Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 1257rEminenza R.ma

Gemma – Lagamara 21. Aprile 1857.

Coll’arrivo del zelante P. Leone dés Avancer al littorale di Massawah, di dove mi mandò un’espresso, arrivato qui in 65. giorni dalla sua partenza, ho sentito la dolorosa notizia della morte del fu Em.mo Cardinale Franzoni, ed in pari tempo quella faustissima della di Lei promozione alla porpora cardinalizia ed a Prefetto della S. C. di Propaganda. Quanto dolorosa la notizia della morte del sullodato da cui ho ricevuto l’ordine Episcopale, altrettanto mi fu consolante quella della promozione dupplice di V. Em: R.ma, persona che ho avuto l’onore di conoscere in Roma zelantissima delle missioni all’estero, e di cui io soleva dire agli amici, la testa di Barnabò è un vero mappamondo cosmopolitico – Dio che L’ha promosso Le dia forza per ultimare il concepimento di tutte le idee di cui l’ho veduta fornita, e noi saremo fortunati. Non aggiungo complimenti, perché il mio naturale non suole abbondare di ciò colle persone che conosco di spirito superiore, ed anche perché ho solo due giorni per spedire al littorale un corriere che non potrei deferire ad altra carovana per timore che non arrivi più prima che si chiudano le strade dal prossimo inverno; mi trovo solo a scrivere con molte lettere essenziali da fare.

Il piano fatto da P. Leone des Avancer, è quello stesso che io faceva in Roma a Lei, per cui sono andato in [f. 1257v] Francia ed in Inghilterra, che poi ho dovuto lasciare di promovere in Europa per le tristi notizie colà ricevute dalla missione che domandavano la pronta mia venuta qui; grazie a Dio il P. Leone ha promosso bene le cose, e come veggo che è animato, non potendo io presentemente sortire di qui, ne lui venire a me ho pensato bene mandargli tutte le mie istruzioni, e dare a lui l’incombenza, nominandolo mio Delegato Visitatore Vicariale per i littorali dei mari Arabico ed Oceano Indico, fino a tanto che le due operazioni avranno la fortuna di raggiungersi nell’interno, cosa che non avrà luogo tanto presto come egli pensa, ma che certamente si compirà in meno di dieci anni, se sarà fedele a custodire tutte le istruzioni che gli ho dato. Il soggetto scielto non potrebbe essere migliore, ha però bisogno di freno, affinché non si esponga inutilmente a perdere la vita con danno dell’operazione, quale difficilmente troverebbe chi la prosegua con forza come lui.

Quanto sono consolato dalle buone disposizione del P. Leone suddetto, altrettanto poi sono addolorato per il consummato tradimento del P. Cesare da Castelfranco in Càfa, divenuto colà un’altro Lutero coll’aggiunta di una seconda moglie, contro cui, con mio dolore mortale, per riparare il grave scandalo dato a questi neofiti, e segnatamente agli allievi chierici ho dovuto pronunziare solenne /114/ sentenza di deposizione ab officio, sospensione, e scomunica, della quale Le unisco qui copia affinché conosca lo stato delle cose. Se questa sentenza [f. 1258r] non è tutta secondo le procedure canoniche, attribuisca al trovarmi qui solo senza nessun ajuto di libri e di consiglieri – Per consolarLa anche nella triste notizia Le dirò poi anche che il suo compagno P. Giacomo Ajlù sacerdote indigeno nella sua semplicità e poca istruzione è colà murus pro domo Israel a fronte delle più terribili persecuzioni che gli fa il traditore già suo principale, in modo che mi lascia sperare una vittoria, per cui lavoro indefessamente – Se posso averlo nelle mani sarà segno che la nostra causa avrà regnato colà. Se questo protervo non tradiva il progetto del P. Leone avrebbe un bellissimo ajuto; nulla importa, le corrispondenze sono già intavolate con quel Re, e giova sperare – Debbo però confessare che questo fu un vero colpo mortale a questa missione.

In altra mia Le scriveva che ho nominato Monsignore Biancheri mio Procuratore e Vicario in Massawah; questo buon Prelato mi fa qualche difficoltà nell’acettare l’incarico, forse per rispetti che non conosco, V. Em. R.ma abbia la bontà di fare in modo che acetti, perché un nuovo individuo del nostro Ordine prima che conosca il paese per l’esecuzione di questa carica, questa missione avrebbe molto a soffrire, d’altronde un soggetto nostro isolato in Massawah senza altra occupazione sarebbe perduto, e forse poco decoroso all’Ordine stesso; persuada anche i Superiori dell’Ordine che ci ho pensato bene a tutto, e la cosa e molto bene così –

Vorrei scrivere direttamente al S. Padre i miei sentimenti di riconoscenza per la medaglia speditami, a pregarLa [f. 1258v] della sua apostolica benedizione sopra questi popoli, ma il pensiere che sono diventato mezzo selvagio fa che mi arrossisco di presentarmi, prego Lei di fare le mie veci e baciarLe i piedi per me, assicurandoLa che sino alla morte sarò sempre costante a pregare Iddio affinché Le dia forza a combattere nella guerra che gli fa lo spirito del mondo attuale sconvolgitore delle idee religiose.

Pregando quindi anche V. Em: R.ma a benedire me e questi infelici popoli, Le bacio la S. porpora e godo raffermarmi

Dell’Em: V. R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
† Fr. G. Massaja Vescovo