Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 408rEminenza R.ma

Dalla casa di Tatemara in Kafa 1. Novembre 1859.

Sul principio di Maggio del corrente anno Le scriveva da Limu dandoLe conto della Consecrazione del Coadjutore in Vescovo di Marocco nella persona di Monsignore Felicissimo Cocino nostro Cappuccino di Cortemilia, unitamente ad alcuni detagli del mio viaggio da Lagamara a Limu, e di alcune altre operazioni fatte colà; ora debbo darLe conto delle cose avvenute in seguito.

Il 7. del mese suddetto ho lasciato Limu, rimettendo l’amministrazione delle missioni Galla a Monsignore Coadjutore suddetto; il 18. Maggio siamo arrivati in Ghera io e due Preti con alcuni Chierici, dove mi aspettava un campo da coltivare molto consolante; nel nostro arrivo colà ci vennero all’incontro dieci capi di casa cristiani Kafini di sangue reale colà rifugiati per motivi politici, molto avidi del nostro ministero. Come io doveva fermarmi colà per trattare, d’accordo con quel principe, gli affari con questo Re di Kàfa, abbiamo voluto subito incomminciare ad evangelizzare quei pochi Cristiani; ho mandato loro un Sacerdote indigeno per nome P. Ajlù Michele cognito per il suo spirito apostolico, ed un Chierico per nome Gabriele Gherba nativo di Lagamara: credevamo di dover istruire e battezzare quelle poche famiglie Cristiane conosciute, e che poi tutto fosse finito, ma la cosa andò molto diversamente; si battezzarono quelli, da quelli si passò ai Galla, e da questi incomminciavano a moversi anche alcuni fattisi mussulmani; sia la grazia di Dio che abbia più del solito abbondato, sia il zelo dei miei Sacerdoti, io non lo so, il certo si è che in tre mesi che ci siamo fermati colà si sono fatti [f. 408v] 197. battesimi, 130. Cresime, 20. matrimonii, fra i quali molti poligami che hanno licenziato le loro mogli per mettersi in regola Cristiana, segno questo che i novelli Cristiani non sono Cristiani di nome; nell’ultimo mese che ci siamo fermati in Ghera passavamo anche le intiere notti a confessare, e nelle feste si fa- /182/ cevano per lo più sempre circa 50. Communioni, per le quali hanno un’attaccamento incredibile. Tutto questo bene è stato fatto dal Sacerdote indigeno suddetto e dal Chierico suo compagno; questi lavorò, con tanto ardore che in meno di due mesi fu vittima delle apostoliche fatiche, ed in pochi giorni di malattia morì nel luogo stesso del suo apostolato, lasciando una quantità di figli che lo piansero, benché giovane di 16. anni solamente, e semplicemente Tonsurato. La sola morte di questo Chierico sarebbe una storia degna di essere scritta se avessi tempo, e resterei niente affatto stupito di vedere col tempo qualche segno straordinario al suo sepolcro. In poche parole dirò che la nostra missione ha incomminciato in Ghera, e la cosa fu così riscaldata che venendo il momento di dover partire i Cristiani piansero, e seppero piangere così bene ai piedi del Re, (benché mussulmano, anzi quello che dieci anni sono ha publicato e ordinato l’islamismo come religione di stato) che questi dovette cedere e lui stesso pregarmi di lasciargli un Prete, come ho fatto, e già mi vengono di là notizie che i battesimi continuano, benché il Prete colà lasciato non sia dei più fervorosi...

Veniamo ora alle cose di questo paese: dopo tre anni di pianti avanti a Dio, di trattative con questi Principi, onde ottenere la mia venuta, sono entrato le porte di questo regno il 2 Ottobre scorso; Ella sa lo scopo della mia venuta, Ella sa pure tutti i miei passi fatti, e tutti i miei timori; arrivato qui nessuna apparenza di vedere il peccatore pentito, mentre io faceva i miei calcoli sul modo di procedere contro il ribelle; prima che io abbia fatto il menomo movimento di rigore la mattina del 10 Ottobre me lo viddi ai piedi; si stupirono tutti della sua comparsa, e domandandogli come, viddi che lui stesso era maravigliato di se, e delle circostanze tutte [f. 411r] che lo portarono a me; gli ho domandato se veramente era convertito di cuore, egli mi rispose queste parole = il mio cuore è freddo, del resto Ella facia di me tutto quello che vuole = allora io gli dissi: venendo di mezzo ai boschi di necessità dovete essere freddo, il sole vi riscalderà = vedendo la sua schiettezza non ho esitato a giudicare essere stata tutta opera di Dio; diffatti avendolo esortato a fare dei passi forti per riparare lo scandalo, egli fece ancora di più di quello che gli ho ordinato; una volta in facia al Re stesso pianse e confessò il suo peccato in modo da far piangere tutti; quindi in facia al publico e di molti grandi, con pietra sul collo si presentò a me replicando una confessione che cavò parimenti le lacrime a tutti, e qui replicò pure l’atto publico di rinunzia alla moglie ed a tutti gli altri legami, in modo che dopo pochi giorni evacuata la casa sua di tutto l’elemento di mondo, ho potuto entrarvi io con tutto il mio clero, e la casa del demonio è diventata casa del Signore, dove ogni giorno si fanno le solite preghiere della missione e tutti i chierici e studenti cantano l’uffizio divino insieme a modo di convento con ammirazione di tutto il paese; la casa del peccato è diventata oggi il centro della missione, dove si istruisce, e lui stesso lavora con gran zelo nella traduzione del catechismo; il resto poi dei sentimenti di questo novello convertito potrà Ella /183/ ben vederlo dalla sua lettera, e spero che il publico non tarderà ad essere riedificato dal novello suo zelo. Dietro tutto questo io ho creduto dovere di fare un’altro decreto di assoluzione dalla scommunica, quale Le mando per di Lei norma, pregandoLa di farlo conoscere a tutti coloro che hanno conosciuto quello della scommunica stessa –

Qui ci sono parecchie chiese, ed ho già mandato il clero a prendere possesso di alcune delle medesime, dove si sono già fatti alcuni battesimi, e dove dovremo farne milliaja, perchè per l’avanti nessuno affatto è stato battezzato, ed il paese è vastissimo – Compreso io, ci troviamo qui quattro Sacerdoti, alcuni chierici, in specie uno che presto potrà essere ordinato Prete – Tale è il complesso delle cose di questa missione, la quale oggi è solamente nel suo principio, principio però che lascia argomentare un bell’avvenire, se Iddio seguiterà prodigare le sue benedizioni, come ha fatto sin qui, a fronte di ogni mio demerito –

F. 411v Se possiamo terminarla Le manderò col presente corriere una coppia di catechismo in tre colonne, una Galla, la seconda Sidama, e la terza Latina ad verbum, affinchè me la faciano stampare unitamente ai manuali contenenti il Breviario della Madonna ut in festis e le principali funzioni del Sacerdote, in specie il Battesimo tutto a lungo senza abbreviazioni, ed intiero in tutti i casi, per le donne, per gli uomini, per molti insieme e per un solo, attesoché è difficile far prendere a tutti i Sacerdoti il senso della lingua latina per comprendere le rubriche; di ciò La pregava già in altre mie, quali non so se avrà ricevute. Anche riguardo ai varii quesiti fatti sul digiuno e sul rito guardi di sollecitare le risposte – Così parimenti se mi riesce combinare una spedizione penso spedire almeno due ragazzi a cotesto collegio, onde assicurare in avvenire dei maestri per questo Clero, che io non posso istruire se non imperfettamente; nel caso che arrivino Ella abbia la bontà di fargli di Lei figli e pensare ai medesimi, perchè col tempo qui saranno oro – Ne avrei molti da mandare, ma le strade sono cattive, ed anche costerà molto per fargli arrivare sino a Roma – Coll’aquisto di questo paese la Missione ha preso uno sviluppo che merita attenzione anche per l’avvenire. L’ho pregata dei Breviarii ut in festis della Madonna, perchè qui sogliamo recitare il medesimo per più ragioni. 1. perchè mancano breviarii romani; 2. perchè il medesimo, a differenza dell’ufficio piccolo della Madonna, accostuma questo nuovo clero all’ordine intiero del Breviario romano – Fin qui ho dovuto scrivergli io questi breviarietti a misura che i Chierici entrano negli ordini Sacri, oppure fanno i voti monacali.

Le bacio la S. porpora, e pregandoLa di benedire questa Missione ed ottenermi quella pure del S. Padre, (a cui La pregherei pure di raccomandarci in modo particolare...) godo protestarmi

D. Em. V. R.ma

Divot.mo Figlio in G. C.
† Fr: G. Massaja Vescovo I.