Massaja
Lettere

Vol. 2

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Al padre Leone Golliet des Avanchers OFMCap.
missionario apostolico dei Galla – Ghera

[F. 1rP. Leone in G. C. Amat.mo

Limu...] Novembre [1861]

Eccovi Abba Kutal mu[ssu]lmano di Lagamara e Gigio Boka, tutte due fper]sone fide e fidissime; col primo pot[rete] confidare tutti i misteri della spedizio[ne] a Massawah per Abba Magal, e prendere anche i suoi consigli; egli potrà anzi ajutarvi presso il Re per tutto quello che vi occorrerà; al medesimo potete ancora confidare gli oggetti più preziosi da far passare a Lagamara

Sentirete dai medesimi la storia dolorosa accadutami qui in Limu; il 1. del corrente mese, essendo morta nel giorno precedente la gran moglie del Re, mi sono recato di buon mattino la Domenica a complimentare il Re, e sono entrato nell’estremità del goggiò del pianto prima che il Re fosse sortito, onde aspettarlo e complimentarlo, appena arrivato; il nostro baldarabà ci mandò a dire che aveva complimentato lui il Re e che fossimo pure andati; contento ne sono partito per venire a celebrare la S. Messa; appena arrivato in casa arrivarono due servi del Re a chiamarmi – Vi sono andato, /303/ dopo aver aspettato un bel poco il Re mi manda Abba Dalò capo dei fucara a farmi questa intimata = per che ragione questa mattina siete venuto di notte nel mio goggiò = fu chiamato il P. Matteo in particolare fu legato, flagellato per fargli scoprire il mistero, avendo potuto sapere nulla [f. 1v...] paese con tutta la mia roba; m[andato Ab]ba misan a contare [tu]tta la roba; una [turba] di affamati che ci ass[assi]narono, e caricata la roba alla meglio possi[bile] si partì. La sera si dormì all’aperto, perchè [proi]biti di entrare in casa; una turba che ci [segui]tava a domandare, portando un titolo di ambasciata del Re; l’indomani si arrivò alla porta, dove si fece di nuovo un’altro controllo della roba; altri mangioni mandati dal Re con nuovi titoli, i quali ci minaciavano di farci assassinare al moggà; quando eravamo per sortire, un contro ordine del Re di ritornare indietro e rientrare in casa, dove siamo rientrati nella notte, ed abbiamo trovato la casa mezza distrutta; il Re ha fatto una finta di farci giustizia, ci ha fatto restituire tutta la roba presa per strada, ha messo cinque persone ai ceppi, ha ordinato all’Abba Misan di restituirci la casa in statu pristino = tutto ciò per mangiare lui solo, e vi assicuro che mi fanno studiare; ha già mangiato molto, e pare che sia anche molto quello che pensa mangiare; le cose non sono ancora finite = Dietro questa lezione, guardatevi bene di non mandare più roba qui, ma tutto direttamente in Lagamara, dove spero di incamminarmi al più presto possibile salvando quel poco che potrò; circa la vostra persona, rinforzate l’affare di Massawah l’unica via per cui potrete sortire, se per la via di Limu con forte accompagnamento di Abba Magal, nel caso che io sia ancora qui, se io sarò sortito, allora potrete sortire per la via che vorrete, ma [f. 1r...] canti [...], come Abba Kutal [rin]forzate l’affare di Massawah.

In quanto a Fr: Gabriele [non] avrei difficoltà di mandarlo al P. Ajlù, m[a a]vrei piacere prima che passasse da me per [fin]ire il giudizio sulla sua condotta, perchè lasciare passare la cosa così non è buono ne per lui, ne per me, ne per la missione, così fate sentire anche al P. Ajlù che penserei di fare; avvi però una difficoltà ed è, che portare qui questo linguaciuto in queste critiche circostanze non è troppo bene; nel caso temporeggiamo un poco, passi la raccolta, le cose di Limu si aggiustino, venga la risposta del P. Ajlù, a cui ho fatto presente ogni cosa; vedremo allora quid agendum: voi prendetelo alle buone, guardate di maneggiarlo, affinchè non facia un passo falso. Riguardo a questo paese a dirvela chiara non si sa chi regni, Abba Gommol porta il nome, per una parte pare che sia la madre alla testa degli affari, per altra parte alcuni consiglieri sembra che regnino, ma questi si cangiano ogni giorno: abba Dikò è stato spogliato di tutto ed è proibito di camminare colla lancia, parecchie altre famiglie grandi sono state spogliate... il Re pensa a radunare donne... non lo credo un uomo che regnerà molto... si dice che di notte dorma colla madre per timore... così vanno le cose in Limu, per questa ragione negli affari non si sa dove attaccarsi – per carità /304/ raccomandate l’affare mio ad abba Magal, per il daggo onorifico altrimenti la nostra riputazione e roba [f. 2v...] per mettergli in soggezione]... ditegli che io [sono] qui come una pecora [in] mezzo a cento jene, se non mi hanno ancora mang[iato] è perchè non si sono ancora combinati fra loro la parte... del resto il consiglio è di mangiare tutto e poi mandarmi vuoto in Lagamara; per [que]sta ragione mi hanno fatto ritornare indietro, e non per altro; ditegli che prostrato ai suoi piedi imploro pietà; la roba di Kafa l’hanno fatta venire per loro e non per me, dite che Kafa è molto migliore di Limu, perchè non ha toccata la roba. Nel caso di trovarmi imbrogliato dite ad Abba Magal che io invocherò il suo nome, e dirò che tengo roba di lui, per comprargli qualche cosa in Gogiam; non è tutta bugia, perchè ho promesso qualche cosa al medesimo; ditegli di mandare subito un Lemy con parole forti, del resto non so come anderà; mandando si serva del mezzo termine suddetto...

Parlate con Abba Kutal, egli vi racconterà tutto... il mio umbrello, il brille d’argento, il corno da caccia, e parecchj altri oggetti sono stati dati al Re, ed alcuni presi... oltre di ciò voleva ancora 40. talleri... forse non gli darò...

Vi benedico, ed abbraciandovi nel S. crocifisso sono

† Fr: G. Massa]a V.o

P. S. Costodite Babel; qui si è confessato, se sarà bravo fategli fare la comunione – Kanfeccia venga, lo manderò al suo paese –