San Felice di Valois

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Felice di Valois, particolare da una tela di Vincenzo Lami (1804-1892)

San Felice di Valois
Confessore 1127-1212
Memoria: 20 Novembre

Patrono di Cinaglio

Ugo, della famiglia reale dei Valois nacque nel borgo di Cerfroid in Piccardia nell’aprile del 1127. Fin da giovanissimo diede prova di grande carità e compassione verso gli infelici; si narra che abbia chiesto allo zio duca di liberare e affidare a lui un condannato a morte per omicidio, il quale si convertì e da quel momento condusse una vita esemplare.

Divenne monaco cistercense mutando il nome Ugo in Felice, e si diede alla vita eremitica.

Emblema dei Trinitari
Emblema dei Trinitari

Era quella l’epoca delle Crociate, e Felice conobbe Giovanni di Matha, il quale aveva concepito il progetto di dedicarsi alla liberazione dei cristiani fatti prigionieri dai turchi. Felice aderì con entusiasmo all’idea, ed insieme andarono a Roma dove Papa Innocenzo III approvò il nuovo ordine, intitolato alla SS. Trinità, i cui membri portavano un abito bianco con croce rossa e azzurra sul petto.

Croce dei Trinitari
Scudo con la Croce rossa e azzurra, dalla chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma

L’origine della del simbolo è spiegato dalla leggenda con due episodi miracolosi, spesso rappresentati nell’iconografia. Giovanni di Matha, durante a sua prima messa, avrebbe visto in angelo vestito di bianco, con una croce rossa e turchina sul petto, che stendeva le mani su due schiavi, uno moro, l’altro cristiano. In seguito Giovanni si recò a chiedere consiglio a Felice; mentre i due sacerdoti pregavano nella foresta, avrebbero visto giungere un cervo che aveva fra le corna una croce rossa e azzurra.

Giovanni andò quindi in Africa, dove ottenne la liberazione di 200 prigionieri cristiani, mentre Felice nella casa madre dell’Ordine, a Cerfroid, formava nuovi aderenti e raccoglieva le risorse necessarie per il pagamento dei riscatti.

Dopo aver avuto la visione della Madonna Felice morì a Cerfroid il 4 Novembre 1212. Fu canonizzato nel 1262 da Papa Urbano IV; la canonizzazione fu confermata nel 1666 da Innocenzo XI, che in seguito ne fissò la celebrazione al 20 Novembre.

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