Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 550rEminenza Reverendissima

Assendabo (Gudrù) 25 Nov. 1852

Dopo un viaggio lunghissimo e faticosissimo finalmente il Signore esaudì i miei voti, ed il 21. corrente ebbi la bella sorte di passare il Nilo ed entrare nel Gudru. Per non espormi a dire forse quello che non sarà, prescindo di raccontarLe alcuni fatti consolanti dai quali potrei argomentare una storia futura molto consolante, riservandomi di scriverLe in detaglio dopo pochi mesi con /366/ qualche notabile risultato positivo; solamente Le dico, che appena passato il Nilo, una popolazione immensa ho trovato che tende le bracia verso di noi, e presto sarà annoverata tra le popolazioni figlie della Chiesa. Qui, per quanto pare, non abbiamo da combattere ne con Vescovi, ne con preti, ne con Deftari, ma col solo demonio arrivato al punto di ottenere dagli uomini una specie di culto positivo, ma quando il demonio non è vestito da prete e non tiene in mano le chiavi della Chiesa, non sarà tanto forte come in Abissinia, e fra poco tempo credo di poter fabbricare molte Chiese e presentare in regalo ai fedeli d’Europa l’elenco di alcuni milliaja di battesimi; come altresì credo che non tarderò ad avere gran bisogno di Sacerdoti [f. 550v] se il Gudru, dove mi trovo, prende bene, come da alcuni fatti debbo argomentare, non passerà un anno che avrò suppliche da tutte le parti, essendo ad una distanza enorme tutti Galla consimili, anzi migliori, perché non infettati dall’islamismo, e meno prossimi all’Abissinia – V. Em: però non manchi di farmi preparare presto il caro Giorgio, il quale, spero, sarà un’Apostolo in questi paesi – Ciò che ho scritto prima relativamente a questi Galla l’ho scritto dietro a relazioni, ora incomincio a benedire il Signor d’Abbadie, il quale ne scrisse alla Propaganda ed in seguito alla sua lettera fu stabilita la missione Galla; Iddio nell’accordare misericordia a questi popoli, non si dimentichi di chi ha dato il movimento, e salvi con gran merito l’anima sua!

Eminenza, io aveva questo in cuore quando sono partito dall’Europa, motivo per cui non sono passato più in Roma, e trovandomi in Cairo sono partito a fronte che Ella mi invitasse a meglio riflettervi ed aspettare ulteriori istruzioni da Lei; ora persuaso che Ella non penserà più a questo mio capricio, mi avvanzo a pregarLa di un’altra grazia, ed è di dispensarmi dalla risponsabilità relativamente alla missione di Aden. Questo paese è molto lontano, ed in prova solamente oggi ricevo lettere di aprile nelle quali mi viene riferito il ritorno del P. Agostino d’Alghero in Europa, e la destinazione del P. Leone des Avancer [f. 551r] per Agra – io mi crucio invano al pensare alla cattiva situazione di quella missione senza potervi provvedere; lasciar questo paese per andarvi io sarebbe un voler rovinare le belle apparenze che qui si presentano; i missionarii che tengo non posso mandargli perché mi sono un vero tesoro troppo necessario qui; cosa adunque farò? rimetto all’Em: V. ogni cosa – Per parte mia ho dato la pelle alle missioni sino alla morte, e per me è lo stesso metterla qui o là, solamente Le presento ciò che è, lasciando a Lei di fare di me cosa ne vuole, disposto a venerare i di Lei ordini come saranno. Solamente La prego di una grazia ed è che provvedendo la missione di Aden, di altri religiosi cappuccini o non cappuccini che siano, raccomandi ai medesimi di tenermi conto di tutto ciò che colà io tengo in deposito, come vesti di Chiesa e di casa in gran quantità, arnesi, ed anche qualche cosa di denaro; io tengo in Aden persino i libri e titoli, conti e cose simili, riguardanti la Missione Galla, e preveggo di averne presto grandissimo bisogno.

/367/ Nell’altro viaggio che ho fatto qui ho promesso al Ras una campana, di cui ne aveva lasciato l’incombenza al P. Agostino d’Alghero; ora questi non essendovi più, bramerei che Sua Santità facesse questo regalo al suddetto principe, come Papa Gregorio fece al principe Ubié, e ciò in discarico della mia promessa; io ho gran bisogno di lui, da cui dipende di chiuderci la porta ai Galla. [f. 551v] Trovandomi in Roma ho domandato niente, spero perciò che non mi verrà negato questo favore, che potrà essere di grande utilità a tutte due le missioni di questi paesi, essendo la chiave della politica abissinese nelle mani del Ras.

Manco di carta per scrivere più oltre, La prego a benedire la missione, e baciandoLe la S. porpora sono

D. E. V. R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
† Fr: G. Massaja V.o

A Sua Eminenza R.ma / Il Cardinale Prefetto di Pro- / paganda Fide / Roma //.