Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

[Gemma – Lagamara, 5 febbraio 1862]

F. 263r Mi fo un dovere di notificarle che Monsignore Massaja dopo d’essere stato scacciato da Kafa e da Limu (Enarea) arrivò qui in Lagamara il 24. del passato Decembre più morto che vivo. Infatti non passarono otto giorni dopo il suo arrivo che si ammalò gravemente, e il giorno del 25. p.p. Gennajo gli amministrai tutti i conforti di nostra Santa Religione: ma grazie a Dio presentemente è in convalescenza, ma ancora molto debole, e con una febbretta continua, la quale lascia ancora dubitare delle sua esistenza futura.

/318/ Il medesimo mi lascia di dirle queste parole «avrei voluto scriverle e spedirle tre quinterni di relazioni sopra lo stato della Missione già come finiti e mancanti solo di essere riveduti, come pure di risponderle alle ultime lettere ricevute, cioè originale e duplicato dell’Instructio della S. C. quindi il duplicato delle facoltà ad decennium, poscia tre lettere di V. Em: cioè duplicato della data dei 15. Maggio 1858., originale del [f. 263v] 27. Nov: 1860., parimenti originale de’ 26. Aprile 1861. Lo stampato relativamente al vino delle Messe, come pure una seconda copia della bolla Gregoriana sulla schiavitù, finalmente una lettera diretta al fu P. Cesare. Se io vivo tengo preparato un corriere per la costa col quale spedirò ogni cosa fra un mese, se muojo l’avverto che tutto sta nelle mani del Coadjutore dal quale riceverà ogni cosa. In verbo della morte possibile e del Coadjutore suddetto, non si faccia tanto caso di ciò che può essere stato scritto precedentemente».

Eccole le parole precise che Monsignore presente mi dettò colla sua bocca stessa.

Tralascio di scriverle tante altre cose perchè la malattia del sullodato mio Padre Monsignore Massaja mi disturba talmente il cuore che non le posso scrivere a lungo.

La prego di non dimenticarsi di quello che le scrissi altra volta, cioè di levarmi il gran peso che mi pesa sulle spalle. Ho già incomminciato un piccolo lavoro in lingua Galla per mandare a V. Em: che spero che accoglierà volentieri, e glielo manderò subito che l’avrò terminato.