Massaja
Lettere

Vol. 5

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Al commendatore Antonio Thomson d’Abbadie
esploratore dell’Etiopia – Abbadia (Hendaye)

F 272r Tres chére M.r Antoine

[Roma, 3 agosto 1884]

Ho ricevuto la Sua del 26. Ho spedito al Vaticano per sapere notizie di Monsignore de Rende, ma finora qui nulla si sa della sua venuta. Ella non dubiti che farò ogni possibile di trovarmi con lui quando verrà, e che terrò conto di ciò che Ella mi dice.

Io sono molto in pena che Ella si trovi senza un’aumonier per questa Sua Chiesa. Io rimango come Ella non abbia fatto ricorso /238/ al M. R. P. Domenico, il quale certamente avrebbe fatto di tutto per servirLa; almeno per il momento attuale di bisogno. Egli me lo promise qui in Roma di farlo; ma alcuni mi fanno credere che egli si trovi attualmente ammalato a Tolosa.

Ho ricevuto una lettera molto interessante da Monsignore Taurin. Le cose della nostra [f. 272v] Etiopia vanno molto male: l’imperatore Giovanni è in lotta col Maddi del Sudan. Il Re Menilik di Choa ha spedito una grande armata in soccorso di Giovanni; ma i musulmani dell’interno pare che siano d’accordo col Maddi; in questo caso, corriamo a pericolo di avere colà un’altro Gragne molto più terribile del primo. I trionfi del Maddi in Etiopia solleveranno tutta l’Arabia, e quindi tutto l’oriente... Non parlo quindi della missione; Ella non stenterà a travedere una campagna di nuovi martiri. Pare che la Francia stessa abbia preveduto il caso, perché, da quanto mi scrive Monsignor Taurin, essa ha occupato militarmente Obbok, e domanda missionarii cattolici.

Parliamo ora della stampa. Prima di tutto Ella deve sapere, che collo stampatore sono state fissate tre mille coppie; ma, come Ella sa, vi sarà sempre qualche aggiunta, massime, [f. 273r] se subito da principio si spiegherà un’esito molto felice. Per rapporto poi ai confini della carta geografica, dalla parte Sud-ovest io ho tenuto tutto il corso del Nilo da Alessandria sino a Corosco, dove invece di fare il giro di Dongola, ho preso la via del deserto, e mi sono recato direttamente a Berber; là, invece di tenere la riva est del fiume ho preso la riva ovest del medesimo sino a Kartum; giunto là ho attraversato il fiume Bianco per entrare in Città. Da Kartum ho preso il fiume azurro, e sono arrivato sino alla cataratta di Rosseres; qui ho lasciato il fiume, e mi sono recato per terra sino a Famaca, dove ho attraversato il fiume sino a Fasoglo. Qui ho preso il sud-ovest, ed in tre giorni sui confini est dei Dinka, sono arrivato a Gassan sulla riva est del Tommat. Là fermatomi circa un mese, ho fatto alcune escursioni verso Fadassi. Ritornando poi ho tenuto la stessa via sino a Rosseres. Da Rosseres sono [f. 273v] andato direttamente a Gadaref in quattro giorni. Da Gadaref [a] a Doka in tre giorni. Da Doka in due giorni sono andato a Matamma provincia di Galabat. Da Matamma mi sono recato a Dunkur al mercato di Luka, tenendo i confini ovest dell’Abissinia verso il Sud. Non avendo potuto continuare il viaggio, sono ritornato a Matamma. Ho dovuto rimontare a Doka colla truppa egiziana. Da Doka, invece di ritornare a Matamma per montare il Dembea, ho fatto un angolo più al Nord per arrivare a Gudabiè, e di là salire l’Abissinia per Armaciò, più diretto per Gondar fra i Camant di Celga. Qui finisce il mio giro Sud-ovest.

In quanto ai confini est dell’Etiopia da me tenuti, la descrizione è molto più semplice; solamente si devono calcolare diverse epoche. Posso dire di avere veduto tutti i punti principali del littorale africano da Suez a Berbera, compreso Assab, Obok, Reyta, Tagiurra, Ambabo, e molte isole di questi [f. 274r] mari, sino a Berbera, come si trova scritto nella storia. Così parimenti debbo dire di tutto il litorale asiatico da Suez sino ad Aden, avendo anche là visitato tutti /239/ i punti principali, sia dell’Arabia petrea, che dell’Arabia felice, e parlato di tutti nella storia.

Vuol dire adunque che la carta generale dovrebbe toccare tutti i punti suddetti, sia all’Est, che all’Ovest dell’alto piano etiopico. Sappia però che io non ho visitato i Bogos a Keren. Nel nostro esilio ultimo però da Devra Tabor abbiamo tenuto la via del nord del lago di Dembea, siamo discesi al sud di Celga per la via di Matamma, Doka, Gadaref, Kassela, e Soakim, dove mi sono imbarcato per Suez. Così spero che avrà tutti i punti estremi della carta geografica nostra.

Il P. Giacinto è andato alle aque di Anticoli per il suo incommodo; sarà di ritorno per la festa dell’Assunta, e Le scriverà fra poco, avendogli spedito la lettera. Non posso spedirLe oggi la lettera [f. 274v] di M.gnor Taurin, ma glie la spedirò al più presto. Oggi, o domani vedrò il S. Padre, ed implorerò la sua benedizione per Lei e per Madama. Il Cardinale Prefetto ha veduto le Sue lettere, e la ringrazia dell’interessamento che prende.

I miei saluti e la mia benedizione a tutti due, e senz’altro Le sono sempre

Divot.mo Servo
† Fr. G. Massaja Arc.o Capp.no

P. S. Ho veduto il S. Padre oggi Dom. 3. Agosto; manda a Lei ed a Madama la sua benedizione.

Item. La qui compiegata carta stampata è la misura precisa da Lei desiderata per la carta geografica generale.