Storia dell’antica Abbazia e del Santuario
di Nostra Signora di Vezzolano
Del Sac. Cav. Antonio Bosio

[seguito di p. 229]

Pino.

Pino di Castelnuovo d’Asti, o detto anche semplicemente d’Asti, Pinetum ad Castrum novum Astensium. Questo paese, veduto dalla strada di Castelnuovo, si presenta come un grosso borgo, sembrando unito alle terre vicine di Schierano e Primeglio.

Il pittoresco castello con una torre rotonda e merlata, che li fa corona, è in principio e sulla parte più alta del paese: esso appartiene alla due nobili sorelle figlie dell’ultimo conte Scozia di Pino Luigi; la parte antica colla torre suddetta è della contessa Teresa Felicita moglie del marchese Agostino Borea d’Olmo, in una delle sale si veggono arme antiche e la prigione posta nella torre, la parte rifabbricata alla moderna è della contessa Livia, moglie del C. Viani d’Ovrano, da ambe le parti di questo castello vi sono deliziosi giardini. Il feudo appartenne anticamente ai Radicati conti di Cocconato, e specialmente alla linea dei Signori di Passerano e di Schierano ed aveano la nomina del pievano di Pino e delle Chiese dipendenti (1a). L’ebbero quindi gli Scozia nobili Casaleschi derivati da Montiglio i quali acquistarono nel 1420 Murisengo; ed i Freylini di Buttigliera. Un conte Freylino avendo rifabbricata la parrocchia attuale, ne ottenne in parte il patro- /230/ nato, ed ora si esercita dagli eredi Freylino e dagli eredi Scozia alternativamente.

La chiesa parrocchiale di Santa Maria della Pieve si trova in fondo del borgo; probabilmente l’antichissima parrocchia, non era in questo luogo, anzi qualcuno opina, che appartenesse a qualche corporazione religiosa, e forse alla carmelitana, poichè se ne vede l’arma sopra la cappella del Carmine. La chiesa è a tre navate non molto alte. Vi sono sette altari, compreso il principale il quale è ornato d’una bella incona della Madonna, creduta del Moncalvo, portata dal Rivarolo e regalata dal suddetto C. Viani. Nel secolo scorso si dovea rifabbricare, ed esistono tuttora negli archivi parrocchiali i bei disegni fatti dall’architetto Bernardo Vittone, ma solamente si alzò il grazioso campanile. Il cimitero, che era accanto ed avanti alla chiesa venne tolto: il piazzale è ombreggiato da due maestosi castagni d’India, da un cipresso e da un pino, ma quest’ultimo, che è l’arma parlante del Comune seccò. Si sa che il titolo di Pievano, Plebano, che dalla plebe o popolo derivò il nome, è il più antico; si vuole che una volta un capitolo di diversi sacerdoti assistesse il pievano nel reggere questa parrocchia, dalla quale dipendevano diverse altre chiese, come si può vedere dall’estratto, che qui riporto d’un istromento relativo alla nomina e patronato. Siccome poi le chiese di Albugnano dipendevano dal pievano di Pino, direi quasi Vicario foraneo, credo bene di riportare anche la serie dei pievani, che ho potuto trovare, i primi dei quali si leggono nelle carte di Vezzolano, e dal 1583 quella che mi favorì il gentile ed ottimo attuale pievano D. Bartolomeo Stacchino, estratta dai registri parrocchiali.

/231/ Nel 1197 Giacomo pievano di Pino, come si vede in una pergamena di Vezzolano esistente negli archivi generali del regno.

1235 14 aprile. Guglielmo pievano avea la superiorità anche sulle chiese di S. Pietro di Fenestrella e di S. Stefano di Maconeto in Albugnano.

1299. D. Alberto di Montiglio nominato nella carta che riporterò più avanti.

1344. Giordano Paolo cappellano della cappella di Montiglio fu presentato dai signori Radicati e confermato pievano.

1434. D. Percivale Bozole pievano di Pino, diocesi di Vercelli traslato alla parrocchia di S. Lorenzo di Collegno con atto dei 10 novembre.

1485. Antonio de Sapientibus, pievano di Pino, testimonio negli accordi tra il prevosto di Vezzolano ed il Comune di Albugnano, Pino era allora nella diocesi di Casale.

1568 2 settembre. D. Gai Baldassare di Dusino pievano di S. Maria Maggiore di Pino, rinuncia in mano dei patroni Signori Radicati di Passerano.

1583 in agosto. Bernardo Madio pievano, da una carta del 1584, 16 novembre, con cui Prospero della Torre dando un’istituzione si rileva che i Signori di Passerano e Primeglio hanno il patronato di Pino per dotazione e fondazione.

1584 in dicembre. Gioannino Marchisio di Albugnano.

1604 in settembre. Paolo David di Millesimo (1b).

1606 settembre. Antonio Martini.

/232/ 1633 aprile. Giacomo Antonio Bilanzone di Verolengo, già curato d’Albugnano (2a).

Nel 1659 D. Giorgio Scozia era Vicario Foraneo di Pino.

1662 aprile. Francesco Rolando di Saluzzo Protonotaio apostolico, Dott. di leggi, forse rinunziò poichè morì nel 1685.

1663 gennaio. Giovanni Ramello.

1684 gennaio. Giorgio Campagnola morto li 6 agosto 1725.

1725 settembre. Pietro Domenico Persico di Mon- /233/ cucco, già prevosto di Mombello, morto li 21 settembre 1741.

1744 2 ottobre. Giacomo Berardengo di Valloria; già prevosto di Barge, Protonotaio apostolico morto li 2 ottobre 1768.

1768 giugno. Gio. Ignazio Valle di Buttigliera d’Asti, morto in Chieri li 30 agosto 1803 trasportato il 1 settembre in Pino.

1804 marzo. Giuseppe Giacosa di Buttigliera d’Asti, rinunziò al Beneficio parrocchiale in luglio 1830 e morì in Asti li 8 gennaio 1840.

1830 novembre. Domenico Giulio Sacheri di Garessio (Mondovì) morto li 7 aprile 1844.

1845 28 novembre. Stacchino Bartolomeo da Riva presso Chieri, attuale pievano.

Patronato o Avvocazia
dei Signori di Cocconato sopra la pieve
di Pino d’Asti e dipendenza.

Nel 1362 12 marzo nel castello di Calliano il nobile milite Sig. Giovanni conte di Cocconato alla presenza del sig. Ottolino de Giselbitis, giureconsulto e vicario Generale di Gio. marchese di Monferrato richiese di autenticare un istromento scritto dal notaio Giacobino Roba. Il predetto Ottolino prescrisse al notaio Francesco de Scribanis d’autenticarlo.

Avanti li ven. uomini D. Eusebio de Dionisiis e Gio. de Cagnolis canonici di Vercelli, e Vicarii generali capitolari si sono fatte due elezioni o presentazioni per parte del predetto Sig. Gio. di Cocconato conte ecc. sig. di Sclarano a suo ed a nome del sig. Pietro di Cocconato suo fratello, can. Remense, e di /234/ Pietro ed Uberto figli del fu Uberto suo fratello e nipoti di Bonifazio del fu Guglielmo, e Giovanni e Tommaso fratelli del fu Ottobono, tutti della progenie di Cocconato, i quali asseriscono appartenerli il patronato di presentare il Rettore ed il Chierico della chiesa di S. Eusebio, di Castelnuovo di Rivalba diocesi di Vercelli, delle quali elezioni, una fu fatta dalli suddetti in Giacobino figlio di Gio. Conti della diocesi predetta, in ministro e Rettore di S. Eusebio, vacante per la morte del prete Antonio Buxeti, e l’altra fatta dalli suddetti in Petrino figlio di Mussone de’ Mussis in chierico di detta chiesa, vacante per la morte di Rogerio Capra chierico della medesima. Nel dubbio di validità furono consultati dai predetti vicari Teobaldo di Piacenza, Dottore di Decretali, ed Antonio de Cagnolis Dottore di leggi, Vercellesi nel 1348, 10 nov. nel palazzo del Vescovado di Vercelli e decisero, che si confermassero le nomine.

A viemmeglio dimostrare, che i predetti Signori di Cocconato sono patroni della pieve di Pino, e delle chiese poste nella detta Plebania, e massime di S. Eusebio di Castelnuovo fu prodotto un istromento sottoscritto da Giacomo de Rubeo de Zalando notaio, 9 gennaio 1303 col sigillo del Vescovo di Vercelli, in cui si legge essere stato presentato dai suddetti Signori Matteo figlio d’Emanuele Sicardi di Castelnuovo ed istituito chierico della chiesa di S. Pietro di Zucca di Castelnuovo; fu pure prodotto altro istromento rogato il Guglielmo de Augusta, detto di Doria col sigillo vescovile nel 1299 9 aprile, col quale il Vescovo di Vercelli Aimone Avogadro istituiva in pievano di S. Maria di Pino il prete Alberto di Montiglio; altro istromento sottoscritto da Uberto di Cer- /235/ reto di Mongrande notaio addì 6 marzo 1344 col sigillo di Emanuele Fieschi Vescovo di Vercelli, coi quale Papiniano Fieschi Vicario Generale di detto Vescovo, istituiva il cappellano della cappella di Montiglio prete Giordano in pievano di Pino, presentato dai detti signori. Quindi furono presentati altri tre pubblici istromenti uno scritto da Andrea da Montorgio notaio nel 1296 ai 17 marzo, col quale il Vescovo vercellese Aimone investiva Uberto di Cocconato ed i suoi eredi de jure patronatus seu vice dominata seu Avocatia plebis de Pino et totius plebanatus etc. de recto et generali feudo; altro rogato Corrado de Mussis notaio, scritto per suo ordine da Guglielmo Spina nel 1318 (o meglio 1328 poichè in quell’anno fu fatto Vescovo Lombardo della Torre) addì 3 novembre col quale il Vescovo di Vercelli Lombardo investivit iure et nomine perpetui paterni et honorifici feudi DD. Ubertum, Bonifacium, Guillielmum, Ottobonum.... et Ioannem filios D. Guidonis Comites de Cocconato de Castro Cocconati cum iurisdictione et avocatia et toto castri Sclarani cum iurisdictionibus et avocatiis plebis de Pino et etiam de decimis ipsorum locorum.

Il terzo al rogito di Zumalo Marco, ma scritto da Antonio de Spinis di Biella, col quale il Vescovo Lombardo suddetto investì, come sopra Uberto di Cocconato e gli altri consignori di tutto ciò che tenevano dal Vescovo e dalla Chiesa di Vercelli, e specialmente del castello e villa di Sclarano coll’avvocazia delle chiese della Pievania di Pino.

Dopo queste prove fu commesso al pievano di Pino ed al prete Giacomo Uxeto Rettore della chiesa di S. Pietro di Zucca di mettere il Giacobino Conti in /236/ possesso della cura di S. Eusebio, e quest’istromento rogato Giacobino Roba fu fatto in Vercelli ai 12 novembre 1348. Come da copia conforme all’originale esistente negli archivi dei Signori eredi Scozia di Pino favoritami dall’egregio sig. D. Stacchino pievano sopra lodato.

Nel territorio di Pino vi è una cava e fornace di calce, e si trovano molte conchiglie fossili. Il vino è il maggior prodotto del paese. La popolazione è di circa 558 persone.

(1a) Nell’anno 1485 vi era un Pietro de Advocatis de’ signori di Pino, V. pag. 84 di quest’opera. [Torna al testo ]

(1b) Probabilmente questo D. Paolo David è il medesimo che si vede dipinto a piedi della sacra divota immagine della /232/ Madonna del Deserto, la quale si venera nel celebratissimo Santuario di tale nome, posto nel territorio del cospicuo borgo di Millesimo, diocesi di Mondovì e provincia di Savona, in una già deserta valle tutta circondata da ameni castagneti ed irrigata da fresche e salubri acque.

Per certo il soprannominato dipinto della Vergine già era in venerazione nel 1618, ed è posto sopra il muro esteriore d’un rustico casolare inserviente ad uso di seccare le castagne; il divoto poi è conosciuto sotto il nome di Pietro Paolo David, e l’abito lo qualifica per sacerdote; accanto si vede l’arma di quell’antica ed onorata famiglia, ora estinta, che già del 1200 annoverava notai in Millesimo.

Vedi il Santuario di Nostra Donna del Deserto di Millesimo; brevi memorie patrie da me pubblicate nel 1859. [Torna al testo ]

(2a) Nel 1649 era pievano di Verolengo, come si può vedere dai Capitoli della V. Compagnia dei duecento cinquanta confratelli, sotto il titolo della Vergine Santissima del Suffragio eretta in Montariolo, fini di Sciolze nuovamente ristampati sotto gli auspici del sig. Priore D. Gio. Battista Lupo Vicario di Vezzolano e Rettore della medesima. Torino Mairesse 1754, l’edizione precedente è del 1715 in-8. Bilanzone, sembra la dizione più sicura di quel cognome. [Torna al testo ]