Massaja
Lettere

Vol. 1

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Al padre Felice Fenech da Lipari OFMCap.
procuratore generale – Roma

[F. 1r]R.mo Padre Procuratore

Aden 18. Febbrajo 1848.

Nuove circostanze han fatto che io mi sia determinato di venire in Aden unitamente al P. Segretario, che nelle altre mie Le annunziava prossimo a partire solo per questa volta. Per ora penso di non significare a Propaganda questa mia determinazione, e viaggio per schivare l’inconveniente di dover dare ragione di tutto, cosa che non potrei fare ne compitamente, ne politamente per scritto. Occorrendogli il caso di sentire qualche censura in proposito, Ella potrà rispondere che ho presa questa risoluzione, perché assolutamente non avrebbe convenuto rimontare l’Abissinia, non tanto per il pericolo di persecuzione, che in verità sarebbe fra poco cessato affatto, quanto per le publicità che immancabilmente si sarebbero fatte sul mio conto, essendo già bastantemente conosciuta la mia persona in paese, e non conosciuta da tutti la mia destinazione per i paesi Galla, e non per l’Abissinia. Passandovi per la medesima aveva motivo di temere una vera buratinata poco conveniente a me, ed alla Missione stessa. Prima di partire da Massawa ho scritto la mia idea al Sig.e De-Jacobis, ed egli mi rispose che fra poco tempo sperava ottenermi la facoltà di rimontare l’Abissinia, ma nulla mi disse, ne del bisogno di Ordinazioni, ne della sua disposizione per ricevere /143/ la consecrazione Vescovile, che sono i due riflessi unici che mi avrebbero trattenuto, perché incaricato da Propaganda. Anzi rapporto ah/Ordinazione Vescovile, quando io cercava colle più forti ragioni di risolverlo, egli mi fece osservare, che nei Brevi di nomina il S. P. lo lasciava in piena libertà di farsi consecrare da chi voleva.

[F. 1v] Pensatis pensandis, e dopo mille riflessioni, ho dunque risolto di partire di Massawa, e partij diffatti il sedeci dello scorso mese per la via del mare sopra un bastimento mercantile che faceva vela per Berbera porto della costa Affrico-Galla nel golfo di Aden. Giunto colà ho spedito un messaggiere con una mia lettera al Re di Sofia, pregandolo di spedirmi una scorta per poter penetrare nei suoi Stati per la più parte Galla. Mentre questo messaggiere farà il suo viaggio io mi sono recato qui in Aden, e dopo due giorni sul medesimo bastimento parto per visitare il resto della costa verso l’oceano, in specie Ras Affon, ovvero capo Orfui, dove ho sentito essersi da poco tempo stabiliti i Francesi. Veduto quel luogo farò immediatamente ritorno qui, dove spero trovare la risposta del Re di Soha. Se questa sarà favorevole, come spero, di qui scriverò costà tutto ciò che occorre per Orfui, e darò provvisoriamente quelle disposizioni che occorreranno, se pure non avrò già lasciato colà il mio Segretario per la provvisoria assistenza degli Europei che colà vi sono, e che suppongo senza preti, quindi prenderò immediatamente la via di Soha, dove giunto scriverò al Sig.e De-Jacobis, affinché sappia dove sono, come altresì ai due miei Missionari che a quell’epoca già saranno penetrati ai paesi Galla più vicini all’Abissinia. Se poi quest’affare non riesce, prenderò la via di Massawa, e farò ogni possibile per entrare di quella parte segretamente, travestito come semplice viaggiatore. Se mi riesce di passare per questa parte, in venti giorni posso giungere ai paesi Galla, laddove per la via d’Abissinia sarei contento se bastassero due mesi. Per questa parte vi sono maggiori pericoli, quali però cesseranno se otterrò la scorta che ho chiesto al Re di Soha.

Ecco, R.mo Padre, come si trovano le cose mie. L’assicuro che io avrei mai creduto di trovare tante difficoltà per portarmi al luogo di mia Missione, ma il Signore che dispone e prepara una strada spinosa, forse ha già decretata una meta più gloriosa di quello che io possa credermi. Le imprese più sublimi e gloriose sono per lo più intrecciate, ed avvolte fra le spine, e fra le nubi forse per il maggior bene – Se io trovava subito nel principio la via aperta [verso] i paesi Galla, io mi sarei gittato ciecamente in qualche luogo senza tanto esaminare [f. 2r] quello che più conveniva, e sopra tutto senza tanto informarmi dei paesi situati nei littorali, che forse, mi potranno presentare un gran vantaggio, o per stabilire qualche cosa, oppure per avere una via aperta per la sortita, quando occorra, e per le relazioni coll’Europa. V. P. R.ma intanto faccia il piacere di partecipare alle persone più care il sovradetto, raccomandando loro di pregare, e pregare di cuore affinché il Signore mi conceda la tanto bramata grazia di presto trovare qualche paese disposto a ricevere il mio povero ministero. I pericoli per il passato sono /144/ stati non indifferenti, ma quelli che mi sovrastano non sono minori. I pericoli però della vita non sono quelli che più mi diano fastidio, ciò che più mi fa pena sono i pericoli di sbagliare la via che conduce al meglio per la Missione. Alle volte si presentano certe oscurità di elezione, che sono costretto quasi a rimettermi al caso – Il Signore però finora mi ha sempre assistito.

La prego intanto a voler gradire coi miei i saluti del P. Segretario estensivamente a tutti, massime al mio P. Lettore nostro Amatissimo P. Generale, ed ai R.mi PP. Deff.ri Generali, mentre colla massima venerazione passo a dichiararmi

D. P. V. R.ma, e Carissima

Divot.mo, ed Aff.mo Amico
† Fr: Guglielmo V.o Capp.no

[F. 2v] Al R.mo Padre P.on Col.mo / Padre Felice da Lipari Deffinitore, / e Proc.re Generale dei Cappuccini / Roma //.