Massaja
Lettere

Vol. 3

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Al cardinale Alessandro Barnabò
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 657rEmine[n]za R.ma

Parigi 28. Ottobre 1864.

Se non erro, sul principio di Settembre, prossimo scorso, io scriveva all’Em. V. R.ma alcuni miei timori relativamente alla mis- /133/ sione di Abissinia, e più specialmente sulla persona di Monsignore Biancheri; ciò che ho temuto allora, era una realtà, e la providenza divina disponeva appunto allora nelle Sue vie imperscrutabili ciò che oggi i fogli publici annunziano, la morte cioè di Monsignor Biancheri, prima che il buon Prelato, abbia potuto disporre le cose con cotesta S. C. per la nomina di un Successore. Come io, per secondare le intenzioni del defunto prelato, mi sono trovato nel bisogno di entrare, in certo modo, e contro ogni mia volontà, a fare alcune riflessioni contrarie al Signor Delmonte, non vorrei, che, per causa delle medesime, fossero anche menomamente paralizzate le operazioni già antecedentemente in qualche modo concepite da cotesta S. C. medesima relativamente all’individuo suddetto, perché altrimenti crederei di caricarmi di una risponsabilità, che mi peserebbe [f. 657v] non poco sulla coscienza; quando ho parlato di ciò in Roma, io ho creduto sinceramente poter riferire fedelmente il sentimento del defunto prelato, ma presentemente le circostanze hanno di molto variato. In quell’epoca ancora poteva calcolarsi qualche cosa il P. Stella, non per essere Vicario Apostolico, ma bensì guida d’un’altro Vicario Ap.o che la S. C. avrebbe colà spedito, come persona instruitissima delle lingue, del rito, e del paese; ora questo missionario trovasi in totale rottura coi suoi Superiori, da togliere ogni speranza di essere ancora utile a quella missione. Di più debbo fare osservare, che quando il defunto prelato mi pregò di parlare a Roma di questo affare, si trovava un poco innasprito da tutte le nuove relazioni avute dagli indigeni nel suo arrivo colà, relazioni però, che io posso assicurare non riflettere affatto la moralità del Signor Deimonte, ma solo il suo carattere esterno ed amministrativo; ma debbo far osservare, che io ho ricevuto in seguito molte lettere, sì dal defunto, che dal Signor Delmonte, e da queste ho potuto rilevare che regnava la più perfetta armonia fra loro, epperciò, se Monsignore defunto, non ha scritto altro in contrario, potrei anche quasi assicurare, che il medesimo probabilissima]mente ha dovuto cangiare sentimento in proposito. In fine debbo poi anche far osservare, che il Signor [f. 658r] Delmonte attualmente è l’unica persona, che possa salvare quella missione, e che altronde, come già scrissi ne ha tutta la capacità.

Io poi scrivendo così, debbo domandare perdono di mischiarmi in un’affare che non mi spetta, ma dichiaro nel tempo stesso che lo facio unicamente per scaricarmi nella risponsabilità di coscienza che ho potuto incontrare avanti Dio, per la ragione suddetta, ma mai, guidato dal prorito di mischiarmi in affari che non mi spettano; con ciò sperando di essere tranquillo in coscienza, non aggiungerò più parola.

Se non erro, l’Em: V. R.ma in data del 4. Giugno mi scriveva domandandomi circa la somma di 800. Franchi, dei quali la S. C. di Propaganda si trovava debitrice alla missione Galla, per lo sborso della medesima fatto da Monsignore Wicicc in Egitto a missionarii della Cina. Dubitando di non aver ancora risposto a questo punto, La pregherò di rimborzare detta somma al R.mo P. Fabiano nostro /134/ Procuratore delle missioni, col quale mi trovo con conti aperti, ed al quale scrivo di questo medesimo corriere, incaricandolo a farne la ricevuta. Se non mi trovassi attualmente in una circostanza di movimento [f. 658v] in europa, con delle persone in viaggio, e con molte cose da fare, per le quali avrò bisogno di danaro, come V. Em. potrà ben immaginarsi, ne farei ben volentieri un regalo di detta somma a cotesta S. C., la quale certamente non trovasi nell’abbondanza, ma fare il liberale, e pretendere di mantenere la Chiesa colle rendite dell’ospedale con pericolo di dover poi domandare, potrebbe anche essere una cosa meno prudente e poco lodevole. Ho incominciato le mie trattative con questo governo, ma ancora nulla posso dire; mi raccomando, affinché V. Em. mi raccomandi qui tanto quanto potrà, perché trattasi di salvare la missione, la quale ha un grande interesse nella politica cristiana e della Chiesa, perché, se ci riesce di piantare una cristianità in tutti i paesi Galla, questi uniti all’Abissinia, potranno col tempo fare una nazione Cristiana di dieci e più millioni fatale all’islamismo, perché nel centro del medesimo e vicino alla Mecca; la sola Abissinia piccolissima ha bastato per trattenere dieci e più secoli i progressi dell’islamismo in tutto quell’interno, cosa sarà se il mio piano riesce? mi raccomando dunque; Le bacio la S. porpora, e coi sentimenti i più figliali godo rinnovarmi

D. Em. V. R.ma

Divot.mo figlio in G. C.
Fr: G. Massaja V.o Capp.no