Massaja
Lettere

Vol. 5

/218/

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Al commendatore Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Parigi

F. 267rMonsieur Antoine tres chére

Frascati 3. Aprile 1884.

Buona Pasqua a M.r Antoine, e Buona Pasqua a Madama d’Abbadie. Incommincio così la mia lettera, perché le felicitazioni di Pasqua ne sono lo scopo principale, e per me la settimana prossima, appena troverei tempo per compire un sì sacro dovere verso i più grandi amici che io abbia; iterum perciò buona Pasqua, et ad multos annos...

Ho passato 15. giorni a Roma per organizzare le mie memorie storiche sopra la missione. Io pensava di stamparla a Milano, dove questi lavori si fanno più speditamente e con maggiore perfezione, ma il S. Padre ha voluto assolutamente che si faciano in Roma nella Stamperia poliglotta della S. C. di Propaganda, e vuole che si facia con tutto il lusso possibile, e con tutte [F. 267v] le illustrazioni che saranno possibili. L’opera sarà dedicata a S. Santità col suo ritratto in lusso da principio. Il primo volume del manoscritto, che Ella ha letto in Marsilia, il quale conta verso 700. pagine, e colle note /219/ arriverà ad 800. sarà diviso in due volumi in ottavo grande. Gli altri tre manoscritti che Ella non ha ancora veduto, i quali passano le tre mille cinquecento pagine, comprese le note ed i documenti somministreranno altri otto belli volumi. In tutto saranno dunque dieci volumi con 18. o forze venti vignette ciascheduno. I due terzi dei manoscritti sono già riveduti dal Maestro del S. Palazzo Vaticano. Il primo volume è già ridotto in quinterni dal mio collaboratore Padre Giacinto da Troina, e dopo Pasqua si incommincierà la stampa.

Come Ella entra in scena molte volte in questa mia storia mi sarebbe di tutta necessità il Suo ritratto, dovendo figurare nel primo volume; questo ritratto desidero che sia in abito europeo, all’aspetto suo attuale. Ma questo non basterebbe: [f. 268r] io bramerei ancora un secondo Suo gruppo, nel quale Ella in abito da viaggiatore, in casa di Hada Gulti in Gudrù, dove Ella seduto nel Suo Goggiò stava lavorando, con qualche particolarità di quella circostanza. Ella abbia pazienza e sufficiente umiltà per procurarmi questi due pezzi: Altrimenti io mi raccomanderò a Madama d’Abbadie, ed essa non me lo negherà.

In quanto poi alla traduzione e publicazione dell’opera in lingua francese Ella pensi a ciò che pensa di fare. Per parte mia fin da questo momento intendo di darLe tutte le facoltà opportune.

Avrei ancora un’altra cosa da aggiungerLe, e sarebbe quella di mandarmi una piccola carta dei paesi Galla da Lei percorsi col viaggio suo segnato in colore diverso dal mio. Questa Sua carta avrebbe il suo luogo nel principio del terzo volume, prima di riferire la mia entrata in Gudrù, dopo il Suo ritratto nel goggiò di Loja.

F. 268v Come il M. R. P. Domenico dovrà venire a Roma dopo Pasqua, io credo che non verrà senza prima passare da Lei, epperciò Ella per mezzo suo potrebbe farmi conoscere tutto il pro e contro [in] risposta alle sopracitate mie domande colla massima libertà, senza incommodarLa nel caso di rispondermi per lettera, ben sapendo le Sue grandi occupazioni, e disturbi. A dirglieLa poi, quando Ella passa qualche tempo senza scrivermi, subito il mio cuore si disturba, pensando a qualche dissesto di salute.

Non Le do notizie dell’Abissinia, Le mando invece una lettera di Monsignore Taurin venutami da pochi giorni.

Buona Pasqua di nuovo, i miei saluti, e la mia benedizione a Lei ed a Madama, e mi creda sempre tutto Suo Servo

† Fr: G. Massaja Arc.o Capp.no