Parte II

Il caso Comunità Collinare - Unione di Comuni Alto Astigiano


CAPITOLO 7

LA COMUNITÀ COLLINARE ALTO ASTIGIANO

1. Comunità Collinare Alto Astigiano, elementi costitutivi e principi fondamentali

La Comunità Collinare Alto Astigiano è stata costituita29, per libera adesione dei Comuni partecipanti espressa dai relativi Consigli comunali, in data 20 ottobre 2000 ai sensi della legge 8 Giugno 1990 n. 42 e della legge regionale 28 febbraio 2000 n. 16, per l’esercizio associato delle funzioni e per la gestione associata dei servizi pubblici che i Comuni delegano all’Unione al fine di migliorare la qualità dei servizi erogati, favorire il superamento dei limiti e degli squilibri socio economici, ottimizzare le risorse economico finanziarie, umane e strumentali.

L’Unione è composta da 14 Comuni, per una popolazione complessiva di circa 10.700 abitanti così ripartiti:

Comunità Collinare Alto Astigiano
Albugnano 9.47 km² 449 abitanti
Aramengo 11.41 km² 605 abitanti
Berzano San Pietro 7.42 km² 405 abitanti
Buttigliera d’Asti 18.82 km² 1959 abitanti
Capriglio 5.08 km² 289 abitanti
Castelnuovo Don Bosco 22 km² 2984 abitanti
Cerreto d’Asti 3.89 km² 251 abitanti
Mombello di Torino 4.09 km² 367 abitanti
Moncucco Torinese 14.36 km² 839 abitanti
Montafia 14.56 km² 921 abitanti
Moransengo 5.37 km² 205 abitanti
Moriondo Torinese 6.49 km² 788 abitanti
Passerano Marmorito 12.09 km² 445 abitanti
Pino d’Asti 4.05 km² 237 abitanti
Totali: 139.1 km² 10744 abitanti

L’Unione è a tutti gli effetti un Ente Locale dotato di autonoma soggettività giuridica, nell’ambito dei principi della Costituzione e dalla legge, nonché delle norme dello Statuto che la regolano.

L’Unione ha inoltre potestà regolamentare per la disciplina della propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i rapporti, anche finanziari con i Comuni.

Lo scioglimento dell’Unione si verifica nel caso in cui:

  • la metà dei Consigli comunali dei Comuni partecipanti abbiano deliberato di recedere dall’Unione;
  • la metà dei Comuni partecipanti non abbia provveduto a designare i propri rappresentanti decorsi quarantacinque giorni dal rinnovo dei rispettivi Consigli comunali.

A questo punto il Presidente assume le funzioni di commissario liquidatore, con tutti i poteri previsti dalla legge, per la chiusura di tutti i rapporti attivi e passivi dell’ente.

Nei casi di scioglimento il personale dell’Unione è convenzionalmente attribuito alle dotazioni organiche dei Comuni partecipanti.

Ogni Comune dell’Unione è libero di recedere unilateralmente con provvedimento del proprio Consiglio, nel caso in cui questo dovesse verificarsi la decisione dovrebbe essere Comunicata entro il mese di giugno al Consiglio della Comunità, affinché questa ne prenda atto, ed assumerebbe valore dal 1º gennaio dell’anno successivo.

Dopo un’analisi della realtà dei piccoli e medi comuni italiani è facile rendersi conto che una potente resistenza all’aggregazione tra i diversi enti risiede nell’ideologia amministrativa del "municipalismo"30, intesa come tutela dell’autonomia istituzionale e come timore di ingerenza di altri nei propri processi politico amministrativi.

Vari altri tipi di resistenze sono stati rintracciati in atteggiamenti prudenti delle classi politiche locali:

  • scarsa fiducia di miglioramento;
  • tutela del proprio ruolo istituzionale;
  • rifiuto di rinunciare ad interessi personali;
  • sottovalutazione delle diseconomie pubbliche locali;
  • scarsa disponibilità verso rapporti strutturati tra istituzioni;
  • cautela e diffidenza nella ricerca di partner processuali.

Probabilmente meno forti sono le resistenze della classe amministrativa locale, almeno di quella parte munita di un’ideologia burocratica di tipo tecnico che, pertanto, è piuttosto orientata verso la ricerca di efficienza istituzionale, ponendosi nel contempo al riparo da influenze politico ideologiche interne alla propria amministrazione. Per costoro, il motivo principale di resistenza, ancorché debole, consiste nella inauspicata maggiore lontananza dal luogo del lavoro, risiedendo essi, per lo più, nello stesso piccolo Comune in cui lavorano. Più facile è comprendere le resistenze dei burocrati politicizzati: i programmi della classe politica governante (Sindaco e Giunta) vengono condivisi o rifiutati secondo orientamenti fortemente connessi alle proprie ideologie politiche.

Possono infine insorgere resistenze da parte delle comunità sociali locali. Sono da segnalare, a questo proposito, forme di campanilismo, più o meno spontanee; nonché pressioni esercitate da gruppi di interesse locali (industriali, artigianali, fondiari) che temono modificazioni di assetti economici a se favorevoli.

Si può dunque affermare che un processo di riassetto globale è denso di insidie degenerative cui il comune denominatore è il localismo, inteso come difesa di interessi precostituite e prefigurati. La prevalenza di questo orientamento conduce verso l’aumento della frammentazione strutturale. Questo esito, particolarmente diffuso nel caso italiano (soprattutto nei governi locali settentrionali), si è palesato in un lento ed ininterrotto aumento del numero delle strutture comunali ed ha relegato il Paese in una dimensione di immobilismo amministrativo fino agli ultimi anni del XX secolo.

I problemi sopra esposti sono sicuramente quelli che ha dovuto affrontare la Comunità Collinare Alto Astigiano durante l’iter di formazione della struttura in esame e con i quali si scontra tuttora, ad essi si cerca di ovviare con la razionalità intravedendo i vantaggi che possono derivare da forme di collaborazione congiunta, e senza i quali è impossibile raggiungere gli obiettivi di efficienza economica preposti.

2. Ordinamento strutturale

Gli organi dell’Unione sono tre:

  • il Consiglio della Comunità;
  • il Presidente della Comunità;
  • il Comitato amministrativo.
2.1 Il Consiglio della Comunità

Il Consiglio della Comunità Collinare è composto dal Presidente a da 20 Consiglieri, di cui 14 membri di diritto, ovvero i Sindaci di ciascun Comune aderente, e 7 membri elettivi in rappresentanza delle minoranze consiliari.

I 7 membri elettivi sono scelti dai Consiglieri Comunali appartenenti alle minoranze consiliari di tutti i Comuni aderenti alla Comunità Collinare.

Gli Amministratori dell’Unione rappresentano la Comunità senza vincolo di mandato, a ciascun componente del Consiglio della Comunità è riconosciuto diritto di iniziativa nelle materie di competenza, nonché di presentare interrogazioni, interpellanze, mozioni ed emendamenti.

Ogni amministratore ha diritto di ottenere dall’Unione, dai Comuni aderenti alla stessa, nonché dalle aziende, istituzioni o enti dipendenti, le informazioni utili all’espletamento del mandato, gratuitamente, secondo le modalità previste per il diritto di accesso ai documenti amministrativi.

Le sedute consiliari sono convocate e presiedute dal Presidente, o da chi ne fa le veci, o dalla richiesta di un quinto dei consiglieri o di uno dei Sindaci dell’Unione.

Le sedute sono pubbliche e le votazioni sono effettuate a scrutini palese, salvi i casi previsti dal Regolamento

2.2 Il Presidente

L’elezione del Presidente avviene a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, il Presidente dura in carica per il periodo corrispondente al proprio mandato di Sindaco ed é rieleggibile per una volta sola, consecutiva.

Il Presidente dell’Unione deve rivestire la carica di Sindaco di uno dei Comuni aderenti.

Il Presidente rappresenta l’Unione, convoca e presiede il Consiglio e ne formula l’ordine del giorno, ed assicura l’unità dell’attività politico amministrativa.

Nell’esercizio delle proprie competenze, il Presidente, in particolare:

  • svolge attività propositiva e di impulso nei confronti del Consiglio;
  • dà attuazione alle linee programmatiche di mandato, mediante atti di carattere generale indicanti priorità, mezzi da impiegare e criteri;
  • promuove direttamente o avvalendosi del Segretario, indagini e verifiche amministrative sull’intera attività dell’Unione;
  • autorizza le missioni dei consiglieri, del segretario e del direttore;
  • riferisce periodicamente al consiglio sull’attività propria e dell’Unione;
  • adotta tutti gli atti che non sono attribuiti dalla Legge o dallo statuto ad altri organi.

Il Vicepresidente della Comunità é nominato dal Presidente tra i Sindaci dell’Unione

Il Vicepresidente sostituisce il presidente incaso di assenza o impedimento.

Qualora anche il Vicepresidente sia assente o impedito le funzioni sono svolte dal Sindaco più giovane di età.

2.3 Il Comitato amministrativo

Il Comitato Amministrativo è composto dal Presidente della Comunità Collinare, che lo presiede, e da 6 membri, nominati dal Presidente, scelti tra i Consiglieri della Comunità Collinare. Il Comitato amministrativo collabora col Presidente della Comunità, in particolare:

  • emana gli atti di carattere generale, o di indirizzo gestionale indicanti priorità, mezzi da impiegare e criteri per l’esercizio delle funzioni delegate;
  • svolge attività propositiva nel confronti del Consiglio della Comunità;
  • promuove, assume e aderisce ad iniziative per concludere accordi di programma previsti dalla legge.
  • adotta tutti gli atti che non sono attribuiti dalla legge, dallo statuto e dal regolamenti ad altri organi.

A differenza delle riunioni del Consiglio quelle del Comitato non sono pubbliche; queste sono valide con la presenza della maggioranza delle componenti assegnate.

3. L’ordinamento amministrativo e l’organizzazione dell’Unione31

L’organizzazione strutturale é diretta a conseguire i fini istituzionali dell’ente secondo le norme del regolamento di organizzazione ed è articolata in uffici, della cui attività è responsabile il direttore.

L’Unione ispira l’organizzazione degli Uffici e del personale a criteri di autonomia, di funzionalità e di economicità di gestione allo scopo di assicurarne efficienza ed efficacia.

L’attività dell’amministrazione é fondata sulla ripartizione tra funzioni d’indirizzo e controllo politico amministrativo, esercitato dagli organi politici dell’Ente, e funzioni di gestione, svolte dal direttore, secondo quanto stabilito dallo statuto e dal regolamenti.

Per quanto non previsto dallo statuto o da altra fonte regolamentare si applicano le norme sull’ordinamento degli enti locali.

La disciplina del personale é riservata agli atti nominativi dell’ente ed alla contrattazione, anche decentrata, che danno esecuzione alle leggi ed allo statuto.

Il regolamento di organizzazione in particolare disciplina:

  • la struttura organizzativo funzionale;
  • la dotazione organica;
  • le modalità di assunzione e cessazione dal servizio;
  • le forme di controllo interno di gestione.

Il regolamento si ispira al seguenti criteri:

  • organizzazione del lavoro per programmi, progetti e risultati;
  • versatilità delle strutture per il raggiungimento degli obiettivi con efficacia, efficienza ed economicità;
  • individuazione del procedimento e dei relativi responsabili.
3.1 Il Direttore

Al Direttore sono assegnati tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dagli organi politici, da perseguirsi secondo le modalità previste dalla Legge, dallo Statuto, dai regolamenti, dagli atti di carattere generale o specifico degli organi politici.

In particolare il Direttore ha la responsabilità degli uffici e compie tutti gli atti di gestione di qualunque natura, compresa l’adozione di atti che impegnano l’Unione verso l’esterno, con autonomi poteri di spesa e di organizzazione delle risorse umane e strumentali, mediante l’emanazione di determinazioni.

Il Direttore esprime il parere di regolarità tecnica e di regolarità contabile sulle deliberazione degli organi dell’Unione.

Il Direttore é assunto con contratto a tempo determinato, di durata prestabilita dal regolamento di organico sottoscritto dal Presidente, che ne disciplina anche lo status giuridico ed economico. L’incarico é deliberato dal Comitato Amministrativo, previo esame dei requisiti di esperienza e professionalità prodotti dagli aspiranti, nonché l’eventuale prova selettiva.

3.2 Il Segretario

La funzione di Segretario dell’Unione é svolta dal Segretario comunale del Comune il cui Sindaco riveste la carica di Presidente della Comunità, al sensi dello statuto, o da altro Segretario comunale nominato dal Presidente della Comunità, previo stipula di apposita convenzione con l’ente di appartenenza.

Il Segretario in particolare:

  • partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del Consiglio della Comunità e del Comitato amministrativo e ne cura la verbalizzazione;
  • fornisce consulenza giuridico amministrativa agli organi politici e burocratici dell’Unione;
  • può rogare i contratti in forma pubblica in cui é parte l’Unione e autentica le scritture private e gli atti unilaterali nell’interesse dell’Unione;
  • esercita ogni altra funzione attribuitagli dal regolamenti o conferitagli dal Presidente della Comunità.
3.3 Il Collegio dei Revisori

Il Collegio dei Revisori dei conti è eletto dal Consiglio della Comunità.

Le modalità di nomina, la durata in carica, la revoca edecadenza sono disciplinati dall’ordinamento degli enti locali.

Il Collegio dei Revisori dei conti collabora con il Consiglio della Comunità nella sua funzione di controllo e di indirizzo, esercita la vigilanza sulla regolarità contabile e finanziaria della gestione ed attesta la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, con relazione allegata al conto consuntivo.

Esercita inoltre ogni altra attività attribuitagli dai regolamenti, e all’uopo può accedere ad ogni altro atto connesso alle competenze.

4. Comunità Collinare Alto Astigiano: l’evoluzione dell’ente locale in azienda locale autonoma

I processi di cambiamento che normalmente caratterizzano il nostro Paese sono più pesantemente condizionati dalla struttura e dalla tipologia dell’intervento nell’economia e dal funzionamento della pubblica amministrazione32.

Abbiamo visto come l’intervento politico nell’economia, soggiogato più a logiche di tipo politico assistenziale che non a criteri di razionalità economica, abbia esteso l’ambito dell’intervento pubblico anche quando questo non era necessario o non giustificato, e comunque sempre con criteri di valutazione dello stesso che hanno scarsamente considerato questi aspetti di responsabilità sulle decisioni, anche grazie a sistemi di misurazione contabile, di assetti organizzativi e di meccanismi operativi non idonei a orientare le scelte e le valutazioni secondo più corretti schemi di opportunità e di razionalità economica.

In questo senso, ad esempio, tutta l’area dei servizi pubblici sia a livello nazionale che locale ha rappresentato emblematicamente la degenerazione di quest’orientamento; infatti la mancanza di riferimento a prezzi di mercato al fine di controllare i costi di produzione, di regolare la domanda e l’inadeguatezza dei sistemi di controllo più responsabilizzanti sui risultati hanno di fatto evidenziato questi aspetti:

  • deresponsabilizzazione degli operatori sui costi di erogazione, quindi sui risultati, con una bassa attenzione alla qualità dei servizi stessi;
  • scarsa propensione alla competizione, all’innovazione al confronto sistematico come modello di crescita e sviluppo a causa di forme di monopoli naturali e/o locali che con l’integrazione europea sono destinati a scomparire,
  • crescita non controllata dell’offerta in quanto la domanda di tali servizi, grazie ai prezzi bassi, si manifestava anche quando l’utilità economica degli stessi era nulla.

L’aspetto rilevante nei processi di autonomia si rivela dunque essere quello di spostare progressivamente l’attenzione degli operatori dal rispetto esclusivo del dettato normativo, al rispetto dei risultati, delle qualità delle prestazioni, all’uso efficiente delle risorse ed alla soddisfazione dell’utente su cui si deve esercitare il controllo della collettività.

Riprendendo l’analisi dello scenario dinanzi descritto, possiamo schematicamente indicare il processo evolutivo della trasformazione.

Emerge come l’autonomia debba essere completa per potere passare definitivamente alla definizione di un governo locale il cui orientamento è molto più deciso verso il mercato e verso il cittadino. In particolare è possibile sottolineate come l’attenzione si deve rivolgere ai punti di seguito elencati.

  • Capacità di programmazione: è necessario passare da una logica di gestione corrente ad una gestione più orientata al futuro per cercare di anticipare i cambiamenti e sfruttare le opportunità che si presentano riducendo le minacce; questo significa costruire modelli decisionali molto più orientati al futuro.
  • Capacità di integrazione di interessi locali: è necessario sviluppare un articolato sistema di relazioni in grado di fare convergere interessi locali talora divergenti sulla definizione di un beni locali che si identifica con la specifica realtà territoriale; in questo senso si può pensare che tutti coloro che hanno specifici interessi in quell’area sono idealmente "azionisti" della società che li comprende. È necessario dunque pensare a sistemi di coinvolgimento degli attori nei processi di definizione degli obiettivi e di valutazione dei risultati.
  • Capacità di adattamento alle variabili ambientali: è necessario sviluppare un sistema flessibile con una forte capacità di adattamento ai continui stimoli esterni, coerente con gli stimoli esterni, con le esigenze di una visione strategica, con la necessità di rivedere il sistema degli interessi locali in relazione alla eventuale ridefinizione del bene comune - missione e visione dell’ente locale - che richiede un sistema di monitoraggio e di revisione continua.
  • Capacità di competizione collaborativa: è necessario considerare, specie per enti locali di modesta dimensione, l’opportunità di stringere alleanze con territori limitrofi per ricercare sinergie di sviluppo che possono essere penalizzate dalle modeste dimensioni; quest’orientamento può scontrarsi, talora, con specifici interessi politici locali, i quali potrebbero vedere, nel gioco delle alleanze, sminuito il loro potere o la loro capacità di raccolta del consenso.

Lo sviluppo di tali modelli richiede dunque interventi estremamente ampi ed orientati verso la definizione della missione dell’ente locale, di nuovi modelli di relazioni con i privati e con i cittadini coadiuvati da nuovi assetti organizzativi e nuove politiche del personale. Risulta poi essenziale l’individuazione di chiari sistemi di responsabilizzazione e valutazione sui risultati, con precisa separazione delle aree di responsabilità politica e di quella tecnica per evitare dannose collusioni che in tempi passati hanno portato al fenomeno della corruzione, ai quali siano affiancati validi sistemi di controllo direzionale per orientare e valutare i cambiamenti. Infine bisogna definire i meccanismi atti a regolare il processo di cambiamento ed in particolare a favorire l’introduzione di logiche di mercato in contesti locali e monitorare l’eventuale intervento dei privati come possibili sostituti della pubblica amministrazione.

Ci troviamo dunque d’innanzi ad un’evoluzione del concetto di gestione dell’ente pubblico che comporta il passaggio dall’ottica del controllo burocratico al controllo manageriale, vediamo di chiarire il tutto con un’ultima rappresentazione grafica:

In conclusione possiamo dunque affermare che nel nostro Paese oramai, per quanto attiene la PA, si sono consolidati i criteri di efficienza, efficacia ed economicità33.

L’economicità può essere definita come la relazione tra il mercato ed i fattori produttivi impiegati nella gestione, essa esprime l’attitudine di un’azienda ad acquisire i fattori produttivi necessari al minor costo possibile.

L’efficienza si riferisce alla relazione tra le risorse ed i risultati della produzione, alla capacità dell’azienda di impiegare le risorse acquisite per ottenere determinati risultati di produzione.

L’efficacia può essere definita come la relazione tra i risultati della produzione e gli obiettivi generali perseguiti, questa misura pertanto il grado in cui i risultati, intesi come politiche ed azioni intraprese, sono funzionali a conseguire determinati obiettivi di modificazione dei bisogni pubblici.

5. Comunità Collinare Alto Astigiano: la struttura organica

La Comunità Collinare ha senso di esistere nel momento in cui svolge delle funzioni che le sono state delegate dai Comuni membri al fine di perseguire obiettivi di efficienza ed economicità, infatti rimangono solidi i vincoli a cui attenersi al fine di rispettare il patto di stabilità interno.

Dopo un anno dalla sua formazione la Comunità Collinare ha varato un primo progetto con il quale cercava di dotarsi di una propria struttura organica.

L’art. 7 della legge regionale 28 febbraio 2000, n. 16, riguarda la programmazione degli interventi, e nello specifico prevede che entro un anno dalla loro costituzione, le Comunità collinari adottino il piano pluriennale di sviluppo socioeconomico.

Il piano è costituito da:

  • una deliberazione programmatica che individua le linee guida degli interventi previsti e che deve inoltre specificare le risorse finanziarie disponibili, le attese relative alla riduzione dell’esodo, alla ricaduta economica ed occupazionale, ai benefici ambientali e ai vantaggi sociali;
  • una cartografia a carattere intercomunale nella quale sono evidenziati gli indirizzi fondamentali dell’organizzazione territoriale dell’area di propria competenza e che costituisce riferimento in sede di predisposizione o rielaborazione dei piani regolatori generali dei Comuni di cui alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56

Il piano ha durata quinquennale, nel corso del quinquennio al piano possono essere apportate variazioni ed aggiornamenti.

Riallacciandosi alla legge regionale del 28 febbraio 2000, n. 16, ed in questo caso specifico all’art. 8, si evidenziano quali siano le funzioni da svolgere in forma associata in forma prioritaria, ovvero:

  • realizzazione e manutenzione di opere pubbliche di interesse collettivo del territorio subordinate alla salvaguardia dell’ambiente naturale, degli aspetti paesistici, storici, architettonici;
  • manutenzione della viabilità’;
  • raccolta e smaltimento dei rifiuti, disincentivo alla loro produzione, selezione, riduzione e riutilizzo degli stessi;
  • organizzazione di interventi di ripristino e recupero ambientale;
  • organizzazione del servizio di polizia urbana e rurale;
  • organizzazione del trasporto locale ed in particolare del trasporto scolastico;
  • promozione e realizzazione di strutture di servizi sociali per gli anziani per corrispondere ai bisogni della popolazione locale e favorirne la permanenza nonché gestione delle attività socio-assistenziali ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale 13 aprile 1995, n. 62 (Norme per l’esercizio delle funzioni socio-assistenziali);
  • promozione e realizzazione di strutture sociali di orientamento e formazione per i giovani;
  • gestione di funzioni e servizi amministrativi comunali, anche attraverso la realizzazione di un comune sistema informatico;
  • costituzione di strutture tecnico-amministrative di supporto alle attività’ istituzionali dei Comuni con particolare riferimento ai compiti di assistenza al territorio.

In effetti la prima relazione tecnica ufficiale varata dalla Comunità Collinare Alto Astigiano sulla struttura burocratica da adottare prendeva in considerazione:

  • l’ufficio tecnico di progettazione;
  • l’ufficio tributi;
  • l’ufficio amministrazione e gestione del personale;
  • l’ufficio finanziario;
  • l’ufficio di promozione turistica;
  • l’ufficio di polizia municipale intercomunale.

Analizziamo ora nello specifico ogni singolo ufficio per capire in che modo si pensava di poter raggiungere gli obiettivi prestabiliti34.

5.1 Ufficio tecnico di progettazione

Il primo passo importante è quello di istituire una sorta di ufficio tecnico che curi gli interessi di tutte le realtà locali coinvolte nel progetto. Dei 14 Comuni aderenti solamente 3 avevano un proprio ufficio tecnico, i restanti 9 si avvalevano di consulenze esterne o partecipavano a convenzioni con i vicini per la condivisione di un tecnico.

L’ufficio tecnico di progettazione è composto da due tecnici distaccati dai Comuni di appartenenza attraverso delle convenzioni da stipulare con gli stessi.

I due tecnici sono Geometri, di cui uno collabora a tempo pieno ed è a tutti gli effetti un Tecnico comandato, l’altro è distaccato dal proprio Comune di appartenenza e si occupa di fornire un supporto tecnico per 15 ore la settimana; ci si avvale poi della collaborazione esterna di un altro Geometra.

I costi che in linea di massima dovrebbero interessare il personale sono pari a circa 9.300 euro oltre oneri riflessi per i due tecnici.

Compito primario della struttura è quello di offrire un valido supporto tecnico nella richiesta di contributi ai vari Enti superiori per la realizzazione di opere pubbliche nel territorio della Comunità.

L’ufficio si occupa di elaborare progetti per la comunità ed opera anche su incarico diretto dei Comuni, questo modus operanti risulta vantaggioso perché il Sindaco si trova ad interagire non con un estraneo, come può essere un professionista esterno, ma con una realtà a lui più vicina, l’Unione di cui fa parte.

Risulta sicuramente più facile condividere esperienze inerenti i lavori pubblici, per i quali vi è un’unica legge che ne agevola l’accentramento, mentre è spinosa la questione che riguarda l’edilizia privata, in quanto ogni Comune ha un proprio piano regolatore e l’ingerenza esterna viene maggiormente sentita.

Nelle stesse zone che sto esaminando nel 1984 nacque un Consorzio per creare un piano regolatore comune, era il più grosso Consorzio d’Italia nato per questo scopo, il progetto naufragò miseramente qualche tempo dopo d’innanzi al problema costituito dalla grande estensione territoriale e disomogeneità della zona interessata, ma anche di fronte al campanilismo comunque presente in queste realtà.

Questa struttura risulta particolarmente importante per le piccole realtà che a fronte di una percentuale che si aggira tra il 10/12% come remunerazione per un tecnico esterno per un’opera di progettazione si troverà ora ad affrontare un costo di molto ridotto pari circa all’1,5% del contributo per la realizzazione dell’opera.

Non si parla solamente di risparmio in termini economici, ma anche amministrativi, basta infatti pensare alla possibilità di avere gli elaborati in tempi certi e un continuo scambio di informazioni tra l’ufficio e gli Amministratori dei singoli Comuni.

Rimane comunque possibile affidare incarichi esterni sia alla Comunità Collinare, sia ai singoli membri, a patto però che si tratti di opere ad altissimo contenuto specifico o per importi di valore superiore al milione di Euro.

Quest’anno l’Unione ha stanziato 18.000 euro per ogni Comune da spendere in progetti elaborati dall’Ufficio su consiglio dei Sindaci per la viabilità, la cifra è stata cofinanziata dai singoli Comuni, questo è un segno tangibile dell’operatività del nuovo Ente.

Un ulteriore utilizzo dell’ufficio potrebbe essere quello dell’individuazione del patrimonio disponibile dei Comuni facenti parte dell’Unione, infatti se questi sono beni patrimoniali che devono procurare un reddito l’individuazione va preventivamente fatta sulla base di una rigorosa ispezione a questo criterio, criterio che va poi altrettanto rigorosamente perseguito sul piano gestionale, in ogni momento della vite del bene medesimo. Ed è appena il caso di dire che l’individuazione non può sancire situazioni immutabili nel tempo, ma deve seguire la dinamica dei fatti trasformativi del bene, cosicché il principio discretivo venga sempre rispettato e non si abbiano beni patrimoniali che, anziché procurare redditi, producano soltanto costi35.

Ad una corretta gestione del patrimonio ai fini del perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità, contribuiscono sicuramente l’articolazione dell’ente in centri di costo e l’applicazione del controllo di gestione.

Di recente varo è la legge con la quale il governo ha avviato la valorizzazione e la vendita del patrimonio pubblico, l’obiettivo è la realizzazione di una raccolta che oscilla tra i 4 ed i 5 miliardi di euro entro il 2003.

I beni oggetto della contrattazione, che saranno valutati meglio dall’agenzia del Demanio, avranno tre destinazioni. La prima: potranno essere ceduti direttamente con il metodo della cartolarizzazione, cioè con la trasformazione del valore immobiliare in titoli negoziabili sul mercato da istituti bancari, i quali anticiperebbero il contante. La seconda destinazione: potranno essere passati al Patrimonio dello Stato s.p.a., controllata dal Tesoro, la quale a sua volta potrà metterli sul mercato sempre con la cartolarizzazione oppure gestirli per valorizzarne il reddito, oggi vicino allo zero. La terza destinazione: potranno essere ceduti alla Società Infrastrutture s.p.a., anch’essa controllata dal Tesoro, che li utilizzerà come garanzia per acquisire i finanziamenti necessari per realizzare opere pubbliche36.

Quanto appena esposto fa percepire come sia attuale il problema, ritornando alla realtà oggetto della tesi è facile evidenziare come l’azione congiunta di più Comuni, aggregati in questo caso in un Unione, potrebbe portare alla costituzione di una società di gestione del patrimonio disponibile oppure, nel caso in cui si volessero vendere i beni immobili, godere di un maggior peso durante la contrattazione riuscendo così ad ottenere cifre più interessanti dalle dismissioni.

I comuni e le province possono gestire i servizi pubblici mediante37:

  • gestione in economia38;
  • concessione a terzi39;
  • azienda speciale40;
  • istituzione41;
  • s.p.a. o s.r.l.42
5.2 Ufficio tributi

Il programma operativo dell’Unione per il 2002 prevede la Costituzione dell’ufficio tributi con l’affiancamento al personale dell’Unione di una società esterna che si occupi di:

  • predisporre ed allestire una banca dati tributaria (con particolare riferimento ad I.C.I e T.A.R.S.U) per ognuna delle singole Amministrazioni appartenenti alla Comunità Collinare gestibile dall’ufficio tributi appena creato;
  • aggiornare e verificare, in stretta collaborazione e sotto il controllo delle singole Amministrazioni Comunali, i singoli importi riferiti alle imposte comunali da inserire nella Banca dati con il contestuale ed eventuale recupero delle somme non riscosse negli anni precedenti;
  • fornire e mettere in atto il programma informatico necessario per realizzare la Banca dati summenzionata;
  • formare il personale neo assunto che dovrà poi essere in grado, al termine del periodo di affiancamento, di gestire autonomamente l’ufficio.

A questo scopo è stata indetta una gara informale tra due società operanti sul territorio della Provincia di Asti che, dopo un serio esame delle offerte presentate, ha permesso di individuare nella Trisoft Executives Services s.n.c. la ditta che dovrà adempiere agli obblighi espressi in precedenza, verso un corrispettivo per il servizio offerto espresso in percentuale nei seguenti termini:

  • 42% oltre I.V.A. delle maggiori somme I.C.I. accertate sino a 350.000 Euro
  • 34% oltre I.V.A. delle maggiori somme I.C.I. accertate oltre 350.000 Euro

Tramite uno schema elementare inquadriamo la situazione degli uffici tributi dei singoli Comuni appartenenti all’Unione Alto Astigiano.

Comune Cont.
I.C.I.
Cont.
T.A.R.S.U.
Gettito
I.C.I.
x 1.000
Gettito
T.A.R.S.U.
x 1.000
Anno
ultimo
accertamento
I.C.I.
Anno
ult.
Cens.
T.A.R.S.U.
Passerano M. 428 425 109.000 74.300 ’96 ’98
Castelnuovo D.B. 2667 1500 628.000 606.000 ’98 ’96
Berzano S.P. 312 286 83.000 63.000 ’96 In parte ’94
Buttigliera 1079 882 280.408 274.703 20% anno ’00 ’01
Cerreto d’Asti 210 181 31.000 32.700 - ’97
Moncucco Torinese 600 460 150.000 146.000 ’99 ’97
Mombello Torinese 220 187 90.000 45.000 - -
Pino d’Asti 180 175 29.000 40.000 ’96 ’98
Albugnano 332 350 102.409 100.000 ’96 ’95
Montafia 850 680 146.000 160.000 ’98 ’97
Moriondo 800 381 245.000 85.000 ’97 ’01
Capriglio 350 192 36.450 40.800 ’94 ’96
Moransengo 161 153 33.022 52.000 - -
Aramengo 600 470 108.000 106.000 ’96 ’97

L’ufficio tributi della Comunità, a seguito delle assunzioni svolte tramite concorso pubblico, si compone di due impiegati operanti a tempo determinato e part time per un numero d’ore settimanali pari a 18.

Sono state richieste due distinte figure professionali: un Funzionario, la cui remunerazione è pari a 10.850 euro circa oltre agli oneri riflessi, ed un Istruttore, la cui remunerazione è di circa 9.300 euro; il Funzionario è in possesso di laurea in Economia, mentre per l’Istruttore è ritenuto sufficiente un Diploma di Ragioneria.

Compito primario dell’Ufficio in questione è quello di creare una banca dati relativa ai contribuenti di tutta la Comunità Collinare ed al contempo divisa per i singoli Comuni tali da potere garantire un gettito tributario realmente corrispondente alle stime previste in fase di Bilancio dai singoli Comuni; in questo modo dovrebbe rivelarsi più semplice controllare il fenomeno dell’evasione che è andato insidiandosi nel territorio.

L’opera di recupero dell’evaso dovrebbe fare affluire nelle casse dei Comuni e di conseguenza della Comunità una cifra tale da consentire in parte il finanziamento della struttura, che quindi vedrebbe ammortizzata in partenza i propri costi di gestione ed attuazione.

L’Ufficio non si occuperà solamente di recuperare l’evasione, ma andrà a realizzare uno sportello all’interno del territorio della Comunità pronto a soddisfare gli eventuali bisogni della popolazione e a chiarire i dubbi relativi la tassazione, gli abitanti potranno dunque avere un contatto diretto con le problematiche inerenti la propria posizione contributiva.

L’Ufficio al termine della sua installazione realizzerà una cartella Unica del contribuente, trasformando la Tassa Rifiuti in Tariffa, come previsto da legge, ed indicando per ogni cittadino le aliquote fissate liberamente da ciascun Comune.

Per un buon funzionamento della struttura si affianca ai due impiegati la società specializzata Trisoft s.n.c., in grado di offrire il know how necessario.

Teoricamente il costo di questo servizio di consulenza e di supporto sarà coperto dall’evaso recuperato. Una volta terminato l’affiancamento, che sarà a tempo determinato, si ritiene che l’ufficio potrà essere in grado di svolgere il proprio ruolo attraverso la creazione ed il continuo aggiornamento di uno schedario relativo a tutti i cittadini dei singoli Comuni.

È importante sottolineare che la nuova struttura non inciderà in alcun modo sulla definizione delle aliquote delle varie tasse che rimarranno esclusiva competenza delle singole amministrazioni; essa offrirà in cambio di una piccola percentuale dei tributi riscossi un supporto completo a tutte le operazioni tributarie; questi costi a carico delle singole amministrazioni saranno bilanciati in primo luogo dal minor costo del servizio offerto dalla Banca Popolare di Novara, si valuta che la stampa e l’invio dei singoli bollettini che ora è effettuato tramite la Sestri s.p.a. in molti Comuni per la cifra di 3.500 lire ognuno sarà ridotta a 2.000/2.500 lire, ed in secondo luogo da in significativo recupero dell’evasione fiscale.

5.3 Ufficio amministrazione e gestione del personale

Quest’Ufficio sarà costituito da due persone, il Segretario della Comunità Collinare ed un dipendente di uno dei Comuni facenti parte della Comunità Collinare legato da un contratto di collaborazione.

I costi della struttura, per quanto riguarda il personale, saranno di circa 3.100 euro ,oltre gli oneri riflessi, per il Segretario della Comunità e di circa 7.200 euro, oltre gli oneri riflessi, per il Responsabile unico.

Scopo primario dell’Ufficio sarà quello di affiancare l’Amministrazione nell’analisi dei costi e dei benefici delle pratiche nascenti nell’Ufficio di Progettazione; inoltre organizzerà per tutti i membri della Comunità, ad un costo sicuramente minore rispetto a quelli che interesserebbero ogni Comune preso singolarmente, i lavori di un unico Nucleo di Valutazione previsto nel contratto dei dipendenti degli EE.LL.

Ultima cosa, ma non per questo di minore importanza, l’Ufficio si occuperà anche di coordinare ed organizzare l’attività di formazione del personale dipendente appartenente alle singole amministrazioni.

5.4 Ufficio finanziario

Anche in questo caso si vede il coinvolgimento del personale già appartenente alle amministrazioni interessate nella Comunità, questo Ufficio prevede infatti un unico dipendente, preferibilmente legato all’Unione, che sarà assunto con un contratto di collaborazione e di supporto, per quelle che sono le sue competenze istituzionali, al Segretario della Comunità Collinare.

La remunerazione di questo dipendente sarà pari a circa 6.700 euro annui più oneri riflessi. L’ufficio in questione è necessario in qualunque organismo pubblico si vada a formare, suo compito primario sarà la determinazione di tutte le operazioni finanziarie a carico della Comunità Collinare ed il calcolo degli eventuali riparti di costi fra tutti i Comuni; esso inoltre si occuperà di redigere il Bilancio, il Conto Consuntivo e tutti gli altri documenti finanziari previsti dalla vigente normativa.

5.5 Ufficio di promozione turistica

Il funzionamento di quest’Ufficio prevede l’assunzione part time o con contratto di collaborazione di un impiegato, il quale svolgerà circa 10 ore lavorative settimanali per un compenso di circa 4.100 euro anni oltre gli oneri riflessi.

Scopo principale di questa struttura è quello di sostenere e promuovere lo sviluppo turistico del territorio, tutto ciò basandosi principalmente sulla collaborazione che sarà attivata con le Pro Loco locali, con gli imprenditori interessati e con le altre pubbliche amministrazioni.

5.6 Ufficio di polizia municipale intercomunale

Questa struttura dovrebbe essere composta da quattro Vigili Urbani distaccati dai Comuni di appartenenza.

Il costo del personale sarebbe pari alla normale retribuzione dei quattro Vigili, alla quale andrebbe aggiunta l’indennità di responsabilità per uno di loro, e sarebbe finanziato con il trasferimento delle relative risorse dai Comuni di appartenenza.

Le funzioni da svolgere al servizio della Comunità sarebbero quelle tipiche dei Vigili Urbani, ovvero controllo della viabilità ed ordine pubblico sul territorio.

6. Contributi alla Comunità
6.1 Contributi regionali e statali per l’anno 2000

La prima richiesta di contributi alla Regione la Comunità Collinare Alto Astigiano l’ha effettuata nel 2000 attraverso una raccomandata, oggetto della stessa era per l’appunto la domanda di contributo regionale a parziale copertura delle spese di impianto e/o attivazione relative all’anno 2000 da parte di forme associative costituite nell’anno 2000.

L’Unione richiedeva la concessione di un contributo regionale, di 120.000.000 di lire (180.000.000 I.V.A. compresa), necessario per sostenere la costituzione avvenuta il 20 ottobre 2000 e per poter sostenere servizi e funzioni comuni quali:

  • viabilità;
  • raccolta differenziata;
  • protezione civile;
  • organizzazione scolastica.

Nella raccomandata si faceva riferimento alla durata minima dell’Ente, almeno triennale, e ci si impegnava inoltre a rendicontare entro sei mesi dal ricevimento del contributo, con apposita relazione, l’utilizzazione del contributo stesso ed a documentare l’avvenuta costituzione trasmettendo, entro il 28/2/2001, copia delle deliberazioni degli Enti aderenti e dei relativi atti costitutivi e statuti.

Due settimane dopo l’invio della raccomandata la Regione rispondeva prontamente agli interessati che il contributo richiesto, di 120.000.000 di lire + I.V.A., veniva concesso con riserva in attesa del provvedimento della Giunta Regionale di cui all’art.6 della l.r. 44/200.

Come richiesto dalla legge il 12/11/2001 la Comunità Collinare - Unione di Comuni "Alto Astigiano" tramite il suo Presidente, Dr. Giorgio Musso, attestava e dichiarava che il contributo Regionale era stato investito nella realizzazione di un sistema informatico territoriale necessario per la digitalizzazione delle mappe catastali e per l’informatizzazione di tutti i Piani Regolatori per la compilazione automatica dei CDU dei Comuni aderenti all’Unione.

I contributi non sono e non venivano erogati solamente dalla Regione, ma anche dallo Stato, ecco allora che il 29/11/2000 una raccomandata di richiesta di fondi erariali per la costituzione dell’Unione veniva indirizzata al Ministero dell’Interno.

Nella lettera si attestava che la popolazione dei Comuni uniti era di circa 11.000 abitanti, che il numero di Comuni uniti era pari a 14, e si forniva un elenco dei servizi che si intendeva attivare in forma associata, ovvero:

  • organizzazione e promozione per la realizzazione di opere pubbliche di interesse collettivo, con salvaguardia del contesto naturale, storico ed architettonico;
  • promozione e gestione del territorio, con particolare attenzione alle attività agricole;
  • manutenzione della viabilità;
  • raccolta e trasporto dei rifiuti, con incentivazione di forme per la raccolta differenziata e per il riutilizzo;
  • organizzazione di interventi di ripristino e recupero ambientale;
  • organizzazione e gestione del servizio di polizia urbana e rurale;
  • gestione del servizio di protezione civile;
  • valorizzazione e tutela dell’organizzazione scolastica locale;
  • organizzazione e gestione del servizio di trasporto locale, ed in particolare del trasporto scolastico;
  • promozione e realizzazione di strutture sociali di orientamento e formazione per i giovani;
  • promozione dell’attività ricettivo turistica, attraverso la valorizzazione delle potenzialità ricreative e culturali dell’ambiente naturale e rurale;
  • salvaguardia e valorizzazione delle arti, tradizioni popolari e dei prodotti tipici;
  • organizzazione di funzioni e servizi amministrativi, legali, finanziari, tecnici ed alla collettività.

Vediamo ora quali sono i servizi che l’Unione dei Comuni ha posto in essere dal 20/10/2000 ed i loro costi rapportati a circa due dodicesimi per il suddetto anno:

SPESE CORRENTI
Descrizione Spese Sostenute
Manutenzione e viabilità 132.000.000
Servizio rifiuti - raccolta 101.500.000
Polizia urbana e rurale 90.000.000
Protezione civile 4.500.000
Assistenza e trasporti scolastici 58.000.000
Cultura e beni culturali 2.500.000
Turismo 2.000.000
Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi dalla persona 36.000.000
Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali 7.500.000
Ufficio tecnico, servizi di progettazione 6.000.000
Totale spese correnti sostenute 440.000.000
SPESE IN CONTO CAPITALE
Descrizione Spese Sostenute
Viabilità 235.000.000
Gestione del territorio e dell’ambiente 6.000.000
Totale spese d’investimento sostenute 241.000.000
6.2 Contributi regionali e statali per l’anno 2001

Per l’anno 2001 ci troviamo d’innanzi una situazione più critica per quanto riguarda i contributi, questi in effetti non sono sufficienti per coprire integralmente tutte le richieste e sono così ripartiti proporzionalmente fra tutte le Unioni.

L’Unione Collinare Alto Astigiano fece una prima richiesta per un contributo regionale per l’anno 2001 di lire 72.000.000, corrispondente al 60% del contributo del 2000, che venne accettata con riserva dalla Regione per il totale dell’importo, e poi inviò alla Regione Piemonte una seconda richiesta di fondi, sostitutiva della prima, nella quale la cifra passava dai 72.000.000 a 77.000.000 di lire (pari a 39.767,18 euro) per spese di ampliamento, fatta eccezione per quelle relative alle indennità degli amministratori e agli stipendi del personale, delle attività gestite in forma associata così determinato:

  • £ 6.000.000 pari ad euro 3.098,74 per incremento trasporto pubblico locale (acquisto tessere d’argento);
  • £ 20.000.000 pari ad euro 10.329,14 per l’Informatizzazione degli Uffici e attività degli Enti;
  • £ 3.000.000 pari ad euro 1.549,37 per turismo e manifestazioni turistiche;
  • £ 10.000.000 pari ad euro 5.164,56 per la gestione ed il controllo dei tributi;
  • £ 10.000.000 pari ad euro 5.164,56 per personale ed organizzazione.

Anche questa seconda richiesta venne accettata con riserva in toto dal settore autonomie locali della Regione Piemonte.

Così come già era avvenuto per l’anno precedente anche per l’anno 2001 l’Unione effettuava formale richiesta di fondi erariali ai sensi degli art. 62, 26/bis e 28 della Legge 142/90.

A fronte dei servizi svolti dalla Comunità in forma associata che caratterizzarono il 2000 vi era però da evidenziare una variazione del loro numero in relazione alla quale i Comuni associati impegnarono ulteriori spese correnti per un importo di £. 35.000.000.

Nei seguenti prospetti analizziamo i singoli servizi offerti dall’Unione ed i rispettivi costi, evidenziando poi il diverso peso coperto da ogni singolo Comune.

COMUNITÀ COLLINARE ALTO ASTIGIANO - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 400.521.885 194.506.349 318.679.309 143.555.702 52.048.762 1.109.312.007
RACC. TRASP. RIF. DIFF.   74.072.000 639.678.861 273.655.756 733.757.986 1.721.164.603
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 397.058.004 12.397.080 117.660.686   30.925.091 558.040.861
PROTEZIONE CIVILE         5.691.968 5.691.968
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS. 43.442.512 111.181.400 171.111.902 11.648.368 46.209.394 383.593.576
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   36.022.000 68.222.860 3.248.000 6.394.120 113.886.980
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC. 81.602.910 7.501.308 61.261.406 13.193.163 185.558.335 349.117.122
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA   22.907.510 61.980.054 22.069.607 30.565.000 137.522.171
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI 3.000.000 6.000.000 28.850.286   7.400.000 45.250.286
PROGETTAZIONE OO.PP.     50.103.459     50.103.459
CONTROLLO PERSONALE     15.000.000     15.000.000
FORMAZIONE PERSONALE     20.000.000     20.000.000
TOTALE 925.625.311 464.587.647 1.552.548.823 467.370.596 1.098.550.656 4.508.683.033

COMUNITÀ COLLINARE ALTO ASTIGIANO - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 1.168.389.298 28.792.680 149.205.920   1.346.387.898
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 510.684.415 45.000.000   31.428.615 587.113.030
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI 128.000.000 2.630.400 13.397.000 62.580.910 206.608.310
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 363.929.934 12.000.000   10.640.200 386.570.134
TOTALE 2.171.003.647 88.423.080 162.602.920 104.649.725 2.526.679.372

Comune di Aramengo - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 35.665.000 4.765.000 14.672.000 1.470.000 2.303.000 58.875.000
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     32.124.000   54.319.000 86.443.000
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE     520.000     520.000
PROTEZIONE CIVILE         500.000.000 500.000
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   261.000 1.000.000     1.261.000
tRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   4.000.000 14.321.000 3.248.000   21.569.000
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.     120.000   13.530.000 13.650.000
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI     2.500.000     2.500.000
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 35.665.000 9.026.000 65.257.000 4.718.000 70.652.000 185.318.000

Comune di Aramengo - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 34.996.000   5.253.000   40.249.000
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 34.996.000   5.253.000   40.249.000

Comune di Passerano Marmorito - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 43.550.133 148.000 17.841.347   2.613.930 64.153.410
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     24.999.400   48.037.495 73.036.895
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE            
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.     518.694   4.700.045 5.218.739
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   3.917.000 4.590.160     8.507.160
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.         4.422-109 4.442-109
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA   700.000       700.000
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 43.550.133 4.765.000 47.949.601   57.159.601 153.424.353

Comune di Passerano Marmorrito - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 48.793.000   2.308.920   51.101.920
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 48.793.000   2.308.920   51.101.920

Comune di Moransengo - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   4.951.000 8.000.000 11.254.000   24.205.000
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     16.300.000   20.000.000 36.300.000
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE     1.000.000     1.000.000
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   723.000       723.000
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   3.105.000 4.379.000     7.484.000
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA         4.000.000 4.000.000
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI         6.286.000 6.286.000
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE   8.799.000 29.679.000 11.254.000 30.286.000 79.998.000

Comune di Moransengo - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 774.036       774.036
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 774.036       774.036

Comune di Buttigliera d’Asti - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   35.220.771 19.423.439 35.732.128 174.400 90.559.738
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     102.942.503 214.397.288   317.339.7913
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 65.296.925 974.440 94.114.700   4.325.000 164.711.065
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.            
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   5.000.000 3532.700     8.532.700
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA     20.761.200     20.761.200
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.     32.055.459     32.055.459
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 65.296.925 41.195.211 272.839.001 250.129.416 4.499.400 633.959.953

Comune di Buttigliera d’Asti - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 80.379.360       80.379.360
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 15.817.030       15.817.030
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 96.196.390       96.196.390

Comune di Pino d’Asti - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 1.500.000 1.500.000 4.000.000   25.768.847 32.768.847
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     21.741.750   22.000.000 43.741.750
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE            
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   544.180     2.300.000 2.844.180
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.            
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.       70.574   70.574
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 1.500.000 2.044.180 25.741.750 70.574 50.068.847 79.425.351

Comune di Pino d’Asti - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 4.500.000       4.500.000
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 35.000.000       35.000.000
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI   2.630.400     2.630.400
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 39.500.000 2.630.400     42.130.400

Comune di Castelnuovo Don Bosco - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 82.561.132 20.134.108 183.466.211 9.570.439 6.873.400 302.605.290
RACC. TRASP. RIF. DIFF.   500.000 161.324.185 50.000.675 412.793.000 624.617.860
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 136.380.646 9.422.640 22.025.986   10.652.936 178.482.208
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   46.880.728 92.324.128 9.642.748 19.829.003 168.676.607
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.            
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC. 81.602.910 7.501.308 18.441.960 11.149.270 127.544.071 246.239.519
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA   16.467.510 40.093.652 18.106.856 18.965.000 93.633.018
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 300.544.688 100.906.294 517.676.122 98.469.988 596.657.410 1.614.254.502

Comune di Castelnuovo Don Bosco - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 128.394.445   140.564.000   268.958.445
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI 128.000.000   2.964.000 62.580.910 193.544.910
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 256.394.445   143.528.000 62.528.000 462.503.355

Comune di Moriondo Torinese - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 38.155.417 24.033.325 11.250.600   2.393.600 75.832.942
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     60.861.780   57.651.072 118.512.852
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 48.756.483       3.875.210 52.631.693
PROTEZIONE CIVILE         400.000 400.000
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS. 43.442.512 19.285.289 45.465.245 5.620 4.138.185 112.337.551
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.            
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA         3.000.000 3.000.000
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI 3.000.000   24.350.285     27.350.286
PROGETTAZIONE OO.PP.     18.048.000     18.048.000
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 133.354.412 43.319.314 159.975.911 5.620 71.458.067 408.113.324

Comune di Moriondo Torinese- SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 6.411.260   1.080.000   7.491.260
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 159.867.385     30.428.615 190.296.000
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI     5.433.000   5.433.000
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 166.278.645   6.513.000 30.428.615 203.220.260

Comune di Capriglio - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   2.000.000 14.040.533 26.650.308   42.690.841
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     10.779.996     10.779.996
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE            
PROTEZIONE CIVILE         278.000 278.000
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.            
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.            
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.         6.396.000 6.396.000
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA   1.100.000 350.000   500.000 1.950.000
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI     2.000.000     2.000.000
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE   3.100.000 27.170.529 26.650.308 7.168.000 64.088.837

Comune di Capriglio - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 21.600.000       21.600.000
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 83.000.000     10.640.200 93.640.200
TOTALE 104.600.000     10.640.200 115.240.200

Comune di Montafia - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 39.313.203 40.290.000 21.000.000 17.637.878 2.538.185 120.799.266
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     33.500.000 3.031.320   36.531.320
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 52.682.280 1.500.000     2.808.825 56.991.105
PROTEZIONE CIVILE         3.719.968 3.719.968
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.         2.000.000 2.000.000
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.     41.400.000   3.985.800 45.385.800
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.       950.000 19.668.000 20.618.000
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA       3.962.751 1.500.000 5.462.751
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI         7.400.000 7.400.000
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 91.955.483 41.790.000 95.900.000 25.581.949 43.680.778 298.888.210

Comune di Montafia - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 13.019.233       13.019.233
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 80.000.000     1.000.000 81.000.000
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 55.000.000       55.000.000
TOTALE 148.019.233     1.000.000 149.019.233

Comune di Albugnano - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 43.022.000 4.425.918 1.094.000 4.286.867 2.519.000 55.347.785
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     36.300.000 1.227.148 55.702.120 93.229.268
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE         3.250.000 3.250.000
PROTEZIONE CIVILE   9.630.983 25.803.835   13.979.976 49.414.794
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.            
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.     1.057.846 1.023.319 6.404.679 8.485.844
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.     775.202   1.600.000 2.375.202
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 43.022.000 14.056.901 65.030.883 6.537.334 83.455.775 212.102.893

Comune di Albugnano - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   8.792.680     8.792.680
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 80.000.000 45.000.000     125.000.000
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 155.000.000       155.000.000
TOTALE 235.000.000 53.792.680     288.792.680

Comune di Cerreto d’Asti - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 37.468.276 1.206.620 13.287.179 21.520.667 2.422.000 75.904.742
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     33.930.262     33.930.262
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE            
PROTEZIONE CIVILE         700.000 700.000
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   400.000       400.000
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.         1.000.000 1.000.000
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.     41.641.600   7.593.476 49.235.076
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI   2.640.000     1.000.000 3.640.000
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 37.468.276 4.246.620 88.859.041 21.520.667 11.715.476 163.810.080

Comune di Cerreto d’Asti - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ          
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 51.029.934       51.029.934
TOTALE 51.029.934       51.029.934

Comune di Mombello di Torino - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 42.819.807 2.912.403 2.595.000     48.327.210
RACC. TRASP. RIF. DIFF.     21.890.000   20.143.299 42.033.299
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE            
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.         1.430.000 1.430.000
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.         1.408.320 1.408.320
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 42.819.807 2.912.403 24.485.000   22.981.619 93.198.829

Comune di Mombello di Torino - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ          
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI          
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.) 19.900.000       19.900.000
TOTALE 19.900.000       19.900.000

Comune di Moncucco Torinese - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   37.000.000 8.000.000 10.000.000 2.000.000 57.000.000
RACC. TRASP. RIF. DIFF.   72.000.000 65.000.000 5.000.000   142.000.000
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 52.000.000       3.000.000 55.000.000
PROTEZIONE CIVILE            
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.   34.000.000 6.000.000 2.000.000   42.000.000
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.   20.000.000       20.000.000
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA   2.000.000       2.000.000
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI   6.000.000       6.000.000
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 52.000.000 175.000.000 79.000.000 17.000.000 5.000.000 324.000.000

Comune di Moncucco Torinese - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ   20.000.000     20.000.000
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 140.000.000       140.000.000
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI     5.000.000   5.000.000
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)   12.000.000     12.000.000
TOTALE 140.000.000 32.000.000 5.000.000   177.000.000

Comune di Berzano - i punti n ed o sono servizi conferiti nel corso dell’anno 2001
Interventi Correnti
Servizi
Personale Acquisto di beni e/o consumo di materie prime Prestazioni di servizi Interessi passivi ed oneri finanziari diversi Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 36.466.917 15.919.204 15.927.427 16.700.167 3.643.000 88.656.715
RACC. TRASP. RIF. DIFF.   1.572.000 18.294.985 790.487 43.469.000 64.156.442
ORGAN. GEST. POLIZIA URBANA E RURALE 41.941.670 500.000     3.013.120 45.454.790
PROTEZIONE CIVILE         100.000 100.000
INTERVENTI PER VALOR. ORGANIZ. SCOLAS.         132.187 132.187
TRASP. PUBBL. ED IN PART. TRASP. SCOL.            
CONTRIBUTI PER REALIZZA. PROGETTI PER ANZIANI E SOC.            
ORIENTAMENTO LAVORO PER GIOVANI            
TURISMO E CULTURA            
CONSULENZE LEGALI E ACC. E GEST. TRIBUTI            
PROGETTAZIONE OO.PP.            
CONTROLLO PERSONALE            
FORMAZIONE PERSONALE            
TOTALE 78.408.587 17.991.204 34.222.412 17.490.654 50.357.307 198.470.164

Comune di Berzano - SPESE IN CONTO CAPITALE
Interventi Per Investimenti
Servizi
Acquisizione di beni imm. Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mob., macch. ed attr. tecnico scient. Altri Totale
MANUTENZIONE VIABILITÀ 77.860.000       77.860.000
RIPRISTINO O RECUPERI AMBIENTALI 9.319.700   2.534.000 5.500.000 20.173.700
ACQUISTO MEZZI DI TRASPORTO SCOLASTICI O PER ANZIANI          
ACQUISTO MOBILI, MACCHINE, COMPUTER PER I SERVIZI TRIBUTARI O TECNICI O SOCIALI          
OPERE PUBLICHE DI VIABILITÀ (MAN. STR.)          
TOTALE 87.179.700   2.534.000 5.500.000 98.033.700

Il 2 febbraio del 2002, a seguito dei documenti redatti secondo le norme dettare dalla legge, giunse all’Unione di Comuni - Unità Collinare Alto Astigiano la tanto agognata lettera di risposta alla sua richiesta di contributi nella quale il Ministero dell’Interno comunicò che il contributo straordinario spettante all’Unione di Comuni per l’anno 2001 era pari a 654.921.996 lire.

L’introduzione della contabilità economica nella realtà degli enti locali comporta che si incominci ad intraprendere una sorta di pensiero aziendalistico anche nella gestione dei Comuni, delle Province, della Regione e dello Stato; si dovrà dunque cominciare a prendere confidenza con termini quali gestione, efficacia ed economicità.

Nelle discipline aziendalistiche, per gestione s’intende il "sistema delle operazioni simultanee e successive che dinamicamente si dispiega, finché l’azienda ha vita, per il raggiungimento dei fini della medesima"43.

Nonostante la gestione sia unitaria è possibile individuare tre aspetti differenti della stessa: quello finanziario, quello monetario e quello economico, ci si trova dunque a parlare di gestione finanziaria, che riguarda la provvista del capitale ed il suo impiego44, gestione monetaria, che concerne i movimenti effettivi di denaro, e gestione economica.

L’efficacia "riguarda il successo o meno con cui il produttore pubblico ottiene gli obiettivi prefissati ... L’efficacia coglie proprio la ragione d’essere del produttore pubblico, lo scopo finale del suo processo produttivo ... Ciò che conta sono i risultati dei servizi e dei programmi"45.

Il parametro che rileva la redditività dell’azienda è l’economicità, sintetizzandone il concetto si può affermare che "l’economicità aziendale è l’autosufficienza economica intesa in senso largo come attitudine della gestione a remunerare, con i ricavi, alle condizioni richieste dal mercato, o in generale, alle condizioni in cui l’impresa si sente vincolata, tutti i fattori produttivi, compreso il capitale, qualunque forma esso abbia, onde l’azienda abbisogna perché possa avere vita continua e conveniente sviluppo"46.

L’economicità della gestione delle aziende di erogazione47 differisce da quella delle aziende di produzione, in quanto si raggiunge quando vi è equilibrio tra risorse acquisite e costi sostenuti per il soddisfacimento dei bisogni pubblici secondo obiettivi prefissati; condizione fondamentale affinché si raggiunga lo stato di economicità aziendale è l’efficienza nell’attuare i processi della gestione, si deve mirare ad ottenere il massimo degli output con il minimo degli input.

Un’idea dell’evoluzione che ha caratterizzato l’Unione Collinare Alto Astigiano in termini di impegni economici ci viene data da un rapido confronto tra i dati inerenti alle spese correnti ed alle spese in conto capitale riferiti agli anni 2000 e poi 2001:

SPESE CORRENTI
DESCRIZIONE SPESE SOSTENUTE ANNO 2000 SPESE SOSTENUTE ANNO 2001
Manutenzione e viabilità 132.000.000 1.109.312.007
Servizio raccolta rifiuti 101.500.000 1.721.164.603
Polizia urbana e rurale 90.000.000 558.040.861
Protezione civile 4.500.000 5.691.968
Assistenza e trasporti scolastici 58.000.000 497.480.556
Cultura e beni culturali 2.500.000 67.522.171
Turismo 2.000.000 70.000.000
Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi dalla persona 36.000.000 349.117.122
Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali 7.500.000 45.250.286
Ufficio tecnico, servizi di progettazione 6.000.000 50.103.459
Controllo Personale - 15.000.000
Formazione Personale - 20.000.000
TOTALE 440.000.000 4.508.683.033
SPESE IN CONTO CAPITALE
DESCRIZIONE SPESE SOSTENUTE ANNO 2000 SPESE SOSTENUTE ANNO 2001
Manutenzione viabilità 235.000.000 1.346.387.898
Ripristino o recuperi ambientali 6.000.000 587.113.030
Acquisto mobili, macchine, computer, per i servizi tributari o tecnici o sociali - 206.608.310
Opere pubbliche di viabilità (manutenzione straordinaria) - 386.570.134
TOTALE 241.000.000 2.526.679.372

Il grande incremento di costi che si evince dai dati sopra esposti è giustificabile se si pensa che la struttura organica della Comunità Collinare Alto Astigiano ha cominciato ad operare intensamente nell’anno 2001.

In un primo tempo la costituzione di un nuovo ente comporta il rischio di una duplice convivenza di uffici, in quanto quelli già presenti rimangono operativi nei rispettivi Comuni e quelli di nuova istituzione hanno bisogno di un po’ di tempo per divenire operativi, il che può portare ad un incremento iniziale dei costi, per questo lo Stato sovvenziona le Unioni fornendo così i capitali necessari all’avviamento della nuova struttura.

Il vantaggio della centralizzazione dei servizi diviene rilevante se si ragiona in termini di economicità e di efficienza, infatti si incrementa sicuramente la capacità di gestione e di controllo degli operatori e si è in grado di incrementare la specializzazione, inoltre risulta più semplice effettuare un controllo per centri di costo.

7. Contabilità della Comunità
7.1 Introduzione48

Con il termine contabilità si indica generalmente quel sistema di rilevazioni, ottenute attraverso l’uso dei conti, che fornisce informazioni sulla gestione di un qualsiasi affare.

A sua volta il conto è quello strumento di rilevazione dei fatti della gestione, caratterizzato da un prospetto a due sezioni, ove sono accolte le opposte variazioni di valore subite da un dato oggetto nel corso dell’esercizio.

Il sistema della contabilità finanziaria si svolge secondo tre fasi temporali:

  • la prima è quella della programmazione finanziaria, la quale assume notevole rilevanza politico-amministrativa, in quanto in essa vengono decisi i programmi e gli indirizzi sia della gestione corrente sia di medio termine, i quali incidono anche sulla programmazione futura. In questa fase vengono predisposti e approvati importanti documenti contabili quali:
    • la relazione previsionale e programmatica;
    • il bilancio pluriennale;
    • il bilancio annuale di previsione;
    • il piano esecutivo di gestione;
  • poi abbiamo la fase della gestione del bilancio, ove si rilevano i fatti della gestione dal punto di vista finanziario, che interessano le entrate previste, le spese programmate e gli equilibri di bilancio nel loro divenire;
  • l’ultima fase è quella della chiusura ove, attraverso il conto del bilancio, vengono dimostrati i risultati finanziari della gestione e di amministrazione. Quindi, attraverso il prospetto di conciliazione, i dati finanziari del conto del bilancio vengono trasformati in valori economici e patrimoniali, i primi necessari alla compilazione del conto economico ed i secondi alla redazione del conto del patrimonio.
7.2 La relazione previsionale e programmatica49

In base all’art. 170 D.Lgs. 267/2000 la relazione previsionale e programmatica va allegata al bilancio di previsione; essa è predisposta dall’organo esecutivo e da questa presentata all’organo consiliare cui compete l’approvazione.

Lo schema di relazione, approvato con D.P.R. 326/1998, prevede per tutti gli enti soggetti alla disciplina l’indicazione obbligatoria di un nucleo di notizie fondamentali e indispensabili per l’attività di previsione. Questo vincolo di uniformità da la possibilità di disporre di informazioni contabili ed extracontabili omogenee dal punto di vista qualitativo e quantitativo, che hanno anche il vantaggio di essere comparabili nel tempo e nello spazio e suscettibili di consolidamento.

Tale documento di programmazione si divide in sei Sezioni, ove nella prima vengono illustrate le caratteristiche della popolazione, del territorio, dell’economia insediata e dei servizi dell’ente; nella seconda viene effettuata un’analisi delle risorse; nella terza sono invece presentati i programmi ed i progetti da attuare nel periodo di programmazione; nella quarta viene fatto il punto sullo stato di attuazione dei programmi deliberati negli anni precedenti; nella quinta sono rilevati i dati per il consolidamento dei conti pubblici ed infine nella sezione sesta sono inserite considerazioni concernenti la coerenza dei programmi rispetto agli atti programmatici della Regione.

L’indicazione di tutti i predetti dati, oltre ad avere lo scopo di programmare l’attività dell’ente in un determinato arco temporale, ha anche il fine di:

  • indicare, a memoria dei responsabili dei servizi, gli obiettivi da realizzare:
    • in termini di bilancio, stabilendo l’ammontare delle risorse di entrata da realizzare e degli interventi di spesa da effettuare;
    • in termini di efficacia dei servizi, dimostrando la capacità di raggiungere i livelli di output programmati o, in senso lato, di centrare gli obiettivi previsti;
    • in termini di efficienza dei servizi, ottenendo un rapporto output-input ottimale. La necessità di realizzare una gestione efficiente discende dal fatto che le risorse disponibili sono limitate e non sufficienti a raggiungere tutti gli obiettivi di cui la collettività abbisogna. Da ciò consegue che ogni azione o attività deve essere diretta a minimizzare gli sprechi dei mezzi utilizzati per realizzare almeno gli obiettivi prefissati. In questo senso il concetto di efficienza si identifica con quello di ottima allocazione delle risorse tra i bisogni collettivi ritenuti emergenti;
    • in termini di economicità dei servizi, minimizzando i rapporti costi-ricavi, quindi massimizzando i profitti o i benefici di cui gli amministratori hanno goduto per effetto di una gestione economicamente corretta.
  • Dimostrare la coerenza delle previsioni in riferimento ad altri strumenti di programmazione finanziaria, quali gli strumenti urbanistici ed i piani economico-finanziari.

La relazione previsionale e programmatica approvata dal Comitato Amministrativo della Comunità Collinare in data 9 aprile 2001 è stata redatta in base agli schemi approvati con il D.P.R. 326/1998 ed in conformità a quanto stabilito dallo statuto e dal regolamento di contabilità50.

Contiene l’illustrazione della previsione delle risorse e degli impieghi.

La sua redazione ha seguito tre fasi:

  • ricognizione dei dati fisici e illustrazione delle caratteristiche generali;
  • valutazione generale dei mezzi finanziari per le entrate;
  • esposizione dei programmi di spesa e degli eventuali progetti.

In particolare per l’entrata la relazione comprende una valutazione generale sulle risorse più significative ed individua le fonti di finanziamento, evidenziando l’andamento storico delle stesse ed i relativi vincoli.

Per la parte spesa la relazione è redatta per programmi, per progetti (anche se ad ogni programma corrisponde biunivocamente uno ed un solo progetto) rilevando distintamente la spesa corrente consolidata, quella di sviluppo e quella di investimento; comprende i programmi indicati nel bilancio annuale, ne specifica le finalità e definisce le risorse umane, strumentali e finanziarie a ciascuno di essi destinate.

Per quanto riguarda l’anno 2002 vediamo che per l’entrata e per la spesa il tutto rimane uguale al 2001 ai meri fini descrittivi, la relazione contiene inoltre:

  • la dimostrazione della coerenza dei programmi con i piani regionali di sviluppo, con i piani regionali di settore e con gli altri strumenti programmatori regionali;
  • l’indicazione dei parametri utili a misurare il grado di raggiungimento del risultato e di riferimento per il controllo tesi ad evidenziare in termini unitari i costi, i modi e i tempi dell’azione amministrativa;
  • la definizione dei servizi e delle attività dell’ente ed i rispettivi ruoli dei responsabili di procedimento (da nominarsi) affidando a ciascuno gli obiettivi e le risorse e indicando i tempi di attuazione;
  • la coerenza degli obiettivi con le previsioni annuali e pluriennali e con le linee programmatiche di mandato, con il piano generale di sviluppo, con gli strumenti urbanistici ed i relativi piani di attuazione, con il programma triennale.
7.3 Il bilancio pluriennale51

Ai sensi dell’art. 171, comma 2 del T.U.E.L., il bilancio pluriennale comprende il quadro dei mezzi finanziari che si prevede di destinare per ciascuno degli anni considerati, sia alla copertura di spese correnti che al finanziamento delle spese di investimento, con indicazione, per quest’ultimo, della capacità di ricorso alle fonti di finanziamento.

Il bilancio pluriennale è redatto in termini di competenza finanziaria (ciò significa che gli importi in esso iscritti sono quelli che si prevede di accertare ed impegnare in ciascun anno considerato), secondo i principi enunciati nell’art. 162 del T.U.E.L. ad esclusione di quello dell’annualità, ed ha a riferimento un numero di anni pari a quello del bilancio pluriennale della Regione di appartenenza e, comunque, non inferiore a 3 esercizi.

Ogni anno le previsioni già formulate vengono aggiornate per l’orizzonte pluriennale successivo:

  • prendendo in considerazione tutti gli elementi e le indicazioni riportati nella relazione previsionale e programmatica, che saranno poi trasformati in dati contabili;
  • adeguando i valori monetari nella misura che tenga conto del tasso di inflazione programmata, per rendere tale documento contabile rispondente ai valori reali dell’economia.

Gli stanziamenti del primo esercizio coincidono con quelli del bilancio annuale di competenza.

Ricordiamo che si ha equilibrio finanziario quando un investimento nell’arco temporale prescelto è in grado di produrre per ogni esercizio un volume di risorse finanziarie che consentono di fronteggiare l’ammontare degli esborsi monetari connessi al rimborso dei costi di realizzazione (o dei finanziamenti ottenuti) e al funzionamento dell’investimento.

Nella parte di spesa di bilancio pluriennale le previsioni vengono effettuate distintamente:

  • per le spese consolidate, che rappresentano quei mezzi finanziari necessari a garantire i servizi attivati ormai da tempo e correntemente erogati;
  • per le spese di sviluppo, che rappresentano quelle risorse finanziarie necessarie al finanziamento dei servizi che si intendono potenziare o istituire ex novo. In questi importi sono appunto inclusi i presunti costi di funzionamento degli investimenti che si intendono realizzare nel periodo (tit. I e III delle spese);
  • per le spese di investimento, che rappresentano quelle risorse necessarie alla realizzazione delle opere di cui al punto precedente (tit. III delle spese).

Sulla base della relazione previsionale e programmatica occorrerà valutare, con prudente apprezzamento ed attenta considerazione, l’ammontare dei mezzi finanziari acquisibili in ciascun anno e l’ammontare di quei mezzi che si prevede di destinare nello stesso anno alla copertura delle spese correnti e delle spese di investimento, indicando per queste ultime al capacità di ricorso al prestito.

Questi elementi sono rappresentati nel quadro dei mezzi finanziari.

La parte di entrata è divisa per ogni anno in:

  • Titoli, che indicano la natura dell’entrata, cioè la sua fonte di provenienza;
  • Categorie, che indicano la specie o tipologia dell’entrata di ciascuna fonte di provenienza;
  • Risorse, che indicano i singoli mezzi finanziari.

Per ciascuna risorsa sono indicati:

  • gli accertamenti risultanti dall’ultimo esercizio chiuso;
  • le previsioni dell’esercizio in corso e quelle degli esercizi successivi.

La parte spesa è rappresentata:

  • per programmi e progetti (complesso coordinato di attività da svolgere per il raggiungimento del fine prestabilito). Ai fini della rappresentazione contabile dei mezzi finanziari assegnati a ciascun programma, questi sono distribuiti fra gli interventi (righe) attinenti ai primi tre titoli di spesa;
  • per servizi. Per rappresentare contabilmente la somma attribuita a ciascun servizio, questa è distribuita tra gli interventi (righe), inerenti ai primi tre titoli di spesa;
  • per interventi, dove il valore di ciascun intervento (righe), afferente ai primi tre titoli di spesa, è equivalente alla somma dei corrispondenti interventi dei programmi o dei servizi.

In ciascuna delle precedenti rappresentazioni contabili sono indicate per colonna:

  • gli impegni risultanti dalla chiusura dell’ultimo esercizio;
  • le previsioni dell’esercizio in corso e quelle degli esercizi successivi.

Vediamo ora qual è il bilancio pluriennale che l’Unione Collinare Alto Astigiano ha redatto nel suo primo anno di vita, prima è meglio rilevare che al momento della sua stesura si sono verificati due problemi:

  • l’assenza di formalizzazione del contributo statale;
  • lo sfasamento temporale del contributo regionale che, da documentazione acquisita è relativo solo all’esercizio 2000 e che riguarda in effetti tre anni.

Nonostante i problemi sopra esposti il bilancio è stato redatto in conformità dell’art. 171 del D.Lgs. 267/00 e secondo lo schema approvato con il D.P.R. 194/199652. Tale documento è articolato in programmi e servizi ed analizzato per interventi.

Gli stanziamenti previsti nel bilancio pluriennale, che per il primo anno coincidono con quelli del bilancio annuale di competenza, hanno carattere autorizzatorio costituendo limite agli impegni di spesa:

Bilancio pluriennale *
Entrate Previsione 2001 Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004
Titolo I L
       
Titolo II L
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
Titolo III L
       
Titolo IV L
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
Titolo V L
       
Somma L
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
Avanzo applicato L
       
Totale L
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
Spese Previsione 2001 Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004
Titolo I L
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
200.000.000
103.291
Titolo II L
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
120.000.000
61.975
Titolo III L
       
Totale L
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266
320.000.000
165.266

Analizziamo ora il bilancio pluriennale 2002 - 2004 e vediamo che esso è redatto in conformità all’art. 171 del D.Lgs. 267/2000 e secondo lo schema approvato con il D.P.R. 194/1996.

Il documento, per la parte spesa, è articolato in programmi, titoli, servizi ed interventi.

Le spese correnti sono ripartite tra consolidate e di sviluppo.

Gli stanziamenti previsti nel bilancio pluriennale, che per il primo anno coincidono con quelli del bilancio annuale di competenza, hanno carattere autorizzatorio costituendo limite agli impegni di spesa.

Riportiamo ora un riepilogo delle previsioni 2002 - 2004 suddivise per titoli:

Entrate Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004 Totale triennio
Titolo I        
Titolo II 349.084,58 349.084,58 349.084,58 1.047.253,74
Titolo III 984.399,29 984.399,29 984.399,29 2.953.197,87
Titolo IV 139.443,36 139.443,36 139.443,36 418.330,08
Titolo V        
Titolo VI 134.278,81 134.278,81 134.278,81 402.836,43
Somma 1.607.206,04 1.607.206,04 1.607.206,04 4.821.618,12
Avanzo applicato        
Totale 1.607.206,04 1.607.206,04 1.607.206,04 4.821.618,12
Spese Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004 Totale triennio
Titolo I 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61
Titolo II 139.443,36 139.443,36 139.443,36 418.330,08
Titolo IV 134.278,81 134.278,81 134.278,81 402.836,43
Somma 1.607.206,04 1.607.206,04 1.607.206,04 4.821.618,12
Disavanzo di amm.ne        
Totale 1.607.206,04 1.607.206,04 1.607.206,04 4.821.618,12

In merito a tali previsioni non si può fare a meno di rilevare un mancato tentativo di addentrarsi in una maggiore precisione di stima sugli andamenti finanziari del triennio, evidentemente espressa dai totali uguali per tutto il periodo. Tale comportamento non può essere ritenuto condivisibile, ma è per altro verso giustificabile dalla già rilevata mancanza di storicità.

Bilancio pluriennale: equilibrio parte corrente
  Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004 Totale triennio
Entrate
Titolo I - II - III 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61
Totale       4.000.451,61
Spese
Titolo I - Spese correnti 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61
Titolo III - Rimborso quote capitale di mutui e prestiti        
Totale 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61
Differenze 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61
Finanziato con:
Quota oneri di urbanizzazione (..%)        
Mutuo per oneri fuori bilancio        
Avanzo di amministrazione per debiti fuori bilancio        
Totale 1.333.483,87 1.333.483,87 1.333.483,87 4.000.451,61

Parimenti si può dire per quest’ultima analisi, dove peraltro risulta evidente lo scopo e l’attività dell’Ente, inteso quale gestore di entrate correnti ed erogatore di servizi ai comuni partecipanti.

Investimenti bilancio pluriennale
Titolo II Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004 Totale triennio
Spese in conto capitale        
Programma n. 1        
Programma n. 2 126.532 126.532 126.532 379.596
Programma n. 3 12.911 12.911 12.911 38.734
Totale 139.443 139.443 139.443 418.330
 
Coperture finanziarie degli investimenti programmati
  Previsione 2002 Previsione 2003 Previsione 2004 Totale triennio
Titolo IV  
Trasferimenti c/capitale dallo Stato 12.911,42 12.911,42 12.911,42 38.734,26
Trasferimenti c/capitale dalla Regione 126.531,94 126.531,94 126.531,94 379.595,82
Trasferimenti c/capitale da enti pubblici        
Trasferimenti da altri soggetti        
Totale 139.443 139.443 139.443 418.330
Titolo V  
Finanziamenti a breve termine        
Assunzione di mutui        
Emissione di prestiti obbligazionari        
Totale        
Avanzo di amministrazione        
- Quota conc. edilizie        
Totale 139.443 139.443 139.443 418.330

Il programma 1 è l’insieme delle attività coordinate per la gestione dell’ufficio tributi dell’Unione. La scelta dell’attivazione di questo programma trova riscontro nel fatto che le piccole realtà comunali di questa Unione manifestano una reale carenza di personale per svolgere dette funzioni.

Il programma 2 è la gestione e conservazione del territorio ed OO.PP., esso si occupa di gestire le spese al fine di migliorare la viabilità dei Comuni aderenti e della progettazione di opere pubbliche. Questo programma risulta essenziale perché solamente pochi comuni dell’Unione dispongono di un proprio servizio tecnico in grado di assicurare un buon espletamento dei servizi in questione. Obiettivi di questo programma sono il miglioramento della viabilità degli enti aderenti anche attraverso l’acquisizione di idonei mezzi nonché la progettazione e direzione lavori per le OO.PP. sia per i singoli Comuni, sia per quelle realizzate direttamente dall’Unione.

Il programma 3 è inerente alla gestione delle spese correnti e parte delle spese in conto capitale, si tratta di un programma residuale comprendente tutte le spese correnti connesse ai servizi dettagliati precedentemente con eccezione di quelle che per una specifica competenza sono state inserite nei due precedenti programmi. Rientra in questo programma la gestione del personale degli uffici dell’Unione e la quota residuale delle spese in conto capitale destinata all’acquisto di beni mobili per il servizio di vigilanza53.

In sintesi il programma 2 ed il programma 3 prevedono investimenti finanziati rispettivamente dalla Regione e dallo Stato.

7.4 Il bilancio annuale di previsione54

Il bilancio annuale di previsione è redatto in termini di sola competenza finanziaria, in quanto in esso sono inserite solo le entrate che si prevede di accertare e le spese che si prevede di impegnare nell’esercizio.

Il bilancio di previsione ha carattere autorizzatorio perché gli stanziamenti di spesa costituiscono limite agli impegni, fatta eccezione per i servizi per conto di terzi. Questi ultimi rappresentano allo stesso tempo un debito ed un credito nei confronti dell’ente, quindi nel contesto perde significato la funzione autorizzatoria del bilancio. È invece essenziale, ai fini della sussistenza dell’equilibrio finanziario, il rispetto dell’equivalenza tra le previsioni di entrata e di spesa, da un lato, e gli accertamenti e gli impegni, dall’altro.

Il bilancio di previsione deve essere redatto nel rispetto dei principi contenuti nell’art. 162 T.U.E.L., e di quelli desumibili dal sistema giuridico generale.

Tra questi i più importanti sono:

  • il principio dell’annualità, secondo il quale le previsioni di entrata e di spesa di un dato bilancio annuale altro non sono che i diritti di credito e le obbligazioni di pagamento che si prevede sorgano nel dato esercizio finanziario. Ciò comporta che le previsioni contenute nel bilancio si riferiscano unicamente al solo anno finanziario;
  • il principio dell’unità, il quale afferma che il totale delle entrate serve a finanziare indistintamente il totale delle spese. In linea generale, quindi, non vi sono correlazioni fra entrate e spese, salvo le eccezioni di legge come le entrate vincolate a specifica destinazione;
  • il principio dell’universalità, il quale afferma che tutte le entrate devono essere iscritte in bilancio al lordo delle spese ad esse connesse, come pure tutte le spese devono essere iscritte per il loro importo integrale, senza alcuna riduzione collegata alle entrate ad esse pertinenti;
  • il principio della veridicità, il quale afferma che le previsioni di entrata devono essere realisticamente valutate in modo tale che esse corrispondano a quanto effettivamente i diversi cespiti possono produrre, evitando l’iscrizione di entrate dirette a pareggiare finanziariamente il bilancio; d’altro canto le previsioni di spesa devono essere iscritte in bilancio per l’importo reale che si ritiene di dovere sostenere nell’anno;
  • il principio dell’attendibilità, secondo il quale gli stanziamenti di entrata e di spesa devono essere suffragati da idonee analisi retrospettive, allo scopo di individuare il trend o altri elementi che possano influenzare il livello dei flussi finanziari previsti;
  • il principio della coerenza, il quale impone che le previsioni devono essere coerenti con gli altri atti della programmazione (art. 170 comma 7, D.Lgs. 267/2000). Al riguardo la relazione previsionale e programmatica deve dimostrare i nessi logici e la mancanza di contraddizioni degli stanziamenti di bilancio con gli altri atti della programmazione. In questo contesto entra in gioco anche la coerenza interna degli atti, che è elemento essenziale del controllo di legittimità del bilancio e del rendiconto (art. 133 T.U.E.L.);
  • il principio della compatibilità, secondo il quale il servizio finanziario è tenuto a verificare la compatibilità tra le varie previsioni di spesa, avanzate dai diversi responsabili dei servizi, da iscriversi nei bilanci annuale e pluriennale. Questo principio rientra in quello più generale secondo il quale al servizio finanziario è affidato il coordinamento e la gestione dell’intera attività finanziaria dell’ente (art. 153 T.U.E.L.);
  • il principio del pareggio finanziario, secondo il quale la somma di tutte le entrate deve essere uguale alla somma di tutte le spese. Deve inoltre sussistere l’equilibrio economico, il quale è realizzato quando le previsioni dei primi tre titoli di entrata sono maggiori o uguali alle previsioni di spesa corrente più le previsioni relative alle quote relative alle rate di ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari, le quali non possono avere altre forme di finanziamento salvo le eccezioni previste per legge;
  • il principio della flessibilità che permette di mantenere i predetti equilibri anche nel corso dell’esercizio. Essendo infatti il bilancio preventivo un documento di programmazione che ha per riferimento una realtà in continua evoluzione, talvolta risulta necessario procedere nel corso dell’esercizio a variazioni di bilancio, in quanto il fondo di riserva non risulta sufficiente ad assorbire scostamenti rilevanti. Anche quest’ultimo fondo può essere considerato un elemento di elasticità interno al bilancio, in quanto permette di mantenere l’entità dei valori totali nei termini preventivati senza dover ricorrere a vere e proprie variazioni di bilancio;
  • il principio dell’equivalenza dei servizi per conto di terzi, rappresentando questi nello stesso tempo un debito ed un credito per l’ente. Quindi questa uguaglianza deve rilevarsi in qualsiasi momento, sia tra le previsioni di entrata e di spesa, sia tra accertamenti ed impegni (art. 168 T.U.E.L.);
  • il principio della pubblicità, che tende ad assicurare ai cittadini ed agli enti di partecipazione la conoscenza dei contenuti più significativi del bilancio e dei suoi allegati nei modi previsti dallo Statuto e dai Regolamenti;
  • il principio della chiarezza, che permette l’attuazione del principio della pubblicità. Infatti se il bilancio fosse redatto in termini astrusi e difficilmente comprensibili, la sua pubblicazione sarebbe di per sé inidonea a rendere accessibile il contenuto dello stesso al cittadino;
  • il principio della trasparenza (art. 22 L. 240/1990), il quale è assicurato dal fatto che le entrate e le spese sono ordinate secondo le regole che disciplinano la struttura del bilancio (art. 165 T.U.E.L., principio di specificazione).

Per quanto riguarda la sua struttura rimane ancora da sottolineare che gli stanziamenti iscritti nei primi tre titoli costituiscono le entrate correnti, mentre quelli iscritti nel IV e V titolo rappresentano le entrate in conto capitale, che sono destinate al finanziamento degli investimenti.

Le categorie invece indicano la specie di entrata nell’ambito di ciascuna fonte di provenienza.

Infine le risorse sono le unità elementari delle entrate ed indicano i singoli mezzi finanziari.

La parte spesa è ordinata gradualmente in titoli, funzioni, servizi ed interventi.

I titoli indicano la destinazione economica delle spese, mentre le funzioni individuano le tipologie di attività espletate dall’ente locale.

I servizi rappresentano il trait d’union tra la struttura organizzativa dell’ente ed il sistema di bilancio, la loro articolazione rappresenta la struttura organizzativa standard di cui sicuramente è dotato ogni ente locale. L’assegnazione delle risorse finanziarie ai responsabili dei servizi permette l’attuazione del principio di separazione fra funzioni politiche e competenze gestionali. La ripartizione del bilancio in servizi permette di creare nel corso della gestione ed a consuntivo tanti budget quanti sono i servizi. L’operazione di assegnazione delle risorse a tali unità organizzative sarà infatti registrata anche in contabilità generale mediante l’utilizzo di conti d’ordine, i quali nel corso della gestione saranno soggetti a variazioni per effetto dell’esecuzione delle spese (impegno e liquidazione) e/o dell’aumento o riduzione dei fondi attribuiti ai responsabili (variazioni di bilancio e del piano esecutivo di gestione). Questa rappresentazione ha innegabili vantaggi, fra cui:

  • quello di evidenziare le risorse assegnate ai singoli responsabili dei servizi e, quindi, di esercitare un controllo sull’uso delle medesime ed individuare eventuali responsabilità gestionali;
  • quello di poter rappresentare la spesa del bilancio attraverso un diagramma circolare, ove ogni settore ha una grandezza proporzionale al peso percentuale degli stanziamenti dei singoli servizi rispetto al totale del bilancio. Questa rappresentazione inoltre potrebbe essere un valido ausilio per semplificare e rendere immediata la divulgazione dei contenuti significativi del bilancio tra tutti i cittadini, in adempimento all’obbligo stabilito dal comma 7, art. 162 T.U.E.L.

Quarta ed ultima componente strutturale della spesa è l’intervento. Si tratta dell’unità elementare dei servizi, ad eccezione che per il titolo IV, e la sua denominazione individua la finalità a cui è destinato lo stanziamento. Tra gli interventi meritano un piccolo approfondimento:

  • il fondo di riserva, ove è stanziata una dotazione finanziaria di valore non inferiore allo 0.3 e non superiore al 2% del totale delle spese correnti inizialmente previste nel bilancio. Tale fondo sarà utilizzato quando si verifichino esigenze straordinarie o se le singole dotazioni degli interventi di spesa corrente si rivelino insufficienti, in entrambi i casi previa delibera della Giunta Comunale;
  • il fondo svalutazione crediti, che ha la principale funzione di costituire una sorta di assicurazione interna per far fronte ad eventuali insolvenze dei debitori;
  • l’ammortamento dei beni. Questo intervento è istituito in ciascun servizio e contiene uno stanziamento di spesa per fare fronte agli ammortamenti di esercizio. Quindi in esso viene iscritto l’importo delle quote di ammortamento per l’esercizio finanziario relativo che, per le diverse categorie di beni, è determinato nelle seguenti percentuali del valore del cespite da ammortizzare:
    • Edifici 3%, ivi compresa la manutenzione straordinaria;
    • Strade, ponti ed altri beni demaniali 2%;
    • Macchinari, apparecchi, attrezzature, impianti ed altri beni mobili 15%;
    • Attrezzature e sistemi informatici, compresi i programmi applicativi, 20%.
    • Invece i beni mobili non registrati, se al 31/12/96 sono stati acquistati da oltre un quinquennio, possono essere considerati interamente ammortizzati.

Dal 2004 l’importo dell’ammortamento da iscrivere nei relativi interventi deve essere almeno pari al 30% del valore calcolato con le precedenti percentuali (art. 167, comma 1 T.U.E.L.).

In passato l’ammortamento era una mera operazione figurativa, in quanto le quote relative, anche se accolte nel titolo I delle spese (e per uguale importo nel titolo IV delle entrate), non concorrevano a determinare l’equilibrio di parte corrente: in base alla previgente normativa (art. 3 D.P.R. 421/1979) l’equilibrio di parte corrente era rispettato se le previsioni di competenza concernenti le spese correnti, al netto degli ammortamenti, e le quote di capitale delle rate di ammortamento dei mutui non erano complessivamente superiori alle previsioni di competenza dei primi tre titoli di entrata.

Lo scopo di questa operazione era quello di mettere in risalto l’incidenza del costo di reintegrazione del capitale impiegato nel corso dell’esercizio.

Nel nuovo ordinamento gli ammortamenti sono inseriti nel titolo I di spesa senza alcuna posta compensativa in entrata e rientrano nel computo dell’equilibrio di parte corrente (spese di funzionamento ed oneri di gestione).

La contabilizzazione però avviene in modo diverso, in quanto gli stanziamenti di spesa relativi agli ammortamenti non vengono impegnati, quindi a fine esercizio le somme relative rifluiscono nel risultato di amministrazione quali economie di spesa.

La parte spesa del bilancio di previsione si conclude con un riepilogo generale delle spese, ove vengono analizzate, in una sorta di tavola input-output le immissioni, rappresentate dagli interventi previsti, e le erogazioni, rappresentate dalle funzioni da espletare e servizi da fornire. Quindi all’intersezione delle righe e delle colonne di cui sopra si ha la quantità di risorse nell’intervento che si prevede sia necessario immettere nel sistema per erogare quello specifico servizio nell’arco di tempo considerato.

Gli art. 178-179 (Titolo III della Parte Seconda del T.U.E.L.) sono interamente dedicati alla gestione del bilancio; già a seguito della Bassanini bis e della Bassanini ter tutti gli atti di gestione sono di competenza dei dirigenti o (nei comuni privi di personale di tale qualifica) dei responsabili dei servizi.

In passato non era spesa particolare attenzione sul fronte delle entrate degli enti territoriali poiché, con la riforma tributaria del 1973, essi erano stati trasformati da enti impositori di tributi a enti retti da entrate trasferite dallo Stato; ciò ha fatto si che:

  • gli enti locali dilatassero in misura eccessiva le spese, in quanto non responsabilizzati sulla acquisizione delle risorse;
  • il servizio dei tributi venisse ridotto ai minimi termini, in quanto non essenziale per il reperimento dei mezzi finanziari.

Oggi, con il ripristino in capo ai Comuni di un potere tributario proprio e con il progressivo taglio dei contributi statali, si è dovuto accentuare l’interesse per le entrate proprie e per il servizio dei tributi, al quale, quindi, deve essere riconosciuto un ruolo primario nell’attività dell’acquisizione delle risorse e, in particolare, delle entrate tributarie.

La gestione delle entrate avviene attraverso le seguenti fasi:

  • l’accertamento. Questo costituisce la prima fase di gestione dell’entrata mediante la quale, sulla base di un’idonea documentazione, viene verificata la ragione del credito e la sussistenza di un idoneo titolo giuridico; viene quindi individuato il debitore, quantificata la somma da incassare ed infine fissata la relativa scadenza. Ora l’accertamento deve essere supportato da idonea documentazione fornita dal responsabile dell’entrata al responsabile del servizio finanziario, il quale esprime, se del caso, il parere sulla regolarità contabile e provvede alle annotazioni conseguenti nei registri contabili.
  • La riscossione. La riscossione è quella fase dell’entrata attraverso la quale i soggetti legittimati introitano materialmente le somme accertate previa emissione di ordinativo di incasso sottoscritto dal responsabile del servizio finanziario o da altro dipendente individuato dal Regolamento di contabilità.
  • Il versamento. È la fase che conclude il processo dell’entrata, dove le somme acquisite attraverso la riscossione vengono versate nella cassa dell’ente.

La gestione della spesa avviene attraverso le seguenti fasi:

  • l’impegno. L’art. 183, comma 1 T.U.E.L. dispone che con l’impegno a seguito di obbligazione giuridicamente perfezionata sono determinati la somma da pagare ed il soggetto creditore, è inoltre indicata la ragione e viene costituito il vincolo sulle previsioni di bilancio. Con l’impegno si perfeziona giuridicamente un debito effettivo, che verrà rilevato contabilmente dopo la regolare esecuzione della prestazione.
  • La liquidazione. L’ufficio che assume l’impegno definitivo, regolarmente costituito, dispone la liquidazione della spesa; si tratta della seconda fase della gestione della spesa, con essa, sulla scorta dei documenti e dei titoli che comprovano il diritto acquisito dal creditore, viene determinato l’ammontare della somma certa e liquida da pagare, nei limiti dell’impegno di spesa assunto.
  • L’ordinazione. Questo è l’atto con cui si prescrive al tesoriere dell’ente di provvedere al pagamento di una data somma alle condizioni e nei termini pattuiti con il creditore. Questo ordine assume la forma scritta di mandato di pagamento. Nel caso in cui la somma a disposizione sia insufficiente ed il pagamento invece sia necessario, il nuovo ordinamento (art. 195 T.U.E.L.) permette di adoperare, se disponibili, i fondi di cassa a destinazione vincolata. Ciò in generale comporta solo il mancato introito dei bassi interessi attivi dovuto al prelievo delle somme con vincolo di destinazione.
  • Il pagamento.

Gli equilibri di bilancio da salvaguardare nel corso della gestione sono:

  • il pareggio finanziario globale (semplicemente detto pareggio finanziario), costituito dall’equivalenza tra l’ammontare stanziato per le spese e quello realizzabile con le entrate della gestione;
  • l’equilibrio finanziario di parte corrente (anche detto equilibrio economico), il quale è realizzato allorché le risorse finanziarie complessivamente destinate alle spese correnti ed al pagamento delle rate di ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari non superino l’ammontare delle risorse realizzabili con i primi tre titoli di entrata. Affinché l’equilibrio economico sia effettivo, gli stanziamenti di spesa finanziati con le entrate iscritte nei titoli quarto e quinto non possono essere utilizzati per aumentare le spese finanziate con i primi tre titoli di entrata;
  • il pareggio tra le entrate e le spese dei servizi per conto di terzi. Queste partite rappresentano allo stesso tempo un debito ed un credito per l’ente, quindi l’equivalenza deve sussistere in ogni momento della gestione tra gli accertamenti e gli impegni e tra le previsioni in entrata e quelle in spesa sia a livello complessivo, sia a livello di ciascun capitolo. A tutela di questo equilibrio l’art. 175, comma 7, stabilisce il divieto di spostamento di dotazioni iscritte nei servizi per conto terzi in favore di altre parti di bilancio;
  • l’equilibrio finanziario dei prestiti a breve il quale deve sussistere sia tra le previsioni di entrata e di spesa (cat. 1 e 2 Tit. V dell’entrata uguale al complesso delle risorse assegnate alle cat. 1 e 2 Tit. III della spesa), sia tra gli accertamenti e gli impegni al netto degli interessi passivi corrispondenti, in quanto collocati nel titolo I della spesa. Quest’ultima uguaglianza è necessaria poiché i prestiti in parola, se attivati, costituiscono automaticamente un debito da restituire in tempi ravvicinati;
  • l’equilibrio degli investimenti. Il quale è realizzato allorché ad ogni spesa in conto capitale corrisponda uno o più stanziamenti di entrata indicanti le corrispondenti forme di finanziamento. Questo equilibrio inoltre si traduce in una uguaglianza tra le entrate e le spese in conto capitale, se il bilancio presenta contemporaneamente un pareggio economico e se nessuna delle entrate in conto capitale, che per legge possono finanziare le spese correnti, è destinata a tal fine.

Il bilancio di previsione del 2001 della Comunità Collinare Unione di Comuni Alto Astigiano si riferisce ad un ente neo costituito ed è pertanto privo di storicità, detto ciò è utile sottolineare che lo stesso esprime quanto ragionevolmente determinabile in termini di:

  • Risorse umane;
  • Risorse finanziarie;
  • Programmi.

Il Dottor Gian Carlo Aiassa, revisore dell’ente ha esaminato i documenti allegati al bilancio di previsione ed ha verificato che lo stesso è stato redatto nel rispetto di principi fondamentali quali:

  • Unità;
  • Annualità;
  • Universalità;
  • Integrità;
  • Veridicità ed attendibilità;
  • Pubblicità;
  • Pareggio finanziario complessivo.

Per dimostrare il rispetto di quest’ultimo principio è utile allegare il quadro generale riassuntivo:

Quadro generale riassuntivo
Entrate Spese
Cambio lira/euro 1.936,27
Titolo I: Entrate tributarie L.
200.000.000
103.291
Titolo I: Spese correnti L.
200.000.000
103.291
Titolo II: Entrate da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri enti pubblici anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla Regione L.
  Titolo II: Spese in conto capitale L.
120.000.000
61.975
Titolo III: Entrate extratributarie L.
 
Titolo IV: Entrate da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di credito L.
120.000.000
61.975
Totale entrate finali ... L.
320.000.000
165.266
Totale spese finali ... L.
320.000.000
165.266
Titolo V: Entrate derivanti da accensioni di prestiti L.
  Titolo III: Spese per rimborso prestiti L.
 
Titolo VI: Entrate da servizi per conto di terzi L.
50.000.000
25.823
Titolo IV: Spese per servizi per conto terzi L.
50.000.000
25.823
TOTALE ENTRATE ... L.
370.000.000
191.089
TOTALE SPESE ... L.
370.000.000
191.089
Avanzo di amministrazione L.
  Disavanzo di amministrazione L.
 
Totale complessivo L.
370.000.000
191.089
Totale complessivo L.
370.000.000
191.089

Procediamo ad una breve analisi dei dati sopra esposti:

  • Entrate correnti: le uniche entrate correnti sono rappresentate dal contributo dello Stato determinato in applicazione di legge;
  • Entrate in conto capitale: derivano da trasferimento regionale;
  • Titolo I: spese correnti

Le spese correnti riepilogate secondo gli interventi sono così previste:

Intervento Importo in migliaia di lire
Personale 29.000
Beni 141.000
Servizi 16.500
Imposte e tasse 12.500
totale 200.000
  • Interessi passivi ed oneri finanziari. Non sono previsti.
  • Ammortamenti. Poiché l’art. 167 D.Lgs. 267/2000 afferma che tutti gli enti a decorrere dal 2002 devono iscrivere nell’apposito intervento di ciascun servizio l’importo dell’ammortamento accantonato per i beni relativi, l’Unione non ha previsto ammortamenti per l’anno in questione.
  • Fondo svalutazione crediti. Non vi è accantonamento.
  • Fondo di riserva. La consistenza del fondo di riserva ordinario è pari allo 0,5% delle spese correnti.
  • Titoli II, spese in conto capitale.
  • L’ammontare degli investimenti complessivi è pareggiato dalle entrate ed essi destinate in conto capitale nel rispetto delle specifiche destinazioni di legge. Per chiarezza è meglio rappresentare le spese in conto capitale suddivise per funzione:
Funzione territorio ed ambiente
Beni mobili 20.000.000
Incarichi esterni 100.000.000
Totale 120.000.000

Si dimostra inoltre che è stato verificato l’equilibrio finale di bilancio:

Risultati differenziali
Cambio lira/euro 1.936,27
A) Equilibrio economico finanziario          
Entrate titoli I-II-III (+) in Lire
in Euro
200.000.000
103.291
La differenza negativa di ... in Lire
in Euro
 
Spese correnti (−) in Lire
in Euro
200.000.000
103.291
è finanziata con: in Lire
in Euro
 
Differenza in Lire
in Euro
  1. quota di oneri di urbanizzazione in Lire
in Euro
 
Quota di capitale amm.to (−) in Lire
in Euro
  2. mutuo per debiti fuori bilancio in Lire
in Euro
 
Differenza in Lire
in Euro
  3. avanzo di amministrazione per debiti fuori bilancio in Lire
in Euro
 
B) Equilibrio finale          
Entrate finali (av.+titoli I-II-III-IV) (+) in Lire
in Euro
320.000.000
165.266
 
Spese finali (disav. + titoli I - II) (−) in Lire
in Euro
320.000.000
165.266
Saldo netto da Finanziare (−) in Lire
in Euro
 
Impiegare (+) in Lire
in Euro
 

Dai prospetti di cui sopra risulta immediato estrapolare degli indicatori finanziari ed economici generali, in merito a tali indicatori osserviamo che:

  • L’indice di autonomia finanziaria è pari a zero per mancanza di entrate ai tit. I e III.
  • L’indice di autonomia impositiva è pari a zero per mancanza di entrate a titolo I.
  • Gli indici di intervento erariale e di intervento regionale evidenziano l’ammontare delle risorse per ogni abitante trasferite dai due livelli di governo e sono pari a:
    • Intervento erariale = 200.000.000 lire / 10.700 = 18.692 lire pro-capite in conto spesa corrente;
    • Intervento regionale = 120.000.000 lire / 10.700 = 11.215 lire pro-capite in conto spesa capitale.
  • L’indice di rigidità della spesa corrente, pari a 17,63% evidenzia quanta parte delle entrate è assorbita dalle spese per il personale. Questo dato è basso, e proprio questo fatto costituisce una caratteristica peculiare della comunità collinare che, proprio grazie alla condivisione dei mezzi comuni, tende a minimizzare i costi fissi.
  • Il rapporto dipendenti popolazione è minimo.

Procediamo ora all’analisi dei dati inerenti l’Unione di Comuni Alto Astigiano per l’anno 2002, riportando il quadro generale riassuntivo delle previsioni di competenza, il riepilogo dei risultati differenziali e una tabella riassuntiva delle entrate a destinazione vincolata iscritte nel bilancio.

Quadro generale riassuntivo (dati in Euro)
Entrate Spese
Titolo I: Entrate tributarie   Titolo I: spese correnti 1.333.483,87
Titolo II: Entrate da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri enti pubblici 349.084,58 Titolo II: Spese in conto capitale 984.399,29
Titolo III: entrate da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti 139.443,36
Titolo V: entrate da accensione di prestiti 139.443,36 Titolo III: Spese per il rimborso di prestiti  
Titolo VI: Entrate da servizi per conto di terzi 134.278,81 Titolo IV: Spese per servizi per conto di terzi 134.278,81
Totale 1.607.206,04 Totale 1.607.206,04
Avanzo di amministrazione   Disavanzo di amministrazione  
Totale complessivo entrate 1.607.206,04 Totale complessivo spese 1.607.206,04

Siamo in grado di affermare che il bilancio di previsione 2002 risulta essere a tutti gli effetti il primo bilancio a regime della comunità, in quanto si è riempito di gran parte delle previsioni connesse agli obiettivi dell’Ente. Prova ne è la spesa corrente che passa da 177.907 euro del 2001 a 1.333.484 euro del 2002, dei quali la previsione 2001 non rappresentava che il 13%.

Procediamo ad una breve analisi dei dati sopra esposti:

  • Entrate Correnti. Queste sono rappresentate da trasferimenti e da entrate extra tributarie.
  • Per quanto concerne i trasferimenti (Tit. II) vi è esatta corrispondenza tra la natura dell’entrata e la classificazione. In particolare si ha:
    • Trasferimenti dello Stato - contributo ordinario 333.590,87 euro
    • Contributo regionale per progetto 15.493,71 euro
  • Per quanto riguarda le entrate extra tributarie si deve fare un distinguo tra al classificazione e la natura dell’entrata. In effetti il titolo è interessato da diverse entrate di natura tributaria che, non avendo la Comunità Collinare un’autonoma potestà soggettiva tributaria, sono state qui classificate:
    • (tra i proventi dei servizi pubblici) - Canone smaltimento rifiuti 774.685,35 euro
    • (tra i proventi diversi) - Accertamento ICI anni precedenti 100.000 euro
  • Entrate in conto capitale. In relazione agli investimenti previsti si rilevano le seguenti entrate accertate:
    • Trasferimenti straordinari dalla Regione 77.468,53 euro
    • Contributo regionale per attivazione comunità 61.974,83 euro
    • Titolo I, spese correnti
Intervento importo incidenza
Personale 77.951,81 5,85%
Acquisti 51.704,17 3,88%
Prestazioni 979.829,78 73,48%
Beni di terzi 9.812,68 0,74%
Trasferimenti 204.365,92 15,33%
Imposte e tasse 5.719,51 0,43%
Fondo di riserva 4.100,00 0,31%
Totale 1.333.483,87 100%
Funzione Importo Incidenza
Generali 326.849,44 24,51%
Polizia locale 29.000,00 2,17%
Istruzione pubblica 125.822,84 9,44%
Turistico 10.329,14 0,77%
Viabilità 39.770,48 2,98%
Rifiuti 785.185,35 58,88%
Sviluppo economico 16.526,62 1,24%
Totale 1.333.483,87 100,00%

Dalle tabelle appena pubblicate si evincono facilmente due dati:

  • le prestazioni di servizi assorbono il 73,48% della spesa corrente (per l’intervento);
  • le funzioni generali e gestione rifiuti assorbono nel complesso l’83,39% della spesa corrente.
  • Interessi passivi ed oneri finanziari. Non sono previsti.
  • Ammortamenti. Per l’esercizio 2002 vi è facoltà di iscrizione in bilancio degli ammortamenti finanziari (art. 27 della legge finanziaria 2002, che rinvia quanto previsto dall’art. 167 del D.Lgs. 267/2000). Di conseguenza l’Ente non ha previsto ammortamenti.
  • Fondo svalutazione crediti. Non vi è accantonamento.
  • Fondo di riserva. La consistenza del fondo di riserva ordinario è pari allo 0,5% delle spese correnti.
  • Entrate e spese da servizi per conto di terzi. Particolare rilevanza assume in questo bilancio il Tit. VI entrate e il Tit. IV spese data al gestione intercomunale. Il totale accertato/impegnato è pari a 134.278,81 euro (8,35% del totale entrate/spese)

È stato inoltre verificato l’equilibrio finale di bilancio qui dimostrato:

Risultati differenziali (dati in Euro)
A) Equilibrio economico finanziario      
Entrate titoli I-II-III (+) 1.333.483,87 La differenza di ......
è finanziata con:
1) quote di oneri di urbanizzazione (...%)
2) mutuo per debiti
3) avanzo di amministrazione per debiti fuori bilancio
 
Spese correnti (−) 1.333.483,87
Differenza  
Quote di capitale di ammortamento dei mutui (−)  
Differenza  
B) Equilibrio finale  
Entrate finali (av. + titoli I+II+III+IV) (+) 1.472.927,23
Spese finali (disav. + titolo I+II) (−) 1.472.927,23
Saldo netto da Finanziare  
Impiegare  

Tabella riassuntiva delle entrate a destinazione vincolata
  Entrate previste Spese previste
Contributo Stato 333.590,87 333.590,87
Contributo Regione sviluppo agricolo 15.493,71 15.493,71
Contributo Coldiretti sviluppo agricolo 1.032,91 1.032,91
Per contributi in c/capitale dalla Regione 139.443,36 139.443,36

Tra le entrate previste non è iscritta alcuna quota dell’avanzo di amministrazione, in quanto il primo rendiconto da approvare è il 2001.

Nel corso del 2001 vi è stata un’unica variazione di bilancio, che ha portato la complessiva previsione 2001 dagli originari 191.089 euro a definitivi 268.287 euro, intervenendo sostanzialmente sulla previsione di maggiori entrate da contributo stato per 73.583 euro.

Dai prospetti di cui sopra risulta immediato estrapolare degli indicatori finanziari ed economici generali, in merito a tali indicatori osserviamo che:

  • L’indice di autonomia finanziaria è pari a zero per mancanza di entrate ai tit. I e III.
  • L’indice di autonomia impositiva è pari a zero per mancanza di entrate a titolo I.
  • Idem rispettivamente per l’indice di pressione finanziaria ,è pari a zero per mancanza di entrate a tit. I e tit. III, e l’indice di pressione tributaria.
  • Gli indici di intervento erariale e di intervento regionale evidenziano l’ammontare delle risorse per ogni abitante trasferite dai due livelli di governo e sono pari a:
    • Intervento erariale = 349.084,58 euro / 10.700 = 31,18 euro (contro le 18.692 lire della previsione definitiva 2001) pro-capite in conto spesa corrente;
    • Intervento regionale = 77.468,53 euro / 10.700 = 7,24 euro pro-capite in conto spesa capitale.
  • L’indice di rigidità della spesa corrente, pari a 5,85% evidenzia quanta parte delle entrate è assorbita dalle spese per il personale. anche quest’anno risalta una peculiarità della comunità, ovvero la riduzione dei costi fissi attraverso la condivisione dei mezzi comuni. Tanto maggiore è il livello dell’indice, tanto minore è la possibilità per gli amministratori di impostare liberamente una politica di allocazione delle risorse.
  • Il rapporto dipendenti popolazione è minimo. (n. 6/10.700).
7.5 Il piano esecutivo di gestione55

Sulla base del bilancio di previsione annuale deliberato dal Consiglio, la Giunta definisce, prima dell’inizio dell’esercizio, il piano esecutivo di gestione, determinando gli obiettivi di gestione ed affidando gli stessi, unitamente alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei servizi.

La predisposizione del piano è facoltativa per gli enti con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti e per le Comunità Montane.

Il P.E.G. ha due funzioni principali:

  • essere un agile strumento di programmazione (sistema di budgeting) che collega gli obiettivi alle risorse. A tal fine gli obiettivi dovranno essere definiti in maniera puntuale, ordinati secondo priorità definite, misurabili sia in termini quantitativi che qualitativi; le risorse assegnate dovranno essere congrue con gli obiettivi;
  • costituire uno strumento di razionalizzazione dell’attività amministrativa grazie al trasferimento delle funzioni di spesa in favore dei dirigenti ed al successivo controllo della gestione.

Si può dunque affermare che il P.E.G. costituisce contemporaneamente:

  • un supporto al controllo di gestione, grazie all’individuazione dei centri di costo, degli obiettivi e delle dotazioni;
  • uno strumento di delega delle responsabilità di gestione in favore dei dirigenti, cui impone degli obiettivi e di cui delimita l’autonomia gestionale;
  • un momento per rivisitare l’organizzazione complessiva dell’ente (poiché occorre individuare i responsabili dei servizi e assegnare loro le relative dotazioni umane, strumentali e finanziarie).

Sulla base del bilancio della gestione corrente, il servizio finanziario, con congruo anticipo rispetto alla data in cui deve essere approvato il bilancio (31 dicembre), procede ad una valutazione di quanto potranno produrre i diversi cespiti afferenti ai primi tre titoli di entrata. In tale sede bisogna prendere in considerazione anche la delibera relativa alle tariffe dei servizi a domanda individuale.

Si passa quindi ad analizzare quelle grandezze della spesa che non possono essere variate nell’immediato per effetto di scelte politiche quali:

  • Personale;
  • Acquisto di materie prime e beni di consumo strettamente necessari al funzionamento dell’Ente e dei servizi obbligatori da esso erogati;
  • Trasferimenti obbligatori a enti, aziende speciali e partecipate;
  • Interessi passivi;
  • Imposte e tasse;
  • Ammortamento tecnico dei beni patrimoniali;
  • Verifica delle quote capitale delle rate ammortamento mutui, ecc.

La differenza fra le entrate e le spese, così analizzate, fornisce la disponibilità per le spese di funzionamento.

Poi si passa alla valutazione della capacità di investimento. Allorché si ricorra all’autofinanziamento, le fonti sono rappresentate da:

  • Entrate correnti destinate per legge agli investimenti;
  • Avanzo economico;
  • Alienazione di beni ecc.
  • Trasferimenti finalizzati agli investimenti;
  • Avanzo di amministrazione.

Invece per la quota di investimento realizzabile con il ricorso al credito occorre considerare le seguenti fonti:

  • Assunzione di mutui;
  • Emissione di prestiti obbligazionari;
  • Anticipazioni di cassa ecc.

Alla Giunta quindi viene comunicata la disponibilità dei suddetti mezzi finanziari; sulla scorta delle disponibilità finanziarie l’esecutivo stabilisce i programmi e gli obiettivi della gestione che con esse si possono realizzare.

Per attuare i programmi e realizzare gli obiettivi, ai responsabili dei servizi complessi sono attribuiti:

  • Beni strumentali;
  • Risorse umane;
  • Risorse finanziarie.

L’Unione Collinare Alto Astigiano, in quanto di dimensione inferiore ai limiti di legge, cioè 15.000 abitanti, non procede alla redazione del P.E.G.

7.6 Altri allegati al bilancio di previsione56

Gli altri allegati al bilancio di previsione sono:

  • la relazione dell’organo di revisione, che pur non essendo un vero e proprio allegato deve accompagnare lo schema di bilancio di previsione ai sensi dell’art. 174, comma 1 T.U.E.L. in essa viene espresso un motivato giudizio di congruità, di coerenza e di attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e dei programmi e dei progetti, anche tenuto conto del parere espresso dal responsabile del servizio (art. 239 T.U.E.L.);
  • il rendiconto deliberato del penultimo esercizio antecedente quello cui si riferisce il bilancio di previsione;
  • le risultanze dei rendiconti o conti consolidati delle unioni di comuni, aziende speciali, consorzi, istituzioni, società di capitali costituite per l’esercizio dei servizi pubblici, relativi al penultimo esercizio antecedente.
7.7 Il rendiconto della gestione57

Il rendiconto della gestione è composto dal conto del bilancio, dal conto economico e dal conto del patrimonio.

Il rendiconto della gestione deve essere deliberato dal Consiglio dell’ente entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello cui si riferisce (art. 227 T.U.E.L.)

Al rendiconto seguono una serie di allegati:

  • la relazione della Giunta al rendiconto della gestione;
  • la relazione del Collegio dei Revisori che in conformità con lo Statuto ed il regolamento dell’ente collabora con il Consiglio nella sua funzione di indirizzo e di controllo vigilando sulla regolarità contabile della gestione dell’ente; il collegio attesta l’esistenza di tale regolarità e la corrispondenza quindi del rendiconto alle risultanze della gestione proprio mediante tale relazione che accompagna la proposta di deliberazione del conto consuntivo;
  • l’elenco dei residui attivi e passivi distinti per anno di provenienza.
7.8 Il conto del bilancio58

Viene redatto per dimostrare l’esito della gestione rispetto alle previsioni e si conclude con la dimostrazione del risultato contabile di gestione e con quello contabile di amministrazione, in termini di avanzo, disavanzo o pareggio.

È bene ricordare che:

  • il risultato di gestione è pari alla differenza fra entrate accertate e spese impegnate nel corso dell’esercizio oggetto della rendicontazione. Questa grandezza, rilevata al momento dell’approvazione del rendiconto così come il risultato di amministrazione, è rappresentativa della gestione autorizzatoria di sola competenza;
  • il risultato di amministrazione è pari al fondo di cassa esistente alla chiusura dell’esercizio aumentato dei residui attivi (entrate accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio) e diminuito dei residui passivi (spese impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio). Il risultato di amministrazione deriva dalla gestione finanziaria in conto competenza ed in conto residui. L’eventuale avanzo può essere distinto nelle quattro seguenti allocazioni tecnico contabili (art. 186 T.U.E.L.):
    • Fondi non vincolati;
    • Fondi vincolati ad una specifica destinazione;
    • Fondi di ammortamento;
    • Fondi di finanziamento spese in conto capitale.

In particolare, il conto del bilancio, per le entrate distingue le somme accertate e riscosse da quelle ancora da riscuotere, mentre per le spese individua le somme impegnate e pagate da quelle impegnate ma ancora da pagare: tale distinzione viene effettuata sia per le risorse in entrata, sia per gli interventi di spesa, sia per i capitoli dei servizi per conto terzi.

In sostanza, con il conto del bilancio si perviene alla determinazione dei risultati finanziari della gestione. Questi vengono ricavati attraverso le seguenti operazioni:

  • calcolo per ciascuna risorsa o capitolo di entrata:
    • delle somme accertate e riscosse nell’esercizio;
    • delle somme accertate da riscuotere (residui attivi generati nella gestione di competenza). Questa ipotesi si verifica ogni qual volta lo sfasamento tra il momento dell’accertamento e quello della riscossione supera l’esercizio finanziario e riguarda quelle somme regolarmente accertate, cioè che poggiano su un preciso titolo giuridico tale da costituire l’ente locale creditore dell’importo;
    • delle somme previste e non accertate entro l’esercizio, che concorreranno negativamente a determinare i risultati finali di gestione quali minori accertamenti. Inoltre, stante la maggiore puntualità con cui nel nuovo ordinamento è stato definito il concetto di accertamento, non sarà più possibile escludere dal novero dei fondi in parola quelle somme che non poggiano su un preciso titolo giuridico, eliminando quindi una delle cause che in passato ha permesso di avere enti locali con bilanci ufficialmente in equilibrio ma sostanzialmente in dissesto;
  • calcolo per ciascun intervento o capitolo di spesa:
    • delle somme impegnate e pagate nell’esercizio;
    • delle somme impegnate e non pagate, le quali rappresentano i residui passivi della gestione di competenza. Ad eccezione degli impegni assunti, tutte le somme non supportate da precisa obbligazione giuridica non potranno essere portate a residui, quindi deve considerarsi illecita la prassi secondo cui a fine anno venivano assunte deliberazioni d’impegno finalizzato alla creazione in qualunque modo di residui passivi. Ciò infatti evitava la costituzione di economie di spesa e, nel contempo, dava l’opportunità di utilizzare dette somme nell’esercizio successivo, ove veniva effettivamente perfezionata l’obbligazione giuridica. Questo vincolo per l’assunzione della spesa stimolerà senz’altro le amministrazioni locali ad accelerare le procedure per la conclusione dei contratti entro la fine dell’esercizio, se gli stanziamenti relativi non rientrino tra quelli ad impegno automatico o se non siano riferiti a procedura di gara bandita prima della fine dell’esercizio; contrariamente si assisterà ad una sostanziale riduzione del volume dei residui passivi dell’esercizio e ad un corrispondente incremento dell’avanzo di amministrazione;
    • delle spese previste e non impegnate, che concorrono positivamente a determinare i risultati finali di gestione.
  • Riaccertamento dei residui passivi ed attivi delle situazioni pregresse.

Una volta determinate tutte le predette grandezze si è in grado di stabilire:

  • il risultato contabile della gestione, sottraendo al totale degli accertamenti il totale degli impegni dell’esercizio;
  • il risultato contabile dell’amministrazione, sommando al fondo finale di cassa (= fondo iniziale + riscossioni a competenza e a residui - pagamenti a competenza ed a residui) l’ammontare dei residui attivi pregressi e di competenza (questi ultimi pari a: impegni - pagamenti a competenza), tutti debitamente riaccertati negli importi e nelle ragioni del mantenimento.

Nel caso in cui dalle operazioni esposte in precedenza emerga un avanzo di amministrazione, esso sarà ripartito secondo la competenza in quattro fondi:

  • fondi vincolati: sono quelli stanziamenti per spese correnti correlati ad accertamenti di entrata, aventi destinazione vincolata per legge; tra questi vanno inclusi anche gli accantonamenti per svalutazione crediti e le somme previste per fare fronte ad eventuali debiti fuori bilancio e alle correlative spese per contenziosi civili;
  • fondi per il finanziamento di spese in conto capitale, costituiti da somme derivanti dall’assunzione di mutui a specifica destinazione o, comunque, destinate all’investimento;
  • fondi ammortamento, costituiti dalle risorse attribuite in sede di previsione agli appositi interventi di ciascun servizio del titolo primo della spesa. Imputare l’onere degli ammortamenti alle spese correnti, a differenza del passato, permette di attivare il circuito della reintegrazione dei beni usurati attraverso la trasformazione delle entrate correnti, che sono l’equivalente dei ricavi delle aziende di produzione, in investimenti. Le quote di ammortamento, per il mancato impegno (minori residui passivi di competenza), confluiscono automaticamente nell’omonimo fondo, ove saranno altresì contenute tutte le quote dei precedenti esercizi non ancora impegnate;
  • fondi non vincolati, che rappresentano la quota residuale dell’avanzo di amministrazione, la quale è normalmente generata da un avanzo di parte corrente (cd. Avanzo economico).

Confluiscono nei primi due fondi in linea generale le risorse soggetto ad impegno automatico, per le quali si è verificata mancata esecuzione della spesa vincolata nei termini prescritti, i valori contenuti nel fondo rischi per la parte che non ha avuto manifestazione finanziaria e così via. Nel primo caso infatti i corrispondenti residui, all’atto del riaccertamento, saranno mandati in economia nei suddetti fondi, affinché mantengano lo stesso vincolo di destinazione e quindi non vengano utilizzati per scopi diversi; nel secondo caso invece gli accantonamenti per rischi non impegnati, avendo specifica destinazione, dovranno per forza confluire nell’avanzo vincolato.

L’avanzo di amministrazione, i cui valori presunti furono iscritti in sede di previsione prima di tutte le entrate nel bilancio dell’esercizio precedente, una volta accertato con il conto del bilancio, può essere utilizzato per i seguenti scopi:

  • per il reinvestimento delle quote accantonate per ammortamento, provvedendo, ove l’avanzo non sia sufficiente, ad applicare nella parte passiva del bilancio un importo pari alla differenza;
  • per la copertura dei debiti fuori bilancio riconoscibili a norma dell’art. 194 T.U.E.L.;
  • per i provvedimenti necessari per la salvaguardia degli equilibri di bilancio di cui all’art. 193 T.U.E.L. ove non possa provvedersi con i mezzi ordinari, per il finanziamento delle spese di funzionamento non ripetitive in qualsiasi periodo dell’esercizio e per le altre spese correnti sono in sede di assestamento;
  • per il finanziamento di spese di investimento.

Al conto del bilancio sono annesse:

  • la tabella indicante l’andamento triennale dei parametri concernente l’efficacia e l’efficienza della gestione dei servizi;
  • la tabella degli indicatori finanziari ed economici generali dell’entrata;
  • le tabelle individuate dal Regolamento di contabilità dell’ente contenenti parametri aggiuntivi sull’efficacia ed efficienza dei servizi;
  • la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale.

Per quanto riguarda la Comunità Collinare Alto Astigiano da un’analisi del rendiconto per l’esercizio finanziario 2002 redatto dall’organo di revisione, Dott. Gian Carlo Aiassa, siamo in grado di rilevare che i pagamenti e le riscossioni, sia in conto competenza che in conto residui, coincidono con il conto del tesoriere dell’ente, banca CASSA RISPARMIO DI ASTI, reso noto nei termini di legge.

Nel corso dell’esercizio sono state apportate al bilancio di previsione delle variazioni, tutte sono supportate da deliberazioni regolarmente adottate ed esecutive ai sensi di legge.

ENTRATE Prev. iniziale Prev. definitiva Differenza Scostamento
Titolo I entrate tributarie        
Titolo II trasferimenti 200.000.000 342.476.610 142.476.610 71%
Titolo III entrate extra tributarie   2.000.000 2.000.000  
Titolo IV entrate da trasferimenti c/capitale 120.000.000 120.000.000    
Titolo V entrate da prestiti        
Titolo VI entrate da servizi per conto terzi 50.000.000 55.000.000 5.000.000 10%
TOTALE 370.000.000 519.476.610 149.476.610 40%
SPESE Prev. iniziale Prev. definitiva Differenza Scostamento
Titolo I spese correnti 200.000.000 344.476.610 144.476.610 72%
Titolo II spese in conto capitale 120.000.000 120.000.000    
Titolo III rimborso di prestiti        
Titolo IV spese per servizi per conto terzi 50.000.000 55.000.000 5.000.000 10%
TOTALE 370.000.000 519.476.610 149.476.610 40%

Queste variazioni mettono in evidenza un buon avvio dell’attività di programmazione dell’ente e in merito si rileva che rispetto al bilancio di previsione l’attività si è "riempita"59.

ENTRATE PREV. DEFINITIVA RENDICONTO DIFFERENZA SCOSTAMENTO
Titolo I entrate tributarie        
Titolo II trasferimenti 342.476.610 342.476.610    
Titolo III entrate extra tributarie 2.000.000 1.130.500 -869.500 -43%
Titolo IV entrate da trasferimenti c/capitale 120.000.000 120.000.000    
Titolo V entrate da prestiti        
Titolo VI entrate da servizi per conto terzi 55.000.000 10.385.000 -44.615.000 -81%
TOTALE 519.476.610 473.992.110 -45.992.110 -9%
SPESE PREV. DEFINITIVA RENDICONTO DIFFERENZA SCOSTAMENTO
Titolo I spese correnti 344.476.610 204.385.598 -140.093.012 -41%
Titolo II spese in conto capitale 120.000.000      
Titolo III rimborso di prestiti        
Titolo IV spese per servizi per conto terzi 55.000.000 10.385.000 -44.615.000 -81%
TOTALE 519.476.610 334.769.598 -184.702.012 -36%

Dall’analisi degli scostamenti tra il bilancio di previsione assestato ed il rendiconto si rileva che solo le spese correnti hanno visto un consistente slittamento alla realizzazione.

Rivolgiamo brevemente la nostra attenzione agli indici, anticipando che l’indice di autonomia impositiva e l’indice di pressione tributaria non sono applicabili all’ente in quanto non dispone di entrate tributarie proprie:

AUTONOMIA FINANZIARIA TITOLO I + TITOLO III × 100
TOTALE ENTRATE TIT. I+II+III
0.39%
INTERVENTO ERARIALE TRASFERIMENTI STATALI
POPOLAZIONE
32.007

Per quanto riguarda le entrate vediamo che il Titolo I è pari a zero, questo perché non sono previste entrate tributarie proprie.

Il Titolo II è composto dai soli trasferimenti correnti dello Stato.

Le entrate extra tributarie sono composte dai proventi dai servizi pubblici.

Per quanto riguarda le spese partiamo dall’analisi delle spese correnti e vediamo graficamente come vengono ripartite:

Classificazione 2001 dati in euro
Personale 12.111
Acquisto di beni 63.769
Prestazione di servizi 21.619
Utilizzo di beni di terzi  
Trasferimetni 6.946
Interessi passivi ed oneri finanziari  
Imposte e tasse 1.110
Oneri straordinari  
TOTALE 105.556
Entrate correnti + quota concessioni edilizie destinate a spese correnti 177.458
Spese correnti su entrate correnti 59,48%

Calcolando rapidamente l’indice di rigidità della spesa corrente, il quale evidenzia quanta parte delle entrate correnti è assorbita dalle spese per il personale e per il rimborso di rate di mutui, siamo in grado di valutare la libertà di cui godono gli amministratori nell’impostare la politica di allocazione delle risorse:

RIGIDITÀ SPESA CORRENTE SPESE PERS. + QUOTA AMM. MUTUI × 100
TOTALE ENTRATE TIT. I+II+III
6,82%

Per quanto riguarda il titolo II delle spese, ovvero quello inerente alle spese in conto capitale, vediamo che esse si riferiscono integralmente alla realizzazione del Sistema informativo Territoriale, e che sono state finanziate tramite contributo regionale.

In conclusione, per quanto riguarda l’autofinanziamento, vediamo che le entrate di cui al Titolo IV, le entrate di carattere eccezionale, l’avanzo economico, l’avanzo di amministrazione applicato in conto capitale, finanziano le spese in conto capitale, comprese le spese di carattere eccezionale per investimenti, integralmente.

7.9 Il conto economico60

Con il conto economico si evidenziano analiticamente i costi ed i ricavi della gestione e dalla loro differenza emerge il risultato economico.

Quest’ultimo, se positivo, sarà detto reddito, altrimenti perdita d’esercizio.

Possiamo dunque rilevare nel conto economico un documento di sintesi periodica, riferito all’intera attività dell’ente, che evidenzia i componenti positivi e negativi della gestione secondo i criteri della competenza economica61.

La gestione comprende le operazioni attraverso le quali si vogliono realizzare le finalità dell’ente. I componenti negativi sono riferiti ai consumi dei fattori impiegati nel circuito produttivo/erogativo, quelli positivi consistono nei proventi e ricavi che si sono formati in conseguenza dell’affluire delle risorse che rendono possibile lo svolgimento dei menzionati processi di consumo.

La competenza economica comporta, da una parte la considerazione di una relazione strumentale di causa effetto, fra il consumo dei fattori ed i servizi prodotti/erogati, dall’altra il riferimento dei proventi ad un periodo individuato e corrispondente tipicamente all’anno solare, di produzione/erogazione dei servizi dell’ente62.

Il conto economico ha forma scalare ed è strutturato nel seguente modo:

A. PROVENTI DELLA GESTIONE

...

B. COSTI DELLA GESTIONE

...

RISULTATO DELLA GESTIONE (A-B)

C. PROVENTI E ONERI DA AZIENDE SPECIALI E PARTECIPATE

...

RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA (A-B+/-C)

D. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI

...

E. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI

...

RISULTATO ECONOMICO DELL’ESERCIZIO (A-B+/-C+/-D+/-E)

Lo schema di conto economico è assai significativo sotto il profilo informativo, i proventi patrimoniali sono comunque indicati, la sua formulazione permette di comprendere il contributo delle diverse aree funzionali e costituisce un indispensabile supporto conoscitivo ad ogni valutazione sia di tipo consuntivo che prospettico.

Tra i componenti positivi (ricavi) l’art. 229 T.U.E.L. comprende:

  • I proventi della gestione costituiti da:
    • I tributi, i quali sono ricavi da classificare tra le entrate proprie dell’ente. Tra questi possiamo distinguere i proventi autonomi, quelli non autonomi e quelli speciali, quali ad esempio i diritti sulle pubbliche affissioni e relativo diritto accessorio;
    • I proventi da trasferimenti, tra i quali vengono compresi:
      • i trasferimenti correnti, da classificare tra le entrate derivate in quanto rappresentano un concorso dello Stato, della Regione o di altri enti al finanziamento dei bilanci comunali. In particolare i contributi statali sono il fondo ordinario, in fondo consolidato, il fondo perequativo degli squilibri di fiscalità locale ed il fondo nazionale speciale e quello ordinario per gli investimenti. I trasferimenti regionali invece sono attivati per la realizzazione dei piani regionali di sviluppo, dei programmi di investimento e per la copertura finanziaria integrale delle funzioni trasferite o delegate (art. 149 T.U.E.L.). Altresì sono previsti trasferimenti compensativi nel caso in cui la Legge statale o regionale preveda la gratuità dei servizi comunali o provinciali, o fissi prezzi e tariffe inferiori al costo effettivo. Comunque i trasferimenti statali devono essere utilizzati per assicurare i servizi indispensabili dell’ente locale, mentre maggiori o nuovi servizi sono finanziati nell’ambito delle entrate fiscali degli enti stessi;
      • la quota dei trasferimenti di capitale accertati per concessioni ad edificare finalizzata alle spese correnti, la quale non può essere superiore al 30% della categoria 5 "Trasferimenti di capitale da altri soggetti" del titolo IV delle entrate.
    • I proventi da servizi pubblici, i quali sono compresi tra le entrate extratributarie (titolo III) e rappresentano le entrate originarie ordinarie dell’ente. Tali introiti provengono dalla gestione dei seguenti servizi:
      • i servizi pubblici a carattere integrato;
      • i servizi pubblici a domanda individuale, i quali hanno la peculiarità di essere gestiti direttamente dall’ente e di essere erogati non per dovere istituzionale, ma a richiesta dell’utente;
      • i servizi amministrativi, i cui proventi sono rappresentati dai diritti di segreteria, di stato civile e per il rilascio delle carte di identità;
      • i servizi di vigilanza, le cui entrate sono costituite dalle sanzioni amministrative irrogate per violazione ai regolamenti comunali, ordinanze e norme di legge.
    • I proventi della gestione del patrimonio, i quali sono da classificare, come i proventi dei servizi pubblici, tra le entrate originarie ordinarie (titolo III) dell’ente locale. L’utilizzo ai fini economici del patrimonio dell’ente risponde ad una esigenza di attivazione di tutte le possibili fonti di reddito di cui l’ente può disporre. Infatti tali beni di regola devono essere dati in affitto, in locazione o in concessione. Concorrono a questa produzione di reddito anche i beni demaniali, allorché sottratti all’uso pubblico, vengano utilizzati dai privati in forza di un atto di concessione;
    • Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Si tratta di quei costi sostenuti tra le spese correnti per la produzione in economia di valori che produrranno utilità in più esercizi finanziari. Dal punto di vista patrimoniale essi rappresentano un aumento del valore delle immobilizzazioni a cui sono applicati. Per l’attuazione del principio della competenza economica quindi, i costi sostenuti nell’esercizio per la realizzazione dei suddetti incrementi immobiliari dovranno essere stornati e successivamente imputati, con il metodo dell’ammortamento, a quegli esercizi in cui le utilità relative verranno consumate;
    • Variazioni nelle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti;
    • I proventi diversi (categoria residuale)
  • I proventi da aziende speciali partecipate;
  • I proventi finanziari, rappresentati ad esempio dagli interessi su anticipazioni e crediti concessi ad imprese controllate, collegate o aziende speciali; oppure dagli interessi attivi sui depositi bancari. Tutti questi proventi devono però essere opportunamente integrati (scritture di assestamento) con gli importi maturati fino al 31/12, i quali, se all’atto dell’assestamento non sono ancora noti, dovranno essere stimati;
  • I proventi straordinari. Sono componenti di reddito a manifestazione occasionale e sono rappresentati dalle insussistenze del passivo, dalle sopravvenienze attive e dalle plusvalenze patrimoniali. Le prime si verificano ogniqualvolta si constata l’inesistenza o la riduzione di una passività o di un debito (residui passivi) iscritti nello stato patrimoniale. Le sopravvenienze attive misurano valori economici positivi generati da eventi fortuiti e straordinari estranei alla gestione dell’ente. Infine abbiamo le plusvalenze, le quali sono generate dalla vendita dei beni patrimoniali.

Tra i componenti negativi l’art. 229 T.U.E.L. comprende:

  • I costi della gestione, i quali sono sostenuti nell’esercizio per:
    • Personale;
    • Acquisto materie prime e/o beni di consumo;
    • Variazione nelle rimanenze di materie prime e/o beni di consumo;
    • Prestazioni di servizi;
    • Godimento di beni di terzi;
    • Trasferimenti a terzi;
    • Imposte e tasse a carico dell’ente locale;
    • Quote di ammortamento di esercizio, calcolate sul valore del bene pluriennale stabilito con i criteri fissati dall’art. 230 T.U.E.L. e rilevabile dal conto del patrimonio o dall’ultimo inventario. Le scritture di ammortamento quindi rappresentano delle imputazioni di costi all’esercizio in chiusura misurati per congettura;
  • Gli oneri per trasferimenti diretti ad aziende speciali e partecipate. In questa categoria non sono citate le perdite subite dalle predette aziende, in quanto queste passività, per il disposto dell’art. 114, comma 4 T.U.E.L., non possono essere in via ordinaria ripianate dagli enti partecipanti. Infatti la norma in argomento, impone alle aziende speciali ed ai consorzi l’obbligo del pareggio di bilancio da perseguire attraverso l’equilibrio di costi e di ricavi, comprendendo tra questi anche i trasferimenti. La loro attività, quindi, deve essere improntata a criteri di efficacia, efficienza ed economicità;
  • Gli oneri finanziari, rappresentati da interessi passivi su mutui assunti, obbligazioni, anticipazioni o dovuti per altre cause (categoria residuale). Anche per queste somme, in analogia a quanto visto per i proventi finanziari, dovranno essere effettuate le opportune integrazioni (scritture di assestamento) per gli importi maturati al 31/12;
  • Gli oneri straordinari, costituiti dai seguenti elementi:
    • Accantonamento per svalutazione crediti, il quale confluisce nell’omonimo fondo (conto del passivo patrimoniale) e accoglie valori finanziari che rappresentano debiti presunti, quindi incerti sia nel quanto che nel momento della manifestazione. Tale fondo è costituito per fronteggiare il rischio dell’insolvenza dei debitori e viene integrato ogni anno generalmente in fase di riaccertamento dei residui attivi o di verifica dei crediti correnti;
    • Minusvalenze patrimoniali;
    • Sopravvenienze passive.

Vediamo ora quali sono le principali scritture di assestamento:

  • Gli interessi maturati al 31/12;
  • Le fattura da ricevere e da emettere, i cui conti andranno in prevalenza ad integrare, rispettivamente, il primo la voce del conto economico "Acquisto di materie prime o beni di consumo" e il secondo la voce "Proventi da servizi pubblici";
  • I ratei attivi/passivi che sono valori finanziari positivi/negativi i quali hanno origine a cavallo tra i due esercizi, i cui valori maturano in ragione del tempo. Essi misurano la quota di ricavo/costo di competenza dell’esercizio in chiusura, che avrà manifestazione finanziaria in quello successivo;
  • Il fondo svalutazione crediti.

Le scritture di rettifica (o storno) hanno invece lo scopo di rinviare all’esercizio successivo costi o ricavi già rilevati contabilmente ed oggettivamente misurati dalla contrapposta variazione finanziaria, che per il loro intero valore o solo per una quota non sono di competenza dell’esercizio in chiusura. Le più importanti scritture di rettifica sono:

  • I risconti attivi/passivi;
  • L’ammortamento dei fattori pluriennali;
  • Le rimanenze;
  • I costi capitalizzati, che vanno a rettificare le spese correnti sostenute nell’esercizio per la realizzazione in economia di valori che produrranno utilità in più esercizi finanziari.

Il conto economico che ha origine dalle rilevazioni precedenti ha struttura scalare (D.P.R. 194/1996), in particolare le singole voci di costo e di ricavo da contrapporre vengono classificate secondo la loro natura economica, generando quindi dei saldi con equivalente significato, quali:

  • Il risultato della gestione, che rappresenta il reddito o la perdita di esercizio derivante dall’attività caratteristica dell’ente, costituita da quella istituzionale e da quella riconducibile alla erogazione di servizi a domanda individuale;
  • Il risultato della gestione operativa, che è ottenuto sommando algebricamente al saldo precedente i costi ed i ricavi sostenuti dall’ente per l’esercizio di attività esterne (gestione patrimoniale). Quest’ultima gestione mira ad ottenere redditi addizionali rispetto a quelli conseguiti con l’attività tipica dell’ente. Sono considerati tali gli utili realizzati dalle aziende speciali e partecipate e gli interessi percepiti sul capitale dato in dotazione, eventualmente diminuiti dei trasferimenti concessi alle stesse aziende;
  • Il risultato economico finale, al quale si perviene sommando al risultato operativo quello della gestione finanziaria e quello della gestione straordinaria. Con al contabilizzazione della gestione finanziaria ci si preoccupa di valorizzare il costo dei prestiti accesi (interessi pagati sui mutui e sulle anticipazioni di cassa) a cui si contrappongono gli eventuali interessi attivi. Invece al gestione straordinaria fa riferimento a quelle componenti di reddito derivanti da eventi casuali, imprevedibili e occasionali e, comunque, non correlate all’attività ordinaria dell’ente.

Per il primo anno di vita l’Unione Collinare non era ancora soggetta alla redazione del Conto Economico.

Alleghiamo di seguito il conto Economico della prima gestione nel quale i componenti positivi e negativi sono rilevati secondo criteri di competenza economica così sintetizzati:

A. PROVENTI DELLA GESTIONE 177.458 euro
...

B. COSTI DELLA GESTIONE 104.316 euro
...

RISULTATO DELLA GESTIONE (A-B) 73.142 euro

C. PROVENTI E ONERI DA AZIENDE SPECIALI E PARTECIPATE
...

RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA (A-B+/-C) 73.142 euro

D. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI
...

E. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI
...

RISULTATO ECONOMICO DELL’ESERCIZIO (A-B+/-C+/-D+/-E) 73.142 euro

I dati sopra esposti si riferiscono a quelli compresi nel consuntivo 2001.

7.10 Il prospetto di conciliazione63

È già stato detto come una delle novità più importanti introdotte dal D.Lgs. 77/1995 sia la contabilità economica.

In base ai nuovi criteri, infatti, è possibile una dimostrazione dei risultati, allo stesso tempo, sotto il profilo finanziario, economico e patrimoniale.

La contabilità finanziaria, l’unica forma di contabilità tradizionalmente adottata dagli enti pubblici, rileva i fatti della gestione con effetti solo finanziari; essa, pertanto:

  • permette la programmazione preventiva dei flussi finanziari;
  • permette il controllo concomitante e successivo degli equilibri finanziari di bilancio;
  • ha fini essenzialmente di autorizzazione della spesa.

La contabilità finanziaria però non percepisce le variazioni economiche (ammortamenti, variazioni delle rimanenze ecc.) a meno che queste ultime generino, contestualmente, anche movimenti di cassa né consente un sicuro collegamento della gestione con i conti del patrimonio.

La contabilità economica, invece, permette la misurazione del costo o del ricavo corrispondente alla variazione finanziaria e, quindi, dà la possibilità:

  • di determinare l’effettivo risultato economico conseguito dall’ente;
  • di esprimere un giudizio sulla gestione complessiva dell’ente (efficacia ed efficienza d’utilizzo delle risorse);
  • di acquisire utili informazioni ai fini del controllo gestionale.

Dopo le modifiche apportate dal D.Lgs. 77/95, la contabilità finanziaria continua ad essere la sola contabilità obbligatoria per le fasi della programmazione (bilancio di previsione annuale e pluriennale) e della gestione. Essa però va obbligatoriamente integrata dalla contabilità economico-patrimoniale nella fase della rendicontazione; l’art. 227 comma 1 T.U.E.L. infatti, dispone che il rendiconto della gestione comprende il conto del bilancio (che dimostra i risultati finali della gestione finanziaria), il conto economico (che evidenzia i componenti positivi e negativi secondo criteri di competenza economica) e il conto patrimoniale (che rileva i risultati della gestione patrimoniale). Lo strumento contabile che permette questo livello minimale di trasformazione delle rilevazioni finanziaria in rilevazioni economiche è rappresentato dal prospetto di conciliazione previsto dall’art. 229 T.U.E.L.

L’articolo appena citato prevede la redazione di un prospetto di conciliazione, mediante il quale, partendo dai dati finanziari della gestione corrente (accertamenti ed impegni di competenza) si perviene al risultato economico finale; inoltre, riferendo i valori della gestione non corrente al patrimonio, si quantifica l’impatto della stessa sul capitale netto.

Questa complessa operazione è stata resa possibile grazie alla particolare puntualità e precisione con cui è stato definito l’accertamento (art. 179 T.U.E.L.), il quale sussiste solo se a supporto vi sia un idoneo titolo giuridico e, inoltre, sia individuato il debitore e quantificata la somma da incassare. Il predetto rigore è ulteriormente rafforzato dall’art. 189, che vieta la conservazione di somme tra i residui attivi, se non esiste un titolo giuridico che costituisca l’ente locale creditore della correlativa entrata. Gli accertamenti di parte corrente sono, pertanto, crediti effettivi, i quali, debitamente rettificati ed integrati, rappresentano i ricavi d’esercizio.

Stesso discorso vale per l’impegno, il quale è regolarmente assunto solo a seguito di un’obbligazione giuridicamente perfezionata. Questa condizione così forte non lascia spazio a dubbi o perplessità in ordine alla volontà del legislatore di vietare qualsiasi atto d’impegno dal quale non discenda un debito effettivo nei confronti di terzi. Il rigore della norma è inoltre esteso anche ai residui passivi, per i quali è prevista la conservazione in tale conto solo allorché risultino impegnati secondo il predetto criterio, fatte salve ovviamente le eccezioni previste dalla legge (art. 183, commi 2 e 5). Di conseguenza gli impegni di parte corrente sono debiti effettivi, i quali, una volta rettificati ed integrati (operazioni di assestamento di fine periodo), sono espressivi dei costi d’esercizio

Quindi il prospetto di conciliazione rappresenta:

  • il modo di definire il collegamento dei dati derivanti dall’analisi tridimensionale della gestione (finanziaria, economica e patrimoniale) per gli enti dotati di metodologie contabili adeguate;
  • il modo di ricavare, in via semplificata, i dati economici e patrimoniali da quelli finanziari, per gli enti non dotati di adeguate metodologie contabili che garantiscano una rappresentazione concomitante delle operazioni di esercizio nei tre aspetti evidenziati.

In ogni caso il prospetto di conciliazione introducendo le rettifiche alle componenti finanziarie, con l’aggiunta di elementi economici non direttamente correnti con le medesime componenti, consente di esplicitare i dati che osservano il principio della competenza finanziaria (conto dei bilancio) e i dati che osservano il principio della competenza e inerenza economica (conto economico e conto dei patrimonio).

7.11 Il conto del patrimonio64

La funzione del conto patrimoniale consiste nel verificare in che misura la gestione o altre cause hanno inciso sul patrimonio dell’ente, in termini di migliorata o peggiorata consistenza del medesimo, sulla base delle risultanze dell’inventario.

Il conto del patrimonio, infatti, riporta i risultati della gestione patrimoniale ed evidenzia la consistenza del patrimonio a chiusura dell’esercizio, dando conto delle variazioni che, nel corso dell’anno, hanno mutato la consistenza iniziale.

Fanno parte del patrimonio degli enti locali: il complesso dei beni e dei rapporti giuridici, attivi e passivi, di pertinenza di ciascun ente (purché siano suscettibili di valutazione).

Di tali beni viene fornita nel conto del patrimonio la rappresentazione contabile e si determina il risultato finale differenziale che indica la consistenza netta del patrimonio. Anche i beni del demanio vanno inclusi nel conto, ovviamente nel rispetto delle distinzioni operate dal Codice Civile.

Il T.U.E.L., all’art. 230, prevede le diverse modalità di valutazione dei beni del patrimonio comprensivi anche delle manutenzioni straordinarie che ad essi si riferiscono.

Lo schema di stato patrimoniale degli enti locali è strutturato in due sezioni in cui, rispettivamente, sono accolte le attività e le passività. Le prime sono classificate secondo il criterio della destinazione rispetto alle attività esercitate dagli enti locali (immobilizzazioni, attivo circolante, ratei e risconti ed eventualmente i conti d’ordine); le seconde invece sono ripartite in quattro classi (Patrimonio netto, conferimenti, debiti, ratei e risconti, più i conti d’ordine) seguendo il criterio della natura delle fonti di finanziamento.

In corrispondenza di ogni conto (riga) si evidenziano le variazioni intervenute nel corso dell’esercizio rispetto alla consistenza iniziale (colonne), distinguendo tra variazioni da conto finanziario e variazioni da altre cause.

Quindi dalla differenza tra l’attivo ed il passivo si determina il patrimonio netto finale, che, confrontato con quello iniziale, fornisce per via sintetica il risultato d’esercizio.

Tra le attività sono incluse le immobilizzazioni immateriali e materiali, l’attivo circolante ed i ratei e risconti attivi.

Le immobilizzazioni immateriali sono costituite dai costi pluriennali capitalizzati sostenuti per realizzare l’ampliamento o il potenziamento di cespiti già completamente ammortizzati, o per realizzare manutenzioni straordinarie effettuate dal personale interno difficilmente imputabili alle singole immobilizzazioni ecc. Questi fattori durevoli, quindi, per partecipare al normale processo di ammortamento, dovranno essere accolti in tale conto dell’attivo patrimoniale.

Le immobilizzazioni materiali, costituite da beni demaniali, beni patrimoniali, beni mobili, diritti reali su beni di terzi e immobilizzazioni in corso.

I beni demaniali (beni immobili di uso pubblico per natura) in passato erano esclusi dal computo del patrimonio. Infatti l’inventario dei beni demaniali era costituito dal solo stato descrittivo. Attualmente l’art. 230, comma 3 T.U.E.L. include espressamente nel calcolo del patrimonio anche questa categoria di beni: ciò in considerazione del fatto che il demanio, essendo costituito in massima parte da beni strumentali o artificiali, ha richiesto l’immobilizzazione di una notevole quantità di risorse e deve partecipare al normale processo di ammortamento.

I beni compresi in questa categoria sono le strade, le piazze, i giardini pubblici, gli edifici monumentali, le chiese, i cimiteri, i laghi artificiali, gli acquedotti, le fontane ed, in generale, tutti quei beni destinati direttamente all’uso pubblico della generalità.

I caratteri distintivi dei beni demaniali sono l’appartenenza alla categoria dei beni immobili (ad eccezione delle universalità di mobili e dei diritti reali costituiti per le utilità dei beni demaniali cui sono applicati), l’incommerciabilità, l’inalienabilità, l’imprescrittibilità, la non espropriabilità e la non imponibilità tributaria.

I beni patrimoniali sono distinti in beni immobili per uso pubblico di destinazione (patrimonio indisponibile) e in beni immobili del patrimonio disponibile. Nella prima categoria rientrano terreni e fabbricati, in genere utilizzati con vincolo di destinazione per servizi di pubblica utilità in modo diretto; mentre nel secondo gruppo rientrano gli stessi beni però non destinati direttamente al predetto uso. Per tali beni le lettere b) e c), comma 4, dell’art. 230 T.U.E.L. stabiliscono due criteri di valutazione a seconda che siano stati acquisiti al patrimonio prima o dopo la entrata in vigore del nuovo ordinamento contabile: nel primo caso essi sono valutati al valore catastale mediante attribuzione della relativa rendita, nel secondo caso al costo. Tuttavia per i terreni, acquisiti al patrimonio in data anteriore, è previsto un criterio sussidiario, allorché a questi non possa essere attribuita la rendita catastale, il quale consiste nell’attribuire un valore pari all’ammontare del residuo debiti dei mutui ancora in estinzione per lo stesso titolo. Oltre all’usura tecnico-fisica ed economica e all’incremento delle immobilizzazioni per lavori di ristrutturazione o di revisione, il valore e la composizione dei beni patrimoniali può variare per effetto dell’acquisto, dell’alienazione e della dismissione.

I beni mobili sono distinti in beni di uso pubblico e beni disponibili. Il Regolamento di contabilità di ciascun ente, a detta del comma 8, art. 230 T.U.E.L., può individuare quelle categorie di beni non inventariabili in ragione del loro facile consumo o del loro modico valore; inoltre, in fase di completamento degli inventari e di ricostruzione dello Stato Patrimoniale, i beni mobili non registrati, acquisiti dall’ente da oltre un quinquennio, possono essere considerati, con le modalità stabilite dal Regolamento di contabilità, interamente ammortizzati.

Tra i diritti reali su beni di terzi, rientrano il diritto di superficie, di enfiteusi, di usufrutto, di uso, di abitazione e di servitù. A questi possono essere aggiunti anche le prestazioni perpetue, previste da disposizioni civilistiche, consistenti in prestazioni monetarie a carattere periodico, dovute dal soggetto che è nel godimento di un determinato bene, quali le rendite semplici ed i canoni, di cui gli enti locali possono essere titolari.

Nel conto transitorio immobilizzazioni in corso confluiscono gli incrementi di valore degli immobili in costruzione; esso infatti sarà chiuso non appena l’opera sarà ultimata e collaudata. In corrispondenza il relativo valore sarà allora accolto nell’apposito conto dell’attivo patrimoniale, intestato alla categoria di beni a cui l’opera appartiene.

Le immobilizzazioni finanziarie sono costituite dall’ammontare delle disponibilità vincolate a investimenti produttivi di medio-lungo termine, le quali per questo motivo perdono la qualità di valori a disposizione. Tra queste forme di impiego rientrano:

  • le partecipazioni azionarie in imprese controllate, collegate, aziende speciali, consorzi, istituzioni. I valori impiegati in dette attività potranno ritornare disponibili solo nel caso di scioglimento ed estinzione della società, ovvero nel caso di recesso dell’ente locale;
  • i crediti che l’ente vanta nei confronti delle suddette imprese, tra i quali rientrano anche le anticipazioni a queste accordate dall’ente locale;
  • i titoli con scadenza a medio-lungo termine;
  • i crediti di dubbia esigibilità, i quali vengono posti tra le immobilizzazioni finanziarie in quanto il loro grado di liquidità è legato ad eventi e fatti più o meno lontani nel tempo, quali la prescrizione (art. 2946 C.C.), la conclusione di procedure concorsuali di fallimento, di procedimenti giudiziari ecc., tutti volti alla realizzazione anche parziale del credito vantato. A questo conto va detratto il relativo fondo svalutazione crediti.
  • I crediti per depositi cauzionali.

Le variazioni incrementative cui sono soggette le immobilizzazioni in genere per effetto della gestione sono rappresentate dai pagamenti in conto competenza del Titolo II "Spese in conto capitale" e dai corrispondenti pagamenti in conto residui, i quali vanno ad incrementare la specifica immobilizzazione dell’attivo a cui sono riferiti. Invece le somme dello stesso titolo impegnate e non pagate andranno ad incrementare per lo stesso importo nell’attivo il conto d’ordine "opere da realizzare" e nel passivo il conto d’ordine "impegni per opere da realizzare", ciò anche al fine di ottenere una quadratura tra contabilità patrimoniale e finanziaria. Tali conti saranno poi soggetti a riduzione per un importo pari all’ammontare dei pagamenti disposti per lo stesso titolo in conto residui esercizi precedenti.

Quanto alle cause diminutive del valore delle immobilizzazioni ritroviamo gli ammortamenti di esercizio, l’alienazione di beni patrimoniali (tit. IV - cat. 1 delle entrate), per effetto della quale si possono anche avere minus o plusvalenze.

L’attivo circolante è composto dalle rimanenze, dai crediti, dalle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzi e dalle disponibilità liquide.

Le rimanenze. Il valore di tali beni è calcolato a fine esercizio con inventari per categorie omogenee applicando i criteri di valutazione stabiliti dal Codice Civile.

I crediti, i quali secondo la lettera e), art. 230 T.U.E.L, devono essere valutati al valore nominale.

Le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono rappresentate dai titoli.

Tra le disponibilità liquide invece distinguiamo il fondo cassa ed i depositi bancari.

Tra le passività sono incluse le seguenti voci:

  • il patrimonio netto i cui valore finale confrontato con quello iniziale fornisce per via sintetica il risultato d’esercizio. Il patrimonio netto è scomposto in netto da beni demaniali e netto patrimoniale;
  • il conferimento da trasferimenti in conto capitale e da concessioni ad edificare.

Debiti, i quali vengono classificati in:

  • debiti di finanziamento contratti:
  • debiti di funzionamento, i quali vengono assunti per acquisire le utilità necessarie al funzionamento dei vari servizi, uffici ed, in generale, per alimentare la struttura ente locale, affinché possa espletare i propri compiti e funzioni;
  • debiti per IVA ove, oltre ad essere contenuto l’eventuale saldo dell’IVA a debito, è accolta l’IVA dovuta sulle fatture da emettere, che per il principio dell’integrità delle scritture finanziarie è inclusa nei relativi accertamenti, anche se al 31/12 non è stata contabilizzata nelle corrispondenti rilevazioni in partita doppia. Infatti l’imposta relativa alle operazioni in parola rappresenta pur sempre un debito verso l’Erario a fronte del credito accertato al lordo dell’IVA;
  • debiti per anticipazioni di cassa;
  • debiti per somme anticipate da terzi. Variazioni nel valore di questa voce sono determinate dagli importi rimasti da pagare a terzi in conto competenze finanziarie risultanti dal Titolo IV dalle spesa;
  • debiti verso imprese controllate e collegate, aziende , consorzi e istituzioni;
  • altri debiti, è una categoria residuale. I debiti vanno valutati al valore residuo.

I ratei e risconti passivi.

I conti d’ordine sono delle annotazioni di memoria che evidenziano elementi di particolare rilevanza della gestione degli enti locali.

I conti d’ordine iscritti dopo le attività sono:

  • opere da realizzare: voce in cui confluiscono le somme rimaste da pagare in conto competenze del titolo II "Spese in conto capitale" (residui passivi), le quali, altresì, vanno ad incrementare nel passivo il correlativo conto d’ordine "Impegni per opere da realizzare". Di converso i pagamenti disposti per lo stesso titolo in conto residui esercizi precedenti andranno a ridurre nell’attivo e nel passivo i suddetti conti d’ordine;
  • beni conferiti in aziende speciali;
  • beni di terzi.

I conti d’ordine iscritti dopo le passività sono:

  • impegni per opere da realizzare;
  • conferimenti in aziende speciali;
  • beni di terzi.

Il totale dei conti d’ordine iscritti dopo l’attivo deve sempre coincidere con il totale dei corrispondenti conti posti dopo il passivo.

La differenza tra il patrimonio netto finale e quello iniziale determina per via sintetica il risultato economico dell’esercizio. Da ciò si desume che il reddito corrisponde all’aumento del valore del patrimonio netto per effetto della gestione, mentre la perdita ne costituisce la riduzione.

Tutti gli elementi appena citati sono classificati, descritti e valutati, ad una certa data, da un documento contabile il cui nome è inventario.

Il procedimento attraverso cui si giunge alla formazione dell’inventario è costituito da quattro fasi fondamentali:

  • ricerca: consiste nell’accertamento dell’esistenza di un determinato bene;
  • classificazione: in tale fasi si accomunano quelle categorie di beni che presentano quelle affinità assunte come criterio di classificazione;
  • descrizione: indicazione delle caratteristiche specifiche di ciascun bene;
  • valutazione: stima monetaria del bene.

Rispetto al contenuto gli inventari si distinguono in:

  • generali: quando contengono tutti gli elementi (attivi e passivi) di un determinato patrimonio;
  • parziali: quando contengono solo una parte di elementi patrimoniali;
  • analitici: quando i singoli elementi patrimoniali sono descritti nei particolari;
  • sintetici: quando tali elementi sono riportati in maniera riassuntiva.

Non dimentichiamo che nel nuovo ordinamento finanziario e contabile degli enti locali introdotto dal D.Lgs.77/1995, l’inventario rappresenta il punto di partenza per la redazione del conto del patrimonio che costituisce parte del rendiconto. Per questo motivo il legislatore mira ad una regolare tenuta dell’inventario, consentita da un suo aggiornamento annuale, previsto dall’art. 230, comma 7 del T.U.E.L., mentre precedentemente l’aggiornamento era decennale.

Allego ora il conto del patrimonio della Comunità Collinare Alto Astigiano così come appare nel rendiconto per l’esercizio finanziario 2001:

ATTIVO 31/12/2001
Immobilizzazioni materiali 1.239
Totale immobilizzazioni 1.239
Disponibilità liquide 224.800
Totale attivo circolante 1.239
Ratei e risconti  
Totale dell’attivo 2.479
Conti d’ordine 61.975
PASSIVO  
Patrimonio netto 73.142
Conferimenti 61.975
Debiti di funzionamento 86.791
Altri debiti 4.132
Totale debiti 90.923
Ratei e risconti  
Totale del passivo 226.039
Conti d’ordine 61.975

Ad oggi l’ente non si è ancora dotato di specifiche procedure contabili per la compilazione e la tenuta dell’inventario.

L’importo degli "impegni per opere da realizzare" rilevato nei conti d’ordine corrisponde ai residui passivi del Titolo II della spesa.


Note:
  1. Estratto dallo Statuto della Comunità    [Torna al testo ↑]
  2. Flavio Spalla, L’amministrazione locale. Organizzazione, funzionamento e trasformazione, Carocci 2000, pag. 150    [Torna al testo ↑]
  3. Anna Cacace, Enza Fontana, Stefano Minieri, Il Comune, ordinamento, contabilità e servizi, XII Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte X, Capitolo 3, Paragrafo 4    [Torna al testo ↑]
  4. Andrea Garlatti e Fabrizio Pezzani, I sistemi di programmazione e controllo negli enti locali, Etas, 2000    [Torna al testo ↑]
  5. R. Buttery, R.K. Simpson, Audit in the public sector, Woodhead-Faulkner Limited, Cambridge, 1989    [Torna al testo ↑]
  6. Giorgio Musso, Relazione tecnica sulla struttura burocratica della Comunità Collinare Alto Astigiano, Piano di lavoro operativo, anno 2001    [Torna al testo ↑]
  7. Carlo Manacorda, Istituzioni di Contabilità Pubblica, Volume I, G. Giappichelli Editore, Torino    [Torna al testo ↑]
  8. Roberto Seghetti, Chi compra il cinema di Nanni?, Panorama, 27 giugno 2002, pag. 21    [Torna al testo ↑]
  9. G. Farneti, A. Borghi, P. Criso, Guida pratica agli enti locali 2001, IPSOA 2001    [Torna al testo ↑]
  10. La gestione in economia diretta dei servizi pubblici è prevista nella forma classica dei servizi a scarsa rilevanza economica ed imprenditoriale e di modeste dimensioni. Per legittimare la scelta della gestione in economia, dovrebbe quindi trattarsi di un servizio con le seguenti caratteristiche:
    • Ricavi propri non rilevanti:
    • Attività svolta non in concorrenza con imprese private;
    • Dimensioni modeste.    [Torna al testo ↑]
  11. La concessione a terzi è un contratto con il quale l’ente locale concede i esclusiva, per lo più ad un’impresa privata, la gestione di determinati servizi. La forma di concessione a terzi è prevista quando sussistano ragioni:
    • Tecniche;
    • Economiche;
    • Di opportunità sociale.
    Si ha l’obbligo di aggiudicare le concessioni di regola a mezzo di asta pubblica e, quando le circostanze speciali in rapporto alla natura dei servizi lo consigliano, a mezzo di lecita o trattativa privata.    [Torna al testo ↑]
  12. La gestione di servizi a mezzo di azienda speciale è prevista dal legislatore quando si debbano gestire uno o più servizi di rilevanza economica imprenditoriale. Tale strumento può essere utilizzato sia per gestire un solo servizio, sia per gestirne una pluralità, in modo conglomerato o integrato (es. servizio erogazione del gas metano, servizi energetici, pubblica illuminazione, servizi idrici, servizi manutentivi, ecc.). La legge riconosce esplicitamente all’azienda speciale il possesso della personalità giuridica di diritto pubblico, e quindi la qualità di ente pubblico.    [Torna al testo ↑]
  13. L’istituzione è una forma di gestione dei servizi pubblici locali senza rilevanza imprenditoriale. La forma gestionale dell’istituzione è fortemente innovativa nell’ordinamento organico e contabile degli enti locali e consente la gestione con ampia autonomia e con nuove e specifiche capacità direzionali. I servizi gestibili appartengono a diversi settori e possono essere servizi sociali, culturali e sportivi.    [Torna al testo ↑]
  14. La gestione dei servizi pubblici nel senso più propriamente imprenditoriale si realizza nella costituzione di società per azioni o società a responsabilità limitata "miste", ovvero, con capitale pubblico e privato.    [Torna al testo ↑]
  15. P. Onida, Economia d’azienda, Torino, 1971, p. 251    [Torna al testo ↑]
  16. Carlo Manacorda, Istituzioni di contabilità pubblica, G. Giappichelli Editore, Torino    [Torna al testo ↑]
  17. E. Buglione, G. France, La promozione della funzionalità nelle istituzioni pubbliche, Milano, 1980, p. 83    [Torna al testo ↑]
  18. P. Onida, Economia, cit., 58    [Torna al testo ↑]
  19. Luigi Puddu, dispense 1999, Ragioneria Pubblica " le aziende degli enti pubblici sono aziende di consumo la cui soggettività appartiene ad un ente di natura pubblica e costituiscono l’oggetto originario e principale della ragioneria pubblica. Secondo la classificazione del sistema europeo dei conti nazionali e regionali della comunità (Regolamento CEE nº 2223/96) il settore delle amministrazioni pubbliche comprende tutte le unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella ridistribuzione del reddito e della ricchezza del paese, che agiscono da produttori di altri beni e servizi non destinabili alla vendita la cui produzione è rivolta ai consumi collettivi individuali ed è finanziata in prevalenza dai versamenti obbligatori."    [Torna al testo ↑]
  20. Anna Cacace, Enza Fontana, Stefano Minieri, Il Comune, ordinamento, contabilità e servizi, XII Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte IV, Capitolo 3, Paragrafo 1    [Torna al testo ↑]
  21. Stefano Minieri, Contabilità e finanza degli Enti Locali, IX Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte II, Capitolo 5, Paragrafo 2    [Torna al testo ↑]
  22. Giancarlo Aiassa, Parere dell’organo di revisione alla proposta di Bilancio    [Torna al testo ↑]
  23. Stefano Minieri, Contabilità e finanza degli Enti Locali, IX Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte II, Capitolo 5, Paragrafo 3    [Torna al testo ↑]
  24. Dott. Giancarlo Aiassa, Parere dell’organo di revisione alla proposta di Bilancio    [Torna al testo ↑]
  25. Piano pluriennale di sviluppo socio economico    [Torna al testo ↑]
  26. Stefano Minieri, Contabilità e finanza degli Enti Locali, IX Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte II, Capitolo 5, Paragrafo 4    [Torna al testo ↑]
  27. Elementi di contabilità di Stato e degli Enti Pubblici, XI Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2000, Parte V, Cap. 3, Paragrafo3    [Torna al testo ↑]
  28. Elementi di contabilità di Stato e degli Enti Pubblici, XI Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2000, Parte V, Cap. 3, Paragrafo 5    [Torna al testo ↑]
  29. Dottor Stefano Minieri, Contabilità e finanza degli Enti Locali, IX Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte II, Capitolo 8, Paragrafo 1    [Torna al testo ↑]
  30. Rosanna Sangiuliano, Diritto Degli Enti Locali, XIII Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte VI, Capitolo 2, Paragrafo 8    [Torna al testo ↑]
  31. Gian Carlo Aiassa, Rendiconto per l’esercizio finanziario 2001    [Torna al testo ↑]
  32. Rosanna Sangiuliano, Diritto Degli Enti Locali, XIII Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte VI, Capitolo 2, Paragrafo 8    [Torna al testo ↑]
  33. Giuseppe Scaramella, Linee evolutive della contabilità nel settore pubblico locale: Comuni ed aziende speciali, Cedam 1996    [Torna al testo ↑]
  34. Giuseppe Farneti, Gestione e contabilità dell’ente locale, Maggioli Editore 1996    [Torna al testo ↑]
  35. Stefano Minieri, Contabilità e finanza degli Enti Locali, IX Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte 2, Capitolo 2, Paragrafo 5    [Torna al testo ↑]
  36. Rosanna Sangiuliano, Diritto Degli Enti Locali, XIII Edizione, Edizioni Giuridiche Simone 2001, Parte VI, Capitolo 2, Paragrafo 8    [Torna al testo ↑]