Achille Motta
Vezzolano e Albugnano

Capitolo VI.

I vicari di Vezzolano

La serie esordisce con quella dei Prevosti Commendatari, 1400, i quali, risiedendo lungi da Vezzolano, si nominavano chi ne facesse le veci. Fino al 1600 il Vicario è un religioso di Vezzolano. Allontanati i frati, i Commendatari eleggevano a tale ufficio un Sa- /70/ cerdote secolare che, dimorando in Vezzolano, rappresentasse l’Abate nelle faccende civili e religiose. Vediamo infatti i Vicari stipulare, rinnovare atti pubblici difendere i diritti abbaziali, indicare coll’Abate i nominandi Curati e Priori delle Chiese, eleggere i consoli o Sindaci, curare l’agraria ecc. Lo stipendio del Vicario era di lire 200, oltre l’alloggio, la legna e l’orto. Eccone la serie nota:

Frate Giorgio de Pictis o dei Pettinati, 1421

È vercellese e non compare che in pochi atti, perché il Prevosto Tommaso Lascaris è abitualmente presente negli affari importanti. Il De Pictis, in più riprese, fu Priore di Crea tra il 1421-1467 nel quale ultimo anno è presente, in Vezzolano, negli atti 5 e 7 Settembre. Il Bosio lo trova in atto 1466.

Frate Bartolomeo de Pisiis o Pisio, da Moncalieri, 1470

Lo si trova negli atti 1477 e 1485. Fu anche Priore di Santena.

Frate Bernardo de Bozolis, d’Albugnano, 1490

È detto anche de Signoris dal cognome materno; lo si legge presente in atti 1490-1515-21 e, tra il 151922, in nome dell’Abate, mette insieme un libro di 94 investiture (A. S. T.).

Dal 1534 in alcuni atti troviamo Vicario frate Nebbia G. Pietro d’Albugnano. In atto 13 Dicembre 1541 funge da Vicario Enrico De Albis, Curato d’Albugnano.

D. Antonio de Beandis, da Canale, 1568

In Albugnano, il 2 Febbraio, quale Vicario, unitamente a Lodovico Grisella di Pogliano, rappresentante Marchionale, elegge Giov. Ferrerò da Sciolze a Castellano d’Albugnano (Arch. Parr). Sarà un Vicario solo per questa incombenza.

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D. Aleramo Gatti, 1574

Rappresenta l’Abate nel Sinodo Casalese di Mons. Erba e nel 1578 attesta che la Prepositura di Vezzolano dipende da Casale (Curia Vesc. Casale). A Casale è detto Frate, ma per l’ufficio rappresentativo. Nel 1580 D. Aleramo Gatti si legge anche Cappellano di S. Benedetto in Chieri, il cui titolare, fino al 1530, fu sempre un Monaco Cistercense di Casanova, il quale doveva tenere pure l’ufficio di Tesoriere ed Archivista della Città. D. Simone Rana succedeva, nel 1591, al D. Gatti in Chieri. Comunque è certo che il D. Gatti era investito del beneficio di S. Giorgio di Poirino dal 1574 e che nel 1608 ebbe successore nel Beneficio il Vicario di Vezzolano D. Lomello.

Frate Bartolomeo Rachieto, da Carmagnola, 1584

È detto Vicario in più atti dopo il 1584. Di lui in A. S. T. abbiamo un libro di 24 investiture, rog. Giachino Forenzo da Monteacuto.

D. Galeotto de Bernardinis, 1590

È trovato Vicario in quest’anno; egli però, come il D. Gatti e De Beandis, dev’essere un rappresentante dell’Abate in qualche particolare ufficio, perché sappiamo che in questo tempo era Vicario in Vezzolano frate Bartol. Rachieto. Il D. Galeotto era tuttavia allora Priore di Rivomartino, per possesso 24 Maggio e precedenti Bolle pontificie, che lo fecero erroneamente credere Abate di Vezzolano.

Frate G. B. Tarnavasio, 1597

Rappresenta l’Abate nel Sinodo casalese di Mons. Del Carretto, il 3 Settembre. Forse era investito di qualche priorato di Vezzolano ed è detto frate per ufficio rappresentativo.

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D. Tommaso Lomello, da Chieri, 1600

È il primo Vicario dopo l'abbandono dei Frati, e, sebbene si trovi già vicario in atto 1598, sembra che sia venuto a stabilirsi in Albugnano dopo il 1604, perché nel Natale di quest’anno il Visitatore Vescovile dice Vezzolano senza Sacerdoti ufficianti. Nel 1603, 26 Luglio, è nominato Priore di S. Giorgio di Poirino e l’ultima sua data di Vicario è del 1617.

D. G. M. Serra, d’Albugnano, 1618

Fu già Curato della nuova Cittadella di Casale e poscia d’Albugnano. Sua opera fu l’erezione in Vezzolano dell’altare in onore di S. Carlo Borromeo, in capo alla navata laterale. Muore in Vezzolano il 1 Agosto 1625.

Per procura da Roma del corrente anno, vengono a stabilirsi in Vezzolano i fratelli dell’Abate Galliano, D. Paolo e Sig. Cesare e fungono da Vicari. Nel 1637 Mons. Scipione Agnelli, Vescovo di Casale, avendo sentito che il Sig. Cesare, per protesta a favore del «Nullius Dioecesis», non intendeva aprire la Chiesa al Vescovo visitante, questi, il 12 Maggio, da Montigio viene a Mondonio ed improvvisamente a Vezzolano. Trovata la porta chiusa, «sedens decrevit auctoritate sibi commissa... Ecclesiam ipsam visitari prout eius antecessores... et mandavit per nonnullos familiares Ecclesiam aperire... prout illico apertae sunt... visitavit et statim se contulit ad locum Mondonii.» Il D. Paolo morì nel 1645 e venne sepolto a Vezzolano.

Frate Stefano Tasca, 1649

In nome dell’Ab. Morizio di Savoia, elegge, il 2 Febbraio, i due Sindaci in Albugnano. Vacando forse il Vicariato, probabilmente egli è un delegato particolare.

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D. Carlo Calosso, 1650

Oriundo da Riva di Chieri, porta il suo domicilio in Vezzolano, e si trova che elegge i Sindaci fino al 1657. Era Priore di S. Giorgio di Poirino fin dal 1632, e tale è detto ancora in una carta del 1642 (A. S. T.).

D. Francesco Penazio, da Riva, 1658

Elegge i Sindaci fino al 1663. Nel 1675 muore Priore di S. Carlo in Moncucco.

D. Francesco Rolando, 1663

È figlio di Antonio, Dottore in legge, Protonotario Apost., cittadino di Saluzzo, da Pont d’Ivrea. Dal 1660 al 1663 fu Pievano di Pino d’Asti; Vicario in momenti di discordia tra Abate e Vescovo, si conservò equanime e ne è prova il suo lungo Vicariato. Il 22 Giugno 1676, in Vezzolano, dando esecuzione a Bolle della Curia romana, 28 Aprile dello stesso anno, esamina e nomina Not. apostolico D. Pietro Rolando da Courgnè, Cappellano dei Signori di Pogliano (Arch. Parr.) ed il dì seguente l’Ab. Doria conferma l’operato (A. S. T. 2). Sacerdote intelligente, attivo e stimato, muore in Vezzolano il 5 Dicembre 1685 ed ivi è sepolto. In A. S. T. 2, tra gli anni 1664-1708, v’è un Libro contenente 18 investiture, conferite in maggior parte dal Rolando, ed un Regesto d’inventario fatto dallo stesso l’11 Aprile 1676 (A. S. T.).

D. Cesare Giulio Grisio, 1690

Muore nel 1693, d’anni 57, e viene sepolto nella Chiesa di Vezzolano il 17 Ottobre.

D. Carlo Calosso, 1693

È nipote del Vicario omonimo precedente; rinuncia all’ufficio nel 1697. Nel 1670 era Cappellano festivo alla Fontana di Riva; nel 1681 è priore di Banengo, /74/ senza residenza; nel 1703 rinunzia al Priorato di S. Giorgio di Poirino a favore del nipote Carlo Franc. Ajassa da Riva.

D. Francesco Ant. de Radicatis, da Primeglio, 1698

D’anni 70, muore improvvisamente nel 1703 e viene sepolto in Chiesa il 13 Ottobre. D. Angelo Felice Radicati, a nome dello zio, eleggeva i Sindaci nel 1701. Detto Vicario, con autorizzazione del Vescovo di Vercelli, 28 Settembre 1673, fondava in Primeglio, assieme al fratello Carlo, un altare o Cappella in onore di S. Antonio da Padova, ed, esecutore testamentario della Contessa Ottavia Marg. Ferrero di Lavriano, nel 1686, con lire 1000, legava una Messa ogni Lunedì al detto altare.

D. Simone Marchisio, d’Aramengo, 1707

È il più longevo dei Vicari; muore infatti il 19 Dicembre 1745 e viene sepolto sotto la scala che dal Chiostro porta sul Nartece. Opera sua è l’erezione dell’altare di S. Maurizio, benedetto dal Prevosto e Vicario Foraneo di Mondonio, per autorizzazione 22 Giugno 1726. Dall’Ab. Coppier, 29 Maggio 1728, è nominato Priore di Banengo, per la morte di D. Vittorio Balbiano.

Nella Visita 1732, scusandosi di non aver sentito battere alla porta, non aperse al Convisitatore Vescovile, sebbene il 22 Agosto dello stesso anno il Ministro Ormea avesse acconsentito che il Vescovo visitasse l’Abbazia d’accordo col Podestà. Pertanto il 20 Dicembre successivo la visitava Carlo Malpassuto, Prevosto della Cattedrale. Per testamento legava 200 Messe ai Filippini di Chieri, 200 in Albugnano, altre 200, frutto della vendita dei suoi mantelli, quadri, orologio ecc., un legato a favore dei poveri ed uno a favore della Congregazione dei Sacerdoti di Monteriolo (Sciolze).

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Chierico Pietro Caldera, d’Albugnano, 1745

Morto il D. Marchisio, vien eletto Vicario dall’Ab. Solaro, ma siccome da Casale gli si ritardavano gli Ordini maggiori, causa il dissidio tra Vescovo ed Abate, dovette rinunciare l’anno seguente.

D. G. B. Lupo, da Berzano, 1746

Muore il 17 Maggio 1764, d’anni 54, è viene sepolto «sub scala quae ducit ad Chorum ubi eius antecessor jacet».

D. G. B. Lupo, da Berzano, 1764

Muore il 28 Aprile 1785, d’anni 52, ed è sepolto nella Chiesa Abbaziale.

D. Giuseppe Casalegno, da Moncucco, 1786

È l’ultimo della serie ed anche per meriti. Maestro a Chieri, Castelnuovo, Riva, venne sempre licenziato per la sua arroganza, e, come risulta altresì dalle sue lettere in Curia, semhra di poco criterio. Colpa sua se i due Curati Millano e Rusca passarono in Albugnano cattivi giorni. La popolazione si divise in due fazioni: il Conte capeggiava il Vicario, i Novarese invece il Curato. Anche l’Abate Mossi, contro sua volontà, fu dal Vicario trascinato a discordia col Vescovo di Casale. Finì col buscarsi una sospensione che gli fu Nell’orig. una linea di testo è ripetuta tolta nel 1789 a condizione che fosse rimosso dall’ufficio e abbandonasse Vezzolano. Allontanatosi il D. Casalegno, l’Abate abbracciò il consiglio del Vescovo, che era di nominare Vicario lo stesso Curato di Albugnano e mettere ad agente agrario un borghese. Così si fece: perciò il D. Raviolo ed il D. Cottino, da Buttigliera, che si trovano alcun volte Vezzolano, non sono che incaricati particolari. Un Sig. Quirino era procuratore dell’Abate Mossi; dopo la rinunzia all’Abbazia, 1796, /76/ venne a Vezzolano un certo D. Rho, quale rappresentante dell’Economato Generale; vi restò fino al 1800, quando il Governo repubblicano dichiarò demaniali tutti i beni di Vezzolano.