Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Erasmo Petrini da Montiglio OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-S. Cuore di Gesù

[F. 1r]Caro Padre Erasmo in G. C. Amat.mo

Frascati-Villa Rufinella 2. Ottobre 1880.

Fin qui ho creduto sempre che il Padre Davide da Pinerolo era l’unico rimasto fra i miei studenti dei due corsi; oggi colla ricevuta della vostra del 30. scorso Settembre ho la consolazione di conoscere che voi ancora esistete; sia dunque lodato e ringraziato Iddio del nuovo regalo che mi ha fatto di voi sempre carissimo. Dopo 35. anni di assenza dalla Provincia Amatissima che mi ha educato ben potete immaginarvi quale deve essere il mio desiderio di rivederla, ma cosa volete? in tutto questo frattempo Iddio mi ha dati molti altri figli venuti dall’infedeltà a dividere le mie simpatie, ed in certo modo a rubarle a voi altri; oltre ai nuovi figli ho dovuto necessariamente creare molti affari che debbo aggiustare [f. 1v] qui in Roma coi Superiori prima di pensare a Torino; come però io ho dovuto rinunziare alla responsabilità del Vicariato, attesa la mia età quasi decrepita che mi rende impossibile il ritorno alla missione, come sarà probabile, aggiustati che avrò gli affari col nuovo Vicario Apostolico, se dovrò fermarmi in Europa, è chiaro che avrò tutto il tempo di rivedere Torino, e giova sperare che i Superiori miei non mi negheranno un tale favore. L’epoca perciò di venire per il momento è ancora incerta; al più tardi sarà dopo la partenza del nuovo vicario mio successore per l’Affrica, epoca che, da quanto sembra, non potrà andare gran cosa al di là di Novembre venturo; ecco tutto ciò che posso dire a questo riguardo.

Già il M. R. P. Provinciale mi scrisse il miserabile stato attuale della nostra povera Provincia, una volta così florida. Per ciò che riguarda i chiamati da Dio al Paradiso [f. 2r] colla morte, per questi nostri fratelli defunti, i quali hanno finito di fare l’anticamera in questo mondo niente di male, pregheremo per loro, ed ecco tutto; l’oggetto di maggiore malinconia è il cimittero vivente di molti ancor vivi, ma secolarizzati più dal governo civile che non /58/ dalla Chiesa; per questi è di tutta necessità pregare affinché ritornino al gregge abbandonato, perché altrimenti avvi da temere per l’anima loro, attesoché non basta il governo civile per dispensargli dai gravi vincoli incontrati con Dio e coll’Ordine nostro.

Per rapporto poi a tutte queste storie avvenute nel mio ritorno in Patria, non bisogna poi credere tutto quello che dicono certi giornali. Il mondo dei nostri tempi cammina a gran passi verso il paganesimo, epperciò ha creduto di vedere in me un gran viaggiatore più che un missionario di Cristo, ed un missionario cappuccino, naturalmente lontano da tutte le acclamazioni e decorazioni; come questo povero mondo mezzo pagano non apprezza più l’umiltà evangelica [f. 2v] ed il conseguente distacco dagli onori, ha creduto con ciò di essermi riconoscente, ed io come uomo anche civile debbo esser loro grato, come voglio esserlo per tutto ciò che han voluto fare, e che difatto ha fatto il governo per me; ma nel tempo stesso resta in me vivissimo il dovere di far loro conoscere la massima evangelica, perché educato alla scuola del nostro Signore G. C., ed in quella del nostro Serafico Padre S. Francesco, come sapete, non soglio riempirmi la pancia di vento, ma di buon pane macinato e cotto ai piedi della croce.

I miei saluti a tutti coloro che domandano delle notizie di me, dicendo ai medesimi che spero rivedergli ed abbraciargli; vi lascio ai piedi del crocifisso nostro Signore e Maestro, ed abbraciandovi in spirito, sono sempre tutto vostro

Aff.mo Padre
† Fr: G. Massaja V.o