Massaja
Lettere

Vol. 2

/242/

1861

264

Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 23rEminenza R.ma

Sciap-Kàfa 25. Febbrajo 1861

Sul principio di Ottobre dell’anno scorso ho scritto all’E. V. R.ma pregandoLa di tenermi in pronto alcuni soggetti scielti per questa Missione presi dalla Provincia di Francia, alla quale raccomandava affinchè venisse commessa la cura di provvedere per l’avvenire i missionarii alla medesima; aggiungeva di tenere in pronto un soggetto capace per essere consecrato Vescovo e prendere le redini di questa operazione, per la quale io mi veggo ogni giorno a divenire più debole e molto bisognoso di riposo. Diceva nella mia lettera che di quest’anno avrei fatta una spedizione di alcuni ragazzi in Europa da educarsi, e che si aspettasse l’arrivo della medesima per tutto ciò che sarebbe occorso di spedirci, e per la definitiva decisione di tutto per il futuro di questa operazione apostolica.

Ora debbo prevenirLa che la spedizione immaginata non potrà aver luogo prima del mese di Ottobre venturo, per la ragione che sono nate alcune difficoltà che hanno interrotto le conferenze con questo governo, ed appena attualmente hanno ripreso il loro corso con mediocri apparenze. Come in tutti [f. 23v] gli altri luoghi, così anche in Kafa il diavolo ha fatto le sue parti, ma come sempre è accaduto, così accadrà, e resterà dissotto, come già abbiamo qualche segnale; segnale di ciò è che io era già partito per i paesi Galla, il Re mi mandò a pregare colle più obbliganti maniere di fermarmi; dopo un’anno è più ci siamo abboccati due volte in meno di otto giorni; ha ordinato le decime di granaglia a tutti i Cristiani, e si sta facendo dai medesimi una Chiesa con un gran recinto, senza ciò che verrà dopo – Il punto più essenziale che è quello della disciplina del clero e della indipendenza del medesimo dal governo, e dipendenza solo dal Vescovo e di questi dalla S. Sede, è già stato trattato e speriamo di farlo sanzionare.

In quanto alla nomina del mio successore, quale nella precedente mia lettera aveva lasciato che si facesse in Roma, ora credo bene di umilmente suggerire di mandarmi una nuova autorizzazione di consecrarmi un coadjutore, concepita nei termini di quella già speditami per la Consecrazione di Monsignore Cocino; la ragione è questa: venendo di Roma consacrato sarà padrone appena arrivato, /243/ e vi vorranno alcuni anni prima di essere al corrente delle cose, ed in questo frattempo potrebbe sbagliare molte cose, facendosi qui si potrà sciegliere la persona più capace fra quelli che vi sono e che verranno; anticamente non si è potuto fare una scielta, e si spera di poterla fare allora; sarà anche [f. 24r] necessario che mi diano le autorità di aggiustare le cose del Vescovo di Marocco, per farlo continuare come Coadjutore, oppure dargli qualche incombenza a parte, secondo vorrà la convenienza ed il consiglio, veduta la condotta del medesimo e le speranze che presenterà di qui allora –

Riguardo alla spedizione che si è immaginata, doveva partire P. Leone des Avançer, perchè allora non ancora il suo cuore riposava a restare qui, ora però che pare il medesimo affezionarsi e presentare qualche speranza per l’avvenire, mi rincresce disfarmene, perchè partendo per l’Europa non sarà di ritorno prima di tre anni, ed occorrendo la mia morte non vi sarebbe qui una persona da rappresentarmi, e tenere le redini sino alla venuta del titolare; gli indigeni non sono ancora abbastanza maturi e capaci a simil caso; non so perciò come farò; per una parte l’andata di uno sarebbe di tutta necessità, e per l’altra disfarsi qui di un soggetto già incamminato è un gran discapito, tanto più che non sappiamo se ci riuscirà di farne venire altri; il P. Leone ha incontrato la grazia dell’Imperatore di Abissinia e forse un’altro difficilmente potrebbe passare, tanto nell’andare che nel venire.

Averto l’Em. V. R.ma che ho scritto al Superiore della Missione di Kartum un piano per l’apertura della strada del fiume bianco in favore di questa missione. Detta missione ha delle case pochi giorni lontani da Kafa, e dopo molte investigazioni sono comparsi alcuni segnali che ci fanno sperare possibile l’apertura di detta strada. Ella bramando coppia del piano suddetto potrà averla [f. 24v] dal suddetto Superiore della Missione di Kartum, io non ho voluto moltiplicare coppie, perchè sono intimamente persuaso della necessità somma di tener secreta la cosa, perchè publicandosi, i Turchi, gli arabi, e sopratutto gli Abissinesi, dei quali abbiamo ancora bisogno potrebbero farci del male, ed impedire l’operazione; forse la gelosia delle potenze Europee non sarebbe favorevole, essendo la missione di Kartum protetta Austriaca e noi protetti Francesi.

Non mi trattengo più, perchè spedisco in fretta un corrière per la notizia incerta della morte di Monsignore Dejacobis, qui arrivata solamente giorni sono, non però officiale, Le bacio la S. Porpora, e pregandoLa a non dimenticarci godo raffermarmi

D. Em. V. R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
† Fr: G. Massaja V.o I.

À Sua Eminenza R.ma / il Cardinale Prefetto / di Propaganda Fide / Roma //.