Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al commendatore Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 264r Signor d’Abbadie Antoine

Frascati 12 Gennajo 1884.

Sono mortificato di non averLe scritto prima, ma ho aspettato inutilmente alcune lettere di Monsignor Taurin e Mgr L. Gonzaga, che pensava mandarLe, ma esse non sono venute dalla Propaganda, la quale usa tenerne coppia, ed in queste vacanze i copisti non lavorano. Le manderò subito che mi verranno.

Fratanto Le dirò, che le ultime notizie erano mediocremente buone; i due vescovi, e tutti i missionarii stavano bene. Hanno fondato due stabilimenti fra gli Ittu, dove s[t]anno lavorando; è stato mandato a Kafa il P. Paulo sacerdote indigeno, da me ordinato in Kafa nel 1860., in soccorso ad altri due indigeni che si trovano là dalla morte del fu Monsignore] Cocino mio antico coadjutore. Quella povera missione, una volta [f. 264v] così bene incamminata, oggi per mancanza di buoni missionarii, è molto soff[e]rente. Si aggiunge che a Kafa è arrivata l’armata del re Menilik, la quale però ha solamente ricevuto il tributo, e se ne ritornò. In Ghera, l’armata suddetta in certo senso ha fatto del bene, perché ha umiliato l’islamismo, il quale minaciava la missione; oggi là il P. Matteo, altro prete indigeno fratello di Stefano che Ella ha conosciuto in Marsilia, se ne loda molto. Del resto poi Ella deve sapere, che tutti quei paesi sono stati assassinati parecchie volte dalle truppe abissinesi, le quali hanno fatto del gran male alla nostra missione di Gudrù e di Lagamara, e di Nonno ecc..

La Missione di Choa è ancora sufficientemente sostenuta dal Re Menilik: abbiamo là dei buoni preti indigeni; anche la persecuzione pare che si vada calmando.

In quanto al Maddi difficilmente si risolverà di discendere in Egitto, dove ad ogni costo l’Europa difenderebbe i gravi interessi europei. Il Maddi [f. 265r] si contenterà del Suddan e di Kartum, e quando sarà ben stabilito là egli cercherà a preferenza di andare in Abissinia, dove esiste una popolazione mussulmana sempre crescente che lo aspetta per sollevarsi contro i cristiani, perché là i musulmani sono molto irritati contro l’Imperatore Giovanni, il quale gli ha fatto battezzare tutti colla forza armata. In questo caso l’Abissinia corre pericolo di avere un secondo Gragne. Per il Maddi la conquista dell’Abissinia lo farebbe padrone dell’Arabia, e dell’oriente, dove da molto tempo si cerca la rivolta contro il califato di Costantinopoli. L’islamismo è un fuoco sotto la cenere.

In quanto ai lavori miei, io sono molto vicino al termine; la stampa dipenderà dal P. Giacinto da Troina mio attuale Segretario collaboratore, il quale lavora indefessamente. La publicazione non /211/ potrà aver luogo prima di Pasqua, quando il suddetto avrà una quantità di quinterni preparati. I primi fogli che sortiranno io gli spedirò subito a Lei, epperciò, tenga preparato un traduttore, [f. 265v] perché così mentre si stamperà in Italia potrà stamparsi anche in Francia, se pure Ella sta sempre ferma nel proposito di stamparla in francese. La storia va a finirsi presto, ma poi mi rimangono ancora molte note, come Ella ben potrà imaginarsi. Oggi il manoscritto arriva già a 4000. pagine, mi rimangono ancora 200. per finirla. Il Maestro del S. Palazzo ha già riveduto [i] tre primi volumi; ma rivedrà ancora i stamponi, così io potrò essere tranquillo.

Le annunzio poi che colla grazia di Dio ho potuto celebrare le tre Messe nel giorno del S. Natale. Celebrando pensava a Lei ed a Madama supponendoli presenti.

Benedico dunque entrambi, mentre di tutto cuore mi segno

D. S. V. Car.ma

sempre Servo
† Fr. G. Massaja Arc. Capp.no