Massaja
Lettere

Vol. 2

[Traduzione della lettera 238 del 25 ottobre 1859]

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Fr. Guglielmo Massaja
Cappuccino
per grazia di Dio e della Sede Apostolica
Vescovo di Cassia
e Vicario Apostolico dei popoli Galla

Espressamente al Reverendo Padre Fratel Cesare da Castelfranco, Missionario Cappuccino, per l’assoluzione dalla sentenza di Scomunica, Sospensione e Privazione di ogni ufficio.

L’ufficio pastorale richiede non solo di esortare e rimproverare i pubblici peccatori, soprattutto se chierici e Sacerdoti, ma che siano loro inflitte le opportune pene ecclesiastiche, affiché il lupo sia separato dalle pecore e il puro frumento non si confonda cona zizzania dello scandalo; per la qual cosa Noi, a suo tempo informati della tua pubblica depravazione, con decreto del giorno 9 aprile dell’anno 1857, Giovedì Santo, dolenti pronunziammo contro di te la sentenza di Scomunica, Sospensione, e privazione di ogni ufficio. Ma ora che siamo venuti paternamente a te, e che tu, dopo esserti gettato ai nostri piedi, portando una pietra sul collo, di fronte a tutto il popolo, ai grandi e allo stesso Re, hai confessato con mirabile flusso di lacrime il peccato e lo scandalo, e la moglie che avevi preso con atto pubblico, e tutte le altre concubine, con atto parimenti pubblico hai ripudiato, e, cosa che ha massimamente riempito il nostro cuore di consolazione, hai dato segni veri e sinceri di penitenza, con l’autorità dei presenti e con la pienezza della nostra potestà Episcopale e Vicariale, abroghiamo del tutto il sopraddetto decreto emesso contro di te, dichiarandoti sciolto da tutte le sopra dette censure, e restituito all’unità della Chiesa di Dio e agli onori sacerdotali, col diritto di partecipazione passiva a tutti i Sacramenti; riservando provvisoriamente al nostro solo arbitrio la pubblica amministrazione dei sacramenti e la celebrazione degli uffici divini, fino alla totale riparazione del tuo scandalo, e ad una adeguata riconferma della pubblica stima.

Sorgi dunque, figlio mio, asciuga le tue lacrime, e il nostro bacio che ti diamo misto alle lacrime della consolazione, sia per te il bacio del Padre della misericodia che ti chiamò alla penitenza, e di tutta la Chiesa di Cristo che gemendo ha pregato per te; sorgi e indossa la stola della giustificazione e della grazia che ti porge il Padre divino di tutta la famiglia; tu che stavi per morire di fame, sorgi e saziati alla mensa celeste, vieni a mangiare con i tuoi fratelli nella casa del Padre tuo; e voi tutti figli nostri carissimi in Cristo, in primo luogo i chierici, i religiosi e collaboratori del nostro sacerdozio; voi che poc’anzi gemevate per il vostro fratello, rallegratevi del suo arrivo, e dite nel vostro cuore: questa conversione è opera della mano dell’Eccelso; la vostra letizia sia accompagnata da rendimento di grazie e dalla benedizione di Dio, che noi impartiamo sopra di lui e sopra di voi imploranti.

Comandiamo inoltre a tutti i rettori delle nostre Chiese che il presente decreto sia pubblicato in tutte le Chiese della Missione per tre domeniche, immediatamente dopo la Messa parrocchiale, e dopo la sua illustrazione, si canti, se possibile, o si reciti l’inno Te Deum, con il versetto e la preghiera per l’azione di grazia.