Achille Motta
Vezzolano e Albugnano

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Capitolo VIII.

Documenti pro e contro il «nullius dioecesis»

Sebbene la questione sia di antica data, sorse più viva dopo l’erezione del Vescovado di Casale, 1474, ed in particolar modo dopo il Concilio di Trento, quando i Vescovi, a senso del medesimo, invitavano gli Abati al Sinodo, li obbligavano al Cattedratico e a sottostare alla Visita Pastorale nelle loro Abbazie. Il dissidio si accentuò sotto due Abati: Compagni e Coppier. In Curia di Casale giace un lungo incartamento, sedendo Vescovi Mons. Miroglio e Mons. Caravadossi, e tra le carte leggonsi un consulto anonimo e molte lettere, del Referendario Bugino e Ministro Ormea.

1° In favore si citava:

La Bolla di Eugenio III, 1148, che prendendo Vezzolano sotto la sua protezione dice: «Sub B. Petri et nostra protectione suscepimus, salva Sedis Apostolicae auctoritate et Dioecesanorum justitia».

La stessa cosa ripete Alessandro III nella Bolla 1176, con l’omissione però della parola «Dioecesanorum». Papa Lucio III nel 1182 ed Innocenzo IV nel 1248 ripetono la formola di Eugenio III.

Nel 1298, 21 Maggio, Aimone Vescovo di Vercelli, presenti Ottone, Prevosto di Vezzolano, Raineri Arcid., Nicolò Arcip. e più frati, dichiara l’esenzione di Vezzolano. Not. Laccio di Montanaro (m. s. Bibbl. Agn. Vercelli).

Nel 1319, 27 Marzo, Nicolò Prevosto ed il Capitolo di Vezzolano fanno procura a frate Giovanni da Moncucco, Priore di Nevigliano, per presentarsi al Vicario di Vercelli che pretendeva di visitare i Monasteri della Diocesi. Rog. Della Mola (m. s. Bibbi. Agn. Vercelli).

/80/ Nella stessa data 1319 e luogo, si cita una Bolla di Nicolò III «die decima kal. Majas», anno primo del suo Pontificato (1277), in cui si danno privilegi a favore di Vezzolano (Ved. atto 1277).

Circa il 1458 l’Ab. Marco Lascaris presenta ad Antonio di Agliè, dei Conti di S. Martino, Vicario di Mons. Perella Vescovo di Ivrea, un memoriale contro certi atti che il Vescovo voleva esercitare a pregiudizio dei suoi diritti di esenzione (Bosio, p. 81; Manuel, p. 41). La trascrizione della Bolla di Innocenzo IV, fatta in Vezzolano il 26 Aprile 1458, aveva lo scopo di poterla unire al detto memoriale (Arch. R. Econom.).

L’atto di rassegna, 29 Marzo 1598, dell’Ab. Carisio in Curia Casale, dice Vezzolano di nessuna Diocesi, ed altrettanto dicono le Bolle dell’Ab. Galliano.

Papa Innocenzo X in un Breve di Indulgenza, 24 Novembre 1648, scrive: di nessuna Diocesi, e la stessa cosa ripete Alessandro III in altra Indulgenza, 3 Marzo 1664.

Le Bolle e le testimoniali dell’Ab. Compagni portano scritto di nessuna Diocesi, ed in Arch. Comunale trovasi un Breve da Roma, 4 Agosto 1663, a favore dello stesso Abate, perché non sia impedito nell’esercizio dei suoi diritti. Il 1 Ottobre 1669, Clemente X delega il Nunzio di Torino a conoscere la causa del dissidio tra Abate e Vescovo di Casale circa il Nullius. L’esito l’abbiamo il 22 Maggio 1670 nelle lettere citatorie, in stampa, ottenute dall’Abate, contro i Vescovi di Casale, Ivrea, Torino e Vercelli, a tutela dei suoi diritti di presentare, nominare ai Benefizii e Priorati dipendenti, che allora erano dodici. – Queste carte sono raccolte in A. S. T. in data 1670 ed in A. S. T. 2 si accenna che il Compagni, in data ignota, presenta in Curia d’Ivrea anche la Bolla di Sisto IV, 19 Novembre 1473, indirizzata al Prevosto Marco in circostanze identiche – Nella questione dei fiorini tra lo stesso Abate Compagni /81/ e la Comunità, Pietro Bugelano, Nunzio di Torino, l’11 Febb. 1667, fa citare innanzi e sé la detta Comunità perché Vezzolano è di nessuna Diocesi (Arch. Com.).

L’Ab. Doria in tutti i suoi scritti e dispense matrimoniali si intitola di nessuna Diocesi; altrettanto fanno il Coppier, i Solare ed il Mossi.

Clemente XI nella Bolla 1703 di collazione ecc. dichiara Vezzolano di nessuna Diocesi.

L’Ab. Coppier in suo favore portava le parole nella sua Bolla: «Curam et regimen et administrationem tibi in spiritualibus plenariam», con riferimenti all’antico Sinodo convocato dall’Ab. Lascaris, 1431, ad un Registro della R. Camera che nota tra le Badie con Cure: S. Benigno, Novalesa e Vezzolano; in fine cita la formola del suo giuramento di andare solo al Sinodo romano. Pertanto il Coppier rilasciava Stati liberi e dispensava da pubblicazioni matrimoniali.

L’Abate Vittorio Solaro si intitola di nessuna Diocesi; spedisce Stati liberi; nel 1744 dà facoltà al Curato Nebbia di assolvere dai riservati e nel 1746 firma lettere dimissorie al Chierico Pietro Caldana per ricevere gli Ordini minori dal Vescovo d’Asti.

L’Ab. Merlino si limitava a dichiararsi di nessuna Diocesi, come fece anche il suo successore Ab. Emanuele Solare, protestando di voler lasciare le cose come si trovavano al suo ingresso.

Anche le Bolle dell’Ab. Mossi dicono Vezzolano di nessuna Diocesi ed egli stesso sostenne i diritti di esenzione a cui poscia rinunziava.

2. Per contro, il Vescovo di Casale citava:

La Bolla di Sisto IV, 10 Agosto 1474, in cui assegna al Vescovado di Casale Albugnano e Vezzolano.

L’Ab. Sitico, presentando il D. Giov. Marchisio a Curato d’Albugnano, si sottoscrive Prevosto di Vezzolano sotto Casale.

I Vescovi di Casale ed i Visitatori Apostolici, dopo il Concilio di Trento, hanno tutti visitato Vezzolano.

/82/ Nel 1667, 17 Maggio, una sentenza della Curia romana condanna l’Abate a pagare undici scudi per la visita.

Gli Abati mandarono i loro Vicarii ai Sinodi di Mons. Erba, 1571-4-6, di Mons. Del Carretto 1597, di Mons. Della Chiesa 1756.

In fine, si cita una risposta della S. Congregazione del Concilio, 13 Giugno 1742, in cui si invita Vezzolano a concorrere per la tassa del Seminario.