Cavagnolo

Il nome della località è variamente interpretato, con riferimento sia a capanna sia a cavagna (canestro).

La prima attestazione del nome è del 1164, in un documento col quale il Barbarossa conferma la sovranità su Cavagnolo al marchese Guglielmo IV del Monferrato. Per un breve tempo la località è data in possesso al vescovo di Vercelli, poi torna al Monferrato, per passare poi, con la pace di Cherasco del 1631, ai Savoia.

In età moderna lo sviluppo economico ha portato allo spostamento della maggior parte della popolazione dalla collina alle zone di pianura, processo accentuato con la costruzione della linea ferroviaria, fino alla fusione dei due abitati di Cavagnolo e di Brusasco in un’unico complesso urbano. Nel 1927 Cavagnolo, Bruscasco, Brozolo e Marcorengo (oggi frazione di Brusasco) formarono un unico comune; nel 1957 Cavagnolo ridivenne indipendente.

Lo sviluppo economico ebbe anche conseguenze tragiche: nel 1947 nacque la Saca, un’azienda per la lavorazione dell’amianto, poi assorbita dalla Eternit. La fabbrica, che occupava centinaia di persone, sembrava garantire prospettive di benessere; ma lasciò una lunga coda di morti per mesotelioma pleurico.

Il monumento più illustre è l’Abbazia di Santa Fede (approfondimento in costruzione), costruita nei primi decenni del XII secolo come dipendenza dell’abbazia benedettina di Sainte-Foy de Conques.

Altro monumento importante è la Chiesa di San Secondo, antica pieve romanica, poi ricostruita nel XVII secolo in forme barocche come parrocchiale. Nel 1961 fu costruita in pianura la moderna parrocchiale dei Santi Eusebio e Seconodo; l’antica chiesa fu abbandonata per un ventennio, poi restaurata e riaperta al culto.

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