Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F. 300vIll.mo Signor Antoine Carissimo

Roma 15. Settembre 1880.

Credo che avrà ricevuta la mia ultima scrittaLe da Clermont, epperciò mi dispenso di riferirLe tutti i detagli della Bourboule, e tutto il resto sino alla mia partenza da Clermont. Le dirò perciò che di là mi sono recato direttamente a Lione per il bisogno che aveva di abboccarmi col Consiglio Centrale della Propagazione. Fatto questo, dopo due soli giorni ho preso la via diretta di Chambery, e colà /50/ arrivato l’indomani ho preso il treno diretto per Modan, dove senza fermarmi ho preso pure il diretto per Roma. Aveva molte lettere di Torino che mi obligavano a fermarmi colà, eppure sono passato incognito da semplice Cappuccino, e l’indomani dopo mezzo giorno già mi trovava qui in Roma.

Il S. Padre che già mi aspettava non tardò a ricevermi colla massima cortesia; ho passato più di una mezz’ora con lui, pendente la quale ho baciato i piedi per Lei e per Madama in particolare pregandolo di una benedizione tutta speciale. Nel licenziarmi [f. 301r] il S. Padre mi disse queste parole = come voglio parlare molto con voi un bel giorno vi chiamerò per l’ora del mio passeggio in giardino, e vi accordo fin d’ora la facoltà di portare il vostro bastone = da ciò, come vede, posso sperare di poter parlare molto più a commodo con lui.

Qui in Roma le visite incomminciano a stancarmi molto, benché finora io non abbia ancora fatto una visita, eccetto il Papa, e la Propaganda. Per avere un poco di riposo dopo domani parto per Frascati, e passerò là qualche giorno per non veder qui l’anniversario di Porta Pia che in quest’anno si deve celebrare con gran solennità, forze per far eco alla Francia per le feste nazionali passate in anniversario della Basti[gli]a... Povera razza Latina travagliata da una furia di distruzione, mentre il Nord medita forze di sorprenderla appunto nel momento della sua debolezza...! intelligenti pauca...!

Io sono venuto qui incognito, e tale vivo qui, ma pure i giornali incomminciano a parlare, cosa che molto mi imbarazza, e forze mi obligherà a partire più presto che non penso. In questo caso, [f. 301v] se la Francia sarà tranquilla spero che ci vedremo per qualche tempo, perché non avrò più imbarazzi.

Qui in Roma abbiamo un calore straordinario, cosa mai veduta dagli stessi Romani in questo mese di Settembre. Nei contorni di Roma vi sono stati degli Ourage che hanno distrutto ogni cosa; il turbine è arrivato a trasportare alcuni blocchi di pietra a una distanza di due kilometri.

Non mi estendo di più, perché non ho tempo, ma non mancherò di scriverLe ancora, subito che avrò qualche novità da dirLe.

La lascio ai piedi del S. crocifisso nostro padrone e Maestro, mentre abbraciando Lei e Madama in spirito godo raffermarmi

D. S. V. Ill.ma

sempre Servo fedele
† Fr: G. Massaja V.o