Ce ne fossero tanti!
ad aiutare nel mondo come i
volontari Anemon

Una pioggerella fine aveva tirato a specchio l’asfalto e la luce dei fari scivolava sulle lacrime del cielo senza stelle.

Alle otto e mezza di sera siamo in corso Moncalieri 2, davanti all’ingresso del Circolo Canottieri Esperia: un breve vialetto, una decina di scalini abbastanza ripidi e siamo fra le fauci – ... o meglio sotto allo scheletro in legno da traforo – della balena, di un cetaceo, un coccodrillo o forse di un dinosauro che, al centro del salone, incombe sulla testa dei partecipanti ad una cena in piedi organizzata, per beneficenza, da una Associazione Umanitaria.

Cerchiamo d’essere più chiari, più precisi: Davide, il dottor Davide Bocca, anestesista all’ospedale Koelliker, ci aveva invitato all’Esperia per la “Festa di Primavera” dove, fra degustazione di cibi esotici e spettacoli folcloristici, sarebbe stata illustrata l’attività di un gruppo di volontari – quasi tutti medici – che prestano la loro opera negli Ospedali e nei Centri di Solidarietà che si trovano nei paesi in via di sviluppo – eufemismo per non dire poveri.

Anemon Onlus“ è la loro Associazione e nella serata si parlerà di quello che stanno facendo al Henintsoa Hospital a Vohipeno in Madagascar. Questa località non è neppure degna di un puntino sulla carta geografica, ma per gli indigeni l’Ospedale è come un SOLE che elargisce salute e civiltà mentre per i volontari di Anemon è un salvadanaio in cui riversare professionalità ed amore.

Scopriremo anche che Davide, ben nascosto dietro la propria modestia, è l’animatore e l’organizzatore di tutta la cerimonia, dimostrandosi, con giochi di prestigio e pioggia di coriandoli, anche un bravo emulo dei maghi Silvan e Houdini.

Ma il nostro intento era di raccontarvi la serata di quel 4 maggio, la “Festa della Primavera” di Anemon.

Attraversato il salone, dalla terrazza sul Po ci si tuffa nelle luci della città: l’immensa Piazza Vittorio, le ammiccanti luminosità de “I Murazzi”, il ponte Vittorio Emanuele I° – quello della Gran Madre – che affonda i piloni nell’acqua palpitante di riflessi.

Il salone è illuminato con discrezione: nello sfondo di un arco trasformato in boccascena occhieggia uno schermo sul quale spicca la parola ANE MON, bianco su fondo blu; le sillabe sono divise da uno fiore stilizzato, forse un anemone, il fiore che preannuncia la primavera, ci suggerisce la fantasia, o forse è proprio così ?

Lo sguardo dei golosi viene attratto anche dalla schiera di bicchieri che fanno corona ad un alto candelabro ed a manipoli di promettenti bottiglie.

Oltre le porte della terrazza, su due lunghi tavoli, incuriosiscono pignatte e contenitori scortati da pile di piatti e fasci di posate; in ordine sparso piccoli tavoli graziosamente ingentiliti da un fiore, una candela e dai tovaglioli blu sulle tovaglie candide.

Tra un discorso, una magia ed una presentazione scopriremo che contengono cibi esotici e speziati, che ricordano altri continenti.

Ad un lato del palco una ragazza – forse africana – che impersona la discrezione, aspetta gli acquirenti degli oggetti esotici che espone; sull’altro lato, s’erge come un totem la sagoma del continente africano con il Madagascar.

Gli aperitivi, con delle sfiziose foglie di salvia infarinate e fritte, precedono l’intervento del dottor Maurizio Catalani, il Presidente di Anemon, che esordisce ricordando come l’Associazione nacque nel 2005 dall’iniziativa di cinque amici... ma è più semplice usare le sue parole:“...Anemon Onlus ha preso vita grazie alla passione di un gruppo di amici accomunati dal desiderio di colmare un debito nei confronti della vita...”

Internet è una risorsa inestinguibile... ecco allora quello che si può trovare fra le altre innumerevoli notizie, fotografie, statistiche: alla nascita Anemon era costituita da una missione con 3 medici e 2 volontari, nel 2010 aveva già 11 missioni con 44 dottori volontari... e tutto questo considerando solo il campo sanitario!

Il dottor Catalani si dichiara orgoglioso, soddisfatto e convinto che quello che stanno facendo è veramente giusto; aggiunge che l’Associazione si autofinanzia e la gestione è praticamente a costo zero, precisando che la serata è dedicata al progetto salute ed in particolare al Madagascar, onorata anche dalla presenza di padre Emilio Cento,”...icona di quello che noi facciamo in quel lontano paese...”

Un caloroso applauso accoglie l’ottantatreenne sacerdote che da decenni presta la sua opera come missionario malgascio ed è fondatore, assieme alle suore missionarie ospedaliere del piccolo ospedale Henintsoa nel sud–est del paese.

All’augurio di buon appetito segue il consueto assalto alla diligenza agghindata per l’occasione da tavoli a self service; i gruppi di amici si accomodano dove possono prima di accalcarsi davanti al palco.

Il dottor Catalani annuncia un personaggio particolare: è l’imprevedibile ed inesauribile anestesista del Koelliker, il dottor Davide Bocca che non addormenta nessuno, ma fa restare tutti a bocca aperta con i suoi giuochi di prestigio, che terminano con l’immancabile pioggia di coriandoli.

Mentre qualcuno sta ancora leccandosi i baffi gustando il pasticcio di banane flambé, il richiamo ritmato dei tamburi africani – i famosi bongo – attira l’attenzione su di un gruppo di suonatori neri – che più nero non si può –, la cui statura ci ha fatto pensare ai memorabili Watussi, che ogni 2 passi facevano 6 metri....

È un vezzo la divagazione, comunque i “Lampe Fall” – questo à il nome degli artisti neri – sono stati veramente bravi a trascinare la platea con i loro ritmi indiavolati ed anche a fare i fachiri saltellando sui cocci di bottiglia...

Prima dello spettacolo si erano alternati sul palco, primari, chirurghi, pediatri, medici in varie specialità – e fra gli altri anche un’ostetrica – ed i volontari per raccontare le esperienze fatte sul campo.

Fra le varie sorprese, quasi come per magia grazie alle capriole fra le onde hertziane di Rafael Voltan si ascolta pure la voce di Lorenzo e delle suore che sono laggiù in quell’ospedale africano; il collegamento telefonico amplificato lascia un po’ a desiderare per le difficoltà tecniche, ma è comunque emozionante.

Avremo certamente scordato un sacco di cose però qualcun altro, come noi, avrà scoperto il mondo silenzioso di ANEMON e dei suoi volontari.

anemon08

Fra i coriandoli del mago anestesista e l’encomiabile lavoro svolto dai volontari – anche se sono cresciuti in modo esponenziale dai 5 del 2005 ai 174 del 2011 – vogliamo ribadire l’auspicio indicato nel titolo:

ce ne fossero tanti!

Il salone dell’Esperia non è più scaldato dagli applausi, ha l’aspetto di un campo di battaglia abbandonato, i riflettori hanno abbassato le proprie palpebre, i coriandoli aspettano sul pavimento l’arrivo delle scope, gli ultimi macchinisti raccolgono i cavi come la lavandaia raccoglie i panni stesi e Davide, il deus ex machina – “ἀπὸ μηχανὴς θεός” come diceva Platone – tira finalmente il fiato: tutto è funzionato alla perfezione!

È quasi ora di strappare il foglietto al calendario: domani sarà un altro giorno.

La pioggia ha lasciato larghe pozzanghere nel controviale di corso Moncalieri, il traffico è ancora intenso, molti staranno pensando alla discoteca, noi invece, riprendendo la via del ritorno a casa,stiamo ancora metabolizzando l’entusiasmo dei volontari

ANE MON !

adriano fogliasso

Vissuto il 4 maggio, trascritto il 29 maggio 2012 a Pino Torinese