Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al padre Davide David da Pinerolo OFMCap.
ex discepolo di M. – Torino-Ospedale Mauriziano

[F. 1r] Caro Padre David

Frascati 8. Giugno 1884.

La vostra lettera di jeri, unita alla cartolina di pochi giorni sono, colla quale mi avete annunziato la morte del mio fratello Battistino, l’unico che ancora mi faceva pensare al Piemonte come Patria, sono state due notizie eguali a due sentenze. Dopo la morte del fratello io non penso più al Piemonte come mia Patria. Se poi la vostra lettera di jeri è una negativa assoluta che mi condannerà a non più vedervi, sarà poco presso lo stesso caso riguardo alla mia amata Provincia. Iddio per i suoi fini altissimi ha voluto così per purgarmi dal poco residuo di amor patrio che ancor si trovava nel mio cuore, prima di chiamarmi a Se. Non vi parlo del M. R. P. Vittorio, del P. Giacinto mio Segretario, dei Padri Guardiano e Vicario, non che di tutta questa famiglia, per i quali fu una desolazione al sentire che non venivate più.

[F. 1v] Se io avessi un’idea giusta del vostro stato di salute attuale, e di tutte le circostanze che vi risolvettero a non venire, vi avrei scritto in modo da impegnarvi a venire ad ogni costo. Ma, siccome non posso essere certo di contribuire alla vostra salute, non oso farlo, e mi rassegno alla privazione di vedervi. In quanto al compagno di viaggio, in questa circostanza dell’esposizione non mancavate di qualche amico che vi avrebbe fatto compagnia.

Accuso la ricevuta delle cento Messe venute colla vostra lettera di jeri, e vi ringrazio della sollecitudine colla quale non lasciate di pensare alla mia missione.

Vi abbracio intanto in spirito, e benedicendovi unitamente al Canonico Nasi e tutti quelli che desiderano di essere benedetti, godo raffermarmi di voi in particolare.

Aff.mo P. Lettore
† Fr. G. Massaja A.o Cappuccino

/230/ [F. 2r] P. S. Se non vi incommoda vi prego di una commissione: Il Barone Commendatore Cristoforo Negri, pregato da me, ha fatto molti incombenti presso il ministero degli esteri per lo stabilimento di S. Stefano dei Mori, onde liberarlo dalla conversione. Gli direte che gli incombenti fatti hanno ottenuto il suo effetto, e che tutto e finito; voi ringraziatelo a mio nome, e come se fossi io stesso. Gli porterete il qui unito biglietto di visita che vi servirà d’introduzione. Credo che egli abiti nella contrada di S. Francesco di Paola –