Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al cardinale Giacomo Filippo Fransoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 50rEminenza

* Aden 29. Maggio 1848.

Sul punto di partire per l’interno dei paesi Galla mi prendo la libertà di scriverLe due linee, onde significarLe alcune cose che credo bastantemente interessanti l’E. V., e cotesta S. Congregazione.

/150/ La Divina Providenza ha permesso che succedessero alcune contrarietà in Abissinia per il bene delle due Missioni Abissinese, e Galla. Lettere giuntemi ultimamente dal Sig.e De-Jacobis, e da altri mi annunziavano come terminata la crisi della persecuzione con vantagio notabile della nostra S. causa sempre gloriosa nelle passività. Io poi costretto a fuggire da quel paese onde togliere ogni pretesto al nemico, la tempesta, che non contenta di spingermi sino a Massawa, ancora colà si presentava minacciosa, attesa l’amicizia dell’Abuna eretico col Governatore di detto paese, mi obbligò quindi ancora a sloggiare di là; e così, invece di mandare il solo mio P. Segretario a visitare la costa di queste parti, come Le annunziava nell’ultima mia, ho preso il partito di venire io stesso in compagnia del medesimo, e visitati alcuni punti del littorale anzidetto, mi sono recato qui in Aden per attendere il risultato di alcuni concerti presi con qualcuno dei capi della costa medesima.

Qui in tre mesi di fermata ho potuto prendere tutte le informazioni in proposito, e trattare con alcune persone che potrebbero ajutarmi non solo per il prossimo viaggio all’interno, ma ancora per tutto quello che in seguito potrebbe occorrere di stabilire qualche Missione sulla costa medesima appartenente al mio Vicariato. Di qui in un giorno si può attraversare il golfo e giungere a Zeila, o Toujourra, [paesi] abitati dalle tribù nomadi dei Somauli, per lo più Mussulmani, come tutto questo del littorale orientale, e meridionale a piccola distanza dal mare. Da Zeila in meno di otto giorni di viaggio si giunge ai primi paesi Galla, ed in quindeci giorni al più si può giungere in Ankober capitale del regno di Soha, regno d’origine tutto Cristiano, piantato in mezzo dei paesi Galla infedeli, i quali ora formano parte maggiore di detto regno.

Quindi, nella disgrazia di dover fuggire dall’Abissinia il Signore mi ha fatto trovare una strada più breve poco presso di due terzi di quella che hanno dovuto fare i miei compagni attraversando l’Abissinia per recarsi ai paesi Galla, e che diversamente avrei dovuto fare anche io. Questa strada da Zeila ad Ankober da principio [f. 50v] da principio senza dubbio è molto scabrosa, ma colle raccomandazioni di questo governo [mol]to conosciuto, e con un buon’accompagnamento, credo poterla fare anche prudentemente. In seguito poi, quando massime mi riuscisse di piantare una qualche Missione in Zeila, oppure in qualche altro paese sulla strada delle carovane, mediante la conoscenza ed amicizia coi negozianti delle medesime, la cosa si farà facilissima, e la Missione Galla per la via di Aden potrà avere una relazione coll’Europa molto più facile di quella che ha la Missione d’Abissinia per la via di Massawa.

Come vede anche V. E. io avrei gran bisogno dell’assistenza di questo Governo Inglese per tutto quello che potrebbe occorrermi lungo la costa orientale, e meridionale sino alla linea equinoziale. Questo governo medesimo è l’unico che potrebbe darmi grandi ajuti, se io penso a camminare d’accordo con lui, come potrebbe altresì farmi del gran male in caso contrario. La Missione Galla avrà mai niente di stabile, se non pensa a fissarsi in uno, o due punti della /151/ costa che aprono la via all’interno, e la costa medesima non si può trattare senza l’accordo col Governo Inglese in buona armonia con tutti i capi.

Quando io potessi ottenere l’assistenza del medesimo, con tutta facilità potrei avere il trasporto delle persone, e degli effetti col mezzo dei bastimenti da Guerra che continuamente si trovano in giro lungo la costa medesima. Quindi potrei avere una sufficiente sicurezza per fabbricare una casa di educazione per i ragazzi neofiti indigeni aspiranti al Sacro ministero, cosa che difficilmente si potrebbe ottenere nell’interno dove il governo non è abbastanza stabilito per prometterlo.

Per questa ragione mi sono risolto di spedirLe qui compiegata una lettera [di] supplica, che ho diretta immediatamente al S. Padre, come cosa a prima vista un poco fuori della via comune, e che cotesta S. C. non avrebbe sicuramente operata senza di Lui. V. E. perciò mi farebbe gran piacere dare alla medesima corso al più presto possibile, come cosa già trattata con questo Agente Politico di Aden, persona di molto merito, e riguardo, la quale dopo avermi usate molte gentilezze, e prestato importantissimi servizi, potrebbe credersi corbellato da me, quando costà non avesse luogo la trattativa in discorso.

Se questa cosa avrà luogo io spero fra pochi anni di dare alla Missione Galla sufficiente stabilità da prometterci un’esito consolante.

Sono pochi giorni che ho ricevuta la consolante notizia che i due miei compagni PP. Giusto da Urbino, e Cesare da Castelfranco, hanno potuto penetrare i paesi Galla, ed a quest’ora già si saranno fissati in Liban, il migliore dei paesi visitati dal Sig.e d’Abbadie.

Qui in Aden poi ho fatto aquisto di un’ottimo Missionario nella persona [del] Prete D. Luigi Sturla qui giunto in circostanze che questa Missione trovasi tutt’altro che disposta a riceverlo, attese le strettezze estreme in cui si trova di mezzi [di] sussistenza, alle quali fu ridotta per aver fabbricata la nuova Chiesa, e per alcune altre grosse spese sortite all’improvviso.

F. 51r Presentemente il soggetto indicato parte con me per l’interno coll’ubbidienza interinale di questo Prefetto, disposto egli, e tutti ad uniformarsi alle ulteriori determinazioni dell’E. V. che sarà in piena libertà di approvare, o riprovare l’operato da noi. Se le disposizioni di Lei saranno contrarie il soggetto non è tanto lontano da non poterlo far ritornare al suo destino; se poi Ella approverà quello che abbiamo fatto, io ringrazierò il Signore, e l’E. V. del regalo che mi fanno di un ottimo soggetto, molto più interessante nelle Missioni di tutto il rimanente.

Se l’esito della trattativa suddetta col Governo Inglese sarà favorevole, quando occorresse all’E. V. di avere soggetti della tempra di Sturla, invece di mandarli in altri luoghi per semplice ricapito incerto, li mandi a me, che io so bene cosa farne. Siano pur Preti, o di qualunque ordine, basta che appartengano all’Ordine dei veri, e zelanti Apostoli di G. C. e vengano con qualche piccola scorta, a /152/ me nulla importa. Io ho luogo per fare Missioni Cappuccine, e per farne anche delle altre senza che abbiano da incontrarsi, quando bene dovessi pensare a tenerle separate. Prima di tutto i Missionarj devono pensare che sono figli della Chiesa, mandati a trattare un’affare superiore a tutte le viste particolari di un’Ordine Religioso.

Non Le parlo più dell’Abissinia, poiché io considero quella causa come finita per mio riguardo [.] Io ignoro le determinazioni ulteriori che a quest’ora saranno prese per il bene di quella Missione floridissima. Persuaso che il Sig.e De-Jacobis avrà ricevuto ulteriori istruzioni che l’obbligheranno ad acettare il peso del Vescovado, appena sarò giunto all’interno gli manderò subito un’espresso per significargli dove mi trovo, affinché possa far capitale di me.

Intanto prego V. E. a voler gradire coi saluti i sentimenti del più sincero attaccamento, e benedire nel tempo stesso il mio viaggio, e la mia Missione, mentre baciandoLe la S. porpora godo rinnovarmi

D. E. V.

Divot.mo, ed Ubbid.mo figlio in G. C.
† Fr: Guglielmo Massaja V.o di Cassia
V. A. dei Galla.

[P. S.] Da ora in avanti, occorrendo lettere per me, oppure altro, potranno diriggersi a questa Missione di Aden, con cui sarò inteso per le relazioni. Parimenti La prego far ricapitare le qui compiegate due lettere al Conservatorio di S. Onofrio, e l’altra al Sacerdote D. Raffaele in casa di S. E. Barberini.