Massaja
Lettere

Vol. 1

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A monsignore Alessandro Barnabò
segretario di Propaganda Fide – Roma

F. 309rEccellenza R.ma

* Cappuccini di Roma 8. 7.bre 1850.

Ho letto con piacere i due rapporti fatti dai due ottimi Missionarj dell’Affrica Centrale, relativamente a quella Missione. Come V. E. R.ma per la buona volontà che ha di far del bene va cercando lumi, anche da quelli che forse ne sono meno capaci, io mi avvanzo a dirLe il mio sentimento, il quale non sarebbe altro fuorché una maggiore spiegazione della mia lettera di risposta che ebbi l’onore diriggerLe il 17. scorso Agosto.

Stando per ogni lato la verità delle cose riferite da D. Ignazio Knoblechers, sarebbe fuor d’ogni dubbio rispettabile il suo piano, ma senza far ingiuria al zelante Missionario, forse ingannato dalla facilità di parlare e di promettere dei selvagi, io credo, che trattandosi di dover far passi notabili, sia cosa più prudente il non calcolare tutto vero. Mi sono convinto col fatto che simili relazioni, fatte anche da persone rispettabili, sono cose ottime per animare il pubblico della Cristianità, ma non fundamento sufficiente ad un dicastero per agire. La relazione all’opposto del P. Giuseppe Repetti ha forse più del positivo da potervi calcolare.

Don Ignazio Knoblecher (Škocjan SLO 6 luglio 1819 - Napoli 13 aprile 1858) missionario sloveno. Dopo un periodo di apprendistato in Libano e in Siria, nel 1847 partì con la missione guidata da Massimiliano Ryllo per il Sudan. Alla morte del Ryllo (1848) lo sostituì come provicario. Con Emanuele Pedemonte e Angelo Vinco (1819 - 1853) esplorò le terre dell’Alto Nilo. Dopo un viaggio in Europa, con altri collaboratori fondò le missioni Gondoroko fra la popolazione Bari e Santa Croce fra i Denka. Morì mentre tornava in Europa per rimettersi in salute

/207/ F. 309v Il mio parere perciò sarebbe che la Missione del Sennaar debba conservarsi non solo, ma coltivarsi per quanto sarà possibile, come luogo centrale che si presta per l’Abissinia, e per tutti gli altri paesi dell’Affrica. Quando questa Missione avrà preso piede, ed aquistato un credito, con tutta facilità potrà prendere una posizione più avvanzata, o per lo meno coll’assistenza degli indigeni già conosciuti e coltivati, a poco costo, e senza pericolo si potranno fare delle scorrerie alle varie parti dell’interno, a misura che si presentano le occasioni spontanee.

Affinché detta Missione in Kartoum possa servire a questo scopo non basta che se ne stia nella semplice qualità di cappellania morta per i quattro Europei che vi sono, ma deve col mezzo di buone scuole fatte per quei paesi, e di altri piccoli stabilimenti di beneficenza, cercare di guadagnarsi la simpatia di quei popoli. Fatto questo la missione resta spianata per qualunque parte dell’interno.

Quando V. E. R.ma mi scriveva in proposito di quella Missione, io aveva formato il piano di cercare dei mezzi pecuniarj in Europa, e poi andarmene in Sennaar coll’intenzione di distogliere i missionarj da qualunque altra idea, ed insinuargli invece questa; persuaso che tutto il resto sarebbe venuto in seguito più naturalmente, e senza costo di spesa e di pericoli.

Come presentemente D. Ignazio Knoblechers ha già preso qualche iniziativa, e forse sbilanciata qualche parola col governo austriaco, credo cosa inutile cercare di distruggere il suo piano direttamente. Sarà meglio cercare alle buone di determinarlo a servirsi dei mezzi che avrà raccolto per l’esecuzione del piano suddetto, senza proibirgli l’ideato viaggio all’interno – Gli si potrebbe far vedere come il piano indicato è più sodo, e prepara una strada più sicura alle sue operazioni naturalmente di ordine posteriore.

F. 310r Da quanto pare, detto Missionario è persona attiva, intraprendente, dotato di buone volontà, che incomincia operare da se; io credo perciò cosa buona coltivarlo – I soggetti disposti, come questo pare, non sono tanto frequenti; sarà perciò cosa ottima cercare di moderare le sue idee dolcemente, ma nel tempo stesso goderlo per quel bene che il Signore vorrà fare col mezzo del suo zelo.

In quanto a me, non vorrei che la S. C. di propaganda, per la parola che mi ha avvanzata, lasciasse di prendere quelle determinazioni che ravvisa di maggior gloria a Dio e vantagio delle anime; in questo io voglio essere considerato come un figlio, anzi come un servo, perfettamente nelle mani di chi governa, e niente più – Non dico di più perché son nemico delle parole inutili in queste cose, del resto sarei disposto a protestarmi più chiaramente in contrario. Dovendo passare a Kartoum sarò fortunato di ricevere l’ospitalità di quei buoni padri.

Ecco quanto ho l’onore di farLe osservare dietro lettura dei due indicati rapporti. V. E. R.ma è perfettamente libera di far conoscere queste mie osservazioni, se lo crede a proposito, oppure di subito distruggerle, essendo fatte in confidenza a Lei –

/208/ Colgo l’occasione per esternarLe coi saluti i più vivi sentimenti di riconoscenza coi quali godo rinnovarmi.

D E. V. R.ma

Divot.mo ed Obbl.mo Servo
† Fr: Guglielmo Massaja Vescovo

A. S. Eccellenza Mons.re Barnabò / Segr.o della S. C. di Propaganda //.