Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Costantino Ferrero da Vinovo OFMCap.
ex condiscepolo di M. – Caraglio (Cuneo)

[F. 1r] Caro Padre Costantino mio

Frascati 23. Agosto 1884

Ho ricevuto la vostra Carissima del 19. corrente, e vi ringrazio della vostre felicitazioni cordiali, e degne di un collega vostro pari. Voi avete calcolato più gli onori del mondo che non gli interessi spirituali della mia povera anima, altrimenti dovevate invece compiangermi più che rallegrarvi.

Caro collega mio, un vecchio decrepito col suo asino senza gambe, il quale non vale un soldo sul mercato del mondo, affatto incapace di rendere il menomo servigio alla Chiesa di Gesù Cristo nostro Signore, come è chiaro, è una pura bontà del Papa, ed un vero castigo di Dio per lui più che altro, se [voi] pensate alla vicina sua morte.

[F. 1v] L’onore dell’Ordine nostro, e della Provincia sono tutte cose di un valore puramente mondano, di cui ben poco entra nel sacco della povera anima mia, sono anzi un debito ed un vero disturbo pericoloso, come voi non ignorate. Sul particolare della mia e vostra Provincia che ci ha educati, essa non esiste più che un semplice scheletro vicino a perire, ed il solo pensarvi è per me una vera desolazione. Eppercio lasciamo queste belle espressioni del mondo.

Io poi vi sono riconoscentissimo per le preghiere che mi promettete di fare per me da vero compagno. Con queste parole, oh quanto mi avete consolato! Sì pregate per me, ed io pregherò per voi; ecco quanto possono fare due compagni dopo un lungo viaggio di mare /245/ pericolosissimo, vicini [f. 2r] ad entrare nel porto dell’eternità, dove è già felicemente entrata la turba del nostri Padri, fratelli, e figli, almeno nella maggior parte, e che là ci aspettano. Oh sì, che le preghiere di un Venanzio nostro amatissimo Lettore, di un Pacifico, e di moltissimi altri fratelli, coi quali abbiamo servito il Signore sotto lo stendarlo del S. Padre Serafico; oh questo sì che è un vero capitale che ci consola!

In quanto al grado di cardinale da me aquistato non rallegratevi, ma pregate solo per me, perché ne sento tutto il bisogno. Io ho fatto di tutto per essere dispensato, ma il S. Padre non volle sentirmi; sia dunque fatta la volontà di Dio.

Ciò che voi mi dite sopra il cholera, da una parte è desolante, ma non lascia di consolarmi la frequenza dei sacramenti che mi dite. Iddio manda simili castighi per i peccati degli uomini, [f. 2v] e questo loro ravvicinamento disarmerà la Sua collera. Noi dobbiamo pregare anche per coloro che non si convertono, perché ne hanno maggior bisogno.

Chiudo intanto questa mia coi sensi della più viva riconoscenza, coi quali godo raffermarmi come vostro

Aff.mo Collega
† Fr. G. Massaja Arc.o Capp.no