, sociorumque vestrorum infirmitate correptus fuerit, eaque intra paucos dies habitura finem speretur, praestolandum paulisper est quousque convalescat et iter vobiscum prosequatur. Sin longius protractum iri aegritudinem conspexeritis, et elabi interim itinerandi opportunas occasiones, commendandus est infirmus piis religiosisque viris, et maxime missionariis, si quos in regione offenderitis; aut si mavultis, vestrum aliquem cum eodem relinquite auxilio simul, solatioque futurum et postmodum cum eodem iter arrepturum, et vos statis locis consequuturum.

Qualora uno di voi o dei vostri compagni si ammali e si potrà sperare che la malattia si risolva nel giro di pochi giorni, attardatevi un poco, fin tanto che l’ammalato si sia ristabilito e possa proseguire con voi il cammino. Se invece vedrete che la malattia tende a protrarsi e vi fa perdere occasioni opportune di viaggio, raccomanderete l’infermo a persone pie e religiose, meglio se missionari, nel caso che ne troviate nella regione; o, se preferite, lasciate col malato qualcuno di voi che possa aiutarlo e consolarlo e poi mettersi in cammino insieme a lui e raggiungervi nei luoghi stabiliti.

Viribus omnibus incunctanter contendite, ut ad vestram missionem quo Deus vos vocavit quam celerrime perveniatis, neve ullo pietatis sive charitatis praetextu, quamvis maximo patiamini vos a recto itinere, vel tantillum detineri aut deflectere: inordinata siquidem est charitas quae maximae populorum vobis commissorum indigentiae vos subtrahit ut aliis opem feratis.

Preoccupatevi con tutte le forze di raggiungere il più presto possibile la vostra missione a cui Dio vi ha chiamato; nessun pretesto di pietà o di carità, per quanto grave esso possa apparire, vi trattenga o vi faccia deviare anche per poco dal diretto proseguimento del vostro viaggio. Non può essere infatti rettamente ordinata quella carità che, per recare aiuto ad altri, vi sottragga al bisogno immenso delle popolazioni a voi affidate.

III In ipsa missione

III. Nella missione

Potissima ratio quae Sacram hanc Congregationem movit ut vos Episcopos in has regiones mitteret, ea fuit, ut omnibus modis atque rationibus curaretis juventutem illam sic instituere, ut sacerdotii capaces reddantur et a vobis consecrentur, suisque locis per vastas illas Regiones collocentur, rem illic Christianam summa diligentia, vobisque diligentibus curaturi. Itaque hunc finem semper ob oculos habitote, ut ad sacros ordines quam plurimos et quam aptissimos adducatis, instituatis et suo tempore promoveatis.

La principale ragione che ha spinto questa Sacra Congregazione a inviarvi come vescovi in queste regioni è stata quella di curare con ogni mezzo l’educazione dei giovani del luogo per renderli atti al sacerdozio e conferire loro gli ordini sacri; e collocarli poi nei loro paesi d’origine per quelle vaste regioni affinché lì si prendano cura, con tutto il loro impegno e con la vostra guida, della vita della comunità cristiana. Pertanto abbiate sempre presente questo scopo: condurre agli ordini sacri il maggior numero possibile di persone e le più atte, formarle e a tempo opportuno promuoverle.

Quod si ex illis quos provexeritis occurerint nonulli Episcopatu digni nolite (atque hoc districtissime vobis prohibetur) hujus modi aut eorum aliquem tantae dignitatis charactere insignire: sed ad hanc S. Congregationem prius scribite eorum nomina, dotes, aetatem et quidquid demum sciri par est, uti quo in loco consecrari possint, quibus Dioecesibus praefici et innumera hujusmodi, ut mox dicetur.

Se poi tra quelli che avrete promosso ne vedrete alcuni degni dell’episcopato, guardatevi (e ciò vi è assolutamente proibito) dall’insignire alcuno di loro del carattere di così grande dignità; ma comunicate prima a questa Sacra Congregazione il loro nome, le loro doti, l’età e tutto ciò che conviene conoscere, come, ad esempio, in quale luogo possano essere consacrati, a quali diocesi essere messi a capo, e tutte le altre notizie di tal genere, come poi si dirà.

Et quoniam ex obedientia Episcoporum erga Sedem Apostolicam pendet totius Ecclesiae unitas, Sanctorum Communio, heresum, et schismatis, quod maxime in tam longinquis Regionibus timendum est, aversio atque propulsatio, non solum vos obsequiosissimos praestate erga Romanum Pontificem, verum etiam omnem operam adhibete ut Sinenses caeteraeque Nationes vobis subjectae existiment ortodoxae fidei firmitatem atque regulam in eo consistere, ut ipsi quoque hanc Sanctam Sedem uti magistram et Spiritus Sancti organum revereantur, ipsius mandatis et dispositionibus in his quae ad spiritualia pertinent exactissime subjaceant, eam in difficultatibus consulant ejusque resolutionibus dirigi se libenter patiantur; quod vestrum potissimum exemplo qui eorum duces estis, planius atque aequabilius reddetur.

E poiché dall’obbedienza dei vescovi alla Sede Apostolica dipende l’unità di tutta la chiesa, la comunione dei Santi e il fermo ripudio delle eresie e dello scisma, che sono un pericolo particolarmente temibile in regioni così lontane, non solo voi stessi dovete essere obbedientissimi al Pontefice Romano, ma dovete altresì adoprarvi con tutte le forze affinché i Cinesi e gli altri popoli sottoposti alla vostra giurisdizione si convincano che la saldezza e la norma della fede ortodossa si fondano sul fatto che anch’essi riveriscano questa Santa Sede come maestra e strumento dello Spirito Santo, si sottomettano totalmente ai suoi ordini e alle sue disposizioni in tutto ciò che riguardi l’ambito spirituale, la consultino nelle difficoltà e accettino di buon animo di essere guidati dalle sue direttive; e ciò risulterà tanto più facile e accettabile, quanto più ne verrà l’esempio da voi che siete le loro guide.

Itaque nolite quidquam magni momenti gerere sine hujus S. Congregationis mandato, earumque rerum quas pro vestro munere temporisque necessitate gesseritis, rationes ad hanc S. Congregationem sic scribite, ut Sinenses intelligant in negotiis gravioris momenti consulendam esse Apostolicam Sedem, eosque omni cura inducite ut huc saepissime scribant, et per litteras sententiam Summi Pontificis exquirant, atque responsa expectent.

Non trattate dunque affari importanti senza il mandato di questa Sacra Congregazione, e rendetele conto per iscritto di tutto ciò che avete fatto nell’assolvimento del vostro ufficio e secondo le circostanze, in modo che i Cinesi comprendano che negli affari di una certa importanza è necessario consultare la Sede Apostolica. Persuadeteli anche, in tutti i modi possibili, a scriverci molto spesso, a sollecitare con lettere il parere del Sommo Pontefice e ad attendere la sua risposta.

Et ne locorum distantia et difficultate recursus perterriti Chinenses obtendant, forsan eam Religionem sibi capessendam non esse, cujus capitis, oracula vix unquam illuc pervenire possunt, vestro exemplo ostendite quibus mediis Romani Pontificis etiam irrequisiti sollicitudo distantiae defectum suppleat, per Episcopos nimirum amplissimis facultatibus munitos: Quod si Deus dederit Christianam illic Religionem firmius radices agere, etiam per Nuntios nulla cujusvis dispendii atque incommodi ratione habita plenius suppleturam ut in aliis licet non tam dissitis Regionibus nullo prorsus incommodo fit.

E affinché i Cinesi, atterriti dalla distanza dei luoghi e dalla difficoltà di ricorrere alla Santa Sede, non adducano come pretesto l’inopportunità di abbracciare una religione il cui capo ben difficilmente può far giungere fin lì i suoi responsi, col vostro esempio mostrate come la sollecitudine del Romano Pontefice, anche nel caso non sia stato richiesto, supplisca alle difficoltà della distanza nominando dei vescovi muniti di amplissimi poteri; e fate intendere che, se Dio concederà che la religione cristiana metta in Cina più stabili radici, il Pontefice ovvierà alla distanza in modo più completo anche per mezzo di Nunzi, senza tener conto di spese o di difficoltà, come del resto già avviene senza disagio in altri paesi, anche se non così lontani come la Cina.

Si in exsequendis hujus S. Congregationis mandatis tam magnae vobis difficultates occurerint, aut apparuerint ut sine tumultu non possint acceptari, omnino cavete ea invitis obtrudere, ea per vim aut censurarum metum ingerere et ob aliorum inobedientiam dissensiones serere, mentes alienare, animos exacerbare; verum indulgendo tempori et neophitorum infirmitati compatiendo, mandata in praesens omittere satius fuerit quousque ad S. Congregationem rem omnem sinceritate summa perscribatis, eaque quid sit agendum rescripserit.

Se nell’eseguire gli ordini di questa Sacra Congregazione vi capitasse di incontrare o di prevedere difficoltà così gravi che essi non possano essere accettati senza forti reazioni, evitate assolutamente di imporli contro voglia, di stabilirli con la forza o con la paura di castighi, di seminare discordie per la disobbedienza di alcuni, di inimicarvi gli spiriti, di esacerbare gli animi. Al contrario, cedendo alle circostanze e avendo indulgente riguardo alla debolezza dei neofiti, sarà preferibile lasciar cadere per il momento quelle prescrizioni, fin tanto che non abbiate informato con la massima sincerità di tutta la questione la Sacra Congregazione ed essa non vi abbia risposto cosa si debba fare.

Cum gentium conversioni et unitati fidei nihil magis officiat subtrahatque pene modum omnem Evangelium in universum mundum invehendi, quam litterarum et commercii cum Christiano orbe et maxime cum Sacra Congregatione Apostolica difficultas, eo major esse debet vestra cura, diligentia atque studium ut litterae ultro citroque quam tutissimo et dentur et reddantur. Hoc ergo ante omnia praefigendum est vobis ut huc litteras quam frequentissime scribatis, quod ut accuratius praestetis, districte in Domino praecipitur.

Poiché nulla s’oppone maggiormente alla conversione dei popoli e all’unità della fede e nulla ritarda e impedisce maggiormente la diffusione del Vangelo in tutto il mondo che la difficoltà di corrispondere e di comunicare col mondo cristiano e soprattutto con la Sacra Congregazione Apostolica, tanto più dovete impegnarvi con tutta la cura e l’attenzione possibile affinché la corrispondenza si svolga in un senso e nell’altro nelle migliori condizioni di sicurezza. Il vostro primo proposito deve essere dunque quello di scrivere il più frequentemente possibile a questa Santa Sede, e affinché più scrupolosamente lo adempiate, vi è severamente imposto nel Signore.

Et quamquam omnibus pene horis multa vobis occurrent quae sciri cum primis expediat, ea tamen ipsa quae vobis non magni momenti esse videbuntur, nec nos patiamini ignorare nec vos gravemini scribere: hoc enim ipsum maximi res est momenti scire statum rerum immutatum non esse et nihil rebus magnis accidisse.

E anche se non passerà quasi giorno in cui non vi capitino molti fatti che sia opportuno far conoscere in modo particolare, voi tuttavia non lasciateci all’oscuro – e dunque non vi dispiaccia scriverci – neppure di quelli che vi parranno di minore importanza: già questa è cosa di grande importanza, il sapere che la situazione non è mutata e che non è avvenuto nulla di particolare rilievo.

Ut vero litterae vestrae securae perveniant quo diriguntur, eas per plures tabellarios viasque mittite atque etiam diversa earum paradigmata per eamdem viam crebro iterate. Scitote autem litterarum commercium sic vobis commendatum atque imperatum ut si illud neglexeritis nullum a vobis errorem commissum iri noveritis, qui S. huic Congregationi magis molestus futurus sit, aut cui difficilius indulgeatur.

Affinché poi le vostre lettere raggiungano sicure il luogo a cui sono dirette, inviatele per mezzo di corrieri diversi e utilizzate anche strade diverse, e speditene anche più copie, una dopo l’altra, per lo stesso itinerario. Non dimenticate che l’impegno della corrispondenza vi è tanto strettamente raccomandato e ordinato che, se lo trascurerete, potete esser certi che nessuna vostra futura mancanza risulterà più molesta a questa Congregazione o più difficilmente perdonabile.

Rerum politicarum negotiorumve quae Principes et rerum publicarum Rectores offendant, nihil omnino huc scribite, sed rerum hujusmodi plenam uberemque enarrationem in opportuniora tempora reservate.

Non scriveteci alcuna informazione relativa a questioni politiche o ad affari che possano offendere i principi e i governanti, ma rimandate a tempi più opportuni il racconto completo e dettagliato di tali fatti.

Ut autem ea quae scribitis, si necessitas id exposcat, lateant omnes, licet litterae intercipiantur, idcirco mittimus ad vos rationem secretiora quaeque et occultanda aliis, ad S. hanc Congregationem furtivis notis scribendi; quibus tamen passim non utendum, nisi necessitate urgente et cum noveritis, etiamsi litterae occupentur, licet deprehensis furtivis ignotisque characteribus malevolos homines ansam arrepturos non esse, vos in suspicionem apud Principes inducendi, quasi quidpiam contra rempublicam dolose moliamini.

Qualora la necessità esiga che il contenuto delle vostre lettere rimanga a tutti segreto pur nel caso che fossero intercettate, vi inviamo un codice di cui vi servirete per scrivere con linguaggio cifrato a questa Sacra Congregazione tutte le informazioni riservate e che devono essere tenute nascoste ad altri. Non dovete tuttavia servirvene con troppa facilità, se non per una necessità inderogabile, e dovete essere sicuri che, pur nel caso in cui intercettino le lettere e vi riconoscano un linguaggio cifrato e clandestino, uomini malevoli non approfittino dell’occasione per rendervi sospetti presso i principi, come se steste tramando qualche complotto contro lo Stato.

Quare si litteris ipsis diffiditis et res urgentissimae acciderint quae sciri omnino opporteat unus etiam ex vestris Missionariis ad breve tempus extra fines Provinciae excurrat statum rerum tuto ex loco Romam scripturus, quem ob idipsum nihil celabitis modo fidus sit et religionis studiosus. Antequam vero discedat exeundi a vobis facultatem obtineat scriptam in qua ei locus praescribatur quo recta contendat et tempus intra quod revertatur. Postquam vero scripserit quae vos scribenda jubebitis, in suam mox redeat Provinciam neque responsionem expectet ne quid interim Christiana res detrimenti patiatur ex illius absentia.

Perciò se riterrete di non potervi fidare della corrispondenza, e si verifichino fatti di grande importanza che sia assolutamente necessario far conoscere, fate in modo che uno, anche dei vostri missionari, si porti per breve tempo oltre i confini della provincia per informare Roma da un luogo sicuro sulla situazione. A lui, in ragione dell’incarico che gli avete affidato, non tenete nascosto alcunché, purché sia persona fidata e di sicuro zelo religioso. Prima di partire, ottenga da voi il permesso scritto di uscire, sul quale sia indicato il luogo verso cui deve indirizzarsi per la strada più diretta e il tempo entro cui dovrà rientrare. Dopo che avrà scritto ciò che voi gli avrete ordinato, ritorni subito nella sua provincia senza aspettare la risposta, affinché nel frattempo la vita della comunità cristiana non subisca alcun danno, a motivo della sua assenza.

Missionarii porro ipsi si velint scribere, tantum abest ut impediendi sint, ut e contrario ad id faciendum modis omnibus invitare debeatis et omnino jubeatis: Litteras vero eorum nec aperite, nec legite, nec quod contineant ullo pacto investigate, modo ne politica et Principes offensura scribant quod districtissime prohibite.

Se poi i missionari stessi volessero scriverci, ciò non deve assolutamente essere loro proibito; anzi, incoraggiateli in tutti i modi a farlo, e addirittura obbligateli. Non dovete però né aprire né leggere le loro lettere e nemmeno investigare in alcun modo sul loro contenuto, purché non scrivano cose di natura politica e che possano offendere i principi: questa proibitelo nel modo più rigoroso.

Ad vos vero ipsos scribendi ex iis locis ad quos eos destinaveritis nullam praetermittant occasionem.

Gli stessi missionari non tralascino alcuna occasione di scrivere a voi da quei luoghi ai quali li avrete destinati.

Caeterum quoties tuto scribi potest aut quoties huc quempiam mittetis, eum sic paratum atque instructum mittite ut plenissime queat satisfacere iis interrogationibus quas in adnexo vobis folio conspicietis.

Del resto, ogniqualvolta potrete scrivere in maniera sicura, o inviarci qualcuno, provvedetelo di tutte le istruzioni in modo che possa esaurientemente rispondere alle questioni che troverete esposte nel foglio allegato.

Si quis Regum, Principum, Magistratuum, Potentium etc. inspirante Deo benevolam in vos mentem ostendat aut benignam erga Christianam Religionem propensionem exhibeat grati estote, sed ad cavendam invidiam, nolite poscere privilegia, exemptiones, insueta tribunalia etc., eorum vero jurisdictionem nullo pacto imminuite. Si quid porro obtinueritis quod nec odiosum sit et in augmentum Religionis cedat, id non jure suo impetratum esse jactitate, sed ex mera Principum benignitate profectum. Et hoc omnino fugite ut sibi rebus vestris vel minimum a vobis timeant. Quare suspicionem omnium, vel ipsas umbras evitandas esse arbitrandum est.

Se per ispirazione di Dio, un re, un principe, un uomo politico o un qualsiasi potente mostrasse benevolenza nei vostri confronti o favorevole inclinazione nei riguardi della religione cristiana, siatene grati ma, per evitare l’invidia, non chiedete privilegi, esenzioni, tribunali speciali etc., e in nessun modo sminuite la loro giurisdizione. Se poi otterrete qualche favore, che non risulti odioso e che favorisca la crescita della religione, non vantatevi di averlo ottenuto come si trattasse di un vostro diritto, ma come frutto della pura benevolenza del principe. Ed evitate modo assoluto che essi abbiano anche minimamente a temere per sé da parte vostra. Bisogna perciò evitare coscienziosamente qualunque sospetto o anche solo l’ombra del sospetto.

Tam longe semper abeste a rebus politicis, negotiisque status, ut civilium rerum administrationem nequidem rogati et enixis precibus fatigati suscipiatis. Quam semper rem Sacra haec Congregatio et serio et districte prohibuit, et porro prohibebit. Quare vobis et vestris idipsum est diligentissime cavendum et hoc vobis certissimo persuasum sit rem Sacrae Congregationi molestissimam facturum eum quicumque se rebus hujusmodi ingesserit aut etiam immisceri siverit. Neque id modo cum res cedit in damnum religionis et in distractionem missionariorum, verum etiam tum quoque cum certissima spes affulget inde religionem augendi et fidem longe lateque propagandi.

Tenetevi sempre tanto lontani dalla politica e dagli affari dello Stato da non accettate incarichi nella pubblica amministrazione, quand’anche ciò vi fosse richiesto con pressante insistenza. Questa Sacra Congregazione ha sempre proibito ciò nella maniera più netta e continuerà a proibirlo. Pertanto voi e i vostri collaboratori astenetevene scrupolosamente; e siate ben persuasi che chiunque si immischierà o anche soltanto si lascerà coinvolgere in vicende di tal genere farà cosa molto sgradita a questa Sacra Congregazione; e ciò non soltanto quando l’affare finisce per provocare un danno alla religione e allontanare i missionari dal loro ufficio, ma anche qualora arrida certissima speranza di vedere con questo mezzo la religione incrementata e la fede largamente propagata.

Neque vobis in hac parte, quidquam suffragabitur aliorum licet Religiosorum hominum exemplum quod fortasse in excusationem vestram ad[d]uxeritis. Vos e contra illis exemplo praeite, ut ex vobis, et illi et populi Sanctae Sedis mentem ediscant: Verbum enim Dei non his artibus sed charitate, rerum humanarum contemptu, modestia, frugalitate victus, patientia, et oratione aliisque virorum apostolicorum virtutibus disseminandum est.

Né su questo punto varrà a giustificarvi l’esempio di altre persone, anche religiosi, che voi potreste addurre a vostra discolpa. Al contrario siate voi di esempio a loro, in modo che essi e le popolazioni apprendano dal vostro modo di procedere l’intenzione della Santa Sede. La parola di Dio, infatti, non deve essere propagata con questi mezzi, ma con la carità, il disprezzo delle cose terrene, la modestia, la semplicità della vita, la pazienza, la preghiera e tutte le altre virtù proprie degli uomini apostolici.

Immo vero data opera curate ut intelligant omnes quam longe absint a S. Congregationis mente similia et quam districte ac serio suis ea ministris prohibeat, quove stomacho excipiantur si quae ejusmodi ex missionariorum relationibus advenerint.

Preoccupatevi anzi di far comprendere a tutti quanto tali cose siano lontane dalle intenzioni della Santa Sede, con quale rigore e con quale severità essa le proibisca ai suoi ministri, con quale fastidio le accolga, se attraverso le relazioni dei missionari viene ad apprendere fatti del genere.

Itaque noverint atque depraedicent vos ac vestros a similibus plurimum obhorrere, nihilque praeter spiritualia animarumque salutem intendere, vestrosque labores, desideria, mentem ad coelestia dumtaxat, omnibus aliis exclusis, directam esse.

Pertanto si sappia e si proclami apertamente che voi e i vostri collaboratori aborrite da tali pratiche e che non mirate ad altro che alle realtà dello spirito e alla salvezza delle anime e che le vostre fatiche, le vostre aspirazioni, la vostra mente sono protese esclusivamente alle realtà celesti con esclusione di tutto il resto.

Quod si quem ex vestris in absurditatem hujusmodi prolabi senseritis, nulla interposita mora, ex missionibus dimittite, atque expellite, nihil enim in vestram perniciem aptius et ad Dei causam, quam prae manibus habetis, deterius excogitari potest.

Nel caso poi veniste a sapere che qualcuno dei vostri è caduto in una situazione di tale sconvenienza, senza indugio esoneratelo e scacciatelo dalle missioni. Non si può infatti immaginare nulla di più dannoso per voi e di più deleterio per la causa di Dio che riposa nelle vostre mani.

Quod si Principes concilia quandoque vestra requisierint, nonnisi multoties rogati et prohibitionem hanc nostram causati, dabitis ea quae fldelia sunt et justa, aeternitatemque sapientia, mox vero curiam aulamque illico relinquite et in dioeceses vestras discedite, functionibus sacris vacaturi. Et potius quam illic remaneatis, fingite omnimodam rerum politicarum insipientiam, et civilis administrationis ineptitudinem, ut bona ipsorum venia quam ocyssime egrediamini ex loco periculis pleno.

Se i prìncipi dovessero un giorno o l’altro richiedere i vostri consigli, non accondiscendete se non dopo esserne stati a lungo pregati e dopo avere addotto l’esistenza di questa nostra proibizione; e date consigli leali, giusti e che abbiano un sapore d’eternità. Abbandonate poi subito palazzo e corte regia, e ritiratevi nei vostri distretti per attendere ai sacri uffici. E piuttosto che rimanere là, fingete una totale ignoranza degli affari politici e inettitudine completa nella pubblica amministrazione, in modo che per benevola concessione degli stessi prìncipi vi allontaniate il più presto possibile da un luogo così irto di pericoli.

Populis vero praedicate obedientiam erga Principes etiam discolos, pro quorum prosperitate et salute, tam privatim quam palam Deum ex animo orate. Illorum etiam actiones persequentium nolite carpere, nec severitatem arguite nec quidquam in eis reprehendite, sed patienter et in silentio tempus consolationis a Domino prestolemini.

Ai popoli predicate l’obbedienza verso i prìncipi, anche quelli oppressivi4, e pregate di cuore Dio, sia in privato che in pubblico per la loro prosperità e la loro salute. Non criticate le loro azioni, anche se persecutorie, né accusate la loro severità, né rivolgete loro alcun rimprovero, ma attendete da Dio in silenzio e pazienza il tempo della consolazione5.

Factiones ullas in eorum regionibus, sive Hispanorum, sive Gallorum, sive Turcarum, sive Persarum similiumve nolite ullo pacto seminare, immo vero omnes hujusmodi contentiones (quantum in vobis est) radicitus tollite.

Per nessuna ragione seminate nei loro territori germi di partiti – spagnoli o francesi, turchi o persiani o simili – anzi, per quanto dipende da voi, estirpate dalle radici tutte le contese di tal genere.

Quod si quis vestrorum missionariorum haec monitus, non tamen a similibus abstinuerit, nulla interposita mora, in Europam dimittite, ne sua imprudentia negotia religionis tanti momenti in periculum adducat.

Se qualcuno dei vostri missionari, nonostante un esplicito richiamo, continuasse ad alimentare simili dissensi, rimandatelo senza indugio in Europa, affinché con la sua imprudenza non metta in pericolo interessi religiosi di tanta importanza.

Nullum studium ponite, nullaque ratione suadete illis Populis ut ritus suos, consuetudines et mores mutent, modo ne sint apertissime religioni bonisque moribus contraria.

Non compite nessun sforzo, non usate alcun mezzo di persuasione per indurre quei popoli a mutare i loro riti, le loro consuetudini e i loro costumi, a meno che non siano apertamente contrari alla religione e ai buoni costumi.

Quid enim absurdius quam Galliam, Hispaniam, Italiam aut ullam Europae partem in Sinas invehere? Non haec sed fidem importate quae nullius gentis, ritus aut consuetudines, quae modo prava non sint, aut respuit aut laedit, immo vero sarta tecta esse vult.

Che cosa c’è infatti di più assurdo che trapiantare in Cina la Francia, la Spagna, l’Italia o qualche altro paese d’Europa? Non è questo che voi dovete introdurre, ma la fede, che non respinge né lede i riti e le consuetudini di alcun popolo, purché non siano cattivi, ma vuole piuttosto salvaguardarli e consolidarli.

Et quoniam ea est pene hominum natura, ut sua et maxime ipsas suas nationes coeteris et existimatione et amore praeferant, nulla odii et alienationis causa potentior existit quam patriarum consuetudinum immutatio, earum maxime quibus homines ab omni patrum memoria assuevere, praesertim si abrogatarum loco, tuae nationis mores substituas et inferas. Itaque nunquam usus illarum Gentium cum usibus Europeorum conferte; quinimo vos illis magna diligentia adsuescite. Admiremini et laudate ea quae laudem merentur; quae vero laudis expertia sunt, ut non sunt praeconiis assentatorum more extollenda ita prudentiae vestrae erit, de iis aut judicium non ferre, aut certe non temere et ultro damnare. Quae vero prava extiterint, nutibus magis et silentio quam verbis proscindenda, opportunitate nimirum captata, qua dispositis animis ad veritatem capessendam, sensim sine sensu evellantur.

E poiché è carattere comune della natura umana preferire nella stima e nell’amore le proprie usanze e in modo particolare le proprie tradizioni nazionali a quelle altrui, non c’è nulla che generi maggiormente l’odio o il risentimento che il far mutare le consuetudini patrie, soprattutto quelle a cui si è abituati da tempo immemorabile, e particolarmente se al loro posto uno voglia sostituire, importandole, le tradizioni del suo paese. Non fate dunque mai paragoni tra gli usi locali e gli usi europei; cercate piuttosto con tutto il vostro impegno di abituarvi ad essi. Ammirate e lodate tutto ciò che merita lode; se qualcosa non lo merita, non dovrete certo esaltarla clamorosamente come fanno gli adulatori, ma avrete la prudenza di non giudicarla o almeno di non condannarla sconsideratamente e senza motivo. Quanto ai costumi che sono manifestamente cattivi, sarà bene rimuoverli con l’atteggiamento e col silenzio più che con le parole, cogliendo beninteso l’occasione di sradicarli pian piano e quasi insensibilmente, una volta che gli animi siano disposti ad abbracciare la verità.

In predicatione verbi Dei et in administratione sacramentorum nolite ullam tumultus, et rebellionis suspitionem creare, ex concionis et coetuum frequentia, sed hoc curate diligenter ut Christiani ad sacra vobiscum facienda conveniant, magna cum modestia. Nec in horum conventibus quidquam nisi sacrum pertractari sinitote et omnino prohibete, ne de rebus ad publicam rem spectantibus illa occasione agatur.

Nell’annuncio della parola di Dio e nell’amministrazione dei sacramenti fate in modo che l’affollamento delle riunioni non generi alcun sospetto di disordine e di ribellione, ma preoccupatevi che i cristiani, quando si radunano con voi per celebrare i sacri misteri, lo facciano con grande discrezione. E in queste adunanze non permettete che si tratti se non di argomenti religiosi, e proibite nel modo più assoluto che diventino occasione di discussione politica.

Ex industria separatae sunt vestrae Provinciae, ut neuter in alterius se missiones ingerat. Si vero urgens necessitas et ingens captura piscium coegerit vocare socios ex alia navi, postquam non semel sed saepius invitati fueritis, ad breve tempus permitti vobis potest ex vestra Provincia abesse et in aliena laborare, sed vestrae inter haec, ne quid damni patiatur, providendus est idoneus vicarius. Abestote vero quam brevissimo tempore, et Sacrae Congregationi scribite et causas exeundi et quamdiu abfueritis et quo in statu res cum abiretis reliqueritis et easdem inveneritis post reditum.

Le vostre zone di missione sono state separate intenzionalmente, in modo che non avvengano ingerenze reciproche. Se una necessità inderogabile e una pesca sovrabbondante costringessero a chiamare i compagni da un’altra barca6, vi può essere consentito, dopo esserne stati richiesti non una, ma più volte, di assentarvi per breve tempo dalla vostra zona e di lavorare in un’altra; ma perché nel frattempo la vostra missione non subisca danno, dovrete farvi sostituire da un vicario idoneo. Restate però assenti il minor tempo possibile e scrivete alla Sacra Congregazione i motivi dell’assenza e la sua durata, descrivendo la situazione della vostra missione al momento in cui l’avete lasciata e come l’avete ritrovata al vostro ritorno.

Scribite saepissime ad vos in vicem et communione litterarum initam amicitiam colite, ut possitis manus laborantibus et consilia porrigere.

Tra voi scrivetevi molto spesso e coltivate con la corrispondenza l’amicizia a cui avete dato inizio, in modo che possiate offrire aiuto e consigli a coloro che si trovano in difficoltà.

Si quid inter vos aut vestros controversiarum oboriatur, cavete omnino a rixis, clamoribus et scandalis, maxime coram populo, vestras contentiones, si per vos sedare nequitis ad hanc Sacram Congregationem referte, certi severiorem eam propensioremque semper fore ad obstinatos, pertinaces et jurium suorum plus nimio tenaciores condemnandos; qui vero juribus suis libenter cesserint et sua potius amittere quam aliena invadere et usurpare praeoptaverint in hos proniorem eandem atque indulgentiorem futuram esse.

Se dovesse sorgere tra voi o tra i vostri missionari qualche controversia, evitate assolutamente risse, clamori e scandali, soprattutto alla presenza del popolo. Se non riuscite a risolvere da soli le controversie, portatele davanti a questa Sacra Congregazione; ma abbiate per certo che essa sarà più severa e più propensa a condannare coloro che sono ostinati, caparbi ed eccessivamente attaccati ai propri diritti; sarà invece più indulgente e comprensiva nei confronti di coloro che rinunceranno volentieri ai propri diritti e che saranno disposti piuttosto a perdere del proprio che ad usurpare ciò che è degli altri.

Clerum missionariosque optimos et semper habetote et tales conservate omni cura et solicitudine. Eorum vero cuique munus in Provincia suum adsignate et vineam suis limitibus distinctam in qua laborandum sit. Extra hanc nequaquam licitum sit cuiquam egredi absque vestra inscriptis obtenta facultate, quae quidem haud facile concedenda est, nisi legitima et urgentissima causa impellat: tum vero prescripto brevissimo tempore, subrogatoque altero qui absentis defectum suppleat.

Preoccupatevi di avere sempre un clero e dei missionari eccellenti, e tali conservateli con ogni cura e sollecitudine. Assegnate a ciascuno di loro un compito specifico nel vostro territorio e una vigna delimitata da precisi confini in cui abbia a lavorare7. A nessuno di loro sia assolutamente consentito di uscirne senza il vostro esplicito permesso scritto; voi però non lo concederete facilmente, a meno che non lo imponga un legittimo e urgentissimo motivo; nel qual caso fisserete dei limiti di tempo che saranno brevissimi e nominerete un altro che supplisca chi si assenta.

Jamvero, si missionarius quisquam in alienam Provinciam ingressus, nolit legitimum ordinem observare: primo quidem corripite hominem ut si resipuerit fratrem lucremini; si vero in sua stultitia perseveraverit, tum fugiant ii quorum jus laeditur cum hujusmodi contendere, sed cedentes jure suo certiores vos reddant eorum quae acciderint omnium.

Se invece un missionario, entrato in un territorio diverso dal suo, non volesse sottostare all’ordine stabilito, prima correggetelo, così, se si ravvederà, guadagnerete un fratello8; se invece si ostinerà nel suo errore, coloro il cui diritto è leso evitino di entrare in contesa con persona siffatta; ma, rinunciando al proprio diritto, vi informino di tutto l’accaduto.

In Europam nolite quemquam amandare nisi pura puta necessitas et urgentissimae causae non modo id suaserint sed paene invitos coegerint; causae porro esse possunt mala hominis vita, scandalosi mores, perversa doctrina, ingenium turbidum, rixosum et aliorum impatiens et maxime negotiis saecularibus, politicis, et temporalibus sese immiscens, aut demum si necessitas poscat S. Congregationem certiorem fieri de summa rerum et totius missionis omnium Provinciarum statu.

Non rimandate in Europa nessun missionario, a meno che una assoluta necessità e motivi molto urgenti vi abbiano indotto a farlo, anzi vi ci abbiano costretto quasi controvoglia. Questi motivi possono essere: cattiva condotta, costumi scandalosi, dottrina perversa, carattere turbolento, rissoso, incapace di sopportare gli altri e soprattutto impigliato in faccende politiche e interessi mondani. Può essere infine valido motivo la necessità di informare la Sacra Congregazione della situazione generale e dello stato dell’intera missione in tutte le sue province.

Qua vero prudentia vos continere debeatis cum regularibus et multa vobis hic ore tenus dicta et postquam discessistis scripta sunt multa quae perfectissima norma vobis inter ea sint quousque ad S. Congregationem regionum illarum statum accurate perscripseritis. Hoc vobis in universum praeceptum sit satius multo esse hoc rerum statu si vestrum jus ab illis laedi sinatis quam si cum scandalo vindicetis vel minimum quid eorum quae vobis jure debeantur.

Con quale prudenza voi dobbiate comportarvi nelle relazioni col clero regolare vi è stato ampiamente detto qui a voce, e poi ancora per lettera dopo la vostra partenza. Per ora attenetevi dunque esattamente a queste indicazioni, fino a che non abbiate accuratamente descritto alla Sacra Congregazione lo stato di quelle regioni. Tenete come principio generale che è molto meglio permettere che i vostri diritti siano lesi da loro, piuttosto che rivendicare con scandalo anche una minima vostra prerogativa legittima.

Nolite ullo pacto molesti populo esse ob temporalia, memoresque estote paupertatis Apostolorum quos manus subministraverunt necessaria et sibi et his qui secum erant: ut multo magis vos illorum emuli et imitatores victu et vestitu contenti abstineatis ab omni turpi quaestu exigendis eleemosynis, corradendis pecuniis, donis atque muneribus, et si quid etiam renuentibus obtrudant, ipsis qui dedere inspectantibus dispergite pauperibus, scientes nihil magis populis admirandum videri eorumque oculos convertere quam rerum temporalium despicientiam et evangelicam paupertatem, quae supra humana et terrena omnia sese extollens thesaurizat in Coelo.

Non vogliate in alcun modo rendervi odiosi al popolo per delle questioni materiali. Ricordatevi della povertà degli Apostoli che guadagnavano con le proprie mani ciò che era necessario per sé e per i loro compagni9. A maggior ragione voi, emuli e imitatori degli Apostoli, accontentatevi del vostro cibo e del vostro abito e astenetevi da ogni indecoroso provento ottenuto mediante elemosine o raccolta di denaro, donativi e offerte. E se qualche offerta siete comunque costretti a ricevere, nonostante i vostri rifiuti, distribuitela ai poveri sotto gli occhi dei vostri benefattori, ben sapendo che nulla suscita tanta ammirazione fra i popoli quanto il disprezzo dei beni temporali e la povertà evangelica che, elevandosi al di sopra di tutte le realtà terrene, accumula tesori in cielo10.

Nec vos nec vestri ullius lateri continenter adhaereatis aut ita obnoxii sitis cuiquam, maxime ex potentioribus, ut illi uni, non toti Provinciae subservire videamini. Quare nolite vos sinere nimiis sed insidiosis beneficiis devinciri quae non modo communi bono officiant sed etiam libertatem loquendi et vitia ipsius benefactoris reprehendi tollant.

Nessuno di voi o dei vostri collaboratori si leghi a qualche persona in modo durevole o gli sia così sottomesso, soprattutto se si tratta di persona influente, da sembrare al servizio di quel solo e non di tutta la missione. Non lasciatevi perciò legare le mani da favori eccessivi ma insidiosi che possano non solo nuocere al bene comune, ma anche togliere la libertà di parlare e di biasimare i vizi del donatore stesso.

Quia vero ad Sacras Litteras atque studia iis in regionibus promovenda, non paucos sacrorum Doctorum libros aliosve hujusmodi ex latina sive ex graeca lingua in Patriam earum Regionum transferre opus est, idcirco diligentissime perquirite quisnam ex nostris illic vel alibi reperiatur qui utraque lingua doctrinisque perfecte imbutus huic muneri par sit et S. Congregationem certiorem reddite.

Poiché è necessario, per promuovere in questi paesi lo studio delle lettere sacre, tradurre dal latino o dal greco nella lingua locale non poche opere dei dottori della chiesa e di altri autori religiosi, ricercate con ogni diligenza chi dei nostri lì o altrove sia all’altezza di questo compito per la perfetta conoscenza delle due lingue e delle scienze sacre, e segnalate il suo nome alla Sacra Congregazione.

Scholas ubique summa cura et diligentia erigite et juventutem illarum Regionum gratis docete latinam linguam et doctrinam Christianam vernaculo idiomate. Conemini quoque ut nullus Catholicus filios tradat infidelibus erudiendos, sed vobis vestrisque.

Aprite ovunque delle scuole con grande cura e insegnate gratuitamente ai giovani di quei paesi la lingua latina e, nell’idioma locale, la dottrina cristiana. Preoccupatevi anche che nessun cattolico faccia educare i figli a degli infedeli, ma solo a voi e ai vostri collaboratori.

In his scholis si quos juvenes inveneritis bonae indolis, piae mentis, devoti generosique animi, aptos studiis litterarum et qui spem faciant vitae ecclesiasticae suscipiendae, nutrite eorum zelum, opem ferte ut studia litterarum prosequantur nec aliorum distrahantur. Et cum satis instructi litteris et pietate fuerint, poteritis eos in Clericorum numerum adsciscere, et suo tempore ad ordines sacros promovere, multis primum spiritualibus exercitiis probatos et examinatis eorum intentionibus et ad clericalem vitae rationem vocationibus. Hos postmodum designate qui gentem suam doceant Evangelium Christi.

Se in queste scuole noterete dei giovani dotati di buona indole, pii, devoti e generosi, inclini agli studi e che lascino sperare di poter abbracciare la vita ecclesiastica, alimentate il loro zelo e aiutateli a proseguire gli studi senza che siano distratti da altri interessi. Quando avranno sufficiente istruzione e formazione religiosa, potrete accoglierli tra i chierici, e a suo tempo promuoverli agli ordini sacri, dopo averli saggiati con molti esercizi spirituali e dopo avere esaminato la loro intenzione e la loro vocazione allo stato ecclesiastico. Li incaricherete poi di insegnare ai loro compatrioti il Vangelo di Cristo.

Caeterum innumera alia quae dici et praescribi possent tum ad vestram consolationem spiritualem, tum etiam ad Instructionem, ex industria idcirco omittuntur, quoniam S. Congregationis ea est opinio atque existimatio de vestro zelo et diligentia ut sibi certo persuadeat vos quae defuerint sive circa notitiam illarum regionum sive circa dubia multa, quae ibi et olim fuere et futura esse possunt plurima, lectione librorum suppleturos, qui de rebus Indicis atque Sinensibus et maxime qui de eorum Populorum convertione cum laude sint editi: inter caeteros vero commendatissimi vobis sint libri sequentes, vita Sancti Francisci Xaverii, et maxime illius epistolae: ex his namque multa haurietis quae vobis ad instar certissimae normae esse possunt, sive ritus earum regionum spectetur, sive ratio cum incolis agendi vosque in summis angustiis cum laude gerendi.

Ci sarebbero moltissime altre cose da dire e prescrivere sia per vostra consolazione spirituale sia anche per vostra istruzione; ma volutamente si omettono, perché la Sacra Congregazione ha tale stima del vostro zelo e del vostro impegno da ritenere per certo che voi saprete supplire alle lacune, sia per quanto riguarda la conoscenza di quei paesi, sia per quanto concerne i molti casi dubbi che vi si incontrarono in passato e che si potranno ripresentare in gran numero in futuro, mediante la lettura degli eccellenti libri che sano stati pubblicati sull’India e sulla Cina, e soprattutto sulla conversione di quei popoli. Tra questi libri vi raccomandiamo vivamente la vita di san Francesco Saverio e soprattutto le sue lettere11; da questi infatti attingerete molti orientamenti che possono ritenersi norme sicure sia sui riti di quei paesi sia sul modo di trattare con gli abitanti e di comportarvi onorevolmente nelle maggiori difficoltà.

Legitote quoque Vericellum, praesertim in ea parte in qua de dubiis Sinensium agit.

Leggete anche il Vericello12 soprattutto quella parte che tratta dei dubbi relativi ai Cinesi.

Legite quoque P. Bozium et P. Thomam a Jesu carmelitanum excalceatum in quarto suorum operum tomo.

Leggete anche il Bozio13 e il quarto tomo delle opere del carmelitano scalzo Tommaso di Gesù14.

Cum vero tertium ad vos Episcopum Apostolica Sedes socium miserit, multa quoque quae praesens rerum conditio omittere persuasit opportunius forsan subjungentur si ita expedire Sacra Congregatio in Domino judicaverit, qui vestros labores benedicat vosque ad aeterna Tabernacula una cum gregibus vobis commissis feliciter conducat. Amen.

Poiché la Sede Apostolica vi ha mandato come compagno il terzo vescovo15, molti problemi che la situazione presente ha indotto a tralasciare, forse in condizioni più opportune saranno precisati, se così la Sacra Congregazione giudicherà conveniente nel Signore. Egli benedica le vostre fatiche e vi conduca felicemente col gregge a voi affidato alla dimora eterna. Amen.

1 1Gv 4, 1. Torna al testo ↑

2 Lc 9, 62; Mc 4, 16-17. Torna al testo ↑

3 1Cor 9, 22. Torna al testo ↑

4 1Pt 2, 18. Torna al testo ↑

5 Lam 3, 26. Torna al testo ↑

6 Lc 5, 7. Torna al testo ↑

7 Is 5, 1-7. Torna al testo ↑

8 Mt 18, 15. Torna al testo ↑

9 1Cor 4, 12. Torna al testo ↑

⧫ La espressione dispergite pauperibus è assente nel testo della Istruzione edito da Guennou, compare invece nel testo della Istruzione pubblicata da H. Chappoulie, op. cit., vol. I, p. 402. Ho ritenuto necessario introdurre a questo punto, per rendere intelligibile il discorso, la espressione dispergite pauperibus. [M. Marocchi] Torna al testo ↑

10 Mt 6, 20; Lc 12, 33. Torna al testo ↑

11 Si tratta probabilmente della Vita Francisci Xaverii del gesuita Orazio Torsellini (Roma 1593). Cfr. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, t. VIII, Bruxelles-Paris 1898, col. 140. Il Torsellini curò anche la traduzione in latino delle lettere di Francesco Saverio (Roma 1596). Torna al testo ↑

12 Il teatino Angelo Maria Verricelli (1656), missionario a Costantinopoli e nel Vicino Oriente, compose un’opera intitolata Quaestiones morales ut plurimum novae ac peregrinae, seu tractatus de apostolicis missionibus, Venetiis, apud Franciscum Baba, 1656. Cfr. Antonio F. Vezzosi, I scrittori de’ chierici regolari detti Teatini, parte seconda, Roma 1780, pp. 470-472. Torna al testo ↑

13 Tommaso Bozio (1548-1610) appartenne alla congregazione dell’Oratorio fondata da Filippo Neri. Collaborò con il Baronio alla redazione degli Annales ecclesiastici e condensò il frutto delle sue ricerche negli Annales antiquitatum che in parte furono pubblicati nel 1637. Il De signis Ecclesiae Dei contra omnes haereses, (2 voll., Roma 1591-1592) è l’opera del Bozio che ebbe più larga diffusione. Cfr. la voce Bozio di P. Craveri in Dizionario biografico degli Italiani, 13, pp. 568-57l. Torna al testo ↑

14 Il carmelitano scalzo Tommaso di Gesù (al secolo Didaco Sanchez d’Avila) nacque a Baeca in Andalusia intorno al 1568 e morì a Roma nel 1627. In qualità di provinciale di Castiglia e poi di definitore della Congregazione di Spagna, ebbe modo di seguire l’attività dei suoi confratelli impegnati a predicare il Vangelo nel Vicino e nel Medio Oriente. Da questa partecipazione alle vicende misssionarie nacque un’opera che godette di vasta notorietà: Thesaurus sapientiae divinae in gentium omnium salute procuranda, schismaticorum, haereticorum, judaeorum, saracenorum, ceterorumque infidelium errores demonstrans, impiissimarum sectarum maxime orientalium ritus ad historiae fidem XII libris enarrans, errores ad veritatis lucem confutans, Antverpiae 1613. Qualche anno prima, nel 1610, aveva pubblicato uno Stimulus missionum (Roma, 1610). Gli scritti di Tommaso di Gesù furono editi nel 1684 col titolo Opera omnia homini religioso et apostolico utilissima. Tommaso propose la costituzione in Roma di una commissione che dirigesse l’attività missionaria e pertanto è ritenuto un precursore della congregazione di Propaganda Fide. Su Tommaso di Gesù cfr. Marziale da S. Giovanni Battista, Bibliotheca scriptorum utriusque congregationis et sexus Carmelitarum excalceatorum, Burdigalae 1730, pp. 409-419; F. Rousseau, L’idée missionnaire aux XVI et XVII siècles, Paris 1930, pp. 68-72; Tommaso di Gesù OCD, Il p. Tommaso di Gesù e la sua attività missionaria all’inizio del secolo XVII, Roma 1936. Torna al testo ↑

15 Ignace Cotolendi, il vicario apostolico. Torna al testo ↑