Massaja
Lettere

Vol. 5

/9/

1880

790

Al cardinale Giovanni Simeoni
prefetto di Propaganda Fide – Roma

F. 1049r Eminenza R.ma

Cairo 13. Febbrajo 1880.

Ho ricevuto la Sua veneratissima e La ringrazio di aver parlato per me a Sua Santità. Io non posso venire in Roma prima di Maggio, perché i freddi d’Europa non si convengono coi clima temperati dei paesi di dove vengo; ciò però ancora sulla speranza che Iddio aggiunga forze e salute allo stato attuale in cui mi trovo; pensi che sono arrivato qui, come per miracolo dopo sei mesi e più dalla mia partenza dallo Scioha. Nella mia lettera scrittaLe da Matamma Le aveva dato qualche segnale della mia ripugnanza per venire a Roma, non ostante il mio gran desiderio di baciare i piedi del S. Padre, per alcune ragioni che Ella deve comprendere. Nella lettera citata io Le aveva significato pure la mia risoluzione di rinunziare al Vicariato, attesa la mia età e lo stato attuale in cui mi trovo; io credo essere in dovere di farlo, perché non ho forze sufficienti per ritornarvi, e per adempire tutti i doveri che mi incombono; mi pare di averne anche diritto dopo 35. anni di un’apostolato molto penoso. Io penso ritirarmi in qualche luogo, dove posso pensare a me, e servire la Chiesa nel ministero, come potrò, per questi pochi anni che mi rimangono; Ella perciò non manchi di fare osservare questo al S. Padre, e di mandarmi risposta.

F. 1049v Per ciò che riguarda il mio coadjutore, il bene che ha fatto sin qui è una prova che io posso essere tranquillo nella mia rinunzia, essendo una persona capace di proseguire non solo l’operazione da me incomminciata debolmente, ma di aggiungere molto al già fatto. Quando il medesimo avrà eseguito in Aden tutte le operazioni che si è giudicato necessario di fare, sarà di tutta necessità che venga in Europa per prendere gli ordini opportuni dal S. Padre, e per liquidare tutti gli interessi del Vicariato in Europa prima di mettersi in viaggio per l’interno, di dove non potrà più a sua volontà ritornare, e ciò tanto più perché avrà bisogno di molti mezzi temporali per tentare di aprirsi una nuova strada alle mie missioni del Sud-ovest antiche, ancora indipendenti dall’Abissinia; il gran bisogno di mezzi che ha la Missione nello stato attuale fa sì che io nella mia rinunzia non voglio toccare un soldo /10/ dei fondi che vi possono essere per la mia sussistenza, anzi sino all’ultimo mio respiro farò tutto il possibile per ajutarla; Iddio penserà alla mia vecchia]a, certo che la carità dei fedeli non mi lascierà morire di fame.

EccoLe il vero stato delle cose, e l’ultimo mio pensiero; V. Em. per carità non manchi di studiare la questione attuale nostra nel suo vero senso, e presentarla al Sommo pontefice per le risoluzioni che occorrono, le quali sono di tutta necessità. Io ne aspetterò qui l’opportuna risposta.

F. 1050r Se il Papa sarà disposto ad acettare la mia rinunzia, come sopra, e che creda giusto che io non venga a Roma per le ragioni che non posso scrivere, e che quindi mi dia facoltà di scegliermi un luogo di riposo, bene, del resto non dubiti che sarò all’ordine del medesimo sino all’ultimo mio respiro. Se poi desiderasse di sapere la storia genuina di tutto, e le ragioni che io tengo, anche le più secrete, senza che io venga a Roma, Ella potrà chiamare a Roma il P. Luigi Gonzaga, il quale si trova qui con me, e sentirà ogni cosa.

Bacio i piedi al S. Padre, e la porpora dell’Em. V. in spirito, mentre godo ripetermi

D. Em. V. R.ma

sempre figlio divot.mo
† Fr: G. Massaja V.o