Massaja
Lettere

Vol. 3

Il numero a sinistra indica il documento, quello a destra la pagina.

1863 1864 1865 1866

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303 A Leone des Avanchers, Gudrù 20.1.1863 9

Notizie rassicuranti e confortanti dal Kaffa, retto da abba Hajlù « vero atleta e vero martire di Cristo », e sulla fedeltà del servo Tascio. – Sospetti sul re di Ghera. – Proibizione di inviare in Kaffa abba Matteo. – Suggerimento di uscire da Ghera « per la via di Didù o di Ilù ».

304 A Leone des Avanchers, Gudrù 21.1.1863 10

Progetto di « una specie di Sinodo ». – Arrivo in Aden di missionari europei, forse determinato da lettere di M. dal Kaffa. – Ripensamento del re di Kaffa. – Suggerimenti in attesa delle decisioni di Roma.

305 A Alessandro Barnabò, Gudrù 7.3.1863 11

Fallito il piano di recarsi in Europa e costretto a retrocedere dal Goggiam in Gudrù. – Viaggio trionfale e contatti con l’alto clero. – Opinione lusinghiera di un notabile, rispetto per il clero, richiesta di ordinazioni. – Evangelizzazione del Goggiam dal Gudrù. – Traduzione delle lezioni del breviario in lingua amara e galla. – Altra opera sulla « differenza tra i cristiani d’Etiopia ed i cattolici latini ». – Stato precario dei cristiani in Gudrù dopo otto anni. – Felice esito della spedizione di due sacerdoti indigeni ai paesi galla del sud, detti Urumu. – Missioni di Ghera e di Kaffa.

306 A Gabriele da Rivalta, Gudrù marzo 1863 14

M. respinto dal Goggiam. – Spedizione di lettere non pervenute. – Desiderio di abbracciare il missionario.

307 A Leone des Avanchers, Gudrù 28.4.1863 14

Decisioni ed esitazioni sul futuro della missione. – Tentativi inutili di instaurare la monarchia e l’aristocrazia. – Matrimonio ed improduttività degli schiavi. – Celibato degli schiavi e comportamento del missionario.

308 A Leone des Avanchers, Gudrù 25.5.1863 15

Ragioni del viaggio di M. in Europa: controllo delle procure di Massaua e dell’Egitto, trattare in Roma la continuazione della missione, il rito etiopico e altre questioni, provvedere alla successione, comunicare con la costa, liquidazione dei beni mobili di Massaua e desiderio di « morire con il Papa ». – Piano di viaggio. (p. 16) – Suggerimenti per la concordia del destinatario con il coadiutore: evitare la pertinacia, riserbo con i subalterni, sincerità abbinata alla carità, vaglio prudente delle opinioni contrarie al superiore, (p. 17) umiltà. – Esperienza di un anziano superiore OFMCap. – Indispensabile la concordia in campo missionario, dove il personale europeo rappresenta la colonna portante dell’edificio e si presenta come testimonianza evangelica agli indigeni. (p. 18) – Conseguenze della discordia nefaste all’azione missionaria (p. 19).

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309 A Leone des Avanchers, Gudrù giugno 1863 19

Attese le decisioni di Roma sul battesimo e la vendita degli schiavi. – Condiscendenza a riguardo dei tabot e all’accettazione di offerte per le esequie. – Proibito l’acquisto degli schiavi senza permesso. – Personale di servizio come aggravio alla missione e fatto occorso nel Kaffa. – Gravi problemi suscitati dalla compera di giovani schiave. – Celibato ecclesiastico. – Confronto con le reducciones del Paraguay gestite dai gesuiti.

310 A Guglielmo Le Jean, Amus-Uanz luglio 1863 21

Lettera di M. creduto morto. – Durante il viaggio a Massaua arrestato dallo scium di Nagala e condotto da Teodoro. – Richiesta di oggetti. – Incontro con il destinatario in Massaua. – Compito diplomatico affidato dall’imperatore a M. – Ostacoli all’unione delle Chiese latina ed abissina.

311 A Giuseppe Ortalda, Ghera 25.8.1863 23

Relazione di Leone des Avanchers, controllata da M. – Etimologia del vocabolo Galla. – Identità coi barbari. (p. 23) – Suddivisioni. – Regni Galla – Governo. (p. 24) – Paesi liberi. – Governo. (p. 25) – Superstizioni. – Aïana. – Serpenti. (p. 26) – Atti d’ossequio e di adorazione. – Invocazioni. (p. 27) – Calla. – Schiavitù. (p. 28) – Islamismo. (p. 30) – Gudrù. – Limu. (p. 31) – Ghera. (p. 32) – Spiegazione del nome di Ghera. – Origine del regno di Ghera. (p. 33) – Arrivo del vescovo missionario. (p. 34) – Speranze dei missionari. – Crudeltà dell’attuale negus Teodros. (p. 35) – Elogio della Propagazione della Fede. (p. 36).

312 A Domenico da Castelnaudary, Massaua 7.11.1863 38

Viaggio Gudrù-Massaua e incontro con Gabriele da Rivalta. – Richiesta di personale missionario francese inviata dal Kaffa e mutamento della situazione. – Disposizioni date ai missionari di non proseguire il viaggio senza previo abboccamento, stupore per l’ordine violato e supposizioni. – Negati alla missione dell’interno i soccorsi finanziari depositati in Egitto.

313 A Alessandro Barnabò, Massaua 8.11.1863 39

Arrivo a Massaua e salute precaria di M. – Ragioni del viaggio. – Circolare indirizzata ai missionari francesi in viaggio. – Richiesto il permesso di portarsi a Roma. – Chiarite alcune espressioni della circolare e piena disponibilità alle decisioni della S. Sede. – Libertà evangelica.

314 A Lorenzo d’Aosta, Massaua 8.11.1863 40

Circolare di M. ai missionari francesi e sorpresa per non avere atteso una sua conferma.

315 A Leone des Avanchers, Massaua 17.11.1863 41

Peripezie del viaggio Gudrù-Massaua. – Aggregazione della missione galla alla provincia OFMCap. di Francia e invio di missionari – Esortazione ad istruire abba Matteo. – Lettera di Carlo Delmonte CM. – Promesse fatte al re di Ghera ed intervento presso Teodoro in favore dei Galla.

316 A Domenico da Castelnaudary, Massaua 25.11.1863 42

Richieste alla Provincia OFMCap. di Francia, avanzate dal Kaffa e mutate condizioni della missione. – Negati i soccorsi finanziari dall’Egitto. – Ordine di M. ai missionari di non proseguire il viaggio. /425/ – Esortazione ad una paziente prudenza e condanna del nazionalismo antievangelico. – Diritti di M. sui capitali depositati in Egitto.

317 A Alessandro Barnabò, Massaua 25.11.1863 44

M. giunto a Massaua, dopo essere stato respinto dal Goggiam in Gudrù e tenuto prigioniero dall’imperatore Teodoro. – Spiegazione di lettera inoltrata alla congregazione dal clero abissino. – Disappunto per la proibizione di prelevare i capitali dell’Egitto e scoraggiamento. – Progettato viaggio a Gerusalemme in attesa di un riscontro da Roma.

318 A Lorenzo d’Aosta, Massaua 25.11.1863 45

Esortazione a sospendere il viaggio dei missionari francesi. – Vicende e scopo del viaggio Gudrù-Massaua con arresto di M. negli stati dell’imperatore Teodoro. – Disapprovati la proibizione di ritirare i capitali spettanti alla missione e gli atteggiamenti nazionalistici dei missionari. – Piano di spostamento a Roma e in Francia per « fare la pace » e organizzare « con più fondamento » la spedizione missionaria. – Proprietà esclusiva del Vicariato Apostolico dei Galla sui fondi finanziari depositati in Egitto.

318b A Felicissimo Cocino, Massaua novembre 1863 47

Ordine di M. ad abba Johannes di aprire una strada alla missione « verso il Sennàr ». – Udienza accordata da Teodoro. – Regali promessi ad Abba Magai, re di Ghera.

319 A Alessandro Barnabò, Massaua 3.12.1863 48

Pericoli per i missionari francesi, probabilmente avviati per « la via del Sennaar ». – Sottrazioni pecuniarie in Egitto a danno della missione galla. – Chiusura della procura di Massaua e partenza con il procuratore Gabriele da Rivalta. – Esortazione a sospendere ogni decisione riguardante il Vicariato Apostolico dei Galla. – Sospetto d’intrighi.

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1863 1864 1865 1866

320 A Alessandro Barnabò, Cairo 18.1.1864 49

In attesa di disposizioni da Roma dopo l’arrivo in Cairo con Gabriele da Rivalta e due giovani galla, destinati alla fondazione di un istituto in Europa. – Due missionari francesi rimasti in Aden e ritorno del vice prefetto in Francia. – Richiesta da M. la ragione della « somma enorme », prelevata in Egitto a sua insaputa.

321 A Lorenzo d’Aosta, Cairo 18.1.1864 50

Denunzia dei capitali prelevati con ordine ai responsabili di negare ogni consegna in futuro. – Invito a chiarire il comportamento subdolo dei missionari. – Educazione di giovani galla. – Proposto un abboccamento in Roma o in Francia.

322 A Antonio d’Abbadie, Cairo 21.1.1864 51

Richiesto un incontro per introdursi nelle sfere del governo francese a perorare la causa delle missioni cattoliche etiopiche e brama di rivedere gli amici francesi. – Due giovani galla da istruire. – Atteso il benestare di Roma per il viaggio.

322b A Esuperio da Prats-de-Mollo e Felice da Fiancey, Cairo 26.1.1864 52

Ordine perentorio di restituire la somma prelevata in Egitto a Massaua per i missionari dell’interno e considerazioni dei destinatari.

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323 A Domenico da Castelnaudary, Cairo 27.1.1864 53

Apprezzata la risposta « abbastanza umile e sincera » del destinatario e scuse di M. per lo « stile un poco forte » usato. – Perfetta disponibilità all’« organizzazione fatta dalla S. Sede » con auspicio di perfetto accordo. – Dicerie sulla missione galla e difesa del lavoro svolto dai compagni. – Capitali depositati in Egitto « per l’avvenire della missione », prelevati ad insaputa di M. – « Piano importantissimo » da presentare al governo francese a sostegno dell’Abissinia e delle due missioni cattoliche. – Impegno solenne di M.: « la missione galla è mia, e sarà sempre mia ». – Esortazione ai missionari residenti in Aden di occuparsi di quella missione e di imparare le lingue.

324 A Domenico da Castelnaudary, Cairo 28.1.1864 55

Rettificato un errore di calcolo con invito al risparmio dei fondi prelevati, per dovere di giustizia verso M. e la missione galla. – Accordi sull’economia futura della missione. – M. interessato all’organizzazione missionaria e disinteressato circa i beni e le cariche. – Attese le disposizioni pontificie e progetti di viaggi a Roma ed in Francia.

325 A Fabiano da Scandiano, Cairo 29.1.1864 57

Unica lettera del procuratore OFMCap., Fabiano da Scandiano, ricevuta da M. in « molti anni » al campo di Teodoro, in risposta alla copiosa corrispondenza spedita a Roma. – Urgenza di dare un nuovo assetto alla missione a Roma e in Francia dopo le disposizioni impartite da Propaganda Fide. – Attuale aspetto giuridico-finanziario. – Desiderio di visitare Costantinopoli. – Missioni dell’interno prive di mezzi di sussistenza. – Gabriele da Rivalta in Cairo con M.

326 A Alessandro Barnabò, Cairo 30.1.1864 58

Argomenti già trattati nella lettera precedente (cf. 320/49). – Esigenza di chiarire i rapporti della missione con la provincia OFMCap. di Francia. – Asportazione non autorizzata di 42.000 fr., di stretta proprietà di M., dai fondi depositati in Egitto e aspetto giuridico aggiornato della questione. – Disponibilità di rinunziare alla carica per agevolare le trattative. – Richiesto il parere del destinatario sulla sistemazione di Gabriele da Rivalta e dei ragazzi galla.

327 A Alessandro Barnabò, Cairo 30.1.1864 59

Inoltro di lettere di Lorenzo Biancheri.

328 A Fabiano da Scandiano, Cairo 30.1.1864 60

Osservazioni sopra il decreto della S. C. di Propaganda Fide, emanato il 20.11.1838, relativamente al transito degli Orientali da un rito all’altro. – Decreto motivato dai « disordini che potrebbero accadere » e ritenuto lodevole per evitare contrasti religiosi. I riti orientali « ornamento alla Chiesa di Cristo » stabiliscono « l’invariabilità del dogma cristiano » (p. 60) e provano « il carattere dei diversi popoli d’Oriente » e « la gran pazienza della Chiesa madre ». – « I riti orientali sono un monumento eterno dell’ostinazione di quei popoli », anche « in materia di gerarchia e di dogma », come comprovato dalla storia antica e recente. – Scisma ed eresia: « non due questioni, ma una sola ». (p. 61) – Clero e fedeli orientali. – Difficoltà del protestantesimo di affermarsi nelle regioni di rito latino e agevolezza dell’islamismo di insinuarsi in quelle di rito orientale. – Esclusi l’eliminazione e il favoreggiamento dei riti orientali, « basta il non far leggi apertamente contrarie, rispettargli e tollerargli /427/ semplicemente ». (p. 62) – Biasimevole « la troppa importanza data alle cerimonie esterne sopra la fede medesima ». – Critica ad alcune deliberazioni del decreto: « alla questione dell’azzimo e del fermentato » e « facoltà ai vescovi per il passaggio da un rito all’altro », all’articolo che stabilisce la Chiesa latina all’ultimo posto nella scelta del rito. (p. 63) – Esempio dell’Egitto, « obbligato a mantenere quattro o cinque vescovi » per i diversi riti, dipendenti da altre nazioni, con reciproca interferenza delle varie autorità. – Considerato dal decreto « il passaggio da un rito all’altro più colossale di quello che sia passare dal cattolicismo allo scisma ed all’eresia ». – Proposte generiche: « fusione di questi riti, ma per tutte le vie simpatiche », perchè « i levantini saran mai cattolici fino a tanto che non saranno latini ». – Proposte concrete: evitare legislazioni favorevoli o contrarie (p. 64), concessione di dispense private, invito ai sacerdoti di curare tutti i cristiani, facoltà agli orientali di frequentare chiese e funzioni cattoliche e ai latini di ricorrere al ministero dei sacerdoti orientali, decisioni sui « cristiani di rito dubbio », permesso il passaggio da un rito all’altro al clero levantino (p. 65), che « ha molto talento », ma si limita « al ministero semplicemente liturgico senza curarsi dell’istruzione religiosa e della predicazione » (p. 66).

329 A Luigi Sturba, Cairo 2.2.1864 66

Desiderio vivissimo di rivedere il destinatario ed incertezza sulla sua esistenza. – Progetto di viaggio in Francia e a Roma rimandato dopo la Pasqua. (p. 66) – Ricordo dell’arcivescovo di Genova, Andrea Charvaz, già precettore di Vittorio Emanuele II e suo amico.

330 A Lorenzo d’Aosta, Cairo 15.2.1864 67

Lettera del destinatario con invito a M. di recarsi a Parigi. – « Piano di operazione, elaborato insieme con il dottor Lagarde, per il Ministero degli Esteri francese. – Attesa l’autorizzazione pontificia per il viaggio in Francia. – Attestato di devozione alla provincia ed all’ordine religioso con invito alla ponderazione. – Scelta di luogo e di sistema educativo per i giovani galla. – Rallegramenti per la carica di ministro provinciale, già ricoperta nel 1850. – « Posizione critica della Chiesa e della cristianità d’Europa » e « confusione delle lingue » gli fanno sospirare l’Africa lontana. – Ondata anticlericale. (p. 68) – Fiducia nell’impegno apostolico e nella preghiera.

331 A Lodovico da Casoria, Cairo 17.2.1864 69

Accenno a lettera precedente (cf. 259/234) rimasta senza risposta. – Progettata visita al Collegio dei Moretti in Napoli per conoscere i giovani galla da avviare al sacerdozio.

332 A Carlo Delmonte, Cairo 23.2.1864 70

Gratitudine per le lettere inviate e il dono fatto da M. a Lorenzo Biancheri e privazione di notizie dalla missione galla.

333 A Lorenzo Biancheri, Cairo 23.2.1864 71

Spedizione di lettera e di cassa non ancora giunta.

334 A Alessandro Barnabò, Alessandria 1.3.1864 71

Sempre in attesa di ordini: se recarsi prima a Roma o in Francia. – Stralcio di lettera in cui si parla di condanna di M. nelle sfere ecclesiastiche superiori. – Deciso a recarsi subito a Roma dopo un breve pellegrinaggio a Gerusalemme. – Protesta di fedeltà assoluta alla Chiesa fino al « riposo della S. Inquisizione » – « Eminenza, ho mai pianto in vita mia, piango oggi... ».

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335 A Antonio d’Abbadie, Alessandria 2.3.1864 72

Giudizi sfavorevoli a M. riferiti dall’esploratore e umile accertamento « di aver fatto pochissimo bene e moltissimo male » (p. 72). – Riconoscente per aver difesa la sua riputazione « salvando il debito rispetto alla Chiesa », perchè « amo meglio essere io stesso vittima, a preferenza di vedere criticata la Chiesa nel suo giudizio », raccomanda se stesso e la missione alle preghiere del destinatario. – Progetto di intervento presso il governo francese « in favore della missione minacciata molto dalla mancanza di strade ». – In partenza per Gerusalemme.

336 A Lorenzo Biancheri, Cairo 18.3.1864 74

Doni di M. al destinatario e impossibilità di inoltrare la lettera indirizzata al coadiutore Felicissimo Cocino. – Denari non pervenuti. – Accuse dell’imperatore Teodoro al Biancheri e falsi allarmi dall’Europa.

337 A Domenico da Castelnaudary, Alessandria 24.3.1864 74

Ricevute, di ritorno da Gerusalemme, due lettere del destinatario « di stile umile e rispettoso ». – Proposito fatto sul S. Sepolcro di non manifestare più « i gravi disgusti » ricevuti. – Stato di prostrazione morale. – Missionario considerato « vittima pacificatrice in supplemento o continuazione del Sacrificio del Calvario » con riferimento agli attacchi sferrati alla sua riputazione.

338 A Leonzio Lagarde, Alessandria 6.4.1864 76

Piani molteplici ed inefficaci di un intervento europeo in Abissinia. – Fallimento di un intervento armato per causa delle fortificazioni naturali. – Configurazione geografica: altipiani impervi dell’acrocoro etiopico, fiumi rapidissimi, terreno adatto alle imboscate (p. 76) e tattica militare abissina: rivolta, agguato, fuga con saccheggio delle posizioni sgombrate. – Opinione di M.: accantonare il piano belligerante per « ottenere il medesimo scopo per vie più simpatiche ed amicali », sfruttando lo stato di tensione prodottosi in Abissinia. – 1º Timore del pericolo egiziano, comprovato con un tentativo di occupazione nel 1862. – Motivazioni: superiorità, barbarie, diversità di religione. (p. 77) – Possibilità di un attacco egiziano e intervento francese, che con pretesto di difesa si introduca « pacificamente in qualche posizione ». – 2º Odio per il dispotismo crudele dell’imperatore Teodoro e « diffidenza dei grandi impiegati fra di loro ». – L’imperatore colpito dalla « macchia del sangue », saccheggi, brigantaggio, miseria. (p. 78) – Postazione di una potenza europea sulla frontiera « con titolo colorato ». – 3º Anelito degli abissini a scuotere il giogo imperiale, imposto con razzie, emigrazioni, tasse, violenze. – Atteggiamento accorto ed amichevole della potenza straniera. (p. 79) – 4º Punto da occupare « non troppo lontano, da togliere ogni influenza, e neanche troppo vicino per non ingerire sospetto ». – Indicati il littorale del lago Dembea, Obbok, Massaua, Hett con i relativi vantaggi e svantaggi delle singole postazioni. (p. 80)

339 A Antonio d’Abbadie, Alessandria 7.4.1864 81

Fissata la partenza per Roma e scopo della permanenza in Parigi: stampa del catechismo galla e interventi diplomatici presso il Ministero degli Esteri francese per l’apertura di una strada ai Galla. – Elogi ad abba Johannes, apostolo delle regioni di Gabba. – Destinatario esortato ad attenderlo in Parigi per introdurlo negli uffici governativi con il dottor Lagarde.

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340 A Carlo Filippo da Poirino, Roma 23.4.1864 82

Vivissimo desiderio di un incontro e lettera di Giuseppe Ortalda, direttore della Propagazione della Fede di Torino. – Abolito il privilegio di franchigia postale per i religiosi. – Corrispondenza diradata dalle occupazioni e dall’isolamento totale e immutato affetto verso la provincia monastica ed i parenti. – Costretto a raggiungere la Francia « via mare ». – Promessa di una visita in Piemonte.

341 A Giovanni Simeoni, Roma 21.5.1864 83

Presentazione di « supplica » in favore di Sabbé Ascaros, stesa da Leonardo da Spigno OFMObs. e suggerimenti.

342 A Alessandro Barnabò, Roma 22.5.1864 84

Traduzione approssimativa di lettere di abba Tekla Hajmanot e abba Ghebra Mariam nelle quali si dichiarano estranei alla sedizione contro il vicario apostolico Lorenzo Biancheri. – Altre missive di preti cattolici abissini dirette a M.

343 A Alessandro Barnabò, Roma 23.5.1864 86

Dubbi proposti alle congregazioni romane. – Poligamia attiva: lo Scelta fra le mogli di un poligamo convertito. – 2º Rifiuto del battesimo a quello che non accetta la prima moglie (p. 86). – 3º Aggregazione al catecumenato per i poligami non disposti. – 4º Poligamia passiva: applicazione del « privilegio paolino » alle mogli di un poligamo, da considerarsi veramente schiave. – 5º Mancanza di consenso nella condizione della donna sposata e degli schiavi galla e requisiti per il battesimo. (p. 87) – 6º Schiavitù elevata a sistema tra i Galla ed i Sidama e schiavo oggetto di commercio. – Quesiti sul « commercio passivo degli schiavi », sulla cessione o vendita « in caso di grave necessità » e sulla tratta occasionale e costretta. (p. 88) – 7º Presenza di missionari a contratti di schiavi « come pacificatori o testimoni ». – Schiavi fuggiti dalla missione o dai loro padroni e bambini cresciuti in stato di schiavitù. – Diritto sui prodotti degli schiavi. – 8º Legittimità del potere coercitivo galla conferito al padrone sullo schiavo in caso di delitto e cessione del diritto ad altri capaci di esercitarlo. (p. 89) – Potere coattivo sugli schiavi cristiani fuggitivi, in omaggio alla fede. – 9º Contegno del padrone cristiano con gli schiavi viventi abitualmente in concubinato: tolleranza, regolarizzazione, separazione. (p. 90) – 10º Se il matrimonio galla è da considerarsi « naturale e valido », benché ritenuto solubile e plurimo. – 11º Diritto galla « di vendicare il sangue sparso nella propria casta » (p. 91) per mezzo di compensazioni, da considerarsi « necessario per l’ordine pubblico ». – Caso di guerra e caso di odio privato. – 12º Residuo di cristianesimo deformato nel Kaffa (p. 92) con riti superstiziosi, sacrifici cruenti, esclusione totale di sacramenti. – Quesiti sulla liceità della loro tolleranza per l’« utilità della missione », la « buona fede » del popolo e come occasione per esporre la catechesi cristiana. (p. 93) – Tentato sistema di tolleranza e refrattarietà del popolo al cattolicesimo. – 13º Caste aborrite: Mangiò (Kaffa), Wàta (Galla), Wojto (Abissinia) e se i missionari debbano rifiutare loro il ministero. – 14º Scarsità di vino per la messa e decreto di M. per limitarne la quantità e salvare la validità del sacrificio. (p. 94) – 15º Olio santo per la benedizione del fonte. – 16º Incenso per le funzioni. – 17º Digiuni e feste secondo il calendario abissino per il foro esterno. – 18º Autorizzazione per la celebrazione di un’unica messa e la recita del breviario. – 19º Rito latino adottato per i Galla. – 20º Presunzione per l’interpretazione « affermativa e più larga » dei quesiti esposti. (p. 95)

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344 A Giovanni Simeoni, Roma 25.5.1864 96

Sulla Missione dell’Affrica Centrale. – Contemporaneità delle fondazioni dei Vicariati Apostolici dell’Africa Centrale e dei Galla. – Soggiorno segreto di M. nella sede di Khartum nel 1851. – Due « sbagli solenni » iniziali, già denunziati a Propaganda Fide: missionari associati a mercanti atei e schiavisti con conseguenze fatali di gelosie e di esecrazione universale (p. 96) ed attività commerciale del missionario Angelo Vinco con servi passati poi all’islamismo. – Terzo « sbaglio colossale »: megalomania spendereccia del personale missionario, suscitatrice di gelosie nei mercanti, di sospetto nel governo egiziano, di sfiducia nelle opere cattoliche di sovvenzione. – « Prima di far fabbriche, bisogna fabbricare la Chiesa mistica », infatti « la Chiesa ha passato tre secoli senza chiese ». (p. 97) – Provincie di Fazoglu e di Gassan, visitate nel 1852, con scarse possibilità di successo apostolico a causa dell’islamismo, dell’odio verso i bianchi e delle febbri. – Possibili località missionarie tra le tribù Tabi e Dinka. – Ardimento e cautele per insediatisi e fedeltà di quelle popolazioni. (p. 98) – Aggancio graduale ai Tabi con appoggio alla stazione di Khartum che dev’essere conservata con quella di Sellan « per la cura dei pochi cristiani ». – Segretezza dell’impresa, evitando i mussulmani e viaggiando in forma privata. – Insicurezza nel Fazoglu per la smobilitazione militare egiziana (p. 99), ma diminuito il sospetto negli indigeni. – Influenza deleteria degli europei di Khartum sul missionario isolato: quindi « o due, o nessuno ». – Elogio del sacerdote veronese Nicola Mazza ed invito ad assecondarne le richieste, aggiornandolo sulle condizioni dei territori da evangelizzare, conosciuti da M. (p. 100) – Buona una realizzazione missionaria in Cairo. – Lettera del ministro generale OFMObs. e diritti, ignorati da M., della Custodia di Terra Santa e del delegato apostolico dell’Egitto. – Posizione geografica delle varie missioni e suggerimenti.

345 A Leone des Avanchers, Roma 28.5.1864 101

Opposizione di Teodoro alle missioni europee e negoziati di M. con il governo francese per l’apertura di una strada. – Trionfale processione del Corpus Domini presieduta dal pontefice e ragguagli di politica europea. – Doni promessi al re di Ghera. – Stampa del catechismo galla, rito etiopico, educazione dei giovani galla.

346 A Alessandro Barnabò, Roma maggio 1864 103

Nota sulle osservazioni fatte da M.r Biancheri. – 1º Rettifica del giudizio espresso sul clero abissino verso il quale Lorenzo Biancheri è poco favorevole. – 2º Dubbio il battesimo amministrato dagli eretici per la loro « ignoranza universale », rilevata dagli stessi indigeni, e difesa dell’abissino abba Gabriele. (p. 103) – 3º Motivazioni addotte circa l’uso facile delle censure: allontanare lo scandalo e sfuggire al sospetto di complicità. – Caso di Cesare da Castelfranco e di abba Fessah. – Abuso della scomunica in Abissinia e dovere di rettificarne l’uso. – 4º Superstizione dei Budda, equiparati alle streghe, origine di disordini e di massacri. – Dogma dell’esistenza del demonio e sette spiritistiche europee. (p. 104) – Individuazione dei Budda con applicazione di sistemi vegetali naturali e incredulità di M. sul loro presunto potere demoniaco. – Distinzione tra Budda, radicato nella mentalità popolare, e Tanquaj, praticato dai dotti con patto demoniaco. – 5º Pratiche giudaizzanti già note alla congregazione. – 6º Culto superstizioso del Tabot. (p. 105) – 7º Conservazione dell’Eucarestia condannata dagli abissini. – 8º Osservanza del sabato in Goggiam. – 9º Astinenza dagli idolotiti e aspetto sacrificale dell’uccisione di animali. – 10º Prodigiosa /431/ attività del defunto vicario apostolico dell’Abissinia, Giustino De Jacobis, di cui M. perora l’avviamento della causa di beatificazione. (p. 106)

347 A Alessandro Barnabò, Roma maggio 1864 107

Contenuto di lettera di Carlo Delmonte CM ad abba Emnatu.

348 A Alessandro Barnabò, Roma maggio 1864 107

Contenuto di lettera di abba Emnatu al prefetto di Propaganda Fide.

349 A Alessandro Barnabò, Roma maggio 1864 108

Osservazioni sulla lettera di abba Emnatu (cf. 348/107).

350 A Alessandro Barnabò, Roma maggio 1864 108

Contenuto di lettera di Lorenzo Biancheri, vicario apostolico dell’Abissinia, ad abba Emnatu

351 A Fabiano da Scandiano, Lione 4.7.1864 108

Viaggio Marsiglia-Lione, attraverso il Piemonte e la Savoia, « in continue nozze facendo un bel niente » e abboccamento con il ministro degli Esteri di Sardegna. – Risposte lacunose di Propaganda Fide. – Retta intenzione negli scritti trasmessi alla congregazione. – Lode di Giuseppe Ortalda, presidente della Propagazione della Fede di Torino, e relazione inviatagli. – Accordi con il governo francese per facilitare l’accesso alla missione galla e incondizionata obbedienza ai superiori. – Riscossione di 800 fr. prelevati in Egitto da Propaganda Fide.

352 A Alessandro Barnabò, Lione 5.7.1864 110

Riconoscenza per le lettere commendatizie della congregazione a favore della missione. – Risposte ricevute, che « non sciolgono affatto le questioni fatte » e interpretazione benigna delle leggi, data da M. in caso di estrema e grave necessità. – Restituzione della somma prelevata in Egitto con suggerimento di costituire un fondo per evitare la sottrazione di capitali altrui. – Supplica in favore di un copto cattolico (cf. 341/83).

353 A Fabiano da Scandiano, Lione 10.7.1864 111

Lettere ricevute da Massaua e dall’Egitto trasmesse in visione. – « Stato deplorevole dell’Abissinia » sotto Teodoro e silenzio sulla missione galla. – Lettera di Pasquale Vuicic, delegato apostolico dell’Egitto. – Probabile spostamento a Clermont-Ferrand. – Proposta la sostituzione di Vittore des Houches, procuratore OFMCap. presso la Propagazione della Fede di Lione, con il vescovo OFMCap. Armando Charbonnel.

354 A Fabiano da Scandiano, Lione 12.7.1864 113

Allusione allo scritto (cf. 328/60), affidato al destinatario con riserva di segreto. – Viaggio in Piemonte ed impegno per la stampa del catechismo galla. – Malattia di Andrea Canova OFMCap., vicario apostolico di Filippopoli, e invito a farlo partire per la sua missione.

355 A Giuseppe Ortalda, Lione 12.7.1864 114

Unione affettiva e collaborazione apostolica. – Plauso alle attività ecclesiastiche del Piemonte, dominato dall’anticlericalismo, e particolarmente agli « stabilimenti Cottolengo e Bosco », messi umilmente /432/ in confronto con la propria attività missionaria. – Seduta congressuale alla Propagazione della Fede, dove tratterà pure i problemi della stessa opera eretta in Torino. – Grato ricordo della contessa Teresa Comune del Piazzo, della quale fu ospite.

356 A Fabiano da Scandiano, Lione 14.7.1864 115

Allusione allo scritto seguente (cf. 357/117). – Premura di portare a termine il catechismo galla. – Rapporti delicati e segreti da consegnare al destinatario. – Sorte dei due missionari francesi. – Informazioni verbali di M. al ministro provinciale OFMCap. di Savoia sulle Isole Seychelles e Maurizio. – Ragazzo galla chiamato dall’Egitto in Francia.

357 A Fabiano da Scandiano, Lione 14.7.1864 117

Osservazioni relativamente alla petizione fatta dal Signor Massa di Verona alla S. C. di Propaganda. – Richieste di Nicola Mazza e sua spiccata personalità ecclesiastica. – Agevole introduzione di un nuovo istituto in Cairo. – Difficoltà di ottenere il territorio di missione: violazione dei diritti delle missioni preesistenti e mancata conoscenza del luogo richiesto, mussulmano e insalubre. – Acconsentire alla richiesta offrendo qualche punto d’appoggio: Abissinia, Alto Egitto, Fazoglu, Tabi, Amurru-Galla e vaglio delle singole posizioni. – Conflitti giurisdizionali tra la Delegazione Apostolica dell’Egitto e la Custodia di Terra Santa circa la fondazione di nuove parrocchie e soluzione: incoraggiarne la fondazione lasciando alla Custodia la scelta.

358 A Fabiano da Scandiano, Lione 14.7.1864 119

Mote ed osservazioni relativamente alla missione dell’Abissinia. – Notizie ricavate da missive di Lorenzo Biancheri e Carlo Delmonte. – Il missionario Giovanni Stella, in urto con i superiori CM, dev’essere sostituito « per tempo » con altro missionario e il ribelle abba Emnatu allontanato dall’Abissinia con qualche incarico in Europa o in Oriente. – Rottura aperta tra l’abuna Salama e l’imperatore Teodoro e fallimento della spedizione del conte Bisson contro l’Abissinia con rischio di compromettere la missione cattolica.

359 A Fabiano da Scandiano, Lione 18.7.1864 120

Lavori assillanti. – Lettera del delegato apostolico dell’Egitto che rapporta dicerie sul conto di M. – Sistemazione dei due missionari francesi. – Necessari chiarimenti per il nuovo assetto da dare alla missione. – Viaggio Parigi-Clermont per i bagni termali.

360 A Fabiano da Scandiano, Clermont-Ferrand 30.7.1864 122

Trasmissione di lettere di Fathalla Mardrus e Lorenzo Biancheri con preghiera di restituzione. – Denunziate le arbitrarietà ed i progetti varati dai missionari in Egitto e l’affrettata spedizione di personale concordata con Propaganda Fide. – Precarietà della missione galla, priva di mezzi di sussistenza, e brama di raggiungerla. – Proposta la candidatura di Carlo Delmonte CM a vescovo coadiutore dell’Abissinia. – Stesura della biografia di Giustino De Jacobis.

361 A Fabiano da Scandiano, Bourboule Mont-Dore 10.8.1864 123

Partenza di Gabriele da Rivalta da Alessandria, ordini impartiti da M., motivazioni e suggerimenti. – Richiamo in Francia dei due missionari per la riorganizzazione della spedizione e lo studio delle lingue. – Permesso di ritenere con sé il ragazzo galla. – Missiva /433/ del delegato apostolico dell’Egitto da comunicare alla congregazione e indicazioni. – Scuse di non poter scrivere all’ex condiscepolo Francesco da Villafranca, presidente di S. Spirito. – Offerte di messe. – Cure termali.

362 A Fabiano da Scandiano, Bourboule Mont-Dore 10.8.1864 125

Scritto accompagnatorio alia lettera del delegato apostolico dell’Egitto.

363 A Fabiano da Scandiano, Bourboule Mont-Dore 23.8.1864 125

Persistenza di Gabriele da Rivalta a voler proseguire l’attività missionaria. – Proposta di chiamarlo a Roma in Collegio fino all’arrivo di M. – Scagionato di essere rientrato in Europa senza ordini e ragioni del rifiuto di M. di prenderselo in Francia. – Ricordata la richiesta di poter avere con sé il ragazzo galla.

364 A Fabiano da Scandiano, Clermont-Ferrand 1.9.1864 126

Consiglio dato a Gabriele da Rivalta di portarsi a Roma per un contatto con il procuratore OFMCap. – Inopportunità di assumerlo come segretario, perchè di nazionalità italiana ed ignaro della lingua francese; ipotetico impiego per un’eventuale spedizione attraverso il Sennàr. – Offerte di messe. – Risultati prodigiosi dei bagni termali ottenuti gratuitamente. – Spese postali e franchigia. – Piano di viaggio a Parigi e rapporto già stilato per il ministero degli Esteri.

365 A Alessandro Barnabò, Clermont-Ferrand 3.9.1864 128

Costretto a sospendere vari progetti per trascorrere l’inverno in Francia. – Minuto rapporto sull’Abissinia, scritto, su consiglio di un addetto al Ministero degli Esteri, durante la cura efficace dei bagni termali. (p. 128) – Dubbi sulla riuscita del passo diplomatico per causa dell’anticlericalismo e dell’instabile politica governativa. – Silenzio assoluto dalla missione galla e impero di Teodoro vicino al crollo. – Vicende del Vicariato Apostolico dell’Abissinia con invito a valorizzare la personalità di Carlo Delmonte CM e ad allontanare il ribelle abba Emnatu affidandogli la cura degli abissini residenti in Gerusalemme. (p. 129) – Richiamo dei missionari e dei ragazzi galla in Francia per la riorganizzazione della spedizione e la compilazione del catechismo. – Disimpegno di M. circa Gabriele da Rivalta e proposte sulla sua futura sistemazione. (p. 130)

366 A Davide da Pinerolo, Lione 25.9.1864 131

Differita la partenza per Roma a causa del catechismo galla e delle pratiche avviate con il governo francese. – Richiesta di oggetti vari con l’incarico di trasmettere la propria gratitudine a persone religiose e laiche del Piemonte.

367 A Domenico Meynis, Lione 4.10.1864

Relazione promessa per gli Annali della Propagazione della Fede.

368 A Alessandro Barnabò, Parigi 28.10.1864 132

Morte repentina di Lorenzo Biancheri, vicario apostolico dell’Abissinia. – Rettifica dei giudizi espressi sul missionario CM, Carlo Delmonte, « unica persona che possa salvare quella missione » dopo l’apostasia di Giovanni Stella CM. – Debito, contratto dalla congregazione, da saldare al procuratore generale OFMCap. e bisogno di risorse finanziarie. – Approcci con il governo francese, per « salvare la missione » e « trattenere i progressi dell’islamismo ».

/434/

369 Al Ministero degli Affari esteri, Parigi ottobre 1864 134

Osservazioni sopra l’Abissinia per il Ministero. – Progetto precedentemente elaborato (cf. 338/76). (p. 134) – Esclusione di intervento armato in Abissinia ed invito ad « una vera conquista colla strategica, facendo uso degli elementi simpatici ». – Concetto di « società politica e nazionale » retta da « molti elementi simpatici » e aleatorietà del calcolo politico. (p. 135) – Tensione interna dell’Abissinia da sfruttare: timore di un’invasione egiziana e liberazione dal giogo dell’imperatore Teodoro. – 1º Fallimento dell’ambasciata egiziana presso l’imperatore, reazioni e spauracchio permanente per l’Abissinia. – Per controllare l’Egitto (p. 136) Teodoro distrugge le adiacenze del lago Tsana e si insedia in Gondar. – Ragioni di questo spauracchio: presunta superiorità degli eserciti stranieri (caso di Tedla Gualu) e infondatezza delle informazioni sparse dai mercanti, di cui gli abissini sono avidi. (p. 137) – Notizie chimeriche sugli spostamenti di Teodoro e di una fantomatica armata franco-egiziana e accuse di complicità rivolte a M. (p. 138). – Potere dell’informazione annullato da Teodoro con l’interdizione del commercio e fatali conseguenze per l’economia nazionale. – 2º Intollerabile stato di anarchia, guerriglia e brigantaggio che favorì l’avvento di Teodoro al potere. (p. 139) – Genio politico dell’imperatore per aver saputo sfruttare questo « malcontento universale ». – Conquiste militari con azioni rapidissime e crociata religiosa contro i mussulmani. – Riforma politico-sociale: insediamento dei principi spodestati (p. 140), come vassalli dell’impero, e degli antichi proprietari terrieri nei loro possedimenti; conseguente « incredibile entusiasmo universale prodotto da queste due leggi ». – Riforma etico-religiosa: organizzazione ecclesiastica, ripristino del matrimonio monogamico-cristiano (p. 141), ricerca del progresso europeo e proibizione della schiavitù. – Sogno utopistico di insediarsi in Gerusalemme, cuore della cristianità, e distruggere l’Islam. (p. 142) – Baluardo contro la degradazione e l’oppressione maomettana. – Influsso deleterio di pessimi consiglieri su Teodoro, privato del sentimento religioso e dedito alla più sfrenata crudeltà contro gli stessi indigeni. (p. 143) – Francesi ed inglesi tenuti in ostaggio. – Cattura e liberazione di M. – Danni incalcolabili provocati alla società, al culto, al commercio, all’agricoltura. – Stato favorevole all’intervento europeo, auspicato (p. 144) dall’aristocrazia, ridotta in schiavitù, dal clero, privato dei privilegi e delle immunità e svuotato di spirito cristiano, dai commercianti impediti nell’esercizio della loro professione e dell’informazione (p. 145), dalle masse popolari, angariate dai tributi e dai militari, e dagli stessi militari abissini, venali e facili al tradimento (p. 146) – Compendio delle osservazioni. – 1º Piano d’operazione generico con « semplice occupazione sulle frontiere est dell’Abissinia a qualche giornata dal mare » (p. 147), « fuggendo l’aspetto di guerra e di conquista, e prendendo l’aspetto di pacificatore, di conciliatore e di aiuto ». – 2º Posizione marina da scegliersi: a Obbok « posizione di grande interesse » (p. 148), a Hedd o Anfila « luogo più a proposito e strategico ». Ragioni favorevoli e contrarie ai luoghi indicati. – 3º Modo di eseguire il piano in politica con una legazione a Teodoro « significandogli la disposizione del governo di aiutarlo », limitandosi « ad una sola posizione sul mare, ed un’altra nell’interno a poca distanza » (p. 149) e, in caso di rifiuto, « intavolare delle relazioni con altri capi della frontiera ». – 4º Vantaggi di questa spedizione nel luogo suddetto a preferenza di altro: possesso delle miniere salifere « chiave del commercio » e, attraverso la strada più breve per l’interno, dell’Endertà, regione fortemente agricola con fortezze naturali di difesa. (p. 150) – 5º Circostanze favorevoli all’operazione: Teodoro II costretto a « trovare appoggi » per evitare lo sfacelo dell’impero e aspirazioni alla libertà dell’aristocrazia, del popolo, dei mercanti, dei /435/ militari (p. 151). – 6º Carattere della popolazione abissina e modo di amicarsela. – « Grande impegno di promuovere la religione » in un territorio cristiano, anche se abitudinario e corrotto, arrestando il pericolo islamico, sostenendo il clero, assai influente sul popolo, (p. 152) e favorendo il cattolicesimo. – 7º Clima di tutti i paesi e temperatura: « generalmente ottimo » con assenza di malattie europee (confronto tra i territori dei Galla e del Sennàr) e temperatura ideale. – 8º Agricoltura e prodotti del suolo: abissini « popolo di genio agricolo » (p. 153) con agricoltura « quasi eguale all’Europa » e con « tutti i cereali dell’Europa », – 9º Miniere e sorgenti termali: marmi, cristallo di rocca, tracce di carbon fossile, oro e acque minerali. – 10º Bestiami di ogni genere: (p. 154) cavalli, muli, asini, bufali, pecore, capre, galline. – 11º Formazione del suolo: acrocoro etiopico costituente « una sola fortezza continuata e quasi inaccessibile », « colline deliziose » nei Galla e nei Sidama facili ad un percorso ferroviario, « lago delizioso » di Dembea. – 12º Tipo della popolazione: razza camitica mescolata a quella semitica immigrata « molto ardita e capace di tutta l’educazione, di « tipo perfettamente semitico » anche « nella formazione grammaticale » della propria lingua. (p. 155) – 13º Avvenire religioso della colonia supposta: composta di « varie piccole nazioni cristiane, pagane, ed in parte anche mussulmane, l’Abissinia ha il merito d’averci conservato questo angolo dell’Affrica intatto dall’islamismo, che attualmente minaccia d’impadronirsi di tutti quei paesi ». – Sistema di graduale penetrazione maomettana e difesa cristiana (p. 156) alla quale è chiamata la Francia per « formare colà una colonia tutta cristiana ». – 14º Avvenire politico: lottando contro l’islamismo per « impadronirsi naturalmente di tutte le frazioni, anche mussulmane che si trovano nei suoi contorni », ed ottenere così « un prestigio sopra tutta la politica dell’Egitto, della Turchia e dell’Arabia », annullando le mire espansionistiche della Russia. (p. 157)

370 Al Consiglio della Propagazione della Fede, Lione ott. 1864 157

Territorio dei Galla, prolungamento della « spianata etiope ». – Confini. – Fertilità del terreno favorita dalla piogge periodiche e dal clima ideale. – Entità numerica, origine, lingue della popolazione. (p. 158) – Degradazione morale, « coraggio ed intelligenza ». – Origine dell’impero etiopico-cristiano, dominato dallo scisma e dall’eresia, ma baluardo contro l’islamismo. – Colonialismo portoghese ed arabo nel sec. XVI. (p. 159) – Regni e repubbliche della spianata etiope dominati dai mussulmani. – Religiosità pagana-feticista con residuo superstizioso di cristianesimo nel Kaffa. – Fondazione del Vicariato Apostolico dei Galla e prime attività pastorali. (p. 160) – Missionari, clero, stazioni. – Situazione nel Gudrù, in Lagamara, nell’Ennerea, in Ghera, (p. 161) nel Kaffa, in Baso. – Fedeltà dei Galla e volubilità dei Sidama e degli Abissini. – Disegni per la loro evangelizzazione e ostacoli: diffidenza abissina e tracotanza mussulmana. (p. 162) – Missione del Kaffa: richiesta di personale cattolico per la ricostituzione dell’antica gerarchia e il consolidamento politico della religione asservita alla stato, accordi sull’autonomia della missione dal governo, accoglienza onorata e sorveglianza sull’attività cattolica. – Tattica pastorale circa le superstizioni (p. 163): risalto dato alle funzioni religiose e alla catechesi. – Sospetti in corte e manovre politiche contro la missione. – Prigionia di due preti indigeni ed esilio di M. dal Kaffa. (p. 164) – Timori per la sorte della missione, doloroso viaggio dell’esilio, calunnie, menzogne, superstizioni. – Itinerario: corso del Goggieb, (p. 165) Gemma Kaka, Ennerea. – Perquisizioni nell’abitazione dei missionari nel Kaffa, costanza dei due preti prigionieri, (p. 166) loro fuga e concessione reale ad abba Hajlù di restarvi a reggere la missione. – Breve soggiorno di M. nell’Ennerea, dopo la /436/ morte del re Abba Baghibo, e bando definitivo in seguito a calunnie sparse dai mussulmani. (p. 167)

371 A Marziale de Prandières, Versailles 22.11.1864 168

Accenno alla relazione di M. (cf. 370/157) ed a quella scartata di Leone des Avanchers.

372 A Fabiano da Scandiano, Versailles 22.11.1864 169

Domicilio di M. in Versailles. – Traduzione letterale latina del catechismo galla e attesa l’approvazione della congregazione dopo Tesarne dei due revisori OFMCap. – Passaggio e restituzione di capitali. – Emicrania, malinconia, ansietà di spirito e desiderio di riposo. – Massoneria e cattolicesimo. – Proposito di « ripartire subito per la missione ».

373 A Francesco Bourgade, Versailles L12.1864 171

Opere del destinatario ricevute: Le clef du Coran e Passage du Coran à l’Évangile, pubblicate per « combattere ed evangelizzare ad un tempo la setta mussulmana ». – Difficoltà del compito, causa la corruzione e l’inaccessibilità dei mussulmani. – Limitato successo delle opere in Europa. – Lavoro precedente: Soirées de Carthage, tradotto in lingua ghez da Giusto da Urbino, per ordine di M. – Preferibile la traduzione dei libri nella « lingua diplomatica turca » che in quella araba. – Missione dell’Africa Orientale e dell’Abissinia in particolare, di contrastare l’avanzata dell’islamismo, tanto per la sua posizione geografica quanto per la sua civiltà. – Colonizzazione inglese, spagnola, portoghese, russa e ruolo delle « popolazioni piene di intelligenza, e di un carattere suscettibile di educazione europea » dell’Africa Orientale.

374 A Guglielmo Lejean, Parigi 5.12.1864 173

Risposta all’articolo del destinatario: Theodore II et le nouvel Empire d’Abyssinie, apparso in Revue de Deux-Mondes (1.11.-1.12.1864), in difesa di Giustino De Jacobis, vicario apostolico dell’Abissinia, accusato di aver creduto « beaucoup plus à l’efficacité des manœuvres diplomatiques qu’à celle de l’enseignement évangélique en matière de propagande ». – Inesattezza di termini ed errori storici, come l’aver scambiato il missionario CM, Giuseppe Sapeto, per un cappuccino. (p. 174) – Elogi a De Jacobis, « de si sainte et de si douce mémoire, bien loin d’ètre un homme à vues ambitieuses », tanto nello scritto incriminato quanto nel ricordo di M. – Umiltà del grande missionario nell’opporsi alla dignità vescovile e nell’accompagnare la deputazione abissina al Cairo e a Roma. (p. 175) – « Une existence toute de souffrances, en butte aux persécutions de toutes sortes, endurant l’exil et la spoliation de tous les biens de la mission sans exhaler une seule plainte ». – M. prigioniero di Teodoro a colloquio con lui. (p. 176) – Opinioni dell’imperatore sui mussulmani. – Fanatismo islamico e tolleranza evangelica. – Dodici secoli di resistenza abissina alla pressione mussulmana. (p. 177) – Operosità missionaria e diplomatica di sostegno all’Abissinia contro l’Islam. – Profondo travaglio di De Jacobis costretto ad appoggiare l’ambasciata di Negussiè, reggente del Tigre, a Napoleone III, organizzata a sua insaputa (p. 178): « Le saint Prélat m’écrivit en cette circonstance une lettre toute trempée de ses larmes ». – Denunziate altre asserzioni gratuite, come la missione cattolica causa della persecuzione scatenata da Teodoro. (p. 179) – Giudizi sul console inglese Duncan Cameron. – Missione cattolica estranea alla prigionia del destinatario ordinata da Teodoro. – Assicurazione che « l’élément /437/ sera toujours le plus apte pour opérer la civilisation des peuples sauvages ». – Accusa: « Vous êtes le premier qui ayez eu le triste courage d’attaquer un homme aussi recommandable et aussi universellement vénéré ». (p. 180) – Errori storici rilevati nell’articolo sulle ostilità tra ras Kassà (Teodoro) e ras Berrù-Gosciò nel Goggiam e sul comportamento dell’abuna Salama (p. 181), sfacciatamente avido di ricchezze. – L’articolista, accusato di tendenze anticlericali e d’ignoranza in materia religiosa, esortato alla prudenza. – Papato simbolo di unità europea contro l’egemonia russa (p. 182): « Le Pape représente l’idée théocratique la plus haute et aussi la plus accessible à tous ». – Esperienza, acquisita da M. in Africa, messa disinteressatamente a disposizione dello scrittore. – Mancanza di riguardi di Le Jean verso il compagno di prigionia dottor Lagarde (p. 183), rispettato pure da Teodoro. – Meschine schermaglie diplomatiche francesi in Abissinia. – Rifiutati dall’autore i dati forniti da M. sulle vicende etiopiche. – Inadeguate informazioni di europei residenti in Abissinia (p. 184), scarsi di cognizioni e di adattamento, privi di religiosità e di moralità. – Principi basilari del cristianesimo abissino contraddetti dagli europei protestanti. – Teodoro ed il console inglese Walter Plowden. (p. 185) – Sentimenti immutati di M. nei confronti dell’articolista e richiesta « de réparer le blâme injuste lancé contre la personne vénérée de Mgr. de Jacobis et les attaques faites d’une manière inconsidérée contre la mission catholique ». (p. 186)

375 A Antonio d’Abbadie, Parigi 8.12.1864 186

Permesso condizionato alla pubblicazione della relazione di Leone des Avanchers. – Necessario un abboccamento con il destinatario ed il fratello Arnaldo. – Desiderio di presto lasciare l’Europa, oppressa « sotto il giogo di un impero solo despota tremendo, il quale è la massoneria ». – Mancata unità cattolica insidiata dalla Russia, alleata della massoneria contro il papato. – De Jacobis difeso dagli attacchi di Guglielmo Lejean (cf. 374/173-186). – Proposto un piano diplomatico.

376 A Davide da Pinerolo, Parigi 30.12.1864 188

« Sincera e figliale affezione » del destinatario, incaricato di ringraziare i benefattori torinesi di M. – Ritardata la partenza per Roma a causa « della stampa del catechismo e della grammatica ».

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1863 1864 1865 1866

377 A Alessandro Barnabò, Versailles 10.2.1865 190

Risposte insufficienti ai quesiti di M. – Viticoltura. – Precisazioni sull’uso misurato dell’olio santo: scarsità e mancanza di recipienti e querela per la decisione restrittiva della congregazione su ciò che non intacca l’essenza del battesimo. (p. 190) – Feste e digiuni solo per il foro esterno e « variazione notabile » dei tempi di digiuni rigorosi. – Invalidità del matrimonio galla, solubile per parte del marito poligamo e indissolubile per la moglie, considerata propriamente come schiava. (p. 191) – Se costringerla alla separazione, a costo della vita, per ottenere il battesimo e considerazioni pratiche su di un fatto accaduto. – Unità coniugale e battesimo, ingiunzioni di diritto divino-evangelico. – Casi futuri e ripugnanza di M. a rifiutare il battesimo. – Analogia con il « privilegio paolino ». (p. 192) – Opinione di M.: battezzare almeno la prima moglie e approfondire la questione riguardo alle altre. – Disposizioni non necessariamente eroiche da esigere una grazia straordinaria e documenti di storia ecclesiastica. – Necessità estrema per il catecumeno e dovere del sacerdote di soccorrerlo (p. 193), anzi di cercarlo, per evitare il pericolo di opporsi alla grazia rifiutando il battesimo. – Questione speculativa e casistica missionaria. – « Uno dei caratteri /438/ della divinità della Chiesa è appunto quello di essere suscettibile di sviluppo ». – « Tempi apostolici » e « Missioni tra gli infedeli ». – Richiesta, avanzata da Leone des Avanchers, sul battesimo delle ragazze poi date in moglie ai mussulmani (p. 194), con specifico riferimento alla condizione di Ghera, e propensione di M. a concederlo. – Quesiti sugli schiavi: vendita « in grave necessità », battesimo con il rischio di essere poi rivenduti agli infedeli, commercio « quasi forzato » dei padroni. – Sollecitare risposte dal S. Officio. – Presentazione elogiativa di Daniele Comboni dell’Istituto Mazza di Verona. (p. 195) – Invito a « riflettere seriamente » sul progetto presentato dal sacerdote « per la rigenerazione dell’Africa » e suggerimento a dare maggior rilievo pubblicitario alla causa delle missioni (p. 196) con « una sola parlata toccante » del pontefice. – Progetto simile presentato nel 1850 a Propaganda Fide da M., disposto a sostenerlo.

378 Discorso di M., Parigi 19.2.1865 198

Rievocazione grata e commossa della protezione, accordata da Notre-Dame-des-Victoires, ai 19 anni sofferti della missione galla.

379 A Fabiano da Scandiano, Parigi 3.3.1865 199

Lettera accompagnatoria alla inutile e faticosa traduzione latina del catechismo galla, eseguita per consiglio del destinatario. (p. 199) – Cognizione dei « tribunali di Roma, i quali sono infallibili, ma sono anche eterni ». – Deciso l’inizio della stampa per fine mese, dopo la revisione ed anche senza l’approvazione. Ritenuta imperfetta la traduzione, perché letterale, aderente al testo galla e compiuta frettolosamente, senza collaborazione altrui e con il proposito di rivederla. (p. 200) – « Osservazioni essenzialissime »: 1º Catechismo destinato ai soli popoli galla e limitato al « puro necessario, estraneo alle teologie europee e con questioni molto pratiche ». – 2º Con ordine nuovo e pratico, impostato « quasi tutto sotto l’aspetto di voler spiegare i comandamenti di Dio », suddiviso in tre sezioni riservate ai battezzandi, ai catechisti (p. 201) ed ai sacerdoti nativi come sussidiario di teologia morale. – Vantaggi dell’« ordine analitico di spiegar sempre le parole della risposta precedente ». – Grave ostacolo alla traduzione: mancanza di « termini teknici » nella lingua galla, come rilevano le abbondanti note apposte al catechismo. (p. 202) – Dedica ad Antonio d’Abbadie. – Preghiere escluse dalla copia spedita a Roma e inserimento di argomenti utili, anche se non strettamenti pertinenti alla catechesi, allo scopo pratico di approfittare della stampa senza dover moltiplicare le opere. – Giudizio di « persone dotte ». (p. 203) – Proposta di stamparlo « come semplice documento scientifico utile allo studio di quelle lingue », com’era intendimento iniziale di M. – Richiesti al destinatario suggerimenti ed assistenza in considerazione dell’arduo compito della catechesi missionaria, più complessa di quella europea, e non percepita da un revisore. (p. 204) – Atteso il giudizio della S. Sede a cui si dichiara sottomesso « sino alla morte » – Rilievi su quattro argomenti: religione in genere, natura divina ed incarnazione (p. 205), caratteri distintivi della vera Chiesa, confessione. – Preziosa collaborazione di Daniele Comboni.

380 Ai giovani galla, Parigi 7.3.1865 206

Lettera ai giovani galla residenti nel Veneto per l’educazione.

380b A Daniele Comboni, Parigi marzo 1865 207

Appunti cronologici (1850-1862), comunicati a voce da M.

/439/

381 A Alessandro Barnabò, Parigi inizio aprile 1865 208

Ottimi rapporti di Daniele Comboni con i superiori dell’istituto. – « Possibile e utile » il piano proposto dallo zelante sacerdote per l’evangelizzazione dell’Africa, da limitarsi alla parte orientale, costituita da una razza distinta e disposta, e di baluardo all’islamismo per la posizione geografica e i suoi « dodici secoli » di resistenza. – Accenno a lettera precedente (cf. 377/197). – M. propenso al decentramento delle missioni in favore di Comboni.

382 A Alessandro Barnabò, Parigi inizio aprile 1865 210

Mancata protezione governativa alle missioni abissina e galla in pericolo « per mancanza di strade ». – Indicato come positivo un intervento del neo vicario apostolico dell’Abissinia, chiusa agli europei da Teodoro.

383 A Nicola Mazza, Parigi 9.4.1865 210

Invito alla collaborazione missionaria.

384 A Alessandro Barnabò, Parigi 14.4.1865 211

Missiva riservata. – Genesi del catechismo: composto in missione senza alcun sussidio, derubato e riprodotto « a memoria » per essere stampato a uso dei preti e catechisti indigeni, contenente « tutte le questioni più delicate, ed estranee alla nostra teologia ». – « Traduzione economica » latina per i revisori OFMCap., trascritta da incompetenti, e sottoposta pure al teologo Giovanni Perrone SI. – Reazione di M. per l’onore proprio e dei revisori OFMCap. leso. – « Sospetti molto gravi » lo determinano a non più stamparlo e a rinunziare all’ufficio di vicario apostolico. – Rispetto congiunto a schiettezza evangelica e aborrimento per l’adulazione.

385 A Alessandro Barnabò, Parigi 14.4.1865 213

Colloquio inconcludente con il ministro degli Affari Esteri francese a beneficio delle missioni abissina e galla. – Suggeriti lettera commendatizia del destinatario e interventi del neo vicario apostolico dell’Abissinia e del superiore generale CM. – Smentito un giudizio sfavorevole al missionario Giovanni Stella CM dopo un abboccamento con M. – Partenza di Daniele Comboni, sempre in accordo con il superiore dell’istituto, per Colonia.

386 A Antonio d’Abbadie, Parigi 22.4.1865 215

Spiacevoli contrattempi di una visita senza effetto a M.

387 A Davide da Pinerolo, Parigi 26.4.1865 216

Ragioni proibitive del viaggio a Torino e dilatorie del viaggio a Roma. – Considerazioni sulla soppressione governativa dei religiosi messa in confronto con gli esili subiti in missione. – « Sarete sempre i medesimi cappuccini, forse ancor più cari a Dio, perché più poveri, e spogliati ancora di quel poco che non possedevate civilmente, ma in certo modo canonicamente ». – Rifugio presso le Provincie OFMCap. ospitali di Francia. – « La soppressione non sarà che un poco di guerra di più a tenerci più in regola ed all’erta; potrà levarci ad tempus qualche esteriorità ».

388 A Francesco Bricolo, Parigi 4.5.1865 217

Stimolo all’accordo tra i membri dell’Istituto Mazza di Verona.

389 A Alessandro Barnabò, Parigi 18.5.1865 218

Previsioni più ottimistiche sulla diplomazia governativa a favore delle missioni etiopiche. – Apprezzamento della stima tributatagli /440/ dal destinatario e giustificazione del suo comportamento nella controversia sul catechismo. – Divergenza tra il catechismo di Roberto Bellarmino, suggerito dalla congregazione, ed il suo, più completo, adatto all’ambiente missionario (p. 218) e stampato per gli zelanti preti e chierici indigeni costretti a faticose trascrizioni. – Richiesta comprensione per l’opera scritta con premura « in otto mesi » e data in esame a « teologi vecchi in lavori di lusso letterario, ignari di tutte le circostanze scusanti ». – Onta per l’OFMCap. (p. 219) e disprezzo per il lavoro svolto da M. – Lamentela per il trattamento ricevuto dal dicastero romano, già denunziato in uno scritto anteriore al pontefice (cf. 253/218-219) e dolce rimembranza del prefetto Giacomo Filippo Fransoni. – Difetto di riserbo negli uffici. – Rifiutato il suggerimento di tradurre in galla il catechismo del Bellarmino: « perchè le lingue nomadi mancano dei due terzi di termini ». (p. 220) – Protesta di « morire missionario » nonostante le dimissioni date, di cui attende l’accettazione pontificia. – Ribadito l’accordo di Daniele Comboni con i suoi superiori. – Spedizione di documenti e probabilmente anche dell’originale del catechismo da conservarsi nell’archivio OFMCap. (p. 221)

390 A Armando Prospero Faugère, Parigi 23.5.1865 221

Invocata l’interposizione del destinatario per ottenere con Daniele Comboni l’udienza dell’imperatrice Eugenia.

390 A Antonio d’Abbadie, Parigi 9.3.-30.5.1865 222

Appunti di conversazioni tenute da M. con l’esploratore su argomenti storici, etnici, geografici, politici, linguistici, religiosi, di scienze naturali.

391 A Annali della Propagazione della Fede, Parigi 1.6.1865 241

Smentito il descritto tradimento di « un supposto innominato europeo », perpetrato a danno di M. (cf. 98/171), con testimonianze dei deftera Assegai e Abebaju e di Giustino De Jacobis, vicario apostolico dell’Abissinia. – Intervento pacificatore di Arnaldo d’Abbadie presso l’abuna Salama in favore dei cattolici.

392 A Armando Prospero Faugère, Parigi 4.6.1865 242

Articolo denigratorio di Guglielmo Lejean contro i lazzaristi e Giovanni Stella e opportunità di pubblicare la missiva di M. allo scrittore (cf. 374/173-186). – Esortazione a promuovere la causa delle missioni presso il ministro degli Esteri francese.

393 A Daniele Comboni, Parigi 11.6.1865 243

Esame dell’opuscolo edito dal destinatario: Piano per la rigenerazione dell’Africa. – Analogo progetto di M. elaborato nel 1850. – Elogiato il « sensum eminenter evangelico-apostolicum » e riserve per le difficoltà dell’esecuzione da realizzare nella sua parte possibile che è l’Africa Orientale. – Lodevole « systema de clero indigeno faciendo et de educatione juvenum in regionibus eorum vel propinquis eorundem ». – Rischi fisici e morali dell’educazione impartita in Europa. – Ostacoli frapposti dall’intolleranza mussulmana. – Esortazione a ravvivare la fede e ad alimentare la fortezza con lo spirito di sacrificio cristiano.

394 A Fabiano da Scandiano, Parigi 13.6.1865 248

Indicato al destinatario il comportamento da tenere nella sua « collisione coi superiori ». – Energia di M., « più forte che l’imperatore Napoleone », « quando si tratta di amministrazione che lo riguarda ». – Irremovibile nelle dimissioni giù presentate, perchè « dopo /441/ venti anni di missione disastrosissima ha il diritto di essere trattato un poco più con rispetto ». – Confessata « una certa superbia che gli fa credere e presumere di far capire qualche ragione a questi Signori ». – Ragioni dell’opposizione di M. alla rinunzia da vice prefetto della missione di Domenico da Castelnaudary di cui propone invece la candidatura a ministro provinciale di Francia.

395 A Fabiano da Scandiano, Parigi 20.6.1865 249

Daniele Comboni latore di « una lunga lettera » di M. (p. 249) – Riflessioni negative sull’età avanzata di Domenico da Castelnaudary, errore commesso nell’averlo proposto alla direzione della missione galla e giudizio sugli altri due missionari. (p. 250) – « Malinconie per le spine che feriscono il cuore » e vivissimo desiderio di raggiungere la missione nonostante rischi gravissimi. – « Opera di Dio contrariata dai superiori » e progetti ineseguiti per la lentezza burocratica di Propaganda Fide. – M. irremovibile nelle dimissioni date. (p. 251) – Preoccupazione per la dispensa dal voto privato di restare missionario. – Schiettezza con i superiori e riservatezza con gli inferiori e gli estranei. – Pubblicazione della grammatica galla. – Ragazzi galla da inviare a Roma. (p. 252)

396 A Fabiano da Scandiano, Parigi 21.6.1865 253

Relazioni con la provincia OFMCap. di Francia e reciproco riserbo tra M. e i religiosi. – Apprezzamenti su Carlo Filippo da Poirino, destinato a presiedere il capitolo provinciale, « uomo eminente in scienza, ed in santità »; su Lorenzo d’Aosta, attuale provinciale, « persona di somma abilità, ma di governo troppo duro, poco popolare »; su Arcangelo da Lione, ex provinciale, « colpevolissimo di avere spinto troppo l’affare contro i superiori ». – Vaglio di candidati. – Suggerito Domenico da Castelnaudary « di costumi angelici, di uno spirito conciliatore, molto popolare e buon predicatore ».

397 A Napoleone III, Parigi fine giugno 1865 255

Rapporto richiesto dallo stesso imperatore nell’udienza del 25.6.1865. – Ostacolato dall’imperatore Teodoro il passaggio dei missionari ai Galla e auspicata « une démarche diplomatique sagement et énergiquement dirigée ». – 1º Estensione del territorio galla. – 2º Clima salubre con esclusione di certe malattie europee. – 3º Prodotti vegetali e minerali. – 4º Razza semitica. – 5º Divisione politica in 14 repubbliche e 5 regni, bisognosi del cattolicesimo per civilizzarsi e fermare l’espansionismo islamico e russo. – 6º Intervento europeo, possibilmente francese, per sostenere dodici secoli di resistenza abissina all’Islam. – 7º Rifiuto di intervento armato e ambasciata diplomatica a Teodoro o altri reggenti etiopi con proposte concrete di difesa e di aiuto, con omaggi, compensati da un possedimento sulle frontiere. – 8º Accordo con Teodoro e, in caso contrario, appoggio all’aristocrazia angariata dall’imperatore. – 9º Affluenza del commercio nel punto occupato. – 10º Armata di 10.000 unità. – M. si ripromette di fornire maggiori schiarimenti al ministero.

398 A Antonio d’Abbadie, Parigi 1.7.1865 257

Partenza di Daniele Comboni, visite al ministero e udienza di Napoleone III. – Spese e accomodamenti tipografici per la grammatica galla. – Battezzato un ragazzo con i nomi dell’esploratore e della consorte. – Lamentata assenza del destinatario da Parigi per i vincoli di amicizia cristiana da cui sono stretti. – Lettere di Daniele Comboni. – Accenno all’esploratore nell’udienza imperiale. – Severità per « alcune bassezze » commesse dal padre del figlioccio dell’esploratore.

/442/

399 A Alessandro Barnabò, Parigi 10.7.1865 259

Rinnovate lagnanze sul verdetto dei revisori OFMCap. annullato da Propaganda Fide con la scelta di un terzo revisore SI: « questo dispiacere mi è stato più sensibile che non le sette o otto prigionie sofferte ». – « Vedendo che il mio impiego attuale non è più conciliabile colla pace del mio cuore, io mi credo in diritto di domandare le mie dimissioni nella mia qualità di Vicario Apostolico della Missione Galla ». – Richiesta la dispensa del pontefice dal « voto semplice e privato che lo lega alle missioni ». – Ragione della grave decisione: fallimento di tutte le iniziative riguardanti il clero indigeno, il rito etiopico, il catechismo e imputabile alla congregazione. – « Dunque mi dichiaro vinto dopo essere stato sempre vincitore ».

400 A Alessandro Barnabò, Parigi 11.7.1865 262

Missiva del destinatario. – M. fermo nel proposito di non più stampare il catechismo dopo la revisione di Giovanni Perrone SI. – Diritto degli esaminatori « di nascondere la faccia loro » e bisogno di M. di spiegarsi. – « Monopolio SI di molte cose ». – Lingue orientali mancanti di termini « teknici e teologici » e scopo « di esprimersi salvando il dogma ». – Potere SI e sudditanza OFMCap.: comportamento dei due ordini in Francia. – Altri impegni. – Destinazione futura dei due giovani galla residenti con M.

401 A Pio IX, Parigi 11.7.1865 265

Dimissioni dall’ufficio di Vicario Apostolico dei Galla e dispensa dal « voto semplice » che lo « lega indeterminatamente alle missioni ». – Consegna di tutti i beni al successore e intenzione di « redigere alcune memorie sulle missioni ».

402 A Armando Prospero Faugère, Parigi 11.7.1865 266

Comunicazione ufficiale della nomina di Luigi Bel CM a vicario apostolico dell’Abissinia. – Riconoscenza per i 1.800 fr. offerti per la stampa.

403 A Domenico da Castelnaudary, Parigi 26.7.1865 266

Sentimenti opposti provati all’annunzio dell’elezione del destinatario a ministro provinciale di Francia. – Augurio di essere « Sacerdote secondo l’ordine del Calvario » per il bene dei sudditi. – Invito a trattare la causa della missione e la scelta del nuovo vice prefetto.

404 A Nicola da S. Giovanni in Marignano, Parigi 26.7.1865 267

Elogio di Domenico da Castelnaudary, « persona unica » per essere scelta come provinciale, ma poco adatto alla missione per l’età avanzata. – Conferma delle dimissioni date. – Premura di partire e assicurazione di assistere il successore. – Arresto di cappuccini in Roma. – « Specie di voto, con cui mi sono obbligato a mai tacere le verità ai superiori e a manifestare a nessuno le mie querele coi medesimi ». – Schiettezza usata con Propaganda Fide « per difendere il decoro suo, il bene della missione, e l’onore dell’Ordine ». – Progetti futuri.

405 A Nicola da S. Giovanni in Marignano, Parigi 29.7.1865 270

Trattative con il governo francese a voce e per scritto (più di 15 quinterni) per allontanare i pericoli incombenti sulle missioni abissina e galla. – Grammatica galla in corso di stampa e catechismo « sotto i torchj dell’esame della Chiesa ».

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406 A Antonio d’Abbadie, Parigi 6.8.1865 271

Ricorrenza « della Porziuncola ». – Preoccupazione per la salute dell’esploratore. – Notizie di amici, lontani dalla capitale per le ferie, e di politica estera. – Accorgimenti tipografici per la grammatica galla. – Desiderio di rivedere il destinatario. – Morte di Bérard des Glajeux, presidente della Propagazione della Fede di Parigi.

406b A Felicissimo Cocino, Parigi 10.8.1865 273

Sorte penosa della missione abissina, nomina del nuovo vicario apostolico e accordi con il governo francese. – « Le mie speranze sono riposte nelle preghiere ». – Bramoso di ricongiungersi ai suoi missionari.

407 A Alessandro Barnabò, Parigi 5.9.1865 274

Pericolo per le missioni etiopiche (p. 274) e contatti con il ministero rinviati per il ritardato arrivo del nuovo vicario apostolico dell’Abissinia, di cui si esorta a « sollecitare la venuta ». – Premura di M. per la nomina del proprio successore e considerazione sulla scelta passata di Domenico da Castelnaudary. (p. 275) – Destinazione dei due galla, « stabilimento d’educazione per i ragazzi galla e quello per i pellegrini abissinesi in Gerusalemme ». – Ragione per non aver inviato i due galla a Roma « dove troppo in contatto coll’ultimo tribunale della Chiesa universale, sortono troppo famigliari colla medesima ». – Drammatiche vicende politico-religiose dell’Europa e dell’Oriente (p. 276): massacro di Damasco ed espansionismo russo alleato con i mussulmani. (p. 277)

408 A Alessandro Barnabò, Parigi 5.9.1865 277

Accolto l’invito di riflettere « ai piedi del crocifisso », – Esigenza di un successore. – Bozza tipografica della grammatica galla, dedicata ad Antonio d’Abbadie.

409 A Alessandro Barnabò, Parigi 23.9.1865 278

Ripensamenti dietro consigli di confratelli e chiarificazioni. – « Io non sono tanto facile a convertirmi ed a pervertirmi di nuovo. Quanto bramo di dire liberamente la verità ai superiori, altrettanto poi mi è cara la convinzione e disposizione di morire mille volte per la fede e per l’ubbidienza alla Chiesa ». (p. 278) – Sacro dovere di vescovo, segretezza, richiesta di perdono. – Motivi delle dimissioni presentate: remore della congregazione al suo urgente rientro in missione, mancata approvazione del « materiale per l’istruzione » del clero indigeno (p. 279) e impegno di M. poco considerato, censura del catechismo galla. – Vescovo direttamente responsabile della parte disciplinare. (p. 280) – Ragioni per rifiutare la stampa del catechismo e comportamento corretto della congregazione. – Irremovibile nelle dimissioni presentate (p. 281) per non rischiare ulteriori conflitti coi i superiori. – Scelta di un nuovo prefetto. – Impressione favorevole su M. del vicario apostolico dell’Abissinia, Luigi Bel, simile a De Jacobis. (p. 282)

410 A Alessandro Barnabò, Parigi 8.10.1865 282

Nomina del successore, salvi i diritti del coadiutore Felicissimo Cocino, sul quale M. ha informato il procuratore OFMCap. Fabiano da Scandiano. – Il galla Stefano Sapera accettato al Collegio Urbano di Roma e progetti su Raffaele. – Giudizio positivo su Luigi Bel e possibile influenza sul governo francese. – Stampa della grammatica sostituita a quella del catechismo con utilità dei missionari /444/ e soddisfazione del governo. – Sottomissione alla Chiesa senza abdicare alla franchezza dell’apostolo. – Consacrazione di Luigi Bel.

411 A Domenico da Castelnaudary, Parigi 14.10.1865 285

Sorpresa per il silenzio del destinatario. – Partenza di Carlo Filippo da Poirino dopo un edificante servizio reso a M. – Richiesto un terziario come compagno-segretario. – Pratiche per l’aggregazione della missione di Aden alla provincia OFMCap. di Francia.

412 A Antonio d’Abbadie, Parigi 24-27.10.1865 286

M. vescovo assistente alla consacrazione di Luigi Bel, vescovo di Agatopoli e vicario apostolico dell’Abissinia. – Impressione favorevole riportata. – Fallimento della spedizione del conte Bisson. – Ostaggi inglesi di Teodoro. – Contenuto di lettera, tradotta da M., del viceré dello Scioha al ministro degli Esteri francesi. – Stato e progetti tipografici della grammatica galla.

413 A Domenico da Castelnaudary, Parigi 28.10.1865 287

Indisposizione di M. – Abboccamento concordato con il destinatario.

414 A Fabiano da Scandiano, Parigi 29.10.1865 288

Missiva del coadiutore Felicissimo Cocino, inetto a reggere la missione (p. 288), ma difeso in parte dalle accuse di Leone des Avanchers. – Sospetto di dissensi tra il coadiutore e i missionari, di negligenza nella formazione del clero, di fiacchezza verso abba Jacob (p. 289), sospeso a divinis e « già il fac totum » e di trascuratezza nell’educazione dei giovani ai quali è largo di confidenza. – « L’amore che porto a lui non mi salva dal dovere di dire la verità ». (p. 290) – Riservatezza di M. (p. 291).

415 A Alessandro Barnabò, Parigi 3.12.1865 291

Negoziati con il governo francese, a favore delle missioni etiopiche, continuati dai superiori CM. – Apporto dato da M. con dispendio e sacrificio personale. – Conclusione della riunione al ministero: ambasciata all’imperatore Teodoro, sostenuta da Luigi Bel, vicario apostolico dell’Abissinia. – Disimpegno di M. – Apprezzamento e riserve sul neo eletto vice prefetto della missione galla, Taurino da Heubécourt, con suggerimento di « esaminarlo e scuoterlo ». – Iniziativa di istituire un collegio per i galla nel convento di Marsiglia, dove M. si recherà per condurre le pratiche e radunarvi i giovani schiavi riscattati. – Richiesta l’approvazione dell’iniziativa e dei regolamenti

416 A Domenico da Castelnaudary, Parigi 3.12.1865 293

Partenza di Luigi Bel, latore di lettere di M., per Roma e progettato viaggio a Marsiglia. – Proposta un’organizzazione efficiente del collegio con scuola di lingua e preparazione missionaria. – Regolamenti sottoposti all’approvazione del definitorio. – Assicurata la perfetta educazione dei giovani. – Richiesta la presenza dei terziario e degli aspiranti missionari.

417 A Domenico da Castelnaudary, Parigi 6.12.1865 294

Argomenti in risposta ad una lettera del procuratore OFMCap. – Scartata la fondazione di un collegio in Egitto. – Sostenuta l’aggregazione di Aden alla Francia. – Esortato il destinatario a « tener fermo » sulle decisioni prese e ragioni dell’opposizione del procuratore. – Ritardata dall’addetto governativo la partenza di M. per /445/ Marsiglia. – Fiducia nella preghiera e sfiducia « nei mezzi umani, anche romani...! ».

418 A Armando Prospero Faugère, Parigi 6.12.1865 296

Lettera di risposta al dottor Lagarde. – « Esito esiguo di tante fatiche ». – Ipotesi di un’ambasciata di Teodoro in Francia. – Coraggioso piano di viaggio. – Supplica a favore del benefattore Fathalla Mardrus. – Ultimi giorni di residenza parigina.

419 A Armando Prospero Faugère, Parigi inizio dicembre 1865 297

Prossima visita al destinatario con Domenico da Castelnaudary. – Soggiorno invernale a Versailles o a Marsiglia.

420 A Antonio d’Abbadie, Parigi inizio dicembre 1865 297

Apprezzamento delle notizie sulla situazione spagnola e dispiacere per l’infermità dell’esploratore. – Impegni del dottor Lagarde e ambasciata francese presso Teodoro. – Partenza per Marsiglia, luogo dell’erigendo collegio galla. – Bozza della grammatica in visione e difetto di caratteri.

421 A Fabiano da Scandiano, Marsiglia 17.12.1865 299

Risposta alla lettera « piena di moderazione » del destinatario. – Cammino gerarchico dell’annessione della missione di Aden alla provincia OFMCap. di Francia e giustificazioni del suo intervento: temporanea utilità per la missione dei Galla e organizzazione della stessa missione. – Stato giuridico. – Ragioni opposte alla fondazione del collegio in Cairo e vantaggi di quello da erigersi in Marsiglia: abitazione e sussidi, personale adatto, appoggio del governo. – Sistema educativo « semplice e povero da non far dimenticare ai giovani galla le miserie del paese al quale devono ritornare ». – Progetto di Aden lasciato cadere dal ministro provinciale. – Quattro ragioni della persistenza nelle dimissioni presentate.

422 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 26.12.1865 301

Indisposizione di M. dopo l’arrivo a Marsiglia, ordinazioni e pontificale. – Voti augurali per il nuovo anno. – Riconoscenza e consigli per la confezione di abiti pontificali, eseguita dalla consorte del destinatario. – Rinnovata insistenza presso il dottor Lagarde per sollecitare le memorie promesse all’esploratore e sviluppi nella progettazione dell’ambasciata francese a Teodoro. – Impedita dalla fretta la riedizione De la propagande musulmane (cf. 156/289-321). – « Ostinata neuralgia » e promessa di una visita al collegio galla di Marsiglia.

423 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 26.12.1865 302

Condoglianze per la morte della madre del destinatario, riflessioni cristiane sul « giorno natalizio della morte dei giusti », assicurazione di suffragi.

424 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia dicembre 1865 303

Contrariato nella sua attività, M. rinnova le dimissioni e prega di sollecitarne l’accettazione in Roma, rinunziando ad ogni diritto, per ritirarsi a vita privata in convento o in missione. – Interessi contrastanti della provincia francese e della missione galla.

425 A Armando Prospero Faugère, Parigi 1a metà del 1865 304

Appuntamento per un incontro in casa Faugère.

/446/

426 A Armando Prospero Faugère, Parigi 1865 305

Commerciante indirizzato al destinatario.

427 A Armando Prospero Faugère, Parigi 1865 305

Lettera accompagnatoria all’abbozzo della missiva destinata all’imperatore Teodoro, composto da M., dietro richiesta di Giovanni Stella, per « farlo riconoscere dalla diplomazia europea come principe cristiano, e specie di potenza in quelle parti ». – Taciuti diplomaticamente gli ostaggi dell’imperatore. – Richiesta l’udienza del ministro degli Esteri.

428 A Giovanni Battista Etienne, Parigi 1865 307

Memorie sopra la santità del fu Monsignore Dejacobis, Vescovo di Nilopoli e Vicario Apostolico dell’Abissinia. – Determinazione di Propaganda Fide di inviare M. in Abissinia per soccorrere le impellenti necessità spirituali e materiali della prefettura, retta da Giustino De Jacobis CM. – Arrivo a Massaua e incontro con i due inviati del prefetto in cerca di mezzi di sostentamento. (p. 307) – Profezia del santo missionario e venerazione universale (p. 308). – Memorabile incontro tra De Jacobis e M. sul lido di Massaua: commozione ed edificazione reciproca. – Preparativi (p. 309) e viaggio a Gualà. – Santa indifferenza del prefetto per le notizie del mondo. – Preziosa corrispondenza epistolare con M. rapinata durante l’esilio di Kaffa (p. 310) e ricordi attinti nel « sacro e caro deposito dell’archivio del suo cuore ». – Virtù caratteristica di De Jacobis: umiltà evangelica. (p. 311) – Umiltà esterna: « nella straordinaria modestia e povertà delle sue vesti e l’ammirabile abbassamento della sua persona », rilevata fin dal primo incontro in Massaua: testimonianze ed esperienza diretta di M. (p. 312) – Storia della deputazione abissina inviata al Cairo ad ottenere un metropolita per l’Abissinia e umiltà di De Jacobis nell’accompagnarla. (p. 313) – Tracotanza dei componenti (p. 314) e tenerezza della guida « per quella turba d’insolenti » da « diventare l’oggetto delle ammirazioni ed il soggetto dei discorsi » (p. 315). – Viaggio a Roma e conversione di alcuni che « arrivarono persino alla palma del martirio ». – « Grandi misteri che passarono tra me e lui, segnatamente nella storia della sua elevazione all’episcopato ». – Richieste frequenti e pressanti di M. a Propaganda Fide per la promozione di De Jacobis al vescovado e ordine di questa di restare in Gualà. (p. 316) – Bolle pontificie di nomina giunte al prefetto in Alitiena. – « Battaglia tra la mia superbia e l’umiltà senza esempio di monsignore Dejacobis »: lettere, invito ad un colloquio (p. 317), attacco frontale e proteste di indegnità, comando formale (p. 318) e risposta « assoluta e categorica di non potersi risolvere ». – Bandito da Ubiè, M. percorre la costa orientale dell’Africa (p. 319) e, di ritorno a Massaua, tenta un ulteriore, inutile assalto all’umiltà del prefetto. – Otto giorni di ritito per riflettere e « un grosso quinterno di scritto » sullo stato della questione e sulla sua vita intima. (p. 320) – Peripezie del manoscritto (p. 321). – Conflitto armato tra il naìb di Archico, sostenuto dalle truppe di Ubiè, e il governo turco. – Massaua assediata. – Ultimo vittorioso assalto di M. all’umiltà di De Jacobis. (p. 322) – Svolgimento drammatico e singolare, pregno di commozione, della consacrazione episcopale. – Ragioni intime di quella riluttanza e riflessioni profonde sull’episcopato (p. 323), accolto « con un certo trasporto di piacere, quando si presentò nel suo vero senso di sommo sacerdozio coronato di spine con Cristo nel pretorio, e crocifisso con lui sul Calvario » (p. 324). – Rinunzia ad ogni segno esterno della dignità. – Umiltà del santo vescovo in contrapposizione all’orgoglio abissino. (p. 325)

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429 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia 7.1.1866 327

Comunicazione del destinatario sul suo viaggio a Roma. – Lettera accompagnatoria alla precedente (cf. 424/303). – Ricerca di un accordo sull’organizzazione del collegio galla già reso pubblico. – Deliberazione di raggiungere anche presto la missione.

430 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia 7.1.1866 328

Auspicio di accomodamento. – Analisi di scritti del destinatario. – Accantonato il progetto di stabilire il collegio nell’infermeria del convento per motivi che lo stesso ministro generale ignora. (p. 328) – Denunziata la sistematica opposizione alla fondazione del collegio e il procedimento usato nella nomina del prefetto della missione galla. – Condizioni precise del contratto per l’erezione del collegio (p. 329) e dichiarata generosità di M. verso la provincia francese. – Probabile soggiorno di M. nel convento di Nizza per sedare i contrasti. – Nota economico-finanziaria dei capitali, depositati in Europa per la missione e destinati in parte al personale rimasto tra i Galla. (p. 330)

431 A Bonaventura da Ville-sur-Terre, Marsiglia 8.1.1866 331

Apprezzato atteggiamento di ossequio ai superiori del destinatario, richiesto da M. come direttore dell’erigendo collegio di Marsiglia. – Cammino gerarchico della richiesta e riservatezza di M.

432 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia 9.1.1866 332

Raccomandazione di Felice da Fiancey inappagabile per parte di M. – Carlo Filippo Place, neo eletto vescovo di Marsiglia, presumibilmente antigallicano. – Ultimo scritto di M. (cf. 430/328).

433 A Fabiano da Scandiano, Marsiglia 13.1.1866 332

Pratiche compiute e spese sostenute per l’acquisto di un terreno, come reddito permanente al mantenimento del collegio. – Condizioni per l’autonomia dell’istituzione: dipendenza dal vicario apostolico, separazione totale dal convento, uso perpetuo dell’infermeria, rettore approvato dal vicario apostolico, commissione per il controllo dell’amministrazione, indipendenza dalla provincia, regolamenti compilati dal vicario apostolico, concessione al ministro provinciale di visitare il collegio.

434 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia 17.1.1866 334

Mancato accordo con M. nella progettazione dell’istituto di educazione. – Possibili interferenze del convento sul collegio con ripercussioni all’esterno. – Invito all’intesa e assicurazione di M. di voler perseguire gli interessi della provincia monastica.

435 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia 22.1.1866 335

Lettera rassicurante del destinatario e pazienza di M. (p. 335), costretto a deferire la causa della missione al procuratore generale OFMCap. – Acquisto di terreno per trasferirvi poi il collegio sito nel convento. – Distinzione tra ponderazione e trascuratezza nel proseguire i piani vagliati. (p. 336) – Punti fermi per l’organizzazione della missione e del collegio ed esigenza di realizzarli, dopo la pubblicità data e le spese sostenute. « È sempre la collisione fra noi ecclesiastici che mette in pericolo l’opera di Dio ». (p. 337) – Dimissioni presentate da M. « per assicurare l’opera di Dio dalle passioni private». – Accusa di mutabilità al destinatario. (p. 338)

/448/

436 A Alessandro Barnabò, Marsiglia 27.1.1866 339

Analisi delle « osservazioni o censure del consultore », apposte al catechismo galla e difficoltà della traduzione latina. – Giudizio di Carlo Filippo da Poirino, edotto da M. sulla povertà di linguaggio dei Galla. – Respinta l’accusa « di rifiutare la censura della Chiesa », M. espone la ragione della sua protesta: aggiunta di altro revisore oltre quelli OFMCap. (p. 339) – Risposta al verdetto dato sul catechismo: « valde imperfectus tum quoad fundum, tum quoad formam ». – Invito a trasmettere la sua lettera al revisore « per averne dal medesimo ulteriori schiarimenti ». (p. 340) – M. impegnato nella pubblicazione della grammatica galla. – « Disposto a morire mille volte per quella ubbidienza che unica mi tiene nella durissima, ma al tempo stesso dolcissima in Cristo, posizione di Suo Servo fedele ». (p. 341)

437 A Alessandro Barnabò, Marsiglia fine gennaio 1866 341

Riferimento a missiva precedente. – Progetti iniziali per la fondazione di un collegio galla in Marsiglia, graditi al pubblico. (p. 341) – Disagi costituiti dalla ristrettezza del locale incorporato nel convento e da divergenze con le autorità provinciali religiose. – Acquisto provvidenziale di terreno a modico prezzo (p. 342), convenienza e legittimità del contratto. – Possibilità di affidare i giovani ad altre istituzioni con preferenza per i cappuccini, riservando « al vicario apostolico o a Propaganda l’approvazione dei superiori ed il cangiamento dei medesimi ». – Direttore del collegio, zelante, esperto nella lingua e negli usi degli educandi (p. 343), direttamente alle dipendenze della congregazione e di M. – Indicato Bonaventura da Ville-sui-Terre come direttore e collaboratore di M. nella compilazione dei regolamenti da sottoporre all’approvazione. – Insistenza nelle dimissioni date e conferimento di poteri speciali al direttore. – Necessità dell’iniziativa « per il sostegno della missione galla ». (p. 344) – Impedimenti alla traduzione del catechismo del Bellarmino. (p. 345)

438 A Domenico da Castelnaudary, Marsiglia febbraio 1866 345

« Sentimenti di accordi » e accettazione « degli articoli proposti ». – « Carattere troppo assoluto e troppo nascosto » del vice prefetto Taurino da Heubécourt. – Ritardo di due anni. – Richiesta di fiducia e protesta di generosità. – Presentazione di Bonaventura da Ville-sur-Terre a Propaganda Fide come direttore scelto del collegio.

439 A Antonio d’Abbadie, Nizza 2.3.1866 346

Applicazione di messe per i benefattori della missione. – Ritiro spirituale nel convento di Nizza, appartenente alla provincia OFMCap. del Piemonte, « per rinfrescare un poco lo spirito indebolito nel servizio di Dio e piangere i peccati passati ». – Incontro con antichi direttori di spirito e consiglieri. – Rivolte in Abissinia contro Teodoro. – Riflessioni socio-politico-religiose sull’Europa. – Continuazione della pubblicazione della grammatica galla e previsioni. – Rifiutata dal dottor Lagarde la guida dell’Ambasciata a Teodoro e disappunto di M.

440 A Armando Prospero Faugère, Nizza 2.3.1866 348

Bozza tipografica della grammatica. – Voluminosità dell’opera, spese e contributi. – Raccomandazione per Fathalla Mardrus. – Rivoluzioni abissine. – Proposto un incontro in Parigi per la presentazione della grammatica a Napoleone III.

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441 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 30.3.1866 349

Scusa del ritardo e promessa di uno scritto.

442 A Fabiano da Scandiano, Marsiglia 3.4.1866 350

Dopo due anni di permanenza in Europa, « stanco e vergognoso », M. decide « di partire a qualunque costo ». – Provvedimenti adottati: procura a Antonio d’Abbadie per la stampa e rappresentanza a Taurino da Heubécourt in Europa. – Ricerca di « luogo sulla costa » e « raccolta dei giovani per il collegio ». – Documenti da affidare al destinatario. – Limitata giurisdizione di M. (p. 350) – Resoconto della sua dimora in Francia senza compagno e senza segretario. – Manoscritti e corrispondenza dei due anni di dimora in Europa da recare con sé in missione, compreso « il famoso manoscritto » del catechismo. (p. 351) – Notificata la partenza al prefetto di Propaganda Fide e considerazioni sconfortanti sulla prassi adottata nei suoi confronti dal dicastero romano. – Giustificazione « dei disturbi moltiplicati e dello stile troppo chiaro »: « l’unico rimedio alla mia superbia è di trovarmi sepolto nell’ignoranza, ed oppresso dall’orgoglio degli ignoranti ». (p. 352)

443 A Alessandro Barnabò, Marsiglia 3.4.1866 353

« Stanco, annojato, e vergognoso di trovarmi fuori della missione, ho risolto di partirmene ad ogni costo e invece di gettare le mie ancore nel mare per salvarmi dal naufragio voglio gettarle in alto ». – Data fissata per la partenza e incarico di avvertire il pontefice. – « Stile troppo libero » usato da M. per giovare alla stessa congregazione. – Prove di fedeltà: « venti anni passati in un mistero di continue prove terribili in ossequio agli ordini di Propaganda Fide ». – Fabiano da Scandiano e Taurino da Heubécourt intermediari di M. presso la S. Sede.

444 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 10.4.1866 354

Benedizione della prima pietra dell’erigendo Collegio per i giovani Galla in Marsiglia con invito a presenziare. – Grata ammirazione per gli indumenti sacri, confezionati dalla consorte dell’esploratore. – Puntata a Massaua per la compra di giovani schiavi galla. – Ultimo sguardo all’Europa.

Da inserire qui il → n. 1220 degli Scritti aggiunti

445 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 18.4.1866 356

Annunzio telegrafico della partenza per l’Oriente.

446 Testamento olografo, Marsiglia 18.4.1866 356

Motivazioni dell’atto pubblico. – Professione di fede. – Elenco degli eredi universali di tutti i beni mobili ed immobili.

447 Regolamento per il Collegio S. Michele, Marsiglia 18.4.1866 357

Regolamento per il Collegio S. Michele, Marsiglia 18.4.1866. – 1º Scopo: preparazione dei giovani galla al sacerdozio. – 2º Autorità di un procuratore del vicario apostolico. – 3º Consigli interno ed esterno di amministrazione. – 4º Composizione del consiglio interno. – 5º Membri nati. – 6º Caso di soppressione religiosa. (p. 357) – 7º Domenico da Castelnaudary 1º procuratore. – 8º Ministro provinciale presidente del consiglio. – 9º Parità di voto dei membri. – 10º Decisione affidata alla pluralità. – 11º Compito specifico del direttore, « anima del collegio ». – 12º Esenzione da altri incarichi. (p. 358) – 13º Sostituzione demandata al consiglio. – 14º Convocazione del consiglio esterno. – 15º Spese straordinarie e spese ordinarie. – 16º Economato. – 17º Regolamenti particolari. (p. 359)

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448 A Antonio d’Abbadie, Marsiglia 19.4.1866 360

Ultimo saluto « sul momento di partire ». – Indisposizione del destinatario, bramoso di vedere ancora M. – Benedizione della prima pietra dell’istituto di educazione per i galla. – Domenico da Castelnaudary incaricato di trasmettergli la procura per la stampa. – Itinerario di viaggio. – « Nel caso di sentire la mia morte, si guardi bene dal piangermi, ma canti l’alleluia! ».

Da inserire qui il → n. 1221 degli Scritti aggiunti

449 A Fabiano da Scandiano, Alessandria 5.5.1866 361

Copia del testamento olografo di M. (cf. 446/356) per l’approvazione della congregazione, compilato dietro suggerimento di giuristi. – Diritti sulla stampa della grammatica galla di cui offre copie alla provincia OFMCap. del Piemonte ed alla procura generale. – Originale del testamento. – Copia dei regolamenti del collegio galla (cf. 447/357) per l’approvazione.

450 A Fabiano da Scandiano, Alessandria 6.5.1866 362

Somma versata nell’atto d’acquisto del terreno di Marsiglia e spedizione del saldo completo. – Sussidio straordinario richiesto alla Propagazione della Fede per la costruzione del collegio. – Residuo e compra di ragazzi galla. – Codicillo al testamento « prima di inoltrarsi nell’interno ». – Assegnazione di un fondo al prefetto della missione per agevolarne l’autonomia. – Incarichi lasciati al vice prefetto per Roma. – Ringraziamento a Dio di averlo « privato di ogni consolazione materiale per così sperare di più in Lui ».

451 A Antonio d’Abbadie, Alessandria 7.5.1866 364

Dolce inganno di M. per rendere meno dolorosa la separazione. – Esortazione a seguire i lavori tipografici della grammatica. – Arrivo ad Alessandria. – Visita alla costruzione dell’istmo di Suez, accompagnato dal progettista Ferdinando de Lesseps. (p. 364) – Considerazioni sui lavori già in fase avanzata, sull’impiego ingente di mano d’opera e la creazione di città (p. 365): « grand’opera destinata dalla Provvidenza a dare un colpo di mano per la coltivazione dell’altopiano etiopico » e a impegnare l’« onore francese ». – M. invitato a Gerusalemme per la consacrazione del vescovo coadiutore Vincenzo Bracco. – Liberazione degli ostaggi tenuti da Teodoro. (p. 366)

452 A Alessandro Barnabò, Alessandria 20.5.1866 367

Ritorno da Gerusalemme e lettera del destinatario con « invito di recarsi a Roma ». – Comunicate a Fabiano da Scandiano le gravi ragioni della partenza « un poco precipitata », « come un nuovo vero sacrifizio per soccorrere la missione ». – Grammatica galla e inaugurazione del Collegio S. Michele di Marsiglia. – Quesiti proposti da M. e risolti secondo il principio già enunciato. – Confronto del Patriarcato di Gerusalemme « dignitosamente stabilito e organizzato » (p. 367) col Vicariato Apostolico dell’Egitto che accusa « sintomi di debolezza » per « la molteplicità delle autorità e dei privilegi e l’inefficacia del ministero ». – Suggerimento di sostenere l’autorità del vicario apostolico. – Ribaditi i moventi della sua partenza: « premura grande di ritornare presto almeno sulle coste dell’Africa per soccorrere i gravi bisogni della missione » e curare gli interessi finanziari in Egitto. (p. 368) – Viaggio a Massaua per stabilire una stazione negli Azabo-Galla. – Procura ad Antonio d’Abbadie per la pubblicazione della grammatica galla. – Catechismo e manuale liturgico sospesi. (p. 369)

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453 A Fabiano da Scandiano, Alessandria 21.5.1866 369

M. « invitato » da Propaganda Fide di recarsi a Roma e lettere dalla missione che « domandano tutto l’opposto ». (p. 369) – Conflitto tra l’« invito » e le impellenti necessità missionarie. – Scoraggiamento dei missionari e sospetti su M., rivelati da missive di Felicissimo Cocino e Leone des Avanchers. – Vaglio delle notizie fornite da questo e riserve sul suo carattere « variabile » e sulle decisioni prese riguardo alla Pasqua (p. 370) e alla tolleranza della circoncisione. – Caso dei serenatori, riferito da Cocino, analogo a quello accaduto a M. con rischio di morte. – Attività e zelo di abba Hajlù in Kaffa. (p. 371) – Tentativo di mediazione tra la Custodia di Terra Santa e la Delegazione Apostolica dell’Egitto. – Precedenti contrasti già sostenuti da Perpetuo Guasco. – Prassi pastorale retrograda vigente in Egitto. – Comproprietà di una casa in Suez. (p. 372)

454 A Antonio d’Abbadie, Parigi 24.5.1866 373

Apologia dell’azione scientifico-religiosa dell’esploratore al quale M. dedica la sua opera Lectiones grammaticales, destinata esclusivamente ai missionari.

455 Prefazione a Lectiones grammaticales 376

Bisogno urgente di una grammatica amarica e oromo-galla. – Note grammaticali di M., perdute nei vari esili e riprodotte a memoria e frettolosamente. – Affinità tra quelle lingue e le semitiche. (p. 376) – Lingua latina adottata nella compilazione della grammatica. (p. 379)

456 A Fabiano da Scandiano, Alessandria 28.5.1866 385

Contratto di società con il delegato apostolico sulla casa di Suez e opinione di M. – Diritto parrocchiale della Custodia di Terra Santa e il caso di Suez. – Raccomandazione al destinatario di sostenere presso la S. Sede il delegato apostolico.

457 A E. Gasparoli, Cairo 6.6.1866 387

Amicizia e promessa di M.

458 A Antonio d’Abbadie, Cairo 7.6.1866 387

Invito rivolto a M. dal patriarca di Gerusalemme di assistere alla consacrazione del coadiutore Vincenzo Bracco. (p. 387) – Data e luogo della funzione. – Sede del Patriarcato latino. – Svolgimento regolare e ordinato della funzione. (p. 388) – Commozione e riflessioni di M. durante il rito sul « clero eterodosso estraneo alle cerimonie nostre liturgiche ». – Veglia notturna nel Santuario del S. Sepolcro. (p. 389) – Assistenza alle funzioni dei greci e degli armeni con difficoltà di concentrazione e di comprensione. (p. 390) – Sospetto che la cerimonia della consacrazione « abbia prodotto un effetto tutto contrario in tutta quella folla di spettatori ». – Divergenze di opinioni tra M. e il destinatario propenso ai riti orientali. (p. 391) – « I riti orientali sono la causa principale dello scisma colla Chiesa madre a causa unica per cui le popolazioni orientali si sono mai fuse coll’Europa ». – Larga condiscendenza della Chiesa nei suoi decreti sui riti orientali. – Clero levantino beneficiario del lavoro svolto dal clero latino. – Esperienza acquisita da M. nel 1851, percorrendo l’Alto Egitto. – Risultati scarsi in favore dell’unione. – « Basti ciò per farLe conoscere le ragioni per le quali io ho deciso d’impiantare il rito latino fra i paesi Galla a preferenza del rito etiopico ». (p. 392) – Diverso atteggiamento per l’Abissinia. – Viaggio a Suez e febbri contratte. – Lettera dell’esploratore nel quale M. mantiene inalterata fiducia per la continuazione della stampa della /452/ grammatica galla. – « Progresso » e « spirito di apostasia » europeo. (p. 393)

459 A Venanzio da S. Venanzio, Suez 20.6.1866 394

Atteso un incontro prima della partenza per Gedda.

460 A Fabiano da Scandiano, Massaua 15.7.1866 394

Traversata gratuita Suez-Aden-Massaua. – Stazione di Aden e giudizio sul superiore. – Avvilimento di Luigi Bel, vicario apostolico dell’Abissinia, e contraccolpo su M. – Proposito di sostegno reciproco.

461 A Antonio d’Abbadie, Massaua 6.8.1866 395

Debilitazione fisica. – Penuria e fame in Massaua, quasi priva del commercio passato. – Sorgenti di Umkullu esaurite. – Causa della calamità: guerra e locuste. – Quadro politico: vassalli e province ribelli a Teodoro. – Trasmigrazione delle locuste dalla Mesopotamia all’Abissinia, attraverso la Palestina, l’Egitto e l’Arabia. – Viaggio di M. sul Mar Rosso coperto di locuste. – Hormuzd Rassan con altri inglesi tenuto in ostaggio da Teodoro e ambasciata di Martino Flad a Londra per la loro liberazione. – Segretezza della notizia. – Vane le speranze riposte nel governo francese. – Calori eccessivi nell’isola. – Probabile incontro con il destinatario e la consorte.

462 A Placido Romula, Massaua 23.9.1866 398

Tenerezza per Venanzio da S. Venanzio OFMRef. – Applicazione di messe.

463 A Fabiano da Scandiano, Massaua 24.9.1866 398

Missione galla in stato di miseria da tre anni e spedizione di denaro sufficiente per due o tre anni. – Iniziativa del re dello Scioa di aprire una via di comunicazione al commercio dalla parte di Zeila e di Aden con invito a M. di recarsi nel suo regno in veste di consigliere per poi passare ai Galla. – Giurisdizione del Vicariato Apostolico dell’Abissinia su parte dello Scioa e intenzione di M. di restarvi « qualche tempo per stabilire fra i galla della sua dipendenza uno stabilimento intermediario ». – Ritardata partenza del vice prefetto, raccolta e spedizione di giovani a Marsiglia.

464 A Antonio d’Abbadie, Massaua 29.10.1866 400

Corrispondenza diradata con l’esploratore. – Indebolimento fisico e soggiorno in Umkullu. – Occupazioni: spedizione di soccorsi finanziari ai missionari dei Galla e corrispondenza varia. – Acquisto di schiavetti galla (p. 400), faticoso impegno pedagogico, battesimi. – Risoluzione di sottrarsi agli « affari estranei alla sua missione » allontanandosi da Massaua. – Arrivo di altra missiva del destinatario. – Preoccupante stato socio-religioso-politico dell’Europa: necessità e legittimità di una crociata (p. 401) « contro il Nord invasore ». – Politica dell’altipiano etiopico: governi europei, principalmente quello inglese, ai piedi di Teodoro per la liberazione degli ostaggi, e sfacelo dell’impero dopo la ribellione dello Scioa, dei Galla, del Goggiam, del Semien (p. 402). – Insicurezza e miseria dei viaggiatori in Abissinia e passaggio delle locuste. – Incarico affidato a nome dell’esploratore al vicario apostolico dell’Abissinia, Luigi Bel, contrariato, disgustato e nella povertà. – Fame nei paesi galla accresciuta dagli immigrati abissini e stazioni missionarie soccorse dai reggenti. – Conversione lenta delle popolazioni (p. 403), prodigi pastorali di abba Hajlù in Kaffa, esplorazioni di abba Johannes in Gabba ed Affilò. – Prosperità della missione del Gudrù sotto il governo di Gosciò, figlio di Gama-Moras. – Predilezione del re di /453/ Ghera per Leone des Avanchers e traduzioni eseguite dal missionario. – Peripezie del suddiacono Raffaele condotto in Francia. (p. 404) – Stefano minacciato di etisia. – « Dalle contrarietà soglio argomentare la grandezza dell’opera di Dio ed una probabilità maggiore di riuscita ». – Ritorno della spedizione di Martino Flad a Teodoro. – Invio dei ragazzi galla a Marsiglia. – Gratitudine per il lavoro svolto nella stampa della grammatica. (p. 405)

465 A Fabiano da Scandiano, Massaua 4.11.1866 406

Lettere precedenti di M. – Avversione di Alfonso da Macerata, prefetto della missione di Aden, verso i missionari francesi e riflessi politici. – Agevolazioni concesse dal console francese per la traversata di M. – Ricusata la missione di Aden e suggerimento di « fare colà una casa con un’amministrazione regolare ». (p. 406) – Dieci ragazzi galla al Collegio S. Michele di Marsiglia, spese sostenute dalla fondazione e proseguimento affidato alla provincia OFMCap. di Francia. – Decisione di inoltrarsi « quanto prima » nei Galla subordinata agli eventi politici. – Correzione del catechismo galla ostacolata dalle circostanze. (p. 407) – Richiamo alle opposisizioni sostenute e desiderio vivissimo di vita missionaria. – Vicissitudini dell’abitazione di Suez in comproprietà con il delegato apostolico dell’Egitto e necessità di assicurare i capitali depositati. – Missionari italiani e francesi (p. 408), divisi da « quel maledetto pregiudizio nazionale », e tattica adottata da M.: « procurare ai nuovi missionari un luogo separato e introdurgli nel centro dell’operazione, se non dopo che avranno fatto un buon noviziato sul paese ». – Decisioni giuridico-canoniche e antagonismi religiosi e nazionali. (p. 409)

466 A Domenico da Castelnaudary, Massaua 31.12.1866 409

Giunti in Cairo i dieci ragazzi galla. – Accantonato il progetto di M. di un nuovo edificio per adottare « il sistema della casa di educazione in convento ». – Ostacoli per raggiungere i Galla: via praticabile Zeila-Scioa. – Ambasciata di Martino Flad a Teodoro, per la liberazione dei prigionieri, ferma in Massaua. (p. 410) – Desiderio espresso dal re dello Scioa di incontrarsi con M. – Catechismo in lingua kaffina spedito a Marsiglia per essere pubblicato. – Incombenza di ossequiare il neo eletto vescovo di Marsiglia, Carlo Filippo Place, e offrirgli la presidenza del comitato preposto al collegio galla. (p. 411) – Esortazione alla perseveranza: « Il gran male è l’irresoluzione, ed il non dare tutto il cuore ad una cosa. Dal momento che io ho preso un’operazione a cuore, non è che la morte la quale troncherà la mia cooperazione ». (p. 412)

467 A Nicola da S. Giovanni in Marignano, Parigi 1865-1866 412

Dedica apposta ad una foto-ricordo.

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