Diventeranno famosi

Per dare lustro ad un paese si usa presentare i personaggi che sono stati o sono famosi. Troppo comodo! Dà più soddisfazione parlare di coloro che famosi lo diventeranno! Questo è il nostro augurio a tre aspiranti al titolo e noi ve li raccontiamo.

Tre ragazzi, che puzzano ancora di tomi universitari per differenti facoltà, s’incontravano sovente, cercando qualche idea per inventarsi un lavoro.

Un giorno, dal buio d’una cantina, emerse una piccola, panciuta damigiana; con il tempo aveva pure perso il suo vestito di paglia, ma all’interno aveva conservato il tesoro d’una nonna: una preziosa e prelibata “madre dell’aceto” – “la mare” come la chiamiamo noi piemontesi.

Il profumo che uscì da quel recipiente, trasformatosi magicamente in lampada di Aladino, risvegliò il ricordo di prelibatezze in carpione ed ai nostri tre disoccupati illuminò ... una strada per... il proprio futuro.

La fantasia aiuta e Carol, Marta e Maurizio si chiesero:

... perché non aprire una specie di gastronomia? Un qualcosa anche per giovani, con gourmanderie da portarsi pure a casa per chi torna tardi dal lavoro?.... Idee, fantasie ed entusiasmo s’intrecciano “... un localino, dove i giovani, venendo con il proprio PC trovano anche l’allacciamento per Internet

... il nome?... Trovato! È un poco esotico ma... accattivante, lo chiameremo “il bistroquet”.

Affratellati da quella mamma, la “madre dell’aceto”, e riqualificandosi rispettivamente come gastronoma, barista e cuoco , decisero:... saremo I fratelli carpione! ” .

La Società viene legalmente costituita e, dopo alcuni mesi di scrupoloso lavoro, locali ed attrezzature sono pronti per la data dell’inaugurazione.

Noi, all’insegna di “largo ai giovani” vogliamo raccontarvi la giornata o meglio, la cerimonia del vernissage.

Un locale inventato e realizzato da tre giovani intraprendenti ed entusiasti meritava il successo dell’inaugurazione, un successo che, auspichiamo, continui anche per il futuro.

S’incomincia alle quattro del pomeriggio, con crostate e succhi di frutta per i bambini, ed alle sei è la volta dei grandi: ... fino ad esaurimento scorte, prometteva l’invito.

Arriviamo puntuali: la via è completamente intasata, i bimbi si leccano ancora le dita, rimpiangendo le torte di mandorle, le crostate di mele e gli svariati succhi che, per ben due ore, li hanno impegnati. Il loro deflusso viene rallentato dal premere dei nuovi arrivati che, impazienti, vorrebbero entrare.

Alzando la fotocamera sopra la testa ed imponendoci con un categorico “Permesso, peermessooo!”, riusciamo, stirandoci ed allungandoci al massimo a fendere la folla che, in un attimo, ha saturato lo spazio compreso fra candidi scaffali ricchi di prodotti sceltissimi – miele, birra, pasta, vino,... – ed il bancone di mescita che continua con la vetrina – frigo donde occhieggiano salumi e formaggi...

Ovunque fiori augurali e sorrisi, tanta bella gioventù, compagni di scuola, che hanno voluto portare la loro solidarietà ai fratelli carpione.

Chi ha superato gli ... anta, fra l’entusiasmo dei giovani, si sente ventenne!

Dentro e fuori sulla strada circolano i vassoi che porgono cosine sfiziose e bicchieri con le bollicine; il chiacchierio è accompagnato dai morbidi ed insinuanti respiri di tre Sax ritmati da un batterista napoletanissimo – i musici si spostano in continuazione dentro e fuori ed ogni tanto scendono anche dove vengono allestiti i vassoi...

Anche noi siamo scesi: cucina e dispensa, l’officina dei fratelli carpione – chiamiamola come si merita – la “Sala Operatoria”, dal luccichio quasi abbagliante dell’acciaio inox.

È qui che hanno preso vita le varie ghiottonerie: bottoncini di polenta e formaggio, pasticcini di ricotta e verdure, puntarelle, il favoloso “purpurì in carpione”, la porchetta, i tajarin conditi con burro fuso e frullato di nocciole ed infine la crema di fragole ed il tiramisù ricoperto di cioccolato...

La ressa continua davanti alla monumentale “De Curtis”, che spreme fumanti caffè, dai vari aromi e sapori.

Gli amanti di numeri e statistiche hanno valutato gli ospiti più di cinquecento; noi abbiamo intervistato decine di persone che, fra un boccone e l’altro, ci hanno confessato: “... locale dove tutti si sentono giovani” – “... le mani che si protendevano verso i piatti dei tajarin... come quelle che i fans agitano verso i loro idoli smanianti su palcoscenici smisurati... ” – “... al Bistroquet ci crediamo fermamente!” – “... Grandioso!!!” ...

Da parte nostra, assegniamo a Carol, Marta e Maurizio, fratelli carpione, un Master in Simpatia ed Entusiasmo.

La notte è scesa e gli ultimi aficionados, augurando ai tre inventori di un lavoro interessante ed originale un ultimo “Buona Fortuna” escono sulla strada che, con nostalgia ricorda la folla del pomeriggio.

Anche noi usciamo con i ricordi di una cerimonia d’inaugurazione sognata e realizzata in modo grandioso.

Inciampando nei raccoglitori della differenziata, evidenziati dalla luce fredda dei lampioni a led, siamo ripiombati nella realtà.

Quanto è difficile, oggi inventarsi un lavoro!

i nostri giovani ce la faranno!

adriano fogliasso

Pino Torinese 3 maggio 2012