Massaja
Lettere

Vol. 5

/96/

883

Al padre Isidoro Faraone da Guarcino OFMCap.
segretario generale – Roma

[F. 1r] M. R. P. Segretario e Padre mio

Nizza 25. Luglio 1881.

Ho ricevuto la Sua carissima del 23. corrente, e non ho espressioni bastanti per dirle il piacere che mi fece. Ella poi non dubiterà certamente della mia affezione per Lei e per tutta cotesta curia Generalizia, in specie per cotesta famiglia di Frascati.

In quanto alle mie espressioni sul capitolo, mi perdoni, ma non mi ha inteso: io non ho parlato di tutte le provincie, cosa che non mi riguarda affatto, ma ho parlato solo della Provincia piemontese; al più nella mia seconda lettera ho detto una parola di Genova, dove è stato eletto un Provinciale ammalato; di Alessandria poi ho detto chiaramente il contrario; rilegga le mie lettere con attenzione, e se ho torto me lo dirà Ella; perché nella mia buona disposizione di essere utile [f. 1v] non vorrei poi passare come esaggerato nelle mie relazioni: altrimenti tutta la mia fatica sarà inutile.

Rapporto alla Provincia di Piemonte, la sola, a cui ho qualche obligazione come figlio, quello che Le ho scritto l’ho detto molte volte al defunto Commissario, perché già io conosceva per lettera ogni cosa prima ancora di venire a Roma; oggi l’ho veduto coi miei occhj. Cosa ho detto io? ecco le mie uniche parole = non vi è altro rimedio che mandare un bravo Commissario che tutto vegga, e poi intimi il Capitolo, e lo presieda egli stesso. In quanto al numero dei vocali, supponendo due vocali per Convento appena possono essere dodeci, e questo numero non adumbra il governo. Altra cosa sono le provincie di Roma, di Toscana, e delle Marche.

Vi ripeto adunque, che se veramente volete salvare quella provincia non vi è altro rimedio, ed io, quando saprò che siete deciso di fare qualche cosa, allora parlerò più chiaro [f. 2r] e darò le chiavi degli affari, e se volete darò ancora il segno di certi affari gravissimi, i quali compromettono gravemente la conscienza dei Superiori Provinciali medesimi, i quali tutto sanno, e tutto nascondono unicamente per schivare affari, e per debolezza. Se poi siete anche voi nel sistema di passare sopra tutto, aspettatevi fra poco tempo una perdita totale.

Parlo ora di me. Caro P. Segretario, io sono partito da Torino con ferma volontà di andare direttamente in Francia per gli affari /97/ che Ella sa, ma arrivato qui ho dovuto mandare il P. Provinciale Domenico, e restarmene in riposo; ho portato il solo motivo delle febbri, e delle mie gambe, motivi visibili, ma Le dico in confidenza che tutte queste strade ferrate m’irritarono le vie orinane, motivo per cui non ho più coraggio di attraversare la Francia per recarmi ai bassi Pirenei; questo è l’unico motivo che mi tratiene fino a tanto che non mi troverò meglio.

La lascio ai piedi del crocifisso e sono

Aff.mo Fratello
† Fr. G. Massaja Capp.no

[F. 2v] P. S. Per carità i miei saluti a tutti, tutti, e poi tutti grandi e piccoli.