Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al cavaliere Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F. 305rIll.mo Signor Cavaliere Car.mo

Roma 27. Novembre 1880.

Lascio oggi da una parte quanto vorrebbe lo sfogo del cuore e di tutta la nostra amicizia per parlarLe di un’affare, ed averne quindi il Suo parere.

Parlando col S. Padre e col Cardinale Simeoni sempre mi si porta avanti la questione di scrivere la storia della missione. Alla fine dovendo dare qualche risposta ho detto ultimamente che per fare un lavoro conveniente avrei avuto bisogno di ritirarmi presso di Lei qualche tempo. Ella ne parli con Madama d’Abbadie, e poi mi scriva per sapermi regolare per ogni caso di dare qui una risposta decisiva.

Dopo aver lanciato questa parola [f. 305v] a Sua Eminenza l’altro giorno così direi quasi da stordito, riflettendo poi meglio mi si presentarono alcune difficoltà. La prima, e quasi unica che mette in forze il nostro progetto sarebbe questa: io non posso lasciar Roma se non verso la fine di Decembre, epoca in cui V. S. Ill.ma e Carissima dovrà lasciare Abbadia per invernare a Pariggi; io poi a dirgliela oggi ho perduta ogni simpatia per quella Babilonia divenuta la sede di un governo infernale... Ella perciò mi dica candidamente il come si potrebbe vincere questa difficoltà. Nel caso di dover venire a Pariggi La prevengo che vorrei restarvi affatto incognito; bisognerebbe perciò pensare a dire la S. Messa in casa, avendo perciò io tutte le facoltà per l’oratorio privato. Passare io solo l’inverno in Abbadia senza di Lei, e lontano [f. 306r] dalla mia Madre Madama d’Abbadie, sarebbe per me una troppo dolorosa privazione. Per altra parte poi io ho bisogno di Lei, delle Sue carte, e di molte date che Ella ha, delle quali io ne sono privo: cosa ne dice?

/68/ Il lavoro domanderebbe forse ad minus tre o quattro mesi di tempo, o anche più, come Ella ben può immaginarsi; Ella perciò rifletta ad ogni cosa, e poi mi scriva, perché io non deciderò che dopo una Sua risposta.

I miei saluti e la mia benedizione a Madama d’Abbadie, e mi creda sempre al solito tutto Suo

Divot.mo Servo
† Fr: G. Massaja V.o

P. S. Venendo porterò la facoltà della porziuncula, ma bramerei sapere cosa potrei portare di più aggradevole a Madama da Roma.