Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Fabiano Morsiani da Scandiano OFMCap.
procuratore generale delle missioni – Roma

[F. 1r]R.mo P. Procuratore Generale

Ennerea – Paesi Galla 30. Novembre 1861.

Sul principio di Ottobre dell’anno scorso Le scriveva pregandoLa di sollecitare la partenza di missionarii ed alcuni altri piani concernenti il futuro di questa missione; persuaso che avrà ricevuta la lettera, mi dispenso dal rinnovarLe il contenuto; come Le aggiungeva che il P. Leone sarebbe di quest’anno partito per l’Europa, ora debbo significarLe che la sua partenza è stata sospesa, sia perche le cose qui non si sono liquidate come credevamo, sia ancora perché le notizie venuteci sulla politica d’Europa sono poco favorevoli per chi parte da paesi lontani e recasi colà per affari.

Noi qui avevamo grandi speranze sopra Kafa, e speravamo d’intavolare colà conferenze col governo, ma ci siamo ingannati all’ingrosso: Kafa ci ha lusingati, ci ha accordato per qualche tempo tutti gii articoli che noi domandavamo, principalmente i concernenti la libertà d’entrata ed uscita dal loro paese, e la superiorità del Vescovo sopra il clero e sopra le Chiese, pensando così di coglierci nella trappola; diffatti, volendo io far conoscere al paese la disciplina del clero, ed edificarlo con un poco di osservanza religiosa, per battere così il sistema dei preti antichi, ho chiamato colà con me cinque preti, e si viveva in comunità con regolare osservanza di coro, e [f. 1v] disciplina; il governo colse appunto la circostanza che la missione Galla era vuota di preti, e quasi tutti erano colà per ritirare la libertà di entrata e di uscita, e tentare di corrompere i preti; la speranza di sortire di Kafa era come perduta, il governo per una parte dissotto proibiva ai bene intenzionati di venire all’istruzione e prendere il battesimo, per l’altra con tutti i mezzi che poteva cercava di corrompere i preti; vedendo così, dissi fra me, meglio la guerra che la pace con questa gente, ho proibito l’entrata alle chiese al capo dei Cristiani, il quale era alla testa di questa politica diabolica, /300/ e proibij di ricevere più i suoi lumi in Chiesa; con questo mezzo, lasciando sempre sperare, ho riuscito di far sortire di Kafa il P. Leone, ed un’altro Sacerdote indigeno; vedendo che il mezzo termine preso mi serviva, ho continuato a tener fermo per riprendere i nostri patti; la finitiva fu il mio esiglio improvviso avvenuto il 26. Agosto scorso; sortito io separarono i preti fra loro, ed usarono ogni industria per corrompergli, ma inutilmente, i poveretti costanti nella fede ed attaccamento alla buona causa la loro parola era una sola, tagliateci la testa... vedendo così il governo si vidde obligato ad intavolare trattative di pace con me, tanto più che Iddio non tardò ad aggravare la sua mano, togliendo di vita fra pochi giorni parecchj che ebbero parte principale nel consiglio, e per altra parte il malcontento nel paese incominciava spiegarsi... Ora si sta trattando la pace coll’intermezzo di questo Re di Ennerea, e si vedrà la finitiva, perché potrebbe darsi che sia anche una finta per addormentare il paese... La ragione per cui il capo dei Cristiani si è unito a tutti i nostri nemici per farci la guerra, è perché egli ha sempre regnato sopra la casta Cristiana formante circa la metà del [f. 2r] regno, e vedendo l’influenza del nostro ministero ha temuto di perdere la sua influenza e regno sopra i Cristiani, perciò ha preso a distruggere l’opera di Dio. I detagli della mia asportazione curiosissimi Ella li sentirà da qualcheduno altro a cui gli ho scritti, solamente Le dirò che le cose di Kafa si matureranno col tempo, perché mi pare che la massima abbia piaciuto alla maggior parte, e non manchiamo colà di un partito favorevole, comunque possano essere le trattative di pace attualmente incominciate; alcuni suppongono che la finitiva sarà che saranno obbligati a chiamarmi di nuovo, perché i preti non vogliono più stare colà senza di me, hanno avuto paura di se stessi, ed io non nascondo la mia paura di lasciare colà preti isolati in mezzo a quei diavoli; abbiamo dei Cristiani, e qualche prete sarebbe indispensabile, pure affinché la crisi si finisca, ed il governo conosca il passo falso sarebbe meglio uno sgombro totale, per cui avrò anche contrarii i Principi Galla, ai quali Kafa si attaccherà immancabilmente senza uno sgombro totale, dopo il quale si verrebbe a chiare convenzioni toccanti certi punti delicati di superstizione, nella quale cercano d’invilupparci. Sarà difficile poterne sortire colle mani polite; a preferenza amerei meglio levare tutti i preti, e mandarne qualcheduno di nascosto per i Cristiani e per mantenere viva la massima, rinunziando alla personalità che presenta il prete in paese.

Scrivo alla S. C. di Propaganda tutta la storia delle difficoltà che vi sono in quel paese per il S. ministero, per carità Ella non manchi di sollecitare qualche risposta che mi tranquillizzi, altrimenti sono impiciato coram Deo sul quid agendum.

[F. 2v] Noi qui, benché in mezzo a tribolazioni di ogni genere, pure faciamo continue preghiere per il Papa, per la sua Corte, e per gli Ordini religiosi in pericolo, e ci aspettiamo da un giorno all’altro cattive notizie, Ella anche preghi e facia pregare per noi – PregandoLa finalmente di presentare alla corte generalizia i miei /301/ omaggi di figliuolanza coi saluti a tutti quelli che mi conoscono, colla massima venerazione e rispetto godo raffermarmi

D. P. V. R.ma

Divot.mo figlio in S. Francesco
† Fr: G. Massaja V.o Capp.no

Al R.mo Padre P.on Col.mo / Il P. Procuratore Gen.le / dei Cappuccini / Roma //.