Massaja
Lettere

Vol. 1

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A monsignore Perpetuo Guasco OFMObs.
vicario e delegato apostolico dell’Egitto – Alessandria

[F. 1r]Eccellenza R.ma

Foka [o Folla] confini dell’Abissinia 11. Giugno 1852.

Le scrivo due linee colla febbre continua, che non mi lascia né giorno né notte, unita ad una dissenteria, che mi travaglia da qualche mese interpolatamente, e perciò mi limito a poche cose. /363/ Sono già stato respinto due volte indietro dalla forza locale nei miei tentativi di recarmi ai paesi Galla; Iddio sa il perché – Ora mi scrivono di Gondar di guardarmi bene dai dominii di un certo Principe Cassaja, il quale fa gelosamente custodire tutti i posti della frontiera – Dietro tuttociò io dovrei recarmi in Aden, me ammalato come sono non mi conviene né il lungo viaggio di terra e di mare, né l’aria di quel paese; restar qui anche non posso perché in tempo delle pioggie il clima diventa pessimo. Ho perciò conchiuso di partir dopo dimani alla volta dell’Abissinia Goggium e paesi Galla, avvenga tuttociò che Dio vuole, sulla speranza che il clima alto di quel paese metterà fine a questi miei incomodi.

Non potendo io più scrivere, mi faccia la segnalata [grazia] di comunicare queste notizie a Roma al P. Generale del mio Ordine, al Console Generale Francese ed ai Missionarii di Aden.

Io poi la ringrazio di quanto ha fatto per me e delle buone notizie mandatemi; Lei accusi ricevuta di tutte le lettere di Roma, del Console Generale, venutemi jeri solamente. A Roma dirà di più, che, attesi i miei incomodi e le respinte avute di qua e di là, non posso mantenere la mia parola di trovarmi in Aden poco dopo un’anno della mia partenza dal Cairo. Farò il passo che debbo fare per non chiudere affatto la Missione dell’interno e poi non mancherò di andarvi.

Monsignore caro, in questo viaggio, oltre gl’incomodi riferiti, tre volte mi sono trovato col coltello alla gola di notte per la persecuzione dei foncaro probabilmente فُقَرَاء fuqarāʾ plurale di فَقِور faqīr termine con cui a volte il M. indica i capi religiosi musulmani foncaro mussulmani che me l’hanno giurata a morte – In Junkur paese vicino gli Agan, ed alle sorgenti del Nilo, trovandomi sul mercato, poco man- [f. 1v] cò che fossi schiacciato colle pietre –: incominciò uno a dirmi, che io era un’infedele, e che pronunziassi queste parole = Maometto Profeta di Dio = avendogli risposto, che non credendo non poteva mentire avanti Dio, mi diede un forte schiaffo, poscia si attonippò quasi tutto il mercato intorno a me gridando colle parole suddette. Se non veniva il Sciek, non so come sarebbe andato: dopo non ricevetti più che alcuni urti.

Addio caro Monsignore, spedisca il piego qui incluso al suo indirizzo, preghi e faccia pregare per me, che di tutto cuore godo rinnovarmi

Di V. E. R.ma

D.mo Servit: Vero
M. Vesc:o Bartorelli