Massaja
Lettere

Vol. 1

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1846

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Al padre Fulgenzio Druetta da Carmagnola OFMCap.
ministro provinciale del Piemonte – Torino-Monte

[F. 1r]M. R. Padre Prov.le Amat.mo

Roma 19. Marzo 1846.

Giunto l’altro jeri qui in Roma sano e salvo, e visitati, secondo voleva la convenienza, tutti i visitandi, la prima cosa di mio dovere si è darne il dovuto ragguaglio alla P. V. M. [Reverenda] verso cui ho tante obligazioni – Partito dunque giovedì oggi otto da cotesta Torino, e dato il tanto doloroso addio alla cara Patria, ed agli amici, per mezzo del Velocifero, della stessa mattina giunsi in Asti circa le dieci, ove presentatomi a S. E. Monsignore fui accolto con straordinario trasporto – Questi senza nascondermi il dispiacere che provava per gli affari spettanti Dusino, e Viariggi, mi diede segni chiarissimi del suo interessamento per la nostra amata Provincia, chiamandola l’unica dotata di vero spirito Cappuccino – Fra le altre cose disse che calcolava ancora sui due ottimi Missionari Francesco, ed Angelo per subito dopo Pasqua, e mi fece dare il nome dei migliori nostri Predicatori, assicurandomi, che da ora in poi per la sua Cattedrale avrebbe fatto capitale dei Piemontesi – gli feci in particolare menzione onorata del Lettore di Busca – Pranzato che fui con questo Monsignore, dopo mi recai a fare alcune visite, e segnatamente quella del Curato della Cattedrale, che poi mi accompagnò dapertutto, e non mi lasciò se non quando salij sulla diligenza circa la mezzanotte cum lacrymis, che posero il sugello al reliquimus contanto doloroso – Passando in Alessandria, sebben con qualche tempo di fermata, come di notte, non mi son recato al Convento; risalito perciò in diligenza, alle due e mezza pomeridiane di Venerdì già smontava in Genova, ed alle tré già salutava quei bravissimi Religiosi nostri confratelli, che mi ricevettero propriamente con tutta cortesia, massime dietro le raccomandazioni di cotesti PP. Predicatori Teodoro, e Bonaventura piantacouse, dei quali mi son fatto lecito di mormorare e legger la vita – [f. 1v] Quivi ho veduto il P. Provinciale per buona fortuna ristabilito dal suo incommodo nell’occhio; ho veduto l’Angelo della Spezia Guardiano, ed il P. Aurelio che mi volle a pranzo seco lui Sabbato nell’Ospedale... quanta bontà...! Di qui avendo inteso, che della sera medesima sarebbe partito il vapore Castore il miglior che vi sia nel mediterraneo, lo presi di botto, e vi salij sopra circa le sei, e pagato un poco di tributo, come ho veduto accadere anche agli altri non ancor prattici di mare, alla bella meglio passai quella notte, e la mattina circa le otto già /23/ scendeva in Livorno, ove celebrai, e passai il giorno di Domenica con quei nostri bravi Religiosi – Quindi risalito la sera sul vapore con coraggio, quasi avessi già fatto cento campagne di mare, vi passai tranquilmente la notte parte dormendo, parte filosofando... e la mattina alle sette già era sceso a Civitavecchia, ove presentatomi ai nostri Cappuccini di Darsena, celebrai la S. Messa, e pranzato salij in vettura particolare, che camminando tutta la notte di lunedì, mi portò incolume la mattina di martedì a questa Capitale – Qui poi trovai proprio una Capitale, non solo nella città di Roma pei suoi rapporti a tutto il mondo Cristiano, ma anche nel Convento, ove esistono religiosi di ogni nazione, e Provincia, ed ove si parla indifferentemente delle varie Provincie come il Provinciale de’ suoi Conventi. Qui vi è proprio la specula militantis Ecclesiae che getta le sue viste al di là dei mari, ed al Confine della terra, e dove parte la forza dinamico morale a tutta la Chiesa... tutto insomma qui spira Catolicità, e sublime grandezza – Sopratutto quello che più mi consolò si fu il trovare qui tutti in buonissimo stato di salute, allegri, contenti. Il R.mo mio P. Lettore, non ostanti le gravi occupazioni sue principalmente rapporto alle Missioni che attualmente sono in gran movimento, oltre alla procura dell’Ordine, tuttavi[a] presenta un’aspetto di robustezza tale, che mai l’ho veduto in Piemonte; il Secondo poi, ed il Mauro stanno benone, e se V. P. li vedesse non li conoscerebbe più per Piemontesi... si sono talmente Romanizzati, che credono peccato mortale il solo lasciarsi sfuggire un motto piemontese – [f. 2r] Qui i bozzaroni sono rarissimi, ed i contaij non si possono sentire senza un viglietto singulis vicibus dal Console Sardo – Ho già visitato una parte dei monumenti di Roma, che meraviglie! a chi le vidde non ha bisogno di più – Avrei ancora tante cose a dirle, ma mi manca il tempo – Io sono benissimo, e contentissimo dove mi trovo, e Dio piacendo dopo Pasqua mi porrò in treno di viaggio per quel dove mi vorrà la Providenza – Le notizie di mia Missione sono favorevoli, se non all’amor proprio, certo a quello spirito che mi parve guidare nelle mie deliberazioni – Voglia il Signore che queste mie preconcette speranze non vadano fallite saltem per mia colpa – Per ora non posso dirle altro a mio riguardo, non essendo ancora uscite totaliter le deliberazioni di Propaganda – V. P. faccia pregare, massime da miei studenti sempre carissimi, nelle preghiere dei quali molto confido. Ho poi raccomandato l’affare del Taggia, ma da quanto mi pare il terreno è poco disposto... Da qui a pochi giorni riceverà la circolare del Capitolo Generale stato stabilito pel Maggio 1847., ed anche questo è un’affare che deve impegnare i Religiosi a pregare [– La prego] intanto di gradire coi miei i saluti di tutti questi [...] e Provinciali, estensivamente a tutti quelli di costì, principalmente al Caro Lettore mio successore, al Segretario, Vicario, etc... e mi creda sempre

D. P. M. R.

Divot.mo, ed Aff.mo figlio
Fr: Guglielmo M.o Capp.no

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P. S. Domani spero poter parlare con un’avvocato sull’affare del Priore ma da quanto vedo difficilmente si prendono brighe contro il deciso dai Vescovi –

[F. 2v] Al Molto R.do Padre P.on Col.mo / Padre Fulgenzio da Carmagnola / Provinciale Cappuccino / Torino / ai Cappuccini / Monte //.