Massaja
Lettere

Vol. 5

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A monsignore Domenico Maria Jacobini
segretario di Propaganda Fide – Roma

F. 883r Eccellenza R.ma

Frascati 31 Gennajo 1884.

Debbo domandare perdono all’E. V. Rma di una cosa stata da me dimenticata.

Ella si ricorderà di avermi dato due pezzi d’iscrizione, pretesa etiopica, affinché io la esaminassi. Ho eseguito il di lei ordine, ma non avendo trovato segnale di lingua etiopica, invece di rimandarLe i due pezzi, me ne sono dimenticato. Dopo avendoli cercati non gli ho trovati più: Oggi solamente mi riuscì di trovarli. Di nuovo ho voluto studiarli, ma posso assicurarLa d’avervi trovato nessun costrutto.

Nel 1850. trovandomi in viaggio sopra il Sennaar, tutto vicino al Nilo azzurro io aveva trovato simili iscrizioni antiche nelle [f. 883v] nelle rovine di un’antica città detta Sabba. Una compagnia di soldati egiziani facevano delle mine, e ricavavano materiali per la costruzione di un palazzo per il governatore di Kartum. Furono trovati due sepolcri vestiti nella parte interna di quadroni di terra cotta, i quali avevano simili iscrizioni. I sepolcri erano vuoti, ed appena si trovò qualche residuo di ossame, che toccato diventava polvere. In ciascheduno dei sepolcri fu trovata una croce: le due croci, una era d’argento con dei reliquiarii fermati a cristallo nelle quattro estremità: l’altra croce poi era di semplice rame. Tutti questi materiali antichi si trovavano in casa del Sergente maggiore, il quale volle farmeli vedere. Io era ammalato delle febbri, e non ho potuto occuparmi gran cosa; tuttavia mi ricordo di aver coppiato qualche pezzo delle /213/ iscrizioni in pezzi di carta volanti. Come io era stato particolarmente raccomandato dal Vice Re di Egitto presso il governatore di Kartum, io gli ho scritto, pregandolo [f. 887r] di mandare ogni cosa a Roma alla S. C. di Propaganda, consegnando pure una lettera al Servo della Missione che mi accompagnava. Nella lettera al Cardinale Franzoni aveva inchiuso i due pezzi di carta colle iscrizioni, le quali avevano qualche somiglianza alle due in questione. Io sono partito per il Fasuglu, e Fadassi pensando di poter entrare nei paesi Galla da quella parte; ma essendo stato respinto, io ho preso la strada di Gondar, e nulla più ho saputo delle suddette antichità. Io credo che i due pezzi in questione siano un misto di Copto e di etiopico; esse devono appartenere all’epoca dell’occupazione musulmana, quando molti cristiani fugivano dall’Egitto verso il Sud. Ecco cosa posso dirLe in proposito: è un’affare di circa 40. anni, e non posso precisare meglio le cose.

Mi perdoni d’averLa troppo annojaja [annojata], mi benedica, e mi creda sempre

figlio e servo
† Fr. G. Massaja Arc.o Capp.no

F. 886r P. S. Io non vengo tanto presto a Roma per causa, sia del freddo, e sia ancora del mio lavoro, che spero di terminare presto.

Passato che sarà il gran freddo, e terminato che avrò il lavoro, allora verrò a Roma, e se potrò mi recherò a baciare il piede al S. Padre.

Fratanto V. Eccellenza quando vedrà S. Em. me lo saluti tanto, e gli dica che verrò poi per parlare della missione Galla.

Il governo egiziano ha fatto un gran bel passo mandando in Sennar Gordon Pascià. Io ho potuto conoscere un poco la popolarità che gode questo Signore inglese in Sennaar, e spero che potrà disperdere il Maddi, e troncare i suoi trionfi. Questo stesso signore ò venuto in Abissinia (credo mandato dal suo governo al Re Giovanni, dopo l’istanza del S. Padre, per farmi liberare dalla prigione) [f. 886v] quasi nel giorno stesso del mio esilio. Non avendomi trovato fece telegrafare a tutti i centri del governo a mio riguardo. Io perciò bramerei che V. E. parlando coll’incaricato inglese presso la S. Sede, facesse conoscere la mia gratitudine. Gordon Pascià in Sennar aveva preso un possesso del paese non indifferente; il Vice Re d’Egitto ha fatto una gran bagna levandolo di là.

Di nuovo i miei saluti.

† Fr. G. Massaja Arc.o