Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al canonico Carlo Vassallo
arciprete della cattedrale e preside del Liceo V. Alfieri – Asti

P. 598 Rev.mo Signor Canonico,

Frascati, 3 settembre 1885.

Ho ricevuto quanto ella mi annunzia nella sua pregiatissima lettera del 20 agosto, e le son grato tanto dei preziosi opuscoli, quanto delle gentili espressioni con cui me li ha inviati. V. S. Rev.ma conosce abbastanza le ragioni che mi imposero silenzio, quando cortesi e cari signori proposero un monumento per onorare la mia povera persona: e non ultima fu quella che l’uomo prima di morire potrebbe forse smentire i meriti che si vogliono eternare. Dopo il fatto è cangiata per me la scena, e mi corre l’obbligo di esternare, a quanti vi hanno così generosamente [p. 599] contribuito, la mia gratitudine e riconoscenza. Ho tardato a compiere questo dovere, perché non sapeva a chi particolarmente rivolgermi per fare presso tutti le parti mie. Ora che V. S. Rev.ma mi fa conoscere essere stata delegata dall’illustre Comitato di darmene notizia, mi rivolgo con piacere a lei, affinché si compiaccia di essere mio rappresentante e mio interprete presso tutte quelle gentili persone. Ella manifesterà a ciascuno quanto abbia gradito l’affettuoso pensiero e le generose premure, e che terrò sempre scolpita nel cuore la memoria della lapide che essi hanno fatto scolpire per onorare il mio nome. Tuttavia desidero che si sappia non essere io infine che un povero Cappuccino, un Missionario di Gesù Cristo; qualunque altra dignità e supposto merito non sono per me che maggiori debiti presso Dio e presso gli uomini; e chi sa quanto dovrò piangerli nel purgatorio. Se inoltre tanti vogliono ammirare, e l’illustrissimo Comitato e Vostra Signoria riveritissima lodare e premiare le deboli fatiche della mia vita apostolica, protesto che non ho mai inteso servire la Chiesa e la patria col fine di piacere a chicchessia, di farmi un nome e procacciarmi onori presso la società, ma solo per adempire il mio dovere e giovare alle anime redente da Gesù Cristo. Un nome qualunque non sarebbe per me che un bel fiore olezzante per un giorno, ma inutile per l’eternità. Ed a questa eternità conviene che ormai pensi di proposito; poiché i settantasei anni che porto addosso mi avvisano che è vicino il giorno /299/ del rendiconto. Ella poi, signor Canonico, si abbia particolari ringraziamenti per tutto ciò che ha fatto, e si riceva insieme cogli illustrissimi signori del Comitato i miei fraterni amplessi e la mia benedizione, mentre con istima ed affetto mi dichiaro

Di V. S. Reverendissima

Devotissimo Servo
† Fr. G. Card. Massaja, Cappuccino.