Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r]Carissimo mio Padre Davide

Frascati 1. Ottobre 1880.

Questa mattina appena ritornato alla mia stanza, dopo celebrata la Santa Messa, ho trovato la vostra carissima del 28. scorso Settembre.

Le vostre lettere mi fanno sempre gran piacere, in prova di che lascio tante altre lettere che ho da rispondere, e rispondo subito alla vostra tutta fresca come è. Io non dubito della vostra affezione, epperciò quando mi scrivete non fatemi dei complimenti, perche non fanno altro che guastare il nostro mercato; i complimenti si devono fare alle persone del mondo, le quali si pascolano di vento, e si riempiono il ventre di aria, ma non per noi che pretendiamo di seguire il buon Gesù crocifisso, il quale c’insegnò il quaerite regnimi Dei... Se debbo poi dirvi il vero, uno dei miei rimorsi continui [f 1v] che sempre mi agitano in questi miei ultimi anni è appunto quello di non avere fatto di più per voi e per tutti i vostri compagni dei due corsi di studio; dopo anche quello di aver passato 35. anni in missione, e di avervi fatto molto poco, o caro; è per questa ragione che quando sento dei complimenti, sia dai mondani sotto un’aspetto civile che io ho mai calcolato, ed ancor più dai religiosi miei fratelli, ai quali mi dichiaro anzi molto debitore, sono tutti dardi che mi trafiggono il cuore, e mi riempiono di malinconia; ma lasciamo quest’argomento per rispondervi più direttamente.

La ragione per cui sono passato a Torino incognito è perché non avrebbe fatto altro che sollevarmi una vera crisi al cuore senza potere avere il tempo di trattenermi tanto che basta per lasciarla passare, e coll’attivo compensarne il passivo. Se avessi preveduto che il caro Canonico Ortalda doveva morire prima della mia comparsa a Torino, avrei preso certamente altre misure ed a qualunque costo sarei rimasto qualche giorno [f. 2r] in Torino per passare qualche ora col defunto vero Padre di tutte le missioni del mondo, quali portava eminentemente nel suo cuore tutto apostolico; qui non è il caso di fare una biografia a questo grand’uomo, solamente vi dico che nel mio cuore invidio la sua sorte, perché io dopo 35. anni di apostolato in un solo paese sono molto lontano dal merito che il medesimo si è aquistato avanti Dio, ed al cospetto di tutto il mondo che ha senso apostolico ed evangelico; tale è la mia intima convinzione; requiescat in pace, e domani celebrerò la S. Messa per l’anima sua, ed al sentire la dolorosa notizia a me faranno eco molti missionarj: Intanto preghiamo Iddio, affinché susciti un’altro del medesimo spirito a continuare l’operazione da lui lasciata.

/57/ In quanto poi al determinarvi l’epoca della mia venuta a Torino, questo non dipende più da me, come sapete. Subito che gli affari che tengo saranno finiti, e che i miei Superiori me lo permetteranno io non mancherò di venire; ecco tutto ciò che posso dirvi in questo momento; quando si avvicinerà l’epoca io vi avvertirò.

Vi lascio ai piedi del crocifisso nostro Signore e Maestro, ed abbraciandovi in spirito mi raffermo di voi sempre

Aff.mo P. Lettore
† Fr. G. Massaja V.o