Massaja
Lettere

Vol. 5

/157/

961

Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di m – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r] Padre Davide mio Carissimo

Frascati 8. Novembre 1882.

Una persona genovese tutta intima del defunto Monsignor Savio Vescovo d’Asti, ed anche del Canonico Polledro che voi conoscete, essendo venuta a trovarmi, parlando, come accidentalmente mi diede l’infausta notizia della morte del suddetto Canonico Polledro succeduta alcuni mesi sono. Questa notizia mi fece molta pena, ed ho pensato subito a voi; il mio caro P. Davide certamente l’ignora, dissi, altrimenti me l’avrebbe significato. Il Canonico Polledro, essendo stato una fra le persone che influirono nella mia educazione, a cui ho molta riconoscenza, come sapete, vi do questa notizia, non fosse altro, certo che lo raccomanderete a Dio nella S. Messa. Come era tanto amico di Monsignor Savio, dopo la sua morte non ebbe più salute, e non passò l’anno che lo seguì [f. 1v] all’altro mondo. Io perciò molto lo raccomando alla vostra carità.

Colgo questa occasione per raccomandarvi pure di pregare Iddio, affinché mi dia forza per fare la sua volontà. Io sento molto bisogno di rivedervi, epperciò dopo l’inverno, o voi verrete a trovarmi, oppure io verrò a trovarvi, perché il tempo decorso senza vederci è già troppo lungo, e mi sembra un secolo che non vi ho più veduto.

Del resto la mia salute è sempre secondo il solito; ad eccezione delle gambe, in tutto il rimanente va mediocremente bene; passo almeno 15. ore ogni giorno lavorando al tavolino; ho già scritto 2500. pagine della mia storia, e dall’anno 1846. sono già arrivato al 1864. Da ciò potete comprendere come non ho dormito. Io passerò qui /158/ circa due settimane e poi anderò a Roma, probabilmente al collegio, perché alla Concezione mi riesce incommodo il gran numero di scale. Quando verrete voi verremo a Frascati insieme.

Non so ancora, se conoscete la vita dei martiri Agatangelo, e Cassiano, che io ho fatto stampare. Se mai qualcheduno la desidera posso mandarvene ancora una quantità di coppie. Del resto spero [f. 2r] fra qualche mese potervene mandare delle italiane, traduzione del P. Isidoro. Se il mio cugino Massaja è sempre bravo posso mandargliene delle italiane e delle francesi, se ne desidera per vendere. Bramo che questi martiri siano conosciuti, perché, se Iddio mi lascia ancora qualche giorno in questo mondo, prima di morire vorrei tentare la beatificazione dei medesimi, come martiri Cappuccini stati martirizzati in Abissinia.

Caro mio, io ho sperato sempre il martirio, ma non sono stato giudicato degno di tanta gloria. Farò almeno tutto quello che potrò per glorificare gli altri; anche voi dovete lavorare e pregare a questo fine.

Avrei ancora molte altre cose a dirvi, ma questa mia lettera è già abbastanza lunga, epperciò vi mando la mia benedizione, e lasciandovi ai piedi del crocifisso Gesù nostro maestro e padrone godo ripetermi.

Aff.mo P. Lettore
† Fr: G. Massaja Capp.no

P. S. I miei saluti a tutti i nostri fratelli, ed agli altri, massime al T.[eolog]o Margotti, Massaja, Martinolo ecc. ecc.