Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al professore Giovanni Battista Caironi
presidente del circolo S. Luigi – Bergamo

[F. 1r] Ill.mo signor Presidente,

Frascati, 15 Ottobre 1884.

L’anno scorso, partendo da Bergamo, gli ultimi momenti, quando la stazione si poteva dire inondata dal popolo che mi salutava e riceveva la mia benedizione, quel momento fu così eloquente sopra del mio cuore, che il solo nome di Bergamo basta, per così esprimermi, ad ubbriacarmi di zelo apostolico; lascio quindi considerare quale impressione non ha dovuto farmi oggi la sua lettera unita a quella di tutto codesto Circolo cattolico, riunito per congratularsi dell’attuale promozione a Cardinale di S. Chiesa. Le loro lettere furono così potenti sopra di me, che la mia eloquenza affricana non arriva ad esprimere la commozione sollevatamisi: non fu più il solo Circolo cattolico che mi parlò in esse, ma fu il cattolicismo di tutta quella massa di popolazione che lasciai intenerito alla stazione, che mi parve arrivata per posta a rinnovarmi la commozione già provata allora. In questa commozione ecco la breve risposta che mi è possibile oggi alla S. V. carissima, a codesto Circolo cattolico ed a tutta la città, oppresso come sono da gravissime occupazioni, le quali mi lasciano appena il tempo di leggere le numerose lettere che ricevo e di rispondere brevemente ad alcune.

Prima di tutto ringrazio Iddio che abbia conservato [f. 1v] tanta fede in Bergamo. Questa loro fede, come ha tanto edificato e consolato me, così prego Iddio di fare in modo di accrescerla, da continuare l’apostolato del buon esempio a tutta la nostra cara patria italiana nei presenti bisogni. Le congratulazioni poi a me sporte, per l’attuale mia promozione, esse non sono dovute a me, bensì al Santo Padre, al gran Pontefice del giorno, che Iddio ha dato alla sua /255/ Chiesa, il quale volle servirsi della mia povera persona per onorare, colla mia promozione, la Congregazione dei Cappuccini, che mi ha educato e che io venero come madre mia. Quindi il gran Papa volle servirsi della mia persona per rilevare e far rivivere a nuova vita l’idea dell’apostolato agli infedeli, massime barbari, i quali sono ancora molti. Io poi, povero vecchio decrepito, incapace di servire la Chiesa di Cristo, in ciò non ho altro merito che di essere un istromento passivo e di aggiungere un debito che non potrò pagare.

Convinto di tutto ciò, confido nelle preghiere di V. S. carissima, di tutto il Circolo cattolico e di tutti i nostri bravi fratelli di Bergamo, e caldamente mi raccomando. Compreso da tutti questi sentimenti, ringrazio tutti, benedico tutti, mentre, coi sensi della più viva riconoscenza, godo raffermarmi di tutti ed in particolare della S. V. carissima

Dev.mo servo in Cristo
† Fr. G. Massaja, Arc. cappuccino.