Massaja
Lettere

Vol. 1

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A sua maestà Carlo Alberto
re di Sardegna – Torino

[Ottobre, 1844]

[F. 1r] I Padri Cappuccini dei Conventi di Limone, e di Tenda, avuto riguardo allo straordinario passaggio di Religiosi massime, che dal Piemonte passano per colà nel portarsi ai Conventi del Contado di Nizza, ai quali Religiosi negar non si può la ben dovuta carità, avuto riguardo altresì alla scarsità di viveri, che in detti paesi si trovano nei quali appena appena, cercando, trovar potrebbesi il necessario per la piccola famiglia ivi esistente, e non senza difficoltà, dopo massime, che detti Conventi da semplici Missioni, che erano colle corrispettive congrue, vennero, dopo il ristabilimento, eretti in Conventi, epperciò aumentata la famiglia.

Detti Padri Cappuccini umilmente prostrati ai Piedi della M. V. La supplicano a voler loro benignamente accordare l’annuo sussidio, già stato dalla sovrana benignità di Vittorio Amedeo accordata, /21/ come consta dalla qui annessa copia del decreto rilevata dalli archivii di detto Convento di Limone.

[F. 1r]

Il Duca di Savoja Re di Cipro alla Camera nostra dei Conti di qua dai Monti Sal.[ute]

Volendo noi far provare gli atti della nostra carità alli RR. Padri Capuccini dell’Ospizio o Convento di Limone con fare somministrare ai Medesimi in elemosina sacchi venti di grano formento da emine cinque caduno per ogni anno, in ajuto al mantenimento di Esso Convento, o Ospizio come già ne gioiva per il passato: Vi mandiamo, e comandiamo di dover dare gli ordini opportuni al direttore, e Amministratore del comparto G.[e]n[er]ale, di qua da Monti presente, e successori di così eseguire, cominciando dal principio dell’anno corrente, e continuando in avvenire durante il nostro beneplacito, e questo non ostante il disposto dall’ordine nostro delli quatro Marzo prossimo scorso riguardante l’elemosine stabilite a tutti gli altri capuccini, che tale è nostra mente.

Dato in Torino li undeci Maggio mille seicento novant’otto

V. Amedeo.