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34.
Melàk
il pastorello apostolo degli Zellàn.

Melak faceva l’Apostolo; predicò al suo Padre e alla madre. Nella giornata Melak ha fatto il giro di tutte le stazioni predicando a tutti, massime ai compagni di convertirsi, e venne la sera piangendo [p. 459] per aver trovato alcuni a fare il mestiere dei caproni, ma quello che più importava aveva predicato allo stesso suo Padre, ed alla Madre. Diffatti vennero questi a trovarmi insieme per domandarmi cosa dovevano fare. vennero tutti due a domandarmi quid agendum? Mi dissero che avevano dato una schiava caduno ai due figli più grandi[:] a Melak, ed al suo fratello maggiore per divertirsi, credendo di aver fatto una cosa buona, ma che intanto tutti [e] due erano venuti a rinunziarla. Le figlie poi si lagnavano che io mi occupava solo dei maschi, ma che non pensava a loro, e domandavano anche esse di poter conferire con me.

ho fatto loro una lunga conferenza. Ho preso quella circostanza per aprire loro il mio cuore. Sentite, dissi, quello che è passato è passato e voi non credevate di far male. Badate intanto che tanto i maschi, quanto le femmine dopo i sette anni non dormano più coi maritati, ma stiano a parte. Come altresì guardate che le figlie dormano a parte con qualche vecchia sicura; così i maschi dormano anche loro a parte, perché non va bene che incomminciano da piccoli così ad esercitarsi in queste cose, perché oltre il peccato, perdono la salute, e poi assuefatti così non prendono più affezione alla moglie, e così la moglie al marito con danno della generazione dei figli. Io lodo i due figli vostri che hanno rinunziata la schiava, perché non è ancora tempo che faciano queste cose; anzi [riguardo] all’avvenire, ancorché la cercassero non datela più, pensate a dar loro una vera moglie, quando sarà tempo, ma non una schiava unicamente per divertirsi. In quanto a voi, pregate Iddio che vi ajuti, ma dovete pensare a farvi cristiani se volete salvarsi. Come però i cristiani di questi paesi sono molto guasti, e gli stessi Preti sono cattivi, [p. 460] siate solamente fermi nelle vostre risoluzioni, e combinate cogli altri Zellan, al mio ri- /296/ torno dal Gogiam io vi cercherò un bravo prete che vi istruisca e vi battezzi. I schiavi che passano i venti anni, ai quali avete dato una schiava come moglie non levatela, ma anzi guardate di fare in modo che si amino, e che non si separino più. Se il marito o la moglie cercano altri [s]gridateli. Se sono buoni, considerategli come vostri figli, e guardatevi dal venderli. Perché amandosi avranno dei figli, e la vostra famiglia sarà benedetta da Dio. Sappiate poi che io amo il vostro figlio Melak come mio figlio, Iddio lo conservi solamente nelle buone risoluzioni che ha attualmente.

Melak mi porta uno scandaloso per essere punito;
come l’ho giudicato.
La sera prima della cena Melak mi prese in disparte, e mi condusse quel tale che nella giornata aveva preso in fragrante nel crimine pessimo, e voleva che io la castigassi. Io gli ho domandato, chi ti ha insegnato queste brutte cose? Allora egli rispose: io non sapeva queste cose, un giorno Melak col suo fratello, ed altri compagni tutti insieme abbiamo [tutti insieme] fatto questo, da allora in poi non posso più tenermi. Allora ho fatto avvicinare Melak e l’ho baciato strettamente per il suo zelo, e poi ho fatto venire l’altro e l’ho baciato pure dicendogli, che Iddio vi dia la sua pace, e facia in modo che sia l’ultima volta; senti Melak, dissi non hai sentito che egli ha fatto questo per il tuo scandalo? guarda dunque di compatirlo e pregare per lui; così mi baciarono i piedi e se ne andarono contenti.

Si mangiò la cena, e dopo ho detto a Melak di prepararmi il mio tappeto in un luogo un poco lontano dalla nostra capanna, [p. 461] affinché i giovani non sentissero. conferenza alle donne in particolare; Quando tutte le donne furono radunate io sono andato, e mentre Melak tratteneva i giovani nella mia capanna io ho fatto una buona conferenza a quelle donzelle in No di undeci, comprese le due figlie dei padroni. Le ho trattenuto sulla modestia degli occhj, delle parole, e delle mani, tanto in publico che in privato. Quindi ho parlato loro sulla necessita di custodire il cuore, e di guardarsi da certi amori che fanno insanire, e che poi finiscono per far impazzire la giovane. Quindi ho fatto vedere che una giovane che si lascia ingannare da un giovane, div[i]ene come uno stracio, indegna di essere amata da uno che pensa a maritarsi, perché una simile giovane [non] sarà mai più una moglie fedele, capace di generare figli e di tenere in regola la famiglia. Una figlia che riceva una carezza, oppure una cattiva proposizione di far del male, meno male [che] se ricevesse una coltellata. Una giovane figlia deve considerare come nemico qualunque giovane che cerchi cose cattive, perche la uccide nell’anima, e nella sua riputazione.

i giovani di nascosto sono venuti a sentire. Io non sapeva che tutti i giovani erano venuti secretamente ad ascoltare la conferenza, e fece anche del bene per loro, perché sono tutte cose /297/ nuove per quella gente dei due sessi. Anche le vecchie vi si trovarono, e le mie parole diventarono testo per loro. Mi hanno domandato di potermi trovare da solo, come i giovani, ma io ho risposto loro, che per dar buon’esempio agli altri io doveva guardarmi di loro, e che perciò l’avrei fatto di giorno, ma non di notte.

alcuni incomminciano a preoccuparsi della mia partenza. Fatto questo, ho fatto trasportare il mio tappeto più vicino alla capanna, e poi ho incomminciato ad ascoltare alcuni che cercavano di parlarmi da solo. Venne il primo il figlio di Maquonen, il quale aveva molte cose da dirmi. Egli era molto in pena [p. 462] per il suo avvenire, oggi sono risoluto, ma cosa sarò quando non vi sarà più il Signor Bartorelli? così parlava con Melak un poco avanti, e così difatti mi diceva: Se mio Padre mi permettese io vorrei seguirla, altrimenti io non potrò resistere. Oggi congedato da mio Padre, disse, quando stava per venir qui la tentazione di andarmene a quella certa casa dei schiavi mi perseguitò talmente che in tutta la strada la mia persona era tutta in rivolta, ed ho fatto una cosa che non oso dirlo... [Gli risposi:] ho capito, caro mio; ma sei venuto e per oggi hai vinto il diavolo; non l’ho vinto, [ribatté,] anzi sono stato vinto... [Conclusi:] fatti coraggio[:] questa stessa tua pena mi consola; lasciamo questo, tornerai dopo...

conferenza generale a tutti insieme. Dopo di lui venne il fratello di Melak a contarmi le sue tentazioni, e vedendo così ho chiamato tutti, e feci loro una conferenza insieme sulla maniera di regolarsi nelle tentazioni; il diavolo certamente che non vi abbandonerà, e farà tutti i suoi sforzi, ma se sarete forti a combattere, coll’ajuto di Dio vincerete; dovete però non spaventarvi se arriva qualche cosa, perché potrebbe darsi che arrivi senza colpa, perché il vizio diventa come una malattia e l’abitudine di certe cose, anche contro volontà vostra può produrre certi effetti, non dovete sgomentarvi quando nel vostro cuore siete risoluti di lasciare il peccato; mettetevi tutti in ginocchio che voglio benedirvi, e poi dormite, e lasciatemi dormire, perché, come sapete ieri non ho dormito; così l’ho finita.

Io mi sono posto a fare un poco di preghiere, ed i miei giovani ben inviluppati ciascheduno nelle loro tele pareva che dormissero tranquilli; gli ho benedetti [p. 463] e poi mi sono posto a dormire anche io che ne aveva molto bisogno. L’indomani, secondo il mio solito, risvegliato un poco prima per le mie preghiere, sono sortito per i miei bisogni, e sono passato in mezzo a tutti senza che nessuno se ne accorgesse. Melak mi seguì per dirmi alcuni attacchi del diavolo, hai acconsentito? dissi, no non ho acconsentito, ma sono andato vicino; dunque sta tranquillo, [replicai,] perché il diavolo se ne ritornò col sacco vuoto: va a dormire, perché ho bisogno di pregare Iddio per voi.

/298/ preoccupazione mia sull’abbandono di questa famiglia;
preghiera fatta in comune.
Il mio gran pensiero era il modo di separarmi da questa famiglia, eppure il tempo si avvicinava, il mese di Luglio andava [a] finire, la guerra minaciava sul principio di Settembre, ed io prima di tutti i movimenti voleva ad ogni costo trovarmi sulle rive del Nilo al Sud del Gogiam pronto a passarlo subito che il fiume aprisse il passo. Questo pensiero mi preoccupava tanto, che non aveva più coragio a spingere più avanti il ministero della parola; io mi metteva a pregare, ma questa preoccupazione, non mi lasciava più in pace. Io schivava di parlare da solo a tutta questa genre, epperciò appena incomminciavano gli albori del giorno gli ho chiamato, ed abbiamo recitato la prima volta insieme tre Pater in lingua loro, e gli ho benedetto.

Ebbene come va il vostro diavolo? [domandai;] abbiamo dormito molto bene, risposero, sia lodato Iddio; fatevi dunque coragio, [proseguii, perché] il diavolo ancora verrà a tormentarvi, ma poi a forza di tornar col sacco vuoto vi lascierà in pace. [p. 464] Fino a tanto che Ella sarà qui noi non temiamo, [ribatterono] ma quando Ella partirà cosa sarà di noi? [Risposi:] Quando io partirò non partirà Iddio se voi non lo abbandonerete per darvi di nuovo al diavolo, e Iddio farà anche un miracolo, e qualcheduno di voi ispirato da lui parlerà meglio di me.

Si faceva gran giorno, e Melak andò egli stesso a mungere una vacca, e mi portò un grosso vaso di latte caldo in luogo del caffè: ne ho bevuto un pochino, e poi fattovi un segno di croce sopra ne ho fatto bere a tutti un poco come tabel (aqua santa), pubblica rinunzia delle loro schiave fatta dai due fratelli. ed intanto il fratello di Melak andò a chiamare la sua schiavetta e me la portò in presenza di tutti i suoi compagni, e fece la protesta, cara mia, disse io ti ho rinunziato, siatemi voi altri tutti testimonii, e se dopo la partenza del Signor Bartorelli io verrò a cercarti prenderai il bastone e mi cacierai via, perché non sarò più un’uomo ma sarò un diavolo che verrò a rovinarti. Lo stesso fece Melak, ma questi volle che fossero presenti il Padre e la Madre sua.

scena di pianto. L’atto coragioso di questi due giovani figli dello stesso padrone fece una grande impressione in tutti, ma principalmente nel giovinastro di Iffagh, e debbo confessare che mi fece piangere di consolazione: Io stesso non poteva darmi pace al vedere come Iddio aveva fatto tanto movimento in meno di 15. giorni. Forze, dissi tra me, [p. 465] Iddio volle darmi questo cucchiajo di miele, o per farmi coragio, oppure perché mi vuole introdurre all’orto di Getsemani per sudar sangue con nostro Signore, e non poteva trattenere le lagrime in facia a tutti quei giovani ed altri che erano venuti. Perché piange? mi disse Melak; non è pianto, [risposi,] ma è consolazione al pensare il Paradiso che Iddio vi /299/ sta preparando se siete fedeli alle promesse, e la speranza di vedervi tutti in Paradiso con me mi consola; allora tutti si misero a piangere; che bella scena!

ho istruito Melak sul battesimo sine solemnitate. Frattanto bisognava pensare al modo di separarmi da questa gente senza abbandonarli. Nella giornata ho preso più volte da solo il caro Melak, caro mio, dissi, tu mi hai domandato il battesimo e voglio dartelo, ma tu non dovrai dire mai che l’hai ricevuto, perché io desidero che restiate in facia al publico sempre come eravate, cioè come Zellan, affinché non abbiate niente da fare con questi preti del paese, i quali sono veri diavoli. E qui ho incomminciato [ad] istruirlo direttamente del battesimo di necessità, quello stesso che davano gli apostoli da principio, e che in caso di necessità può darsi anche da un secolare che non sia Prete.

istruzione sopra alcuni articoli di fede più essenziali. Ricevuto che avrai questo battesimo tu sarai vero cristiano avanti [a] Dio, e se viene la morte potrai salvarti; quando poi potrò mandarvi un buon Prete, allora aggiungerà egli quello che oggi non posso fare. Fin là non solo potrai essere sicuro, ma venendo a pericolo di morte qualcheduno di quelli che oggi hanno ascoltato le mie parole, oppure che ascolteranno te dopo [p. 466] la mia partenza, e che crederanno in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo nato e morto per noi, e crederanno nel mistero della SS. Trinità[:] Padre, Figlio, e Spirito Santo, come sta nel credo che hai imparato, e che saranno risoluti di lasciare il peccato, ed osservare la santa legge di Dio, tu potrai dare ad essi lo stesso battesimo che ti do, e ciò fino a tanto che venga il Prete per confessarvi, e per communicarvi, e per istruirvi; fin là siate pentiti dei vostri peccati, sperate in Gesù Cristo, e se viene la morte non temete, sarete salvi. In questi tre giorni non farò altro che istruirti di questo, e se tu non avrai capito bene mi domanderai [spiegazione], ed io ti spieghero ogni cosa, prega Iddio, e spera in lui.

In questi giorni tutto il tempo che ho potuto disporre l’ho occupato ad istruirli nelle cose più necessarie, sia della fede, sia della morale, sia dei sacramenti. Riguardo a questi ultimi fino a tanto che non avranno trovato un bravo Prete, bastava il desiderio, unito al pentimento dei peccati.

una giovane schiava domanda la separazione dal suo marito; Venne una giovane schiava piangendo perché voleva separarsi dal suo marito ed egli non voleva. Era una giovane [che] appena aveva quattrodeci anni, come, dissi, già sei maritata? perché vuoi separarti dal tuo marito? egli, [ella] disse, non è come gli altri, e non vuol fare come fanno gli altri. Allora, dissi di chiamarmelo, e venne subito. Ditemi qui /300/ la questione che avete fra di voi: perché tu, non fai come si deve fare? egli rispose che faceva come era sempre stato accostumato di fare, e che non poteva [comportarsi] diversamente.

separazione propter impotentiam perficiendi actum naturalem cum virgine. [p. 467] Ho compreso l’affare: questo giovane era stato molto tempo coi mussulmani, ed aveva la passione contro natura; allora l’ho persuaso che essa aveva ragione, e che in conscienza non poteva acconsentire ad un simile peccato: il poveretto allora mi confessa la sua debolezza, e come anche egli era entrato in buoni sentimenti, si risolse di acettare la separazione, almeno fino a tanto che la cosa non sarebbe cangiata: egli non arrivava ai 18. anni. Figlio mio, gli dissi, sei ancora giovane, e la passione ti ha molto indebolito, essa all’opposto e ancora intatta; coi tempo guadagnerai forza e tutto si vincerà. Quando è peccato allora io, [rispose,] dovessi morire, non lo farò più e rinunzio alla moglie. Quando la piscina del cuore è in movimento, allora tutti i mali sono guaribili. Così furono contenti tutti [e] due, e la sera quando tutti erano radunati il giovane fece publicamente la sua protesta che rinunziava alla moglie, o meglio alla sua concubina.

Passarono intanto tre altri giorni in conferenze istruttive, ed il nostro calendario latino segnava il 4. [Agosto] giorno di S. Domenico, gli abissinesi contavano il 29. Luglio, nel loro calcolo giuliano il loro mese di Agosto incomminciava col nostro 6. [Agosto,] giorno della trasfigurazione. difficoltà per il digiuno dell’Assunta. In detto giorno incomminciando il digiuno dell’Assunta detto in Abissinia digiuno del Felsità, il quale dura 15. giorni, ed è un digiuno molto rigoroso, io non poteva più restare coi Zellan, dove non si mangiava altro che latte e carne, senza pericolo di scandalo per gli abissinesi. L’indomani perciò per forza io doveva partire per Iffagh. Lo dissi a Melak, affinche disponesse tutte le cose, e ne parlasse a tutti.

Il più contento di questa mia risoluzione era il figlio di Maquonen, perché così sperava di passarsela solo con me. Tutti gli altri poi erano nella desolazione, come era chiaro.

[p. 468] Io ho passato il resto di quel giorno, e quasi tutta la notte a ricevere ora gli uni, ora gli altri; tutti in quell’ultimo giorno avevano una cosa da dirmi. La sera prima di dormire ho fatto una conferenza a tutta la famiglia radunata, nella quale ho dato molte regole prattiche di condotta. Ho detto in essa che Melak era da me incaricato di molte cose importanti fino al mio ritorno dal Gogiam, oppure fino a tanto che fosse venuto un Prete mandato da me per istruirli. Che mantenessero intanto i proponimenti fatti, dai quali dipendeva la loro salute eterna, ed anche temporale.

/301/ battesimo di Melak. Nella notte poi verso [la] mattina ho fatto l’ultima conferenza, ed ho amministrato il battesimo a Melak. Fatto questo mi sono posto a dormire, perché non mi era ancora corricato. Non ho dormito più di un’ora, e già si faceva giorno, e tutta la famiglia mi aspettava a dir ancora qualche cosa prima che dovessero partire per i loro lavori.

Terminate tutte le operazioni del latte, e spedite le bestie ai Prati per i pascoli, ci chiamarono alla collazione, dove vi era pane, carne e latte a volontà. separazione. Finita questa siamo partiti, e tutta la famiglia ci accompagnò più di un miglio: i due fratelli, vennero quasi [per] un’ora di viaggio, e vi volle tutto per fargli ritornare.