Massaja
Lettere

Vol. 1

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1827-44 1846 1847 1848 1849 1850 1851 1852

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1 Dichiarazione di Professione, Torino 6.9.1827 3

Dato genetliaco, vestizione religiosa, stato di salute fisica del professo.

2 Giuramento per Professione, Torino 6.9.1827 3

Professione libera e valida dei voti religiosi con esclusione di malattia nel profitente.

3 Inventario e dichiarazione, Casalborgone mar.-apr. 1832 5

Elenco di suppellettili in uso del predicatore cappuccino e compagno.

4 Dichiarazione, Torino 24.7.1834 7

Per la riparazione di un calice.

5 Atti di morte, Torino luglio 1834-settembre 1836 7

Primo ed ultimo atto stesi da M.: 10.8.1834-5.9.1836

6 A Giuseppe M. Galleani d’Agliano, Torino 2º sem. 1834 8

Compenso per il servizio religioso dei cappellani dell’ospedale nella basilica dell’Ordine Mauriziano.

7 Nota di spese, Torino 9.11.1834 8

Per le funzioni religiose dell’ottavario dei Defunti.

8 Attestato di morte, Torino 22.9.1835 9

Trascrizione del decesso di Domenico Minola.

9 Nota di spese, Torino 16.11.1835 9

Per le funzioni religiose dell’ottavario dei Defunti.

10 A Giovanni Massaja, Torino 19.1.1836 10

Leggera indisposizione di M. che sollecita lettere e visite e augura buona salute.

11 A Giovanni Massaja, Torino 7.2.1836 10

Ancora insistente richiesta di notizie e di visite.

12 Prefazione alla filosofia, Moncalieri 28.9.1836 11

Vita religiosa come perfezionamento individuale e preparazione pastorale. – Necessità della scienza per la difesa della verità e la catechesi del popolo di Dio. – Collaborazione tra insegnante e studenti. – Valore delle singole parti della filosofia. – Preghiera a Dio per l’acquisto della scienza.

13 Necrologia di Martiniano da Carrù, Moncalieri 8.12.1837 14

Partecipazione del decesso. – Comportamento edificante del defunto durante lo studio e nella malattia. – Richiesta di suffragi.

/380/

14 Planimetria parziale, Moncalieri, maggio 1841-agosto 1842 15

Per la ristrutturazione dei locali del convento e della chiesa eseguita su disegno di M.

15 A Venanzio da Torino, Asti-Vescovado 15.5.1843 16

Esito del viaggio ad Asti per i sondaggi preliminari alla fondazione di un convento OFMCap.

16 A Venanzio da Torino, Moncalieri 26.5.1843 16

Stesso argomento della precedente con maggiori schiarimenti sul luogo e sull’edificio. – Richiesto un abboccamento con Fulgenzio da Carmagnola.

17 Prospetto del Capitolo, Torino-Monte 19.4.1844 18

Elenco dei vocali e degli eletti. – M. è quarto definitore.

18 A re Carlo Alberto, ottobre 1844 20

Richiesta di sussidio annuo, già accordato dai predecessori ai conventi OFMCap. di Limone e di Tenda.

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1827-44 1846 1847 1848 1849 1850 1851 1852

19 A Fulgenzio da Carmagnola, Roma 19.3.1846 22

Relazione del viaggio Torino-Roma e prime impressioni sull’ambiente romano.

20 A Ferdinando da Lequio, Roma 2.4.1846 24

Preoccupazione per un’eventuale promozione episcopale.

21 A Benvenuto da Chiavazza, Roma 7.4.1846 25

Disbrigo di incombenze amichevoli e d’ufficio addossate dal destinatario.

22 A Benvenuto da Chiavazza, Roma 18.4.1846 26

Suggerimenti per l’impostazione di una causa ecclesiastico-giudiziaria e comunicazioni varie.

23 A Davide da Pinerolo, Roma 20.4.1846 27

Espressioni facete con invito al destinatario di attendere l’ordine di partire per le Missioni.

24 A Aurelio da Strambino, Roma aprile 1846 28

Immutato affetto per gli ex allievi.

25 A Fulgenzio da Carmagnola, Roma 1ª metà di mag. 1846 28

Insistente richiesta di preghiere.

26 A Benvenuto da Chiavazza, Roma 28.5.1846 29

Allusioni scherzose alla sua consacrazione episcopale. – Solita causa ecclesiastico-giudiziaria.

27 Nota di cassa, Roma marzo-maggio 1846 30

Entrate-Uscite private di M.

28 A Giacomo Filippo Fransoni, Alessandria 17-19.6.1846 30

Arrivo ad Alessandria. – Progetto di viaggio per la via del Nilo. – Richiesto un quarto missionario: Felicissimo da Cortemilia. – Parere negativo circa la demolizione della chiesa pericolante di /381/ Alessandria e suggerimento di rinforzarla. – Prestigio goduto dalla Chiesa cattolica in Egitto.

29 A Giusto da Camerino, Alessandria 28.6.1846 32

Raccomanda la solita causa giudiziaria. – Ottimo stato di salute nonostante il caldo. – Sollecitare l’invio di Felicissimo da Cortemilia. – Viaggio per la via del Nilo preferibile e già concertato a sua insaputa. – Necessità di fondi dalla Propagazione della Fede di Lione e da Propaganda Fide.

30 A Benvenuto da Chiavazza, Alessandria 28.6.1846 34

Rapporto sul viaggio Roma-Malta-Alessandria con particolari riferimenti alle due ultime città. – Considerazioni pessimistiche sul mondo islamico.

31 A Ferdinando da Lequio, Alessandria 28.6.1846 36

Sguardo pessimistico alla città di Alessandria in particolare ed all’islamismo in generale. – Richiesti sussidi dalla Propagazione della Fede di Lione e di Torino.

32 A Giustino De Jacobis, Alessandria giugno 1846 37

Annunzio del decesso di Gregorio XVI ed elezione di Pio IX.

33 A Venanzio da Torino, Alessandria 9.7.1846 37

Contegno contraddittorio di Giusto da Urbino e misure adottate. – Debito contratto con Propaganda Fide di 1500 scudi. – Sollecitare l’invio di Felicissimo da Cortemilia. – Stato di salute soddisfacente.

34 A Filippo Artico, Alessandria 9.7.1846 38

Incombenze espletate solo in parte per causa della partenza improvvisa. – Ricordi nostalgici e comunione di ministero pastorale. – Raffronti tra i due ministeri. – Impressioni negative sulla città di Alessandria « già Patriarcale famosa del Cristianesimo ».

35 A Antonio de Jessé, Alessandria 9.7.1846 40

Notificazione dell’erezione del Vicariato Apostolico dei Galla e della propria nomina a presiederlo. – Apporto attivo dato alla Propagazione della Fede in Piemonte come iscritto e come vescovo missionario. – Promessa di notizie sulla nuova missione. – Spese preventive di viaggio e richiesta di soccorsi pecuniari.

36 A Paolo Cerruti, Alessandria 14.7.1846 42

Resoconto di amministrazione: spese affrontate e bilancio futuro. – Richiesto al console il prestito di 2000 scudi.

37 A Giovanni Brunelli, Alessandria 18.7.1846 43

Stato positivo della Chiesa cattolica in Egitto sotto l’aspetto religioso-culturale-assistenziale. – Conflitti giurisdizionali tra il vicario apostolico Perpetuo Guasco e la Custodia di Terra Santa, particolarmente riguardo alla costruenda chiesa di Alessandria. – Necessità di un collegio da potersi poi trasformare in seminario ecclesiastico. – Progetti e preparativi nell’imminenza di partire per il Cairo.

38 A Giacomo Filippo Fransoni, Alessandria 28.7.1846 47

Spese per provviste di viaggio e prestito dal console di Sardegna. – Arrivo di Felicissimo da Cortemilia con il sussidio di Propaganda Fide. – De Jacobis, prefetto apostolico dell’Abissinia, proposto al /382/ vescovato. – Crollo della chiesa di Alessandria e pareri contrastanti tra il vicario apostolico ed i superiori di Terra Santa. – Piano di accomodamento e di erezione di un collegio.

39 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 17.8.1846 50

Nuovo piano di viaggio attraverso il Mar Rosso suggerito dalla lunghezza di percorso e dalle micidiali difficoltà climatiche della via dei Nilo. – Percorso Aden-Massaua-Adua e abboccamento con De Jacobis. – Sviluppo della Missione dell’Egitto e necessità di un collegio.

40 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 26.8.1846 52

Ricevuti rescritto pontificio e lettera della congregazione e altre incombenze per la Missione dell’Abissinia. – Viaggio Aden-Adua via Massaua per incontrare i prefetti di Aden e dell’Abissinia. – Conflitto con il console di Sardegna a causa di Felice Vallieri per cui presume un reclamo alla congregazione. – Prove da addursi a suo discarico.

41 A Venanzio da Torino, Cairo 27.8.1846 54

Chiede l’intervento del destinatario in suo favore presso la congregazione nel conflitto con il console di Sardegna. – Viaggio Suez-Aden-Massaua-Adua. – Soccorso finanziario ottenuto dalla Propagazione della Fede di Lione.

42 A Fulgenzio da Carmagnola, Cairo 30.8.1846 55

Stato fisico buono e viaggio Suez-Aden. – Condizione delicata dei consoli europei, legata al comportamento dei loro subalterni, con allusione a quello sardo. – Operosità delle Suore del Buon Pastore, protette dal governo di Sardegna. – Per esse chiede di intervenire presso il re Carlo Alberto.

43 A Antonio de Jessé, Cairo 1.9.1846 57

Gratitudine per la tempestiva generosità del sussidio di 15.000 franchi e per le persone che lo hanno sollecitato.

44 A Pietro Riberi, Cairo 2.9.1846 58

Riconoscenza per avergli ottenuto il sussidio dalla Propagazione della Fede di Lione. – M. solerte propagatore dell’Opera in Piemonte. – Mezzi indispensabili allo sviluppo delle missioni in Oriente.

45 A Giovanni Brunelli, Suez 15.9.1846 59

Esposizione e circostanze determinanti del conflitto tra il vicario apostolico dell’Egitto e l’Ordine degli Osservanti, spalleggiato dalla Custodia di Terra Santa. – Probabili ricorsi di laici bene informati a Propaganda Fide. – Isolamento del vescovo. – Conseguenze presso i consolati di Francia e di Sardegna. – Giudizio su Perpetuo Guasco. – In possesso di documenti sulla vertenza con il console di Sardegna. – Viaggio Cairo-Suez e partenza per Aden. – Studio della lingua galla. – Contegno incomprensibile di Giusto da Urbino.

46 A Venanzio da Torino, Suez 15.9.1846 62

Stato e moventi del conflitto M.-Console sardo. – Giudizio sul console e sulla sua amministrazione per conto della congregazione. Viaggio disagiato Cairo-Suez e conseguente malattia dei compagni. – Alto costo della vita in Suez. – Ampia critica al carattere ed alla condotta di Giusto da Urbino. – Variante al viaggio Suez-Gedda.

/383/

47 A Evangelista da Chivasso, Suez 18.9.1846 65

Viaggio Cairo-Suez. – Analisi geografico-politico-economico-religiosa della città di Suez. – Considerazioni bibliche sul passaggio degli Ebrei. – Raccomandazioni e saluti.

48 A Venanzio da Torino, Gedda 10.10.1846 67

Viaggio Suez-Gedda. – Peripezie varie con rischi di naufragi. – Riflessioni umane e spirituali sui pericoli corsi e possibili conseguenze pastorali. – Cordiale ospitalità del cancelliere del consolato francese in Gedda. – Progetto di spedire Giusto da Urbino in Aden e di incontrare De Jacobis in Adua. – Invito ad indagare e quindi a riferirgli le opinioni della congregazione a suo riguardo.

49 A Giustino De Jacobis, Massaua ottobre-novembre 1846 70

Richiesto un incontro per conoscere la via più spedita di passare ai Galla senza urtare la suscettibilità di indigeni e missionari.

50 A Venanzio da Torino, Massaua 3.12.1846 71

Annullata la spedizione di Giusto da Urbino in Aden. – Viaggio Gedda-Massaua. – Preparativi per incontrarsi con De Jacobis che lo previene scendendo a Massaua per accompagnarlo a Gualà. – Difficoltà di corrispondere con l’Europa e necessità di mezzi finanziari. – Ottime prospettive per la nuova missione e valido contributo di De Jacobis. – Notizie sulle buone disposizioni dei singoli missionari e richiesta di preghiere.

51 A Giacomo Filippo Fransoni, Massaua 3.12.1846 73

Rapporto sul viaggio Cairo-Suez-Gedda-Massaua. – Ritocchi a piani precedenti e peripezie di viaggio. – Disposizioni favorevoli al cattolicesimo dell’agente consolare francese in Suez. – Comunicazione epistolare con De Jacobis, pronta risposta di questo e incontro a Massaua. – Ammirazione incondizionata per il prefetto dell’Abissinia. – Piani di penetrazione tra i Galla e condizioni per l’effettuazione.

52 A Pietro Riberi, Massaua 4.12.1846 75

Gratitudine per il soccorso finanziario ottenutogli dalla Propagazione della Fede di Lione. – Alto costo della vita in Abissinia. – Sviluppi sorprendenti della Prefettura dell’Abissinia e mirabile apostolato di De Jacobis. – Consolanti indizi per la nascente missione galla. – Si raccomanda agli associati dell’Opera di Torino.

53 A Giacomo Antonio Asigliano, Massaua 3-4.12.1846 77

Richiesta di preghiere ai compaesani.

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54 A Arnaldo Michele d’Abbadie, Gualà 8.1.1847 78

Fondazione del Vicariato Apostolico dei Galla e lettera di Propaganda Fide per il promotore e fratello del destinatario, Antonio, con il quale desidera incontrarsi per la conoscenza dei paesi galla. – Recapito presso De Jacobis.

55 A Ermenegildo da Villafranca P., Gualà 3.2.1847 79

Disegni della Provvidenza nella penetrazione nei paesi galla attraverso il Mar Rosso. – Insperato aiuto finanziario con lettera accompagnatoria della Propagazione della Fede di Lione. – Dirottamento a Massaua in aiuto alla Prefettura dell’Abissinia, nonostante due rischi di naufragio. – Rapporto epistolare e personale con De Jacobis. – Spostamento da Massaua a Gualà tra l’entusiasmo delle /384/ popolazioni. – Stato religioso dell’Abissinia. – Decadenza dell’abuna Salama ostile e notevole incremento del cattolicesimo. – Movimento favorevole nel clero etiopico. – Ordinazioni ecclesiastiche.

56 A Giovanni Battista Massaja, Gualà 3.2.1847 85

Difficoltà della corrispondenza epistolare. – Viaggio Massaua-Gualà. – Mezzi di trasporto e sistema di riposare. – Basso costo della vita e accoglienze festose avute dalle popolazioni locali. – Ordinazioni ecclesiastiche. – Consolazioni e responsabilità pastorali. – Esortazione alla cura spirituale della propria ed altrui famiglia. – Richiesta di preghiere esplicitamente al vecchio genitore, ricordato con affetto e venerazione, dal quale implora la benedizione paterna.

57 A Luigi Poliedro, Gualà 5.2.1847 87

Spostamenti rischiosi e disagi di vita missionaria. – Viaggio Massaua-Gualà. – Usi, costumi, clima dell’Abissinia. – Speranze per il futuro civile e religioso della nazione. Cristianesimo in Abissinia. – Sviluppo della missione cattolica. – Ordinazioni ecclesiastiche.

58 A Fulgenzio da Carmagnola, Gualà 6.2.1847 89

Opinioni dei correligiosi sulla partenza di M. dal Piemonte per le missioni. – Immutata e nostalgica devozione alla propria provincia monastica di cui loda il prestigio acquistato e l’organizzazione. – Sacrifici compiuti nel doverla abbandonare con vivo desiderio di ritornarvi a missione ultimata. – Protesta di amore all’ordine cappuccino.

59 A Antonio de Jessé, Gualà 8.2.1847 91

Ripete i ringraziamenti per l’aiuto finanziario dell’anno precedente. – Soccorsi portati dall’Egitto a De Jacobis, rimasto privo da due anni. – Esortazione a continuare l’opera di assistenza, anche in mancanza di notizie, per la difficoltà delle comunicazioni ed le distanze enormi tra i Galla e l’Abissinia dove si è suscitato un movimento favorevole al cattolicesimo. – Conferimento di ordinazioni ecclesiastiche in seguito alle quali continuerà il viaggio verso la sua missione, ricca di promesse, dove pure i compagni desiderano entrare.

60 A Giacomo Filippo Fransoni, Gualà 10.2.1847 94

Condizione soddisfacente della Prefettura dell’Abissinia. – Spostamento Massaua-Gualà con soste ospitali in Halai ed altri luoghi. – Colloqui e trattative di preti e capi locali con De Jacobis, sommamente venerato dalle popolazioni. – Collegio dell’Immacolata di Gualà per la formazione del clero nativo. – Intensa attività dei missionari ed in particolare di De Jacobis. – Anticciò retto dal naturalista protestante convertito Guglielmo Schimper. – Stato di anarchia causato dall’usurpazione di potere e dalle guerre. – Quesiti sull’esercizio ministeriale dei preti eretici coniugati ed invalidamente ordinati e proposta la riordinazione segreta dopo una sommaria istruzione. – Indispensabile la presenza sul luogo di un vescovo cattolico, indicato nella persona di De Jacobis. – Ordinazioni già eseguite. – Progetto di addentrarsi nei Galla dopo aver conferito con Antonio d’Abbadie. – Nota di facoltà richieste. – Elenco completo dei chierici ordinati.

61 A Venanzio da Torino, Gualà 10.2.1847 101

Viaggio Massaua-Gualà con assistenza premurosa di De Jacobis e protezione del naìb di Arkiko. – Ascensione del monte Taranta e /385/ visione estatica dell’acrocoro etiopico. – Calorose accoglienze al loro passaggio per merito di De Jacobis. – Conversioni in massa al cattolicesimo. – Collegio dell’Immacolata di Gualà. – Ordinazioni ecclesiastiche, esercizi spirituali, studio della lingua galla. – Progetto di viaggio a Gondar per informarsi sul territorio galla. – Difficoltà di corrispondere con l’Europa e sistema sicuro per ricevere gli aiuti finanziari.

62 A Davide da Pinerolo, Gualà 10.2.1847 104

Esortazione a conservare la vocazione missionaria in attesa della chiamata canonica ufficiale.

63 A Pietro Riberi, Gualà 11.2.1847 105

Antagonismo tra l’Opera della Propagazione della Fede di Francia e d’Italia. – Scelta della Francia, come potenza mondiale, e ruolo delle due nazioni nei disegni della Provvidenza. – Visuali evangelico-universali. – Nefaste conseguenze della « politica evangelica » asservita all’« interesse nazionale ». – Auspicata la concordia. – Santa emulazione tra i cattolici di entrambe le nazioni. – Invito ad abbandonare gli atteggiamenti nazionalistici e settari.

64 A Benvenuto da Chiavazza, Gualà 18.3.1847 109

Commenti alle notizie ricevute sulla provincia monastica piemontese. – Salute precaria di Pasquale da Duno. – Ostacoli alla penetrazione tra i Galla. – Commoventi funzioni di ordinazioni ecclesiastiche degne dei tempi apostolici e condizione religiosa dell’Abissinia. – Personale preparazione di arredi sacri. – Valore della vocazione missionaria e invito a secondarla. – Congiure dell’abuna Salama contro la missione cattolica.

65 A Giacomo Filippo Fransoni, Gualà 22.3.1847 111

Ricevute due encicliche, spedisce copia di lettera precedentemente inviata (Gualà 10.2.1847). – Elenco dei chierici ordinati già spedito. – Ordinazioni in corso. – Strade bloccate dalla guerra tra ras Ali e degiace Ubié. – Benché riluttante De Jacobis è sempre il più degno dell’episcopato. – Richiesta di facoltà. – Ragioni sfavorevoli all’accordo tra il missionario Luigi Montuori CM ed il re di Scioa per ottenere da Roma all’Abissinia un vescovo cattolico manifesto e proposte concrete.

66 A Venanzio da Torino, Gualà 22.3.1847 113

Posta frequente non recapitata e suggerimenti per ovviare all’inconveniente. – Invito di raccomandare alla congregazione due benefattori delle missioni: Giovanni Messarra e Giorgio Serchis. – Giuntogli nulla di quanto spedito. – Suggerimento di appoggiare presso Propaganda Fide la candidatura di De Jacobis all’episcopato, per potersi svincolare dalla missione dell’Abissinia e portarsi nella propria. – Guerra tra ras Ali e degiace Ubiè e persecuzione di abuna Salama. – Ordinazioni ecclesiastiche e spedizioni. – Richiesta di notizie.

67 A Giovanni Maria Pagnone, Gualà 24.3.1847 115

Impressioni di viaggio e di ambienti nuovi in contrasto con quelli europei. – Sbarco e visita in Alessandria, suddivisa in zone araba ed europea. – Promettente sviluppo della missione cattolica dell’Egitto. – Splendore primitivo e degradazione susseguente dell’Abissinia. – Clima ideale e vegetazione lussureggiante dell’altipiano etiopico incolto. – Salgemma. – Temperatura torrida di Massaua. – Fauna. – Etnologia. – Ospitalità. – Carovita. – Valore e caratteristiche /386/ del tallero. – Governo ed amministrazione. – Rivalità tra i capi del Tigre e dell’Amara e scorribande di predoni. – Alta reputazione acquisita dai missionari che ottengono la restituzione spontanea della refurtiva. – Futuro di speranza fermentato dalla religione. – Sguardo retrospettivo sull’antico splendore civile e religioso dell’Oriente.

68 A Venanzio da Torino, Gualà 25.5.1847 119

Guerra tra ras Ali e degiace Ubiè ostacolo insormontabile alla penetrazione nei Galla. – Occultamento di oggetti e fuga su di un’amba impervia. – Predoni trattenuti dai saccheggi dall’autorità morale di De Jacobis. – L’abuna Salama in disgrazia presso i capi locali. – M. si ripromette da Antonio d’Abbadie ampie e tempestive informazioni sui popoli Galla. – Discreto possesso della lingua amara. – Lingua galla. – Progetti vari.

69 A Giacomo Filippo Fransoni, Gualà 25.5.1847 121

Provincia dell’Agamien nell’anarchia e strade bloccate dalla guerra. – Scarsità di viveri. – M. annuisce all’ordine di prolungare il suo soggiorno in Gualà. – Scienza « niente affatto ordinaria » di De Jacobis ed eccezionale ascendente sugli abissini. – Scapito dell’abuna Salama ed auge della missione cattolica presso degiace Ubiè. – Caso di diacono ammogliato ordinato sacerdote e di altri. – Arrivo a Gondar di Antonio d’Abbadie da cui spera preziosi ragguagli sui Galla.

70 Ai Missionari dei Galla, Gualà 24.9.1847 123

1º Autorità. – 2º Vita spirituale e mezzi. – 3º Uso parziale delle facoltà concesse al vicario apostolico. – 4º Copia delle facoltà da consultare. – 5º « Missa pro populo ». – 6º Registri di battesimi, cresime, matrimoni, defunti. – 7º Rituale latino. – 8º Studio dei preesistenti culti cristiani da inviarsi al superiore. – 9º Circostanze determinanti per l’uso del rito etiopico. – 10º Evitare un notevole tempo di separazione tra i missionari. – 11º Scelta del compagno indigeno da avviare poi al sacerdozio – 12º Creazione di un seminario ecclesiastico. – 13º Registro cassa. – 14º Diario. – 15º Comunicazione al superiore dei bilanci e degli avvenimenti. – 16º Autorità in caso di decesso del superiore.

71 A Antonio d’Abbadie, Gualà 6.11.1847 127

Caso di una lettera, indirizzata a M., finita in mano all’abuna Salama: supposizioni e provvedimenti precauzionali. – Felicitazioni per l’arrivo dell’esploratore in Adua. – Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco lo accompagneranno dopo l’apertura delle strade ed il deftera Abebaju lo raggiungerà in seguito. – Libro richiesto dal destinatario e altro a sua disposizione. – Motivi della forzata permanenza di M. in Gualà. – Prospettiva di incontrare in Adua il fratello, Arnaldo Michele d’Abbadie.

72 A Antonio d’Abbadie, Gualà 8.11.1847 129

Ancora in attesa di risposta da De Jacobis. – Libro trascritto dal deftera Abebaju conforme all’originale. – Desiderio di conoscere il terzo fratello, Carlo d’Abbadie, prima del rientro in Europa.

73 A Felice da Lipari, Gualà 18.11.1847 129

Congratulazioni per l’elezione del destinatario a procuratore generale dell’ordine. – Elogi alla personalità dell’eletto. – Entità e responsabilità della carica con particolare riferimento alle missioni, « oggetto di primo interesse per qualunque Ordine Religioso, e per /387/ la Chiesa di Cristo ». – Considerazioni sull’attività di evangelizzazione. – Fiducia nell’eletto. – Santa ostinazione di De Jacobis nel ricusare l’episcopato.

74 A Giacomo Filippo Fransoni, Gualà 19.11.1847 132

Vani tentativi per indurre De Jacobis ad accettare la carica e suggerimento di « un formale precetto di cotesta S. Sede ». – Risoluzione di M. di lasciare temporaneamente l’Abissinia per visitare le tribù Azzabo-Galla. – Convalidazione delle precedenti ordinazioni ecclesiastiche. – Avviso di un suo viaggio in Europa in « caso di grande utile per la Missione ». – Primi colloqui con Antonio d’Abbadie. – Opportunità di definire le limitrofie del Vicariato dei Galla e della Prefettura dell’Abissinia e vaglio dei progetti. – Armistizio tra ras Ali e degiace Ubiè e condizione sfavorevole all’abuna Salama. – Spedizione di copia dei Ricordi ai Missionarii Galla (cf. 70/123-127). – Probabile ripensamento di De Jacobis circa l’episcopato.

75 A Giacomo Filippo Fransoni, Massaua 20.12.1847 136

Caso della lettera, diretta a M. e caduta in mano all’abuna Salama, causa della persecuzione contro la missione cattolica. – Esilio di M. decretato da Ubiè, poi revocato. – Fatto della deputazione a Roma per ottenere un vescovo cattolico all’Abissinia, patrocinata dal re di Scioa e dal ras di Gondar, dietro suggerimento di Luigi Montuori CM: d’accordo con De Jacobis, M. sostiene l’opportunità di un vescovo, ma occulto, per scongiurare il pericolo di una persecuzione. – Ultime schermaglie di De Jacobis per sottrarsi alla dignità vescovile da risolversi con « un comando superiore ». – Duplice itinerario per raggiungere i popoli galla. – Progettato invio di Felicissimo da Cortemilia al Capo Orfui in ricerca di un punto sicuro fuori dell’Abissinia. – Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco si sono avviati a Gondar. – Tentativo di raggiungere i Galla da due punti.

Da inserire qui il → n. 1216 degli Scritti aggiunti

76 A Antonio de Jessé, Massaua 24.12.1847 138

Riconoscenza per l’aiuto pecuniario di 5600 franchi ed elogi all’organizzazione della Propagazione della Fede. – Bilancio del fondo Missione dei Galla. – Spedizioni di Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco e di Felicissimo da Cortemilia. – Popoli galla confinanti con l’Abissinia, frazionati ed in lotta fra loro, e popolazioni galla « migliori » a mezza strada tra questi e la costa somala. – Collegio per il clero nativo in collaborazione con i missionari per arrestare l’islamismo. – Spese incontrate per le due spedizioni accennate e per sé. – Propaganda Fide e la Propagazione della Fede di Lione uniche fonti di finanziamento e M. si rimette alla discrezione del consiglio dell’Opera per erogazione dei fondi alla Missione Galla. – Importanza della diffusione dell’Opera a cui egli collabora con ogni mezzo e di cui è sollecito propagatore.

77 A Pietro Antonio da S. Paolo, Massaua 24.12.1847 141

Notizie della sua missione.

78 A Giustino De Jacobis, Massaua dicembre 1847 141

Angherie sofferte dal kaimakan di Massaua e progetto geografico per stabilire i confini tra il Vicariato Apostolico dei Galla e la Prefettura dell’Abissinia.

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79 A Giustino De Jacobis, Massaua 1a metà di gennaio 1848 142

Partenza per Aden con intenzione di ritornare a Massaua ed eseguire gli ordini ricevuti da Roma.

/388/

80 A Felice da Lipari, Aden 18.2.1848 142

Viaggio ad Aden con Felicissimo da Cortemilia di cui non crede conveniente informare Propaganda Fide. – Si è così sottratto alla pubblicità dell’Abissinia. – De Jacobis non necessita del suo ministero. – Particolari sul futuro viaggio allo Scioa e richiesta a quel re di un salvacondotto per i suoi stati. – Progetto di esplorazione del Capo Orfui da cui inoltrarsi nello Scioa o di ritorno a Massaua per raggiungere i Galla dall’interno « come semplice viaggiatore ». – Sorpreso da dubbi ed angustie si abbandona ai disegni segreti della Provvidenza e chiede il sostegno fraterno della preghiera.

81 A Felice da Lipari, Aden 28.3.1848 144

Fallimento di tentativi e mancanza di notizie dai compagni. – Viaggio Gualà-Massaua-Aden e ragioni che l’hanno determinato. – Richiesta di scorta al re di Scioa, favorevole ai cattolici, per entrare nei suoi domini e morte repentina del sovrano. – Scelto il partito di ripassare il mare ed inoltrarsi nello Scioa con le carovane, piuttosto che rientrare a Massaua: questo dopo l’attesa di 15 giorni della risposta dalla Scioa. – Coraggio apostolico e fiducia nella Provvidenza. – Richiesta di medaglie papali.

82 A Felice da Lipari, Aden 25.4.1848 147

Fosco ritratto di Antonio d’Abbadie in seguito a lettere di Giusto da Urbino e Guglielmo Schimper di cui trasmette gli originali. – Tradimento della missione cattolica ed abuso dell’ospitalità ricevuta in Gualà da parte dell’esploratore e rifiuto di M. di accompagnarsi con lui ad Adua. – Fermo proposito di M. di raggiungere i Galla dalla costa, mentre Cesare da Castelfranco vi è già penetrato dall’Abissinia e Giusto da Urbino si trova ancora in Adua. – Con Felicissimo da Cortemilia ha già appreso le lingue amara e galla e intende erigere in Zeila « uno stabilimento per l’educazione, e per i trasporti ». – Ritorno sul caso d’Abbadie presentato per dovere d’ufficio, rimettendolo alla discrezione del destinatario.

83 A Perpetuo Guasco, Aden 28.4.1848 149

Cessata la persecuzione eretica contro la missione dell’Abissinia.

84 A Giacomo Filippo Fransoni, Aden 29.5.1848 149

Calma nella missione dell’Abissinia. – Viaggio Massaua-Aden con Felicissimo da Cortemilia in esplorazione del littorale. – Popolazioni islamiche sulla costa, cristiane nello Scioa, pagane nei Galla. – Progetto di inoltrarsi sulla strada Zeila-Ankober. – Supplica a Pio IX per ottenere l’appoggio del governo inglese che domina da Aden sulle coste. – Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco già nei paesi galla. – Il sacerdote profugo Luigi Sturla accolto come missionario anche se estraneo all’ordine cappuccino. – M. disposto a ricevere come collaboratore qualsiasi volenteroso. – Recapito di M. segnalato a De Jacobis. – Aden punto preferito per le corrispondenze.

85 A Pio IX, Aden maggio 1848 152

Richiesto l’intervento del pontefice presso l’ambasciatore inglese a Roma per l’autorizzazione di fondare « un qualche Stabilimento in certi punti della costa orientale e meridionale dell’Africa ». – Progetto già presentato e trattato con l’agente politico inglese in Aden.

/389/

86 A Giacomo Filippo Fransoni, Zeila 24.8.1848 153

Ricevuta la lettera della congregazione senza la patente di missionario per Luigi Sturla. – Importanza per la missione delle pratiche avviate presso il governo inglese in seguito alla supplica indirizzata a Pio IX. – Acquisto di stabile in Zeila, punto strategico per il Vicariato Apostolico dei Galla. – Partenza per Massaua con proposito di ritornare ad effettuare parte del versamento.

87 A Antonio de Jessé, Zeila 30.9.1848 155

Progetto per la fondazione di una stazione missionaria in Zeila. – Contratto d’acquisto di stabilire. – Partenza per Massaua e sosta di Domenico da Genova [Luigi Sturla] in Zeila. – Bilancio finanziario dopo l’acquisto e « grave bisogno di soccorso ». – Vantaggi eccezionali.

88 A Giustino De Jacobis, Massaua 9.10.1848 156

Comunicazione dello sbarco a Massaua.

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89 Fede di consacrazione episcopale, Massaua 7.1.1849 157

Consacrazione episcopale del prefetto apostolico dell’Abissinia, Giustino De Jacobis, eletto vescovo di Nilopoli i. p. i. e promosso 1º vicario apostolico dell’Abissinia.

90 A Giacomo Filippo Fransoni, Dalak 11.1.1849 157

Privazione di notizie da cinque mesi. – Spedizione a Zeila di un procuratore per l’acquisto dello stabile. – Rapporto del viaggio Zeila-Massaua e lettera di risposta a Pio IX. – Invio di Felicissimo da Cortemilia nello Scioa via Gondar, latore di lettere ai compagni. – Attività eccezionale di De Jacobis in Massaua in modo particolare con l’erezione di una cappella. – Dintorni di Massaua messi « a sacco e fuoco » dalle truppe di degiace Ubiè. – Fuga da Moncullo e serie difficoltà per De Jacobis che, finalmente, si lascia consacrare vescovo. – Funzione commovente e drammatica per le circostanze in cui si svolse sul lido di Massaua. – Imbarco precipitoso per l’isola di Dalak, mentre il neo consacrato resta sul posto. – Disegni di accedere ai Galla dalla costa e dall’interno o d’intraprendere un viaggio in Europa per assicurarsi appoggi ed aiuti.

91 A Federico de Falloux, Massaua 22.2.1849 160

Esigenza di un istituto di educazione per l’Abissinia. – L’assenza di un governo regolare impone che l’edificio venga eretto sulla costa di Massaua sotto l’egida di una potenza europea. – Ottime disposizioni degli abitanti locali. – Realizzazione intralciata dal monopolio di nazioni europee (inglese). – Invito al governo francese di appoggiare l’iniziativa adempiendo « cette mission qu’elle tient de la Providence divine », diversamente ne scapiterà pure il commercio. – Piano concreto di occupazione di alcuni punti sulla costa per influire nell’interno dell’Abissinia. – Vantaggi religiosi e commerciali.

92 Fede di ordinazione sacerdotale, Massaua 4.3.1849 162

Ordinazione sacerdotale di abba Tekla-Alfa, capo dei monaci del Tigre.

93 A Venanzio da Torino, Massaua 1.6.1849 162

Ricevute due lettere. – Recapito epistolare in Aden, dove ha trattato l’unione della Prefettura Apostolica di quella missione al Vicariato /390/ Apostolico dei Galla con Marco Gradenigo OSM, al quale spetta l’iniziativa di presentare la questione a Roma, mentre M. resta in attesa delle disposizioni superiori. – Decisione ardita, contro il parere di De Jacobis, di raggiungere i compagni « ad ogni costo anche di perdere la vita », però assillato dal rischio di compromettere la missione dell’Abissinia. – La grazia di Dio sostegno nelle angustie dell’apostolato. – Previsioni pessimistiche sull’intervento sollecitato da Pio IX presso il governo inglese. – Ancora ignota la sorte di Felicissimo da Cortemilia dopo la partenza da Gondar per lo Scioa. – Corrispondenza impedita e organizzazione di una curia... « divenuta incuria », irrealizzabile per i frequenti spostamenti. – Partenza da Massaua per l’interno.

94 A degiace Ubiè, Awaziem 19.6.1849 164

Svelata la sua qualità di vescovo sotto le mentite spoglie del mercante Antonio e richiesta di un salvacondotto per attraversare gli stati del destinatario.

95 A Giustino De Jacobis, Awazien 19-20.6.1849 165

Ricevimento al campo militare di Ubiè e proseguimento del viaggio sotto scorta.

96 A Luigi Sturla, Gondar 25.7.1849 165

Spedizione di lettere in Aden. – Viaggio da Massaua al campo di Ubiè « in qualità di semplice viaggiatore » e contro il parere degli amici, per « chiedergli la sua assistenza nel viaggio » attraverso i suoi domini. Trepidazione angosciosa durante gli interrogatori preliminari all’udienza. – Il degiace intuisce la personalità del viaggiatore e le ragioni del colloquio richiesto. – Accoglienza cordiale e diplomatica con regalo e lettera accompagnatoria. – Proseguimento del viaggio, nonostante gli inviti di rimanere al campo, sotto la scorta di un accompagnatore da cui conosce l’ammirazione di Ubiè per M. e per De Jacobis. – Vie misteriose di Dio.

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97 A Giustino De Jacobis, Waggarà febbraio 1850 169

Decisione di un viaggio in Europa per le esigenze gravi della sua missione.

98 Lettera di Leone des Avanchers, Massaua 12.3.1850 169

Incaricato da M. di redigere la relazione del viaggio da Massaua nell’interno dell’Abissinia. – Stato politico-religioso-geografico dell’isola e dell’altipiano. (p. 169) – Ragioni della persecuzione scatenata dall’abuna Salama e della scomunica contro M. e fatto determinante della lettera caduta nelle mani del vescovo eretico. (p. 170) – Fuga su di un’amba inaccessibile. – Assalto alla missione e protezione celeste. (p. 171) – Viaggio di M. in Aden e lungo la costa somala. – Stato politico-religioso-geografico di Aden. – Assalto al Collegio di Gualà e fuga dei chierici in Alitiena. (p. 172) – Approdo a Massaua. (p. 173) – Vertenza sul territorio di Arkiko tra il governatore egiziano e quello abissino che lo invade. – Incendio e saccheggio di Moncullo, fuga a Massaua, consacrazione di De Jacobis. – Ordinazione ed apostolato di abba Tekla-Alfa. (p. 174) – Viaggio di M. al campo militare di degiace Ubiè e ottima accoglienza. (p. 175) – Passaggio del Takazzé ed entrata in Gondar dietro pagamento di 100 talleri al nagadaras. (p. 176) – Splendore e decadenza della città imperiale di Gondar. – Al campo di ras Ali dopo il curioso e rischioso traghetto del Nilo. (p. 177) – Descrizione del campo e ricevimento del ras, nato cristiano e cresciuto /391/ con educazione mussulmana. – Usi di corte. – Giustizia: legge del taglione. (p. 178) – Partenza dal campo e ritorno faticoso al mare attraverso incendi di boschi. – Arrivo a Moncullo. – Ripartizione del territorio Galla tra i missionari, (p. 179).

99 A Giustino De Jacobis, Massaua marzo 1850 180

Notizia della conversione e morte del greco-protestante Stefano, addetto al consolato inglese.

100 A Lorenzo Biancheri, Suez 17.6.1850 180

Fuggevole incontro con il destinatario a Suez. – Lettera di questo sulle decisioni prese da Propaganda Fide. – Necessità di definire segretamente i rapporti giurisdizionali dei vicariati galla ed abissino. – Disposizione di M. di sottostare come coadiutore a De Jacobis cui affida interinalmente la direzione dei missionari dei Galla. – Posizione di Giuseppe Sapeto, già missionario lazzarista.

101 A Giustino De Jacobis, Suez 17.6.1850 182

Rammarico e ragioni della brevità dell’incontro con Lorenzo Biancheri a Suez. – Decisioni di Propaganda Fide comunicategli per lettera dal missionario. – Clausole indispensabili a chiarire le decisioni. – De Jacobis autorizzato a reggere i missionari dei Galla fino al ritorno di M. dall’Europa, senza variare le disposizioni già date ai singoli. – Assicurazione di accordo perfetto con De Jacobis fino a considerarsi « come di Lei figlio ».

102 A Giacomo Filippo Fransoni, Suez 18.6.1850 184

Nuovamente costretto a lasciare l’Abissinia, M. trova a Massaua Leone des Avanchers, missionario « inaspettato », con il quale si reca in Aden. – Ministero in quella stazione missionaria e malattia di Luigi Sturla. – Imbarco per l’Europa. – A Suez incontro con Lorenzo Biancheri che gli comunica per lettera le decisioni della congregazione. – Copie di lettere di M. a Biancheri e a De Jacobis sulle rispettive giurisdizioni vicariali. – Missione di Aden fornita di personale. – Permesso di visitare Gerusalemme.

103 A Domenico Meynis, Marsiglia 22.7.1850 185

Scritto recapitato tramite il sacerdote Luigi Poyet, compagno di viaggio. – Brama ineffettuabile di recarsi alla Propagazione della Fede di Lione per la « grande premura » di rendere conto della sua missione alle supreme autorità di Roma. – Intento di passarvi al ritorno e presentare una relazione particolareggiata. – Lettera di Leone des Avanchers compilata con notizie fornite da M. (cf. 98/169-180). – Missione di Aden aggregata al Vicariato Apostolico dei Galla.

104 A Alessandro Barnabò, Roma 17.8.1850 186

Risposta ritardata di lettera della congregazione. – Disponibilità a ricevere i due missionari della Missione del Sennar, che non deve abbandonarsi per la sua posizione centrale in Africa, « a condizione che i medesimi siano disposti a ricevere qualunque destinazione ». – Futuro incontro con essi Nel testo a stampa, in questi sunti si usa a volte la forma Kartum, a volte Khartum. Per uniformità in quest’ed. elettronica ho preferito mantenere sempre la seconda. a Khartum al suo rientro in Abissinia per la via del Nilo. – Disposizioni date a Perpetuo Guasco, vicario apostolico dell’Egitto, di soccorrerli. – Notizia appresa in Alessandria dell’arrivo in Cairo di uno di essi che proseguirà per Roma.

/392/

105 A Giacomo Filippo Fransoni, Roma 22.8.1850 187

Richiesto, a nome dell’arcivescovo di Pisa e di altri presuli toscani, il titolo di « Missionario apostolico ad honorem » per Andrea da Pienza OFMCap.

106 A Alessandro Barnabò, Roma 24.8.1850 188

Condizione dei cristiani dell’Egitto oppressi dal fanatismo islamico del Nel testo a stampa, in questi sunti si usa a volte la forma kedive, a volte khedive, anche accentata khedìve. Per uniformità in quest’ed. elettronica ho preferito mantenere sempre la seconda, non accentata. khedive Abbàs pascià. – Chiusura degli istituti di educazione retti da europei, ai quali restano precluse le cariche con conseguente privazione di mezzi e minaccia d’esilio. – Posizione delicata dei vescovi nei riguardi dei perseguitati. – Chiesto l’intervento del sommo pontefice presso le potenze cattoliche, per indurle ad inoltrare dispacci diplomatici al governo egiziano. – L’intervento della Santa Sede « incontrerebbe la simpatia universale ».

107 A Fulgenzio da Carmagnola, Roma 27.8.1850 189

Umili sentimenti di risposta ad una lettera presumibilmente elogiativa. – Attività missionaria ridotta a « un mese di catechismo ». – Sorte quantitativamente e moralmente deplorevole degli « infedeli », responsabilità degli evangelizzatori, obbligo di preghiere per tutti. – Improbabile visita in Piemonte. – Elogio alle iniziative dei parrocchiani di Torino-Madonna di Campagna e del loro parroco in favore delle missioni. – Ricordo dell’amico Benvenuto da Chiavazza OFMCap.

108 A Giacomo Filippo Fransoni, Roma 31.8.1850 191

Esame e rilievi positivi sulla relazione di Lorenzo Biancheri CM comunicatagli da Propoganda Fide. (p. 191) – Eresia eutichiana pressoché universale in Abissinia. – Popoli Galla propriamente infedeli e loro estensione. – 1º Azabo-Galla. (p. 192) – 2º Eggio-Galla. – 3º Hurru-Haimanon. – 4º Uollo-Galla. – 5º Hayk. – 6º Uorro-Kallo. (p. 193) – 7º Lebambo. – 8º Adera-Villi. – 9º Borena-Galla. (p. 194) – 10º Gudrù. – 11º Gemma. – 12º Hamurru-Galla. – 13º Liban. – 14º Ennerea. (p. 195) – 15º Kaffa. – 16º Gengirò. – I mussulmani costituiscono i due terzi dei Galla. (p. 196) – Straordinaria influenza dei mussulmani. – Esercito e politica. – Politica mussulmana del ras. (p. 197) – Permanenza di M. al campo militare di ras Ali e conversazioni (p. 198). – Prevalenza di mussulmani in Scioa. – Danni incalcolabili dell’islamismo tra i Galla. – Alleanza copto-islamica contro i cattolici. (p. 199) – Rapporti dei Galla con l’Abissinia. – Adattamento al rito abissino con il « sistema quasi omeopatico » di « ebraizzare nelle cose di diritto puramente ecclesiastico per latinizzare tutto il mondo nella fede ». (p. 200) – De Jacobis proposto come vescovo unico dell’Abissinia con vescovi coadiutori. – M. disposto per primo a dichiararsi coadiutore. – Favorire i principati galla, retti da principi mussulmani, con istituti di formazione culturale e morale. – Designazione di Cesare da Castelfranco alla loro evangelizzazione. – Disegno politico d’isolare l’islamismo, favorendo i principi cristiani, senza però urtare l’abuna Salama. (p. 201) – Disegno religioso di diffusione di stampati apologetici per la confutazione del Corano e la dimostrazione geografica sull’espansione della religione cattolica. – « Astenersi dalle cose clamorose atte a tirar l’attenzione e risvegliare le passioni dei nemici », quindi evitare l’imposizione di un vescovo cattolico palese per l’Abissinia. (p. 202) – Affezionarsi i copti dell’Egitto per liberarsi dell’abuna Salama. – Richieste istruzioni particolari di adattamento ai digiuni abissini, in considerazione della salute fisica dei missionari, ed alle feste in uso nei paesi di missione. (p. 203) – Riflessioni sulla invalidità delle ordinazioni eretiche. – Preparazione di ottimi /393/ sacerdoti per ciascuna chiesa. – Pubblicazione di libri apologetici in lingua amara per sfatare errori locali. – Traduzione di uno scritto di S. Leone Magno. (p. 204) – Tradurre il pontificale e il rituale romano in lingua ghez per una maggior comprensione del testo liturgico, e incarico a Giusto da Urbino. – Dotto abissino da inviare a Roma per la traduzione e la revisione degli scritti da pubblicarsi. (p. 205).

109 A Alessandro Barnabò, Roma 8.9.1850 206

Rilievi sui rapporti di due missionari dell’Africa Centrale. – Non del tutto aderente alla realtà quello di Ignazio Knoblecher, più positivo l’altro di Giuseppe Repetti SI. – Centralità della missione nel continente africano, indicata come ragione per tenere la missione e dotarla di scuole e di istituti di beneficenza. – Suggerimento a seguire benevolmente le iniziative di Ignazio Knoblecher, sostenuto dal governo austriaco, e dotato di apprezzabili qualità. – Proposito di passare in Khartum nel suo rientro in Africa.

110 A Alessandro Barnabò, Roma 19.9.1850 208

Richiesta di libri per la missione di Aden.

111 A Giacomo Filippo Fransoni, Roma 21.9.1850 208

Esposizione etnico-politico-religiosa « dei paesi principali situati sulle coste di qua e di là del Mare Rosso e del Golfo di Aden e del littorale che separa il Golfo di Aden dal grand’Oceano delle Indie, sino al di là della linea equinoziale ». – Suez. (p. 209) – Cosseira. (p. 210) – Suakin. – Massaua. (p. 211) – Anfila. – Hett. – Tagiurra. (p. 212) – Zeila. (p. 213) – Berbera. (p. 214) – Aden. (p. 215) – Moka. (p. 217) – Hodeida. – Confida. – Gedda. (p. 218). – Jambo. – Tor. – Guardafui. – Ras-Affon. – Brava. (p. 220) – Melinda. – Zanzibar. – Osservazioni sull’Africa (p. 221): popolazione e avanzata dell’islamismo, favorito dai mercanti, che ostacola il cristianesimo e detiene il monopolio del commercio. (p. 222) – Metodo di evangelizzazione dell’Africa con istituti d’istruzione e di educazione eretti sulle coste dove si svolge il commercio e sotto l’egida di una potenza cristiana. – Diffusione del cristianesimo dalla costa nell’interno attraverso i giovani cristiani istruiti. – De Jacobis esemplare di evangelizzatore. – Istituti da erigersi pure in altri punti dell’Africa. (p. 223) – Iniziative da proporre al governo francese ed alla Società francese per l’Africa. – Indispensabile la protezione di qualche potenza straniera. – Favore della Santa Sede. – Disegni futuri. – Fondazione di un ospizio missionario in Suez. (p. 224).

112 A Alessandro Barnabò, Roma 28.9.1850 225

Istanza di mediazione diplomatica del sommo pontefice presso il governo francese.

113 A Pio IX, Roma 29.9.1850 225

Richiesta di decorazione pontificia per Giovanni Messarra, benefattore delle missioni cattoliche.

114 A Alessandro Barnabò, Roma 12.10.1850 226

Caso del missionario dei Galla, Cesare da Castelfranco, stabilito in Tedbabe-Mariam, capitale del principato Amara di appartenenza al Vicariato Apostolico dell’Abissinia. – Ordine temporaneo di rimanere. – Proposta di unire il paese al Vicariato dei Galla.

/394/

115 A Alessandro Barnabò, Roma 19.10.1850 227

Richiesta di libri e di sussidio finanziario.

116 A Alessandro Barnabò, Roma 19.10.1850 228

Istanza di quattro facoltà canoniche, tre delle quali comunicabili ai sudditi missionari.

117 A Giacomo Filippo Fransoni, Lione 25.11.1850 229

Viaggio Roma-Marsiglia-Lione. – Sessione di due ore al consiglio della Propagazione della Fede, durante la quale ha esposto l’importanza delle missioni africane e accennato al progetto dell’ospizio di Suez. – Ammirazione per l’attività, l’organizzazione dell’Opera e lo zelo dei dirigenti. – Scambio di visite tra M. e Luigi Fransoni, fratello del prefetto di Propaganda Fide e arcivescovo di Torino, in esilio. – Comportamento edificante del presule durante la visita a M. nel convento OFMCap. di Lione.

118 A Alessandro Barnabò, Lione 25.11.1850 230

Argomenti trattati nell’adunanza del consiglio della Propagazione della Fede di Lione. – Opportunità di un procuratore OFMCap. in Lione per patrocinare presso la Propagazione della Fede gli interessi delle missioni dell’ordine. – Rinnovata richiesta di libri. – Spedita la decorazione pontificia per Giovanni Messarra. – Sollecitata la spedizione dalla Svizzera dei bagagli di Agostino da Alghero, segretario di M. – Partenza per Parigi. – Colloqui sulle missioni con il vescovo di Marsiglia.

119 A Antonio d’Abbadie, Parigi 4.12.1850 232

Scopo del soggiorno parigino – Infruttuose ricerche dell’abitazione dell’esploratore e necessità di un abboccamento. – Recapito di M. – Visita alla curia generalizia CM e prossimo incontro con il conte Carlo di Montalembert.

120 A Leone des Avanchers, Aden 12.12.1850 232

Lettera obbedienziale di Luigi Sturla, vicario generale di M. in Aden, che autorizza Leone des Avanchers a visitare le Isole Seychelles.

121 A Giuseppe Crépin du Havelt, Parigi 15.12.1850 233

Sei incombenze affidate al destinatario da M. presso il governo francese.

122 A Antonio d’Abbadie, Parigi 24.12.1850 234

Lettera accompagnatoria al promesso ragguaglio sulle baie di Hett e di Anfila. – Impressioni riportate nell’udienza di Pio IX insieme al giovane abissino Hailù-Ghiorghis, alunno del Collegio Urbano di Propaganda Fide.

123 Ragguaglio su Hett ed Anfila, Parigi 24.12.1850 234

Posizione etnico-politico-geografico-commerciale dei due porti del Mar Rosso.

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124 A Giuseppe Crépin du Havelt, Parigi 4.1.1851 236

Invito di trasmettere al redattore capo degli Affari Esteri di Parigi, Armando Prospero Faugère, i documenti sulla propaganda mussulmana nelle Indie e nell’Africa.

/395/

125 A Giuseppe Crépin du Havelt, Parigi 8.1.1851 236

Richiesta di passaporto al governo francese sotto il nome materno di Bartorelli. – Raccomandazione per Alessandro Vayssière.

Da inserire qui il → n. 1217 degli Scritti aggiunti

126 A Giacomo Filippo Fransoni, Parigi 31.1.1851 236

Analisi della lettera di Giuseppe Sapeto, ex missionario CM, a Propaganda Fide e del suo autore. – Contatti personali di M. in Massaua e giudizi favorevoli sulla scienza e condotta morale di lui. – Interposizione di M. presso i superiori intesa a mitigarne il rigore e scongiurare inasprimenti nello scrittore. – Progetto di sistemazione nel Guraguè. – Lavori scientifici di Giuseppe Sapeto. – Notizie incontrollabili di sfratto dei missionari dai territori Galla. – Rivalità nel mondo islamico tra la Porta e la Mecca con intromissione dell’Inghilterra. – Minaccia di invasione mussulmana pure in Europa. – Problema di sistemare i missionari espulsi. – Progetti futuri di raggiungere la sua missione in incognito « non lontano dal Gouraguè » e « con tutto il rigore francescano mendicando di porta in porta ».

127 Al Ministero degli Affari Esteri francese 240

Ragguaglio sulla costa dei Somali da Tagiurra a Bab-el-Mandeb governata dallo scerif syr Markeb. – Popolazione mussulmana fanatica sulle coste e nominale nell’interno, anzi avversa agli arabi. – Movimento commerciale da novembre ad aprile. – Zeila capitale: caratteristiche del suo porto e del commercio esercitato. – Strada Zeila-Scioa soggetta a vessazioni da parte dei governanti. – Stato politico. – Berbera, celebre per il suo mercato e porto ideale. – Angherie subite dal mercantile Athène di Brema. – Tentati soprusi anche al Grenouille di Marsiglia. – Diritti campati da syr Markeb.

128 A Giuseppe Crépin du Havelt, Parigi 14.2.1851 242

Atto giuridico con cui M. lo costituisce depositario dei suoi documenti e suo procuratore presso il governo francese per gli affari trattati e in corso a vantaggio della Missione dei Galla e con l’approvazione del Nunzio Apostolico.

129 Progetto in favore degli abissini, Parigi 21.2.1851 243

Abitazione e protezione per gli abissini pellegrini a Gerusalemme. – Pietose condizioni fisico-morali-religiose di essi, costretti al contatto con i mussulmani, i greci ed i protestanti. – L’iniziativa li affezionerebbe alla religione cattolica. – Convenienza di estenderla alle città situate sul percorso del pellegrinaggio. – Realizzazione poco dispendiosa per la frugalità degli abissini e l’esistenza di fondi in Roma. – Ricorso alla « caccia Cattolica » per la raccolta del denaro. – Nomi per il comitato promotore.

130 A Antonio d’Abbadie, Parigi 21.2.1851 245

Gratitudine per la « somma rispettabile » offerta « alla Missione Galla » da ritenersi presso il benefattore « per la formazione delle medaglie di Santi Abissinesi ».

131 A Giacomo Filippo Fransoni, Lione 24.2.1851 246

Attività diplomatica svolta a Parigi ed a Londra. – Denunzia dei pericoli dell’islamismo per il cattolicesimo e scritti sull’argomento, apprezzati e sostenuti dai politici con suggerimento di raccomandarli pure a Roma. – Incertezza cagionata dalla notizia /396/ dello sfratto dei missionari dei Galla. – Progetto di penetrare nel territorio galla « solo, per altra strada, con altro nome, ed in forma di mendicante », dopo un conveniente tempo di attesa delle deliberazioni di Roma. – Fondi finanziari della missione in Egitto presso il vicario apostolico e le Suore del Buon Pastore e a Massaua presso Pasquale da Duno. – Intento di rinunziare alla Missione di Aden dove si potranno temporaneamente impiegare i missionari espulsi dall’Abissinia, con obbligo di dipendere da De Jacobis, « onde distruggere alcune umbre che vi sono tra le due missioni » e conosciute in Parigi. – Spedite copie di tutti i documenti dei piani esposti e lasciati in Parigi per il loro esame e possibile realizzazione. – Assoluto disinteresse, zelo e spirito di sacrificio di M.

132 A Giacomo Filippo Fransoni, Lione fine febbraio 1851 249

Questione dell’ospizio missionario di Suez trattata al Ministero degli Affari Esteri di Parigi. – Ragioni dell’assunzione di Agostino da Alghero OFMCap., già missionario in Svizzera, come segretario. – Ritratto morale di questo missionario al quale sono dovuti rispetto e riconoscenza. – Rinnovata la richiesta della spedizione dei bagagli di lui dalla Svizzera.

133 A Domenico Meynis, Lione 1.3.1851 250

Consegna, con preghiera di restituzione, di documenti diretti a Propaganda Fide, utili ad una pubblicazione negli Annali della Propagazione della Fede.

134 A Pier Maurizio da Cossato, Lione 2.3.1851 250

Risultati dell’attività diplomatica a Parigi ed a Londra. – Domicilio irreperibile del destinatario. – Severo giudizio su di un manoscritto di lui, come privo di valore religioso e scientifico, prodotto letterario di lusso contrastante con il carattere sacerdotale dell’autore. – Incontestabile valore della salvezza delle anime nella vita del sacerdote. – Esortazione alla povertà e semplicità della predicazione cristiano-francescana.

135 A Giovanni Ducos de La Hitte, Parigi 4.3.1851 252

Ringraziamento per l’ottenuto passaggio gratuito e mantenimento sui vapori francesi per Roma e per Alessandria.

136 A Giuseppe Crépin du Havelt, Lione 5.3.1851 252

Caso del consolato francese a Massaua retto da Pasquale da Duno. – Abbondanza di legno Quassio in Abissinia. – Pensione all’albergo di Lione pagata per lui all’arcivescovo di Torino.

137 A Giuseppe Crépin du Havelt, Marsiglia 8.3.1851 252

Elenco di destinatari dello scritto di M. sulla propaganda mussulmana.

138 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 12.3.1851 253

Gratitudine per l’opera svolta dal destinatario in suo favore. – Intenzione di affrettare la partenza per l’Egitto. – Suggerito un arbitrato delle potenze europee. – Il khedive Abbàs pascià strumento politico della Mecca. – Chiesti i ragguagli promessi sui territori dei popoli Galla. – Raccomandazione di assistere il suo procuratore Giuseppe Crépin du Havelt e di salutare gli amici.

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139 A Pier Maurizio da Cossato, Marsiglia 15.3.1851 254

Rettificati i giudizi affrettati e sfavorevoli sul manoscritto del destinatario, espressi in precedenza e basati esclusivamente su quello del censore « niente affatto secondo la giustizia ». – « Merito letterario non ordinario ». – Suggeriti alcuni ritocchi. – Rischi di questo genere letterario che esige l’umiltà dei veri grandi per non cedere a esaltazioni o a depressioni incontrollate. – Allusione al risentimento del destinatario. – Accordo per una comunanza di attività ministeriale e di orazione benché in luoghi lontani e diversi.

140 A Giacomo Filippo Fransoni, Marsiglia 30.3.1851 255

Accenno a lettera precedente e piano per il futuro. – Partenza per Alessandria e per il Cairo dove tratterà interessi finanziari e corrispondenze della sua missione. – Viaggio in incognito lungo il corso del Nilo. – Conveniente la permanenza estiva nel monastero copto di S. Antonio per esaminare da vicino la condotta degli eretici e loro intenzioni nei confronti dei cattolici: perciò chiede « dispense tutte speciali ». – Proseguimento per Khartum e per il Guraguè. – Ragioni per cui non ha trattato questi piani in Roma: per la speranza di aiuti dal governo francese che l’avrebbero consigliato a cambiare l’itinerario e per l’estrema segretezza imposta dal viaggio in incognito. – Dichiarazione esplicita di sentirsi soltanto missionario e di voler essere tale. – Istanza di facoltà canoniche straordinarie da usare « nel caso di estremo bisogno ». – Incarichi lasciati ad Agostino d’Alghero. – Riconoscimenti ufficiali per i suoi benefattori. – Disegno studiato con Arnaldo d’Abbadie « per calmare il furore del Vescovo eretico ».

141 A Pio IX, Marsiglia 31.3.1851 259

Fiducia nel successo dei suoi interventi presso il governo francese, appoggiati dalla Santa Sede. – Considerazione data ai suoi scritti particolarmente a quello « sui pericoli dell’Islamismo ». – Copia « in lingua originale italiana alla Nunziatura di Parigi » e altre destinate a personaggi interessati alla questione. – Impegno di Prospero Armando Faugère e di C. du Havelt. – Successi ottenuti e proposte in esame. – Ragioni della frettolosa partenza per l’Africa senza ripassare a Roma. – Benedizione papale implorata per la riuscita dell’« operazione scabrosissima ».

142 A Giacomo Filippo Fransoni, Marsiglia marzo 1851 260

Nota accompagnatoria per l’invio di lettera interessante la congregazione.

143 Al consiglio centrale della Propagazione della Fede 261

Utilità della Propagazione della Fede e impegno di M. nel propagarla in Piemonte. (p. 261) – Primo provvidenziale finanziamento dell’Opera in favore della missione galla, sollecitato da lettera di M. – Entusiasmo suscitato nei missionari da questo interesse. – Motivi del mancato invio di notizie sulla missione. (p. 262) – Seconda sovvenzione e nuovi motivi di riconoscenza e di encomio per l’Opera e per i dirigenti. (p. 263) – Progresso lento della missione per via delle persecuzioni. – Conversione di due galla, chiamati nel battesimo Pietro e Paolo, e dello scrivano di Antonio d’Abbadie, il deftera Abebaju. (p. 264) – Prima attività evangelizzatrice con la conversione di quattro servi. – Spostamenti e fermata in Guradit « per catechizzare i pastori » con ottimi risultati. – Traghetto del fiume Bascilò. (p. 265) – Sosta in Tedbabe-Mariam presso Giusto da Urbino e Cesare da Castelfranco favoriti /398/ dal capo cristiano del luogo. – Visita ad altri principati galla, retti da mussulmani, con popolazione in parte cristiana, oppressa, priva di chiese e di preti. – Condizione del centro cristiano di Tuotala e cordiale accoglienza degli abitanti che lo vogliono trattenere. (p. 266) – Altri spostamenti ed ostacoli all’evangelizzazione. – Protezione per i cristiani richiesta invano a ras Ali. – Catechesi e ministero assicurati in Tuotala dalla segreta presenza di un missionario. – Ritorno a Guradit e consolante profitto della precedente catechesi. – Conversioni dello schiavo Morka, battezzato con il nome di Giovanni, e di altri. (p. 267) – Rientro a Massaua. – Grave malattia, conversione dal protestantesimo e morte del greco Stefano, addetto al consolato inglese di Massaua. (p. 268) – Apostolato in Aden. – Attività ministeriale di M. nell’Abissinia, particolarmente con il conferimento di ordinazioni ecclesiastiche. (p. 269) – Consacrazione episcopale di De Jacobis ed elogi allo zelo di lui. – Umile confessione degli esigui risultati personalmente ottenuti. – Conversioni in massa nelle tribù della missione abissina che « si scosse alla voce dell’Apostolo De-Jacobis, e talmente si scosse, che spaventò il gran colosso emulo, e nemico, l’Abuna, o Vescovo Eretico ». (p. 270) – Persecuzioni e scomuniche dell’abuna Salama contro la missione cattolica. – Continuo martirio della vita missionaria. – Motivi di conforto e di fiducia riposti nella Propagazione della Fede. – Gratitudine espressa con la celebrazione di SS. Messe. (p. 271) – Sguardo sommario sull’Africa, sull’Abissinia, sui Galla. – L’attività cattolica, baluardo contro l’islamismo, ostacolata dalle eresie copta e protestante. – Fiducia in una « crisi di salute », favorevole alla missione. (p. 272).

144 A Giuseppe Crépin du Havelt, Marsiglia 1.4.1851 273

Imbarco per Alessandria. – Agostino da Alghero incaricato di trattare presso la Santa Sede gli affari della missione. – Armando Prospero Faugère traduttore ed interprete degli scritti diretti al destinatario. – Esortazione ad impedire la nomina di Prax ad agente consolare francese di Massaua. – Ringraziamenti e saluti.

145 A Agostino da Alghero, Alessandria 18.4.1851 273

Escursione di un missionario di Khartum sul Nilo Bianco con probabile sconfinamento nel territorio di giurisdizione del Vicariato dei Galla.

146 A Giuseppe Crépin du Havelt, Alessandria 18.4.1851 274

Navigazione Marsiglia-Alessandria. – Ragioni dell’improvvisa partenza: sfratto dei suoi missionari e crollo della chiesa in legno di Aden. – Disagio del missionario di Aden per il quale invoca, in via eccezionale, una sovvenzione urgente. – Percorso del Nilo per giungere alla sua missione. – Recapito presso Perpetuo Guasco. – Sistema apostolico di viaggiare. – Attesi riscontri da Roma « sugli affari trattati a Parigi ». – Marina francese in navigazione nel Mar Rosso. – Raccomandazione per un luogotenente di vascello.

147 A Armando Prospero Faugère, Alessandria 18.4.1851 276

Accenno alla lettera precedente diretta a C. du Havelt. – Navigazione e dimora in Egitto. – Rifiuto del console francese a favorirgli il benestare per ottenere il firmano del khedive dell’Egitto. – Tensioni politiche tra l’Egitto e la Porta Ottomana con l’arbitrato diplomatico del console generale inglese. – Calma apparente. – Omicidio di un arabo invendicato. – Probabilmente erronee le notizie dell’estromissione dei sudditi dai territori di missione. – Rafforzamento politico della Porta in Massaua. – Navigazione da /399/ Marsiglia in compagnia di Arnaldo d’Abbadie, amico del degiace Berrù-Gosciò, con il quale ha progettato un piano « sulla maniera di salvare l’Abissinia ».

148 A Giacomo Filippo Fransoni, Alessandria 19.4.1851 277

Sbarco ad Alessandria e disguido di « un grosso piego proveniente dall’interno dell’Abissinia », spedito a Roma. – Crollo del tetto della chiesa di Aden e brutta condizione di quel missionario. – Contributo personale per l’inizio di una nuova costruzione in muratura e richiesta di sussidi dalla Francia. – Perpetuo Guasco depositario dei fondi in Egitto. – Sconsigliate le variazioni nell’amministrazione. – Missionario di Khartum sconfinato in zona appartenente al Vicariato Apostolico dei Galla e atteggiamento di M. conforme ad « ogni disposizione dei Superiori, contento che si lavori per la conversione dei poveri africani ». – Partenza per la via del Nilo appena ricevuto il piego.

149 A Giusto da Urbino, Alessandria aprile-maggio 1851 279

M. si dichiara ingannato dalle dicerie degli abissini sul conto di Antonio d’Abbadie.

150 A Giacomo Filippo Fransoni, Alessandria 4.5.1851 279

Cesare da Castelfranco e Felicissimo da Cortemilia cacciati dal paese Amara. – Ordine dato al primo di « passare più avanti nei paesi Galla situati al di là del Gojam ». – Il secondo missionario già disceso in Massaua. – Piano di viaggio Aden-Cosseira-via del Nilo. – Motivi dello scarso entusiasmo dimostrato alla proposta di accettare nella sua missione i dipendenti da quella di Khartum. – Inconvenienti provocati dalle perlustrazioni di Leone des Avanchers nelle Isole Seychelles, di giurisdizione del vescovo dell’Isola Maurizio. – Giudizio su Leone des Avanchers: « quanto è zelante e buono di costumi, altrettanto è ragazzo ». – Accordo con un signore francese [Arnaldo d’Abbadie] « di trattare col Vescovo eretico una tregua alla persecuzione » contro la missione cattolica e condizioni poste. – Puntata ad Aden. – Spedizione a Roma di lettere provenienti dall’Abissinia. – Seguito dei contrasti tra l’Egitto e la Porta.

151 A Giuseppe Crépin du Havelt, Alessandria 7.5.1851 282

L’esilio dei suoi missionari lo costringe a recarsi prima in Aden per decidere pure della ricostruzione della nuova chiesa. – Richiesta di 10.000 franchi e lettera di Cesare da Castelfranco. – Promessa del cardinal prefetto di favorire i piani presentati da M. in Parigi.

Da inserire qui il → n. 1218 degli Scritti aggiunti

152 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 21.5.1851 283

Conflitto tra Leone des Avanchers ed il governo inglese. – Ritratto del missionario e giudizio sfavorevole. – Sospensione a Divinis. – Suggerimento di rimandarlo in Europa. – Conseguenze anche per la Missione di Aden. – Umile dichiarazione di fallimento di « tutte le operazioni fatte » con proposito di dedicarsi esclusivamente all’attività missionaria.

153 A Guglielmo Bernardo Collier, Cairo 23.5.1851 284

Sconfinamento di Leone des Avanchers, missionario dei Galla, nelle Isole Seychelles, probabile territorio del destinatario, e conflitto con il governo inglese. – Avviso dato a Propaganda Fide. – Sospensione a Divinis per il missionario, da lasciarsi, per l’applicazione, alla discrezione dell’Ordinario. – Scuse per l’increscioso /400/ incidente che non si sarebbe verificato se M. fosse stato sul luogo e comprensione per la buona fede del missionario.

154 A Leone des Avanchers, Cairo 23.5.1851 285

Rammarico per il viaggio del destinatario alle Isole Seychelles. – Riferito il caso a Propaganda Fide. – Rimprovero per « la temerarietà di sostenere una lotta perfettamente arbitraria, contro l’Ordinario e contro il governo, abusando del nome di M. e della S. C. di Propaganda ». – Intimazione della sospensione a Divinis fino all’abbandono dei luoghi vietati, raggiunti in modo « più puerile che malizioso ».

155 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 24.5.1851 287

Presentazione di copia delle lettere sulla vertenza delle Isole Seychelles, indirizzate al vescovo dell’Isola Maurizio ed a Leone des Avanchers, sottoponendole al giudizio di Propaganda Fide. – Corso diplomatico dell’istanza presentata da M. a Pio IX in favore dei cristiani oppressi dal khedive dell’Egitto, Abbàs pascià, con successo « magicamente completo ». – Cambiamento di rotta nella politica anticristiana del khedive e favori accordati da questo a tutti i cristiani ed alle opere missionarie cattoliche in particolare. – Attestato di gratitudine verso il pontefice che sovrasta in auge il patriarca copto. – Esortazione a correggere nei suoi scritti alcuni apprezzamenti negativi sul khedive dell’Egitto. – Eventuale interruzione del viaggio della « persona partita di Francia » con lui, Arnaldo d’Abbadie.

156 De la propagande musulmane en Afrique 289

Presentazione di Armando Prospero Faugère in cui si tratta de « l’oeuvre d’un voyageur non moins distingué par son esprit que par son caractère élevé », cioè di M. (p. 289) – Convinzione errata della decadenza della « grande famille des fils du Coran ». – Costantinopoli, sede apparente del « colosse élevé par Mahomet, qui, à l’inverse de celui que vit Nabuchodonosor, a ses pieds faits d’or et sa tète d’argile, cru enfin complétement abattu ». – La Mecca, sede ideale-politica dell’Islam, perché sua patria e « point centrai du monde ». (p. 290) – Egemonia dell’aristocrazia mussulmana, avvantaggiata dal prestigio, dai privilegi e dalle ricchezze ricavate dal commercio. – Azione missionaria dei pellegrini della Mecca. – Conseguenze funeste del radicalismo islamico, principalmente in Egitto, sotto il khedive Abbàs pascià, pedina della Mecca. (p. 291) – Oppressione dei copti e degli altri cristiani. – Promozione dei rinnegati. – Fuga del ministro egiziano Artin-Bey. – Danni provocati dai mussulmani nelle Indie con progetti rivoluzionari nelle scuole contro l’autorità costituita e asservimento di circa metà della popolazione. (p. 292) – Studio attento del Corano in rapporto alla guerra santa. – Intiere province dell’India conquistate dall’Islam con appartenenti alla classe mercantile. – Raccolta di fondi monetari per il futuro e definitivo possesso delle Indie. (p. 293) – « Afrique le champ libre où la politique mahométane fait de grands projets et des progrès encore plus grands ». – Monopolio commerciale in potere dei mussulmani. – Commercianti missionari dell’Islam. – Occupazione dei punti chiave dell’Africa. (p. 294) – Impedimenti alla penetrazione cattolica. – Radicalismo fanatico, facilità di proselitismo, corruzione morale. – « L’Abyssinie, comme chrétienne, est la, seule porte qui soit encore ouverte aux Européens », ma con rischio di soccombere all’Islam. – Reggenti cristiani asserviti ai mussulmani come il ras di Debra-Tabor. (p. 295) – Debole argine cristiano per l’ignoranza politica dei capi e religiosa /401/ del clero eretico. – Perlustrazione di M. nei regni galla composti di un sol terzo di cristiani. – Corruzione e pericolo islamico alla corte di ras Ali. – Vane richieste di M. in difesa del cristianesimo. (p. 296) – Inefficace influenza dei copti dell’Egitto da cui dipendono gli abissini. (p. 297) – Pessimistiche previsioni sull’Africa dopo un’eventuale conquista mussulmana, per l’intolleranza assoluta ed il fanatismo religioso. – Costante avanzata dell’Islam in Africa con 50 milioni di aderenti su 80 della sua popolazione e intieri regni convertiti in due anni. (p. 298) – Risultati nulli di civilizzazione in Barberia. – Disprezzo di pellegrini mussulmani algerini per la bandiera francese. – Crudeltà e barbarie insite nella fede coranica. (p. 299) – Rigetto del progresso civile per la convinzione di considerare tutti i popoli come schiavi e il diritto di infrangere tutti i trattati (p. 300) e di proscrivere le scienze e le arti. – Diritto di schiavismo accordato dal Corano. (p. 301) – Inganno di considerare assoggettato l’islamismo. – Distinzione tra la Porta Ottomana e la Mecca che dev’essere umiliata. – Atteggiamento di potenze europee pseudocristiane e tolleranti. – Richiesta di sostegno per le missioni cattoliche perseguitate dal protestantesimo inglese. (p. 302) – Assoluto silenzio sui soprusi della politica inglese. – Vie al progresso: via della giustizia con l’esercizio della libertà e via della verità con l’istruzione. – Solo la missione cattolica, perché divina, offre mezzi adatti al progresso e apostoli zelanti. « La colonisation faite sans le concours de la religion est la plus cruelle des impiétés et la colonisation sans le catholicisme est inutile et chimerique ». – Colonizzazione modello dei portoghesi nelle Indie. (p. 303) – Sguardo sul futuro, (p. 304).

157 A Giuseppe Crépin du Havelt, Cairo 4.6.1851 321

Lettere di M. a Prospero Armando Faugère e di Agostino da Alghero a M. sulle questioni trattate in Roma. – Il missionario atteso al Cairo. – Necessità di uno stabile per gli abissini pellegrini a Gerusalemme. – Intervento del cardinal prefetto presso il patriarca della città santa. – Comitato promotore. – Ricordo nostalgico dei giorni trascorsi in casa Havelt e rinunzia a rivedere « le vieux pére pour obéir à Dieu ».

158 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 10.6.1851 322

Fondazione di ospizio missionario provvisorio a Suez. – Carovita e pericoli morali dei missionari di passaggio nella città. – Loro scarsa esperienza, ingordigia degli orientali, esosità dell’amministrazione inglese dei vapori. – Un certo Pezzi indicato come procuratore dell’ospizio. – Abitazione mobiliata da prendere a pigione, per poche persone e vitto concordato. – Pratiche d’imbarco sbrigate dal procuratore. – Controllo amministrativo di Propaganda Fide. (p. 323) – Diretta dipendenza della missione di Suez dalla congregazione. – Istituzione di altra procura in Alessandria. – Utilità di esporre al dicastero romano i propri suggerimenti e confessione di M. « che trattandosi di eseguire le cose » egli è « l’uomo più debole del mondo ».

159 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 12.6.1851 325

Progetto di stabile per i pellegrini abissini in Gerusalemme, scritto in Parigi, trasmesso a Roma e poi al patriarca di Gerusalemme. – Scarsità di mezzi a disposizione di questo, motivo del ritardo nell’esecuzione. – Comitato di laici e di vescovi francesi per la raccolta di fondi in varie diocesi, accompagnato da una raccomandazione pontificia. – Amministrazione e direzione spirituale del « monastero » affidate ad un missionario ed a due preti abissini. – Auge /402/ del pontefice alla realizzazione dell’iniziativa. – Modica spesa per la manutenzione ed il mantenimento, data la proverbiale frugalità degli abissini. – Costituire un fondo anche per i pellegrini durante il viaggio e muniti di raccomandazione del proprio ordinario cattolico. – Comitati pii, dipendenti dalla congregazione, di valido sostegno per le missioni. – Interesse di M. per l’Abissinia, « come paese di una grande influenza sopra immensi altri popoli ancora non evangelizzati, e di una grande importanza nella politica cristiana in grande ».

160 A Giacomo Filippo Fransoni, Cairo 14.6.1851 327

Risposta alla congregazione preoccupata della sua sorte. – Richieste preghiere da « 50 e più Comunità Religiose » e la benedizione dei superiori per il suo viaggio. (p. 327) – Critica situazione delle missioni galla ed abissina e dei missionari Cesare da Castelfranco, Felicissimo da Cortemilia e Giusto da Urbino intento a « lavorare sulla letteratura del paese ». – Affrettata la partenza (p. 328) per soccorrere personalmente i confratelli e precederli con l’esempio. – Scopo della visita al Monastero di S. Antonio: aiuto spirituale all’ex allievo del Collegio Urbano ivi residente. – Chiarificazioni sulla richiesta « di potersi confessare da un prete eretico ». – Rettificati i giudizi sfavorevoli ad Antonio d’Abbadie, trasmessi precedentemente a Roma. (p. 329) – Indagini condotte di persona e colloqui con l’esploratore lo dichiarano: di condotta irreprensibile, cattolico esemplarissimo, dedito alla beneficenza perché di condizione agiata, di opinioni sode in politica, zelante per la causa cattolica. – Offerta in denaro alla missione galla fatta dal d’Abbadie. (p. 330) – Ragioni di questi ripensamenti e rettifiche: « amo meglio contraddire me stesso, che la verità considerata come tale ». – Prudenti rapporti futuri. – Recede dal piano di portarsi in Aden, esponendone i motivi, e decide di avviarsi subito per la via del Nilo verso i territori galla, anche per animare i suoi missionari a seguirlo. – Per l’isolamento in cui verrà a trovarsi ha chiesto facoltà straordinarie. – Quanto alla sicurezza spirituale, la sosta nel Monastero di S. Antonio sarà breve e senza pericolo di comunicazione in Divinis con gli eretici. (p. 331) – Per la sicurezza fisica si è munito di firmano del khedive. – Sistema di viaggiare in segreto e da povero e di assicurarsi periodicamente la confessione sacramentale. – Istruzioni a Luigi Sturla e assistenza alla missione di Aden da parte dei vicari apostolici: De Jacobis e Guasco. – Invio di Pasquale da Duno per la ricostruzione in muratura della chiesa di Aden. (p. 332) – Tre iniziative per quella missione – Metodo adottato in Aden per le confessioni. – M. si scagiona dall’accusa di aver aggregato l’ex missionario CM, Giuseppe Sapeto, alla sua missione. (p. 333) – Incomprensioni sorte tra De Jacobis e M. per questo caso. – Iniziative di M. in Europa in favore del Vicariato Apostolico dell’Abissinia. – Nessuna risposta alle lettere scritte a De Jacobis, che dichiara « Santo », a cui è disposto ad assoggettarsi come coadiutore. (p. 334) – « Freddure » ricevute nella sua visita alla casa generalizia CM in Parigi. – Contrasti già previsti.

161 A Arnaldo Michele d’Abbadie, Cairo 21.6.1851 335

Condizioni poste per avviare le trattative di « una tregua coll’Abuna Salama per alcuni anni ». – 1º Intervento segreto e a titolo esclusivamente personale del destinatario. – 2º Ricusare l’affrettata conversione dell’abuna, determinata dall’« odore dei regali », e assicurarlo « che dalla Santa Sede verrà confermato nel suo grado » – 3º Realizzazione delle condizioni poste perché « venga restituita la Missione nello stato di prima» e versamento di parte /403/ della somma pattuita. – 4º Risarcimento di eventuali danni all’abuna con « qualche somma di denaro, senza avvilire il ministero apostolico ». – 5º Denaro disponibile non superiore ai 1000 talleri. – 6º Istanza all’esploratore di ragguagliarlo con un espresso in Gudrù sull’esito delle trattative. – Offerta della vita a Dio per la rigenerazione dei Galla. – Fiducia nella collaborazione dei francesi. – Altri suggerimenti con ripetuto invito alla segretezza. – Congedo e congratulazioni.

162 A Giuseppe Crépin du Havelt, Cairo 24.6.1851 338

Partenza dal Cairo per Khartum. – Richiedere alla superiora generale delle Suore del Buon Pastore di Angers religiose per il Cairo. – Ringraziamenti per l’attività del destinatario in suo favore e saluti agli amici.

163 A Giuseppe Crépin du Havelt, Corosco 10.8.1851 339

Ricevuto lo stampato De la propagande musulmane en Afrique et dans les Indes, M. desidera conoscere le reazioni del pubblico. – Viaggio alla prima cateratta con il conte parigino de Saye che, di ritorno alla capitale, lo terrà informato. – Ricordo nostalgico delle serate trascorse in Parigi.

164 A Giacomo Filippo Fransoni, Khartum 9.10.1851 340

Arrivo in Khartum. – Soggiorno nel Monastero di S. Antonio sotto il nome di Giorgio Bartorelli e impressioni riportate. – Accoglienze ricevute nell’assenza dell’abate, partito per una crociata contro i cattolici. – Ritratto dell’Abuna Messia. – Difesa del pontificato romano. – Visita alla tomba di S. Antonio, accompagnato dall’ex allievo del Collegio Urbano di Roma, a cui procura mezzi per fuggire in Egitto. – Stato delle missioni nell’Alto Egitto e attività di Samuele d’Accadia a Nègade: suggerimenti e facoltà canoniche al caso. – Malcontento nel basso clero copto per le imposizioni esose dell’alta gerarchia legata al governo egiziano. – Importanza della missione di Khartum da conservare. – Insussistente pericolo di sconfinamento di quei missionari in territorio galla. – Desiderio di restarvi. – Attività dei missionari gesuiti, Emanuele Pedemonte e Gaetano Zara, e di Angelo Vinco, partito per una spedizione ai Bàri. – Giudizio sfavorevole a costui perché dedito al commercio dell’avorio. – I missionari gesuiti richiamati in Europa dal loro preposito generale. – Itinerario di prossimo viaggio verso il Gudrù.

165 A Giuseppe Crépin du Havelt, Khartum 8.11.1851 343

Desiderio di conoscere l’effetto suscitato nel pubblico dai suoi scritti. – Fathalla Mardrus dichiarato suo corrispondente in Cairo. – Giornale di viaggio di 360 pagine in oc tavo destinato a Venanzio da Torino, ministro generale OFMCap., e altri scritti. – Onorate accoglienze ricevute in Khartum dal governatore. – L’esploratore Guglielmo Peel. – Il console austriaco, protettore della missione, in conflitto con il governo locale per la libertà di commercio. – Suggerimento di stabilirvi pure un consolato francese e di acquistare le miniere d’oro abbandonate, sulle quali fornirà precisi particolari. – Passi diplomatici e loro possibile riuscita. – Desiderio di Fathalla Mardrus, soggetto degno di ogni fiducia, d’« étre naturalisé francais ».

166 A Antonio Brignole-Sale, Khartum 10.11.1851 345

Partenza dal Cairo e soggiorno di tre giorni nel Monastero di S. Antonio, « per studiare la maniera di convertire i Copti ». – Sistema curioso di introdurre i forestieri. – Ricevimento ed assenza /404/ dell’abate, partito per l’Abissinia a predicarvi la crociata contro M. – Trattenimenti con i monaci e conversione di Michelangelo. – Descrizione del vasto locale e importanza morale dell’istituto da cui « sortono per lo più i Vescovi Copti ». – Ignoranza, superstizioni, calunnie. – Giornale di viaggio di « più di 300 pagine in ottavo grande ». – Prossima partenza per Fazoglu. – Convivenza di M., noto al solo confessore, con i missionari gesuiti di Khartum.

167 A Giacomo Filippo Fransoni, Khartum 12.11.1851 347

Preparativi per la prossima partenza per Fazoglu e itinerario, già noti ai suoi missionari. – Progetto di fissare uno di questi nei pressi di Fazoglu. – Cortesie dimostrate dal governatore di Khartum. – Insussistenti timori di sconfinamento dei missionari di Khartum nel territorio affidato a M. – Descrizione della zona. – Prove della condotta disdicevole di Angelo Vinco e suggerimento di allontanarlo dalla missione. – Atteggiamento contrario dello stesso superiore Ignazio Knoblecher. – Commercio dell’avorio esercitato dal missionario sul Nilo Bianco « in società col più empio europeo di Khartum ». – Scene disgustose alla partenza di lui per la spedizione, con furto perpetrato nella stessa casa della missione. – Il governatore gli nega il benestare ricorrendo alla legge canonica che vieta il commercio ai missionari. – Comportamento arbitrario ed autonomo dalla missione durante la spedizione. – Invocata la proibizione formale di Propaganda Fide. – Console austriaco di Khartum, protettore della missione, protestante e volteriano. – Viaggio Marsiglia-Alessandria con Arnaldo d’Abbadie e quattro condizioni poste da M. per le trattative con l’abuna Salama. – Ragione dell’iniziativa: « ottenere qualche tregua alla missione di Monsignore De-Jacobis ». – Prudenza usata in seguito agli avvertimenti scritti della congregazione. – Personale giornale di viaggio consegnato al ministro generale OFMCap., Venanzio da Torino. – Ulteriori ragguagli sulla Missione di Khartum.

168 A Giuseppe Crépin du Havelt, Camlin 1.12.1851 352

Partenza da Khartum, accompagnato dal procuratore Fathalla Mardrus. – Ricaduta nelle febbri del Sudan. – Piego postale di documenti sul Sennàr. – Nuova raccomandazione in favore del procuratore, da considerarsi « come protetto e suddito Francese ».

168b A Régis, primi mesi del 1851 353

Rimozione degli ostacoli all’incremento del commercio sulle coste meridionali ed orientali dell’Africa con favorire lo sviluppo delle missioni cattoliche. – Commercio basato su rapporti di simpatia tra due nazioni mediante l’istruzione. – Necessario l’arresto dell’influenza mussulmana, arbitra del commercio sulle coste mediante il monopolio di mercanti arabi. – Testimonianze dirette di M. – Menzogne spacciate dai propagandisti della Mecca. – Esigenza impellente di sostenere l’Abissinia, isola cristiana in Africa, per scongiurare il pericolo che il continente, divenuto mussulmano, respinga la civilizzazione europea. – Gli avanzi delle preesistenti fiorentissime civiltà africane sono la palese dimostrazione che l’Islam è causa di regresso per l’istruzione e l’industria. – Diminuzione della popolazione e quindi della produzione di generi di consumo causata dai mussulmani. – Rimedio: ostacolare il proselitismo dei seguaci di Maometto erigendo sul littorale istituti di educazione e di istruzione per i giovani che, a loro volta, recheranno nell’interno dell’Africa, con la scienza appresa, anche l’affezione agli europei. – Scuola commerciale non senza profitto /405/ per la conoscenza e lo scambio dei prodotti. – Occupazione di un punto strategico sul mare da parte di una qualsiasi potenza europea per la realizzazione di questi piani. – Disponibilità di M. a concorrervi con un viaggio diplomatico. – Le località di Brava e di Zeila scelte come centri di commercio per la fondazione dell’istituto. – Aden, capitale della costa somala: fortezza, abitanti, sterilità del suolo, porto disadatto. – Carovane dello Scioa dirette a Tagiurra e a Zeila. – Berbera, porto eccellente, frequentata soltanto nel periodo di mercato. – Tempi di commercio sulla costa somala. – Angherie praticate contro i commercianti europei dalle autorità mussulmane locali di Zeila e di Berbera. – Importanza delle questioni trattate.

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1827-44 1846 1847 1848 1849 1850 1851 1852

169 A Armando Prospero Faugère, Pàris-sul Nilo 30.1.1852 359

Visita alle miniere dell’oro del Fazoglu e colloqui con gli ingegneri. – Diminuzione del prodotto aurifero iniziale di proiezione vulcanica di quarzo. – Presente stato inattivo della miniera per l’esaurimento del prodotto estratto, salvo qualche vena sporadica sfruttata dagli abitanti del posto. – Sondaggi infruttuosi nei territori circonvicini. – Miniere e ricerche abbandonate dallo stesso governo egiziano. – Sistema di colonizzazione turca basato sullo schiavismo e su tributi esosi. – Odio dei nativi contro i turchi sfociato in agguati alle carovane e in carneficine. – Regione esuberante, ma senza prodotti e commercio. – Pessima organizzazione militare. – Fatto crudele di un padre costretto dalla tolba (taglia) egiziana a vendere il proprio figlio di 11 anni al governo. – Focolai d’insurrezione e probabile ritirata delle truppe egiziane dal Fazoglu e forse da tutto il Sudan. – Mancate proficue realizzazioni per l’instabilità del governo. – M. costretto a retrocedere da Gassan, luogo di confine con i Galla, e riportarsi sulla via dell’Abissinia. – Carta geografica del Fazoglu disegnata a matita da M.

170 A Giacomo Filippo Fransoni, Galabat 15.3.1852 361

In cammino verso il paese degli Agau soggetto a ras Kassà, amico di abuna Salama. – Prospettiva di passarvi inosservato come « piccolo negoziante di aghi e di forbici ». – Rimpianto di aver lasciato il Cairo senza attendere istruzioni della congregazione, per cui pare che Dio lo « abbia castigato solennemente » con le febbri. – Ridotto ad uno scheletro dalla cura abbondante di chinino e di tamarindo. – Galabat, stazione commerciale importante, adatta per una missione, se non fosse dominata dal « partito eretico ». – Deposito pecuniario lasciato in Khartum.

171 A Perpetuo Guasco, Foka 11.6.1852 362

Colpito da febbre continua e affetto da dissenteria. – Respinto due volte durante il tentativo di entrare nei territori galla. – Pericoli alle frontiere controllate da ras Kassà. – Nell’impossibilità di portarsi in Aden, a causa del viaggio lungo e del clima malsano, decide di entrare nei Galla attraverso l’Abissinia e il Goggiam, « avvenga tutto ciò che Dio vuole ». – Incarico al destinatario di comunicare queste sue notizie agli altri suoi corrispondenti. – Tre volte in pericolo di vita. – A Junkur, presso gli Agau, ha corso rischio di essere massacrato dai maomettani come « infedele ».

172 A Giusto da Urbino, Ifagh 2a metà di giugno 1852 363

Invito al destinatario di venirgli incontro. – Incarico di corrispondere a nome suo con Antonio d’Abbadie. – M. partito per il Goggiam per passare nel Gudrù dopo la stagione delle piogge.

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173 A Giuseppe Crépin du Havelt, Zemiè 11.10.1852 364

Seri dubbi che la sua corrispondenza gli sia pervenuta. – Assicurazione di tenera e religiosa amicizia. – Per maggiori particolari sul suo viaggio rivolgersi al ministro generale OFMCap., Venanzio da Torino. – Percorsa l’Abissinia a piedi. – Otto mesi di febbri nel Sennàr. – Incontro con i confratelli missionari, fervorosi nonostante le prove sofferte. – Attualmente si trova sulle rive del Nilo Azzurro a sud-est del Goggiam presso Workie-Yasu. – Guarigione di un notabile del Gudrù che gli ha promesso in cambio di introdurlo a catechizzare il suo paese. – Giusto da Urbino incaricato di corrispondere con gli amici e i benefattori della missione. – Campana promessa a ras Ali.

174 A Giusto da Urbino, Zemiè 23.10.1852 365

Trascorsi in incognito i mesi di luglio e di agosto nel Goggiam, sta per passare in Gudrù. – Conquista di un proselito, chiamato Abba-Saha.

175 A Giacomo Filippo Fransoni, Assandabo 25.11.1852 365

« Dopo un viaggio lunghissimo e faticosissimo finalmente il Signore esaudì i miei voti, ed il 21. corrente ebbi la bella sorte di passare il Nilo ed entrare nel Gudru ». – Lusinghiere promesse di evangelizzazione. – Popolazioni esclusivamente pagane dove il demonio riceve « una specie di culto positivo ». – Previsioni di successi. – Grato pensiero all’esploratore Antonio d’Abbadie che « ha dato il movimento » alla missione con le sue relazioni a Propaganda Fide. – Chiede l’esonero dalla Missione di Aden per la lontananza e l’impossibilità di provvederla. – Immutata disponibilità ad eventuali decisioni della congregazione. – Necessità di beni ed arredi sacri lasciati in Aden. – Richiesta al papa di una campana per ras Ali.

176 A Giusto da Urbino, Assandabo dicembre 1852 367

Successi di ministero apostolico con battesimi e inizio della costruzione di una chiesa in Gudrù.

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