Massaja
Lettere

Vol. 2

/102/

1857

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Al padre Giusto Curtopassi da Urbino OFMCap.
defunto missionario apostolico dei Galla

F. 1154rR. P. Giusto in G. C. Carissimo

Legamara – Gemma 1. Gennajo 1857.

Chi avrebbe detto che dopo la nostra separazione in Iffac in Luglio 1851. non ci saremmo più veduti? Io coll’entrare in questi paesi, passando il Nilo ho fatto voto di non più ripassarlo; voi all’opposto il voto è stato diverso, e le circostanze vi hanno spinto sino alla patria; così l’incontro nostro sarà in Paradiso, se entrambi correremo la via che il Signore ha voluto; faciamo in modo che abbia luogo questo felice incontro, ed allora ci renderemo i conti reciprocamente delle nostre amministrazioni passate, perché qui non avvi tribunale ultimo – Se io ho mancato verso di voi posso domandarvi perdono, come intendo di fare è [e] non so se avrò più la consolazione di sentire da voi il perdono, anche per lettera, perché, come nessuna mi è venuta finora, poco spero in seguito; se poi voi avete fatto qualche cosa a me, Iddio vi facia arrivare la presente come bacio di pace che vi metta in regola per ogni riguardo che dipenda da me – La mia morte non è lontana, non vorrei passare il gran porto con qualche debito da pagare – Vi ho scritto altre volte, ma chi sa dove sarà andata la mia lettera?

Dopo la vostra partenza non ho più avuto la consolazione di ricevere un soldo da Massawah, e le nostre cose tutte sono all’estrema miseria; in [f. 1154v] Giugno dello scorso anno venne da Massawah il noto Andrea fu nostro servo portatore di molte lettere e di cento talleri, arrivò franco sino al Gudrù e là di tutto fu spogliato da un traditore Cristiano per nome Aboj Sajfù. Alla vostra partenza dal Beghemeder restavano nelle vostre mani i 200. talleri portati da Berrù, ah se quelli fossero venuti, mi sarebbero ora tant’oro – Passando voi in Sennar, presso i PP. Missionarii di Cartum avrete preso il fondo di 250. talleri che colà vi era; di tutto nulla so affatto; solamente il prefato Andrea mi diede la notizia che voi siete arrivato in Cairo; le lettere essendo state perdute coi denari, nulla di più ho saputo – Se mi arriva qualche cosa di Massawah, bene, del resto io qui mi trovo obligato, o a mercanteggiare, oppure a coltivare la terra per vivere. Il paese Galla sarebbe un eccellente paese se vi fossero questi tre elementi: Religione, Governo, e Società; ma qui nulla affatto; il vicino fa la guerra col suo vicino; non avvi la menoma umbra di carità reciproca; chi non ne ha muore di fame senza essere compatito; anzi disprezzato da tutti – Per colmo di disgrazia /103/ a questa missione, Lica Caenet ሊቀ፡ ካህናት liqä kahənat lett. “arciprete”, alto prelato della chiesa copta che sovrintende alla disciplina del clero.
Hagì حاج ḥaǧǧi titolo onorifico dato al mussulmano che ha compiuto il pellegrinaggio alla Mecca.
è stato fatto Lica Caenet un Hagì del Cairo detto fratello di Abba Salama in tutto il Gogiam, e quegli tenta chiuderci tutte le vie di communicazione con Massawah; se il Principe Cassa non perde il suo regno, io non so cosa sarà di noi.

Fuori di miserie temporali, il resto della missione non sarebbe male; abbiamo una quantità di [f. 1155r] Cristiani, una gran parte dei quali sono stati battezzati da noi; la sola difficoltà è quella di avere buoni Preti indigeni – Ho molti chierici, ma non ho ancora potuto ordinare altri Sacerdoti fuori dei tre che sapete, dei quali ora sono costretto a mandare P. Giovanni Morka a Massawah, perché non ho altra persona fida – In Nonno avvi un movimento consolante; in Limu i Cristiani sono molti, ma il paese è mussulmano, epperciò non vi è tutta quella libertà d’istruzione desiderata. Di Càffa ho nessuna notizia da darvi, perché nulla ho ricevuto dal P. Cesare, il quale è diventato un Principe di quel regno e non si degna più guardare la mia miseria – Ciò sarebbe poco, di lui si spargono notizie niente favorevoli; questo miserabile, stando a ciò che dicono i negozianti che vengono di là, deve in tutto avere seguito i Preti antecedenti...!

Sapete che io amava molto questo Padre considerato come il mio Beniamino; ora è diventato la spina che mi darà la morte certamente, perché dopo la sua partenza non ho passato una notte riposando; il pensiero di lui mi ammazza... qualora bramiate qualche detaglio a questo riguardo, lo troverete presso la S. C. di Propaganda a cui scrissi lo stato della cosa come è – Il solo Prete indigeno Abbate Jacob Ajlù di Tedba Mariam, che voi conoscete, è colà murus pro domo Israel – Iddio gli conservi la costanza... Pare che perciò il P. Cesare abbia perduto colà il suo credito, perché il Consiglio di stato prima aveva dato a lui tutti i beni eccle- [f. 1155v] siastici; ora cerca di separare Abbate Jacob dal P. Cesare e dare a lui la metà dei paesi di patrimonio ecclesiastico; io però so nulla di offiziale; scrissi più volte lettere fortissime in tutti i sensi, e prendendo la cosa per tutti i versi, egli però nulla mi risponde, neanche si degna mandarmi i saluti –

Ho scritto due volte al cardinale Recanati ed al nuovo P. Generale nostro, non so se avranno ricevuto le mie lettere; baciate loro la mano per me –

Vi abbracio nel S. crocifisso Signore e benedicendovi sempre come mio figlio carissimo, godo raffermarmi di voi

Sempre Aff.mo
† Fr: Guglielmo Massaja V.o

Al R.do Padre Col.mo / P. Giusto da Urbino / Sacerdote Cappuccino / Roma //.