Massaja
Lettere

Vol. 5

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A monsignore Luigi Gonzaga Lasserre da Morestel OFMCap.
vescovo coadiutore dei Galla – Elio-Amba

[F. 1r] Monsignor mio Amat.mo

Frascati 3. Ottobre 1883.

Ho ricevuta la vostra carissima datata da Elio amba. Le notizie che mi avete mandato sono sufficientemente consolanti. Vi ringrazio perciò molto; il solo pensare che non vi siete dimenticato di me è una grande consolazione. Io prego Iddio, non solo per voi, e per Monsignore Taurino, ma per tutti i sacerdoti e chierici dell’antico nostro clero. Ringrazio Iddio che si siano ancora mediocremente conservati nella persecuzione. Oggi che avete fatto una comparsa, spero /198/ avrà loro fatto coraggio, e la causa delle anime da Cristo redente farà dei progressi. Voi intanto presentate e tutti le mie congratulazioni, ed assicurateli che io in tutte le Messe che celebro, essi sono sempre fra i primi raccomandati. Spero perciò che ancor essi non si dimenticheranno di me nelle loro preghiere.

[F. 1v] Sono pochi giorni i giornali riferivano l’incendio doloso del nostro convento di Tolosa: pensate quanto avrà sofferto il M. R. P. Domenico! In Francia è così, in Italia è così, ed in Spagna è così: il governo lascia fare e non punisce più le società nere e secrete nikiliste di comunismo; anzi sembrano d’accordo, epperciò non sappiamo più cosa saremo domani; povera razza latina...! Gli uomini distruggono per malizia, Iddio poi distrugge colla sua collera: da una parte terremoti mai sentiti per l’addietro: in Napoli l’isola di Ischia è come distrutta dal terremoto; quella [d]i Giava è un’orrore: là 25. volcani si sono aperti nuovamente, e molte città intiere sono state sepolte colla popolazione, guerra in Ungheria, malattie insolite negli uomini, malattie nelle viti mai sentite. Caro mio, pare davvero arrivata la fine del mondo...! Con tutto questo gli uomini imperversano ogni giorno più. Le bande di assassini in molti paesi fanno orrore... Pensate dove andiamo! Il Papa ha ordinato in tutto [f. 2r] l’orbe cattolico delle penitenze e delle preghiere straordinarie, ed i giornali empii se ne ridono. Così vanno le cose del mondo odierno, mio caro. D’Abbadie mi scriveva pochi giorni sono: le cose non possono più andare avanti, ed io, diceva egli, non do più di due anni di vita alla nostra republica, senza poter sapere qual governo succederà. Enrico quinto è morto, il Conte di Parigi l’ha succeduto nella publica opinione dei legittimisti. Da un’altra parte i napoleonisti cercano di alzare il capo col matto Gerolamo alla testa... l’ordine publico si abbassa ogni giorno più, non solo nella nostra razza latina, ma in tutto il mondo, anche in Allemagna, ed in Russia, e nella Cina.

Caro Monsignore, io sono vecchio e quasi senza gambe; la morte e la misericordia di Dio è l’unica mia speranza; Ella preghi e facia pregare per me. Fino a tanto che avrò il respiro farò sempre tutto ciò che potrò per la povera nostra missione: ma io sono povero; il Papa stesso è povero e vive di limosine...!

[F. 2v] Vorrei scrivere qualche letterina a cotesti indigeni, ma da una parte mi trovo ogni giorno più debole e senza forze; per altra parte poi, voi mi conoscete, il mio sistema è quello di diriggermi ai Superiori, per non insuperbire gli indigeni contro i Superiori. Ma voi fatemi da interprete presso i medesimi, assicurandoli che io non mi dimentico di loro.

Il giovane Kenfiè mi ha fatto una bellissima relazione in lingua amarica, ringraziatelo da parte mia.

Vi abbracio intanto nel santo crocifisso, benedico tutti, e di tutti mi dichiaro

sempre Padre
† Fr: G. Massaja Arc.o Cappuccino