E. Durando

Cartario dei monasteri
di Grazzano, Vezzolano, Crea e Pontestura

Pinerolo 1908

/4/

III.

Guglielmo, conte, del fu Guido, ed Aycha, contessa, sua moglie, danno vari beni al monastero di Grazzano (8 ottobre 1027).

Fonti. — A. Il documento, nonchè l’orig. manca. — B. Si legge in Benvenuto San Giorgio, pp. 7-8: « Non omettendo però di commemorare, ch’io ho veduto e letto un autentico instromento nel quale si contiene il nome dell’imperatore, l’anno dell’imperio suo ed il dì e l’indizione, come forse doveva essere consuetudine ed osservanza di quei tempi, rogato Giovanni notaio del sacro palazzo, nel castello della villa del Fuoco, che a nostri tempi è distrutta, ed ancora se le dice la villa del Fuoco, ovvero Focaria, vicino ad Alessandria, pel quale appare che il primo anno dell’imperio di Corrado, il quale fu il tempo di Sergio ed Anastasio sommi pontefici, a di viii del mese di ottobre, indizione xi, Guglielmo conte figliuolo di Guido, ed Aychisa ovvero Aycha contessa, giugali, con consentimento l’uno dell’altro, per merito dell’anime ed estinzione dei peccati loro, fecero donazione d’alquanti mansi di terra al monastero dei santi Salvatore, Vittore e Corona edificato nel luogo di Grazano; ed ancora di certo molino sopra l’acqua d’Emporio, con alcuni altri proventi e redditi; dal quale instromento risulta aperta e solida dimostrazione, che Guglielmo donatore (del quale in esso si fa menzione) fosse padre di Aleramo: perocchè della XI indizione che correva il tempo della rogazione dell’instromento predetto (ed era il primo anno dell’imperio di Corrado) per insino all’anno dcccclxvii nel quale correva la X indizione vi è intervallo di anni sessanta ».

Osservaz. — Fu già notato dal Vernazza, Vita del San Giorgio, 42, che la carta citata dal cronista monferrino non spetta al padre di Aleramo ed ai tempi di Corrado I, re di Germania, che non fu mai imperatore; ma all’anno 1027 primo dell’impero di Corrado il Salico, in cui correva l’indizione XI. Probabilmente su una copia del San Giorgio diversa dal testo dell’edizione Vernazza, ed in cui era scritto viii calende di ottobre invece di viii ottobre, ed indizione XIV invece di XI, fu fabbricato il testo comunicato poi dallo Sclavo al Muletti e publicato da questi in Mem. stor. Sal., I, 302, che si riproduce qui sotto. La circostanza /5/ che Aica fu detta figlia di re Enrico, che si capiva assegnando il documento al 907, dimostra la falsità del testo Mulettiano, non potendovi essere nessuna figlia di un re Enrico nel 1027; giacche si sa che Enrico il Santo non ebbe prole.

In nomine dei et Salvatoris nostri Iesu Christi. Conradus Dei gratia imperator augustus. anno eius, Deo propitio, primo. viii calendas octobris indictione xiv : actum in castro Focario.... Nos in Dei nomine Gullielmus comes filius Guidi quondam etiam comitis et Aicha auxiliante Deo comitissa iugales filia quondam domini Henrici regis donamus et offerimus monasterio constructo in honorem Dei Salvatoris nostri et sanctorum Victoris et Corone in loco Grassani mansos x terre in loco et fundo Grassani et etiam unum molendinum constructum super Emporio..... pro animabus nostris et quondam Guidi genitoris mei Guillielmi qui fuit filius Anscharii marchionis..... Ego Iohannes notarius sacri palatii scriptor hoc instrumentum donationis post traditum complievi ed dedi.

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