Achille Motta
Vezzolano e Albugnano

Parte Prima
Storico – Artistica

/Segue pag. 16/

Capitolo V.

Piano della chiesa e nave maggiore

Il piano della Chiesa è quello delle Chiese romaniche lombarde prive della nave trasversale, con questa singolarità che delle navate laterali solamente quella a sinistra, larga m. 3,50, fa parte della chiesa propriamente detta, mentre la navata a destra è tagliata fuori con muri di riempimento tra i pilastri.

La nave maggiore, larga m. 7 e lunga m. 30, compresa l’abside, è scompartita al solito in tre quadrati ed è coperta da volte a crociera separate e fiancheggiate da archi a sesto acuto.

Superiormente a queste volte, come a tutte le altre volte della chiesa, havvi una murata di riempimento che regge direttamente le tegole della copertura, cioè senza interposizione di legname. Sottostanti ad ogni gran arco longitudinale sonvi due archi minori, pure a sesto acuto, sostenuti da grossi pilastri e capitelli cubiformi.

Il grand’arco, che precede il presbiterio, è sorretto da colonnette binate, disposte su due ordini, con basi e capitelli accoppiati ed ornati di intrecci e figure grottesche.

I pilastri hanno sezioni svariate, rettangolari, quadrate, circolari; i capitelli semplici, a tronco di piramide rovesciata, alcuni decorati su una faccia sola, altri con rozze figure di animali, altri infine con vaghi intrecci di fogliami geometrizzati.

In mezzo a tanta base romanica è anche visibile una profonda disparità tra pezzo e pezzo, da far cre- /17/ dere che le parti più rozze siano materiali di una Chiesa più antica. Ma se dai sostegni alziamo lo sguardo agli archi acuti, alle volte a crociera, troviamo invece un organismo decisamente gotico; di romanico e di transizione non restano che le costole massiccie e quadrate, la risega orizzontale all’altezza dell’imposta sui muri laterali e le finestre a feritoio a nord, mentre le altre sono più grandi, ma ancora a pieno centro.

La muratura interna, come quella della facciata, è listata a strati non sempre regolari di blocchi bianchi tufacei e rossi mattoni; caratteristica questa della decorazione lombarda.

Il pavimento della Chiesa oltre l’ambone dev’essere stato posteriormente rialzato, giacche le basi dei pilastri ora non sono più visibili.

Nel muro a destra dietro all’ambone vi è dipinto a fresco un sepolcro: lateralmente vi sono due stemmi uguali, cioè scudo d’argento ad un castello rosso con tre torri merlate, attorniato da due rami fruttati di uva spina, arma propria della nobile e vetusta famiglia dei Grisella Signori di Pogliano, Moncucco, Montaldo, ecc. In mezzo a questi due rami vi è la seguente iscrizione:

Nobìlis et prudens Thomas Grisella quiescit
Hic positum corpus spiritus ante Deum:
Vindicat ossa sibi praescripto tempore tellus
1558 in ψυχΗν la prima lettera è trascritta erroneamente come una φ ΖωΗν καὶ ψυχΗν vindicat ipse Deus. Die 7
Januarii

Cur igitur defles felici morte peremptum?
Nil nisi mortales pulvis et umbra sumus.
Hoc quia percelebris periit spes optima nobis
Lapsaq est Pogliane firma columna domus.

Il pittore sbagliò le parole greche che vogliono significare l’anima vivente.

Incastrata nello stesso sepolcro vi è quest’altra iscrizione del canonico prevosto della cattedrale di Novara, morto probabilmente mentre villeggiava colla fa- /18/ miglia Grisella nei vicini castelli di Pogliano o di Moncucco nel 1520:

Octavianus de la Porta vir integerrimus venerandi
Collegi Ecclesie magioris Novarie Ppt. ac canoni-
cus benemeritus sexagenarius mondi huius
miseris solutus hic pro tempore quiescit.
M.° quincentesimo XX° quinto calendas
Aprilis D. M. S.