Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r] P. David, e figlio mio!

Roma Dom.[enica] vig.[ilia] di S. Fedele [23 aprile] 1882.

Ho ricevuto la vostra lettera, ho pianto, e piango ancora con voi e per voi. Appena finita la S. Messa, ed ai piedi del crocifisso eccovi la risposta da Padre.

1. Oggi il vostro Superiore non è più il Provinciale, ma il Commissario, e ciò vi serva di regola per voi, e per gli altri i quali osano parlare contro il medesimo; Dicendo Commissario, vale dire P. Generale stesso, di cui è rappresentante. Sappiate che io stesso l’ho veduto piangere a lacrime di sangue per non acettare la carica di Commissario, raccomandandosi a tutti per esserne dispensato, ma dovette ubbidire; sappiate che è un santo, e venerato come tale in sua Provincia. Il P. Generale poi se si è risolto di mandarlo sappiate che ha ricevuto un monte di lagnanze di religiosi della nostra cara Provincia, [f. 1v] e queste lagnanze non sono solamente di oggi, ma lagnanze continue da 15. anni a questa parte. I Superiori generali defunti sono morti con grandi rimorsi per non avere operato, e quello di oggi porta tutti questi riclami sulle sue spalle, e non vorrebbe morire con rimorsi come gli altri. Tale è la storia di questo Commissario: chi parla contro questo Commissario non è più figlio di S. Francesco, e non sentitelo.

Rapporto al S. Cuore non è questione che riguardi ne me, ne voi, ed il solo P. Generale conosce le gravi ragioni per cui opera. È un convento stato fatto senza consiglio, costa all’Ordine una somma enorme, in un momento in cui non vi sono più religiosi per sostenerlo; convento in cui non vi è osservanza, e non vi è pace; ecco ciò che conosciamo noi. Caro mio, lasciate parlare chi vuol parlare, e noi pensiamo ad ubbidire, ecco l’obligo nostro.

Vengo ora al punto principale che siete voi, il punto che mi fece piangere: Io sono vostro [f. 2r] Padre, e voglio esserlo sino alla vostra morte: appena ricevuto la presente anderete dal Commissario, vi metterete ai suoi piedi, e gli direte che voi siete ai suoi ordini come figlio ad un Padre. Io Vostro Padre ho rinunziato a tutti gli onori civili e religiosi per morire Cappuccino, come sapete, e non acconsentirò mai di vedervi fuori dell’Ordine Serafico colla domanda del Breve di Secolarizzazione; amo meglio vedervi morire, che vedervi secolarizzato. Anche ammalato come siete, sarete sempre meglio assistito nell’Ordine dai vostri fratelli, che in un’ospedale assistito da alcuni stipendiati, oppure in una casa privata da alcuni domestici. Voi conoscete abbastanza l’ordine per tutto ciò che riguarda l’osservanza, il nutrimento, e l’abito; nell’ordine per gli ammalati si danno tutte le dispense opportune. Io sono anche ammalato, come sapete, eppure vado dallo stesso Papa vestito da frate, /137/ perché la veste secolare mi è divenuta insopportabile. Sono anzi persuaso che coll’abito vi troverete meglio in salute, e sono certo che Iddio [f. 2v] farà anche un miracolo. Quando avremo veduto l’esito del Commissario: se questa operazione non riesce, intendetevi con lui, andate a Busca e comprate il Convento a nome vostro, o mio, o del P. Erasmo, e raduneremo là alcuni soggetti migliori in un Convento, e colà moriremo insieme. Se il P. Commissario vi darà dei mezzi per comprarlo, bene, del resto lo compreremo coi nostri fondi da quel proprietario, subito che sarete libero dall’Ospedale. Solamente fatevi coraggio, e levatevi da tutte quelle malinconie che vi travagliano. Poveretto! dopo avere lavorato 40. anni come cappuccino volete oggi perdere tutto il vostro merito con una secolarizzazione? Non parlatemi più di questo. In caso che la compra di Busca vada a male anderemo a Revello, e moriremo là. Vi abbracio ai piedi del crocifisso e benedicendovi sono tutto vostro

Aff.mo P. Lettore
† Fr. G. Massaja Arc.o Capp.no